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“Fushigi no Umi no Nadia” rappresenta il punto più alto raggiunto sia da Hideaki Anno che dalla stessa Gainax. I motivi saranno ben spiegati in questa esaustiva e completa recensione.

Hideaki Anno e la Gainax, dopo aver dimostrato con “Punta al Top! GunBuster” come rivoluzionare in soli sei OAV la grafica, i dialoghi e lo stile degli anime, capirono che era giunto il tempo di puntare a realizzare qualcosa di molto più ambizioso; il nuovo progetto era appunto “Fushigi no Umi no Nadia”.

Hideaki Anno, alla sua prima regia, si dimostra un grande talento visionario, innovativo e capace di creare un perfetto mix di generi, frutto anche delle numerose ispirazioni da cui prese spunto, mescolando e aggiornando alcuni anime e generi di opere famose, in maniera perfetta.
Purtroppo Anno era anche troppo giovane, quanto la stessa Gainax, la quale, accecata dall'enorme successo commerciale e di gradimento, non si rese conto che produrre trentanove episodi di quella qualità con il loro budget a disposizione si sarebbe rivelato quasi un suicidio.
Così Anno dovette letteralmente logorarsi di lavoro, per mantenere elevata la somma qualità di quello che lui e la Gainax stavano creando. Nonostante gli sforzi, a un certo punto, Hideaki Anno e la Gainax, per salvare la serie dal tracollo finanziario nonostante l'enorme successo, si videro costretti a passare temporaneamente la produzione a studi coreani, e la regia passò a Shinji Higuchi dall'episodio 23 al 34.

Va precisato, in merito alla temporanea gestione giappo-coreana, che i pettegolezzi su questa parte sono più frutto di un passaparola esageratamente negativo piuttosto che il risultato di una sapiente e attenta visione. Infatti, anche se il primo episodio giappo-coreano è il 23, quest'ultimo porta avanti bene la trama e si rivela degno di altri episodi di Anno. Il 24 prosegue anche lui dignitosamente la trama delle isole, seppur in lieve calo, mentre dal 25 al 29 e dal 32 al 34 sono realmente pessimi, ma sono solo otto in tutto. Questo perché non tutta la regia e produzione di Shinji Higuchi fu scarsa, anzi! Negli episodi 30, 31 e soprattutto 35, la trama riprende quota molto bene, a tal punto da sembrare praticamente che sia stata diretta da Hideaki Anno!
Ad ogni modo gli episodi eccelsi, buoni o ottimi, sovrastano e compensano ben oltre gli otto episodi effettivamente pessimi, con un rapporto nei fatti di trentuno a otto. Specie considerando quelli epici dal 36 al 39, che, grazie al ritorno di Hideaki Anno, raggiungono l'eccellenza assoluta, annullando in sostanza la ferita giappo-coreana, chiudendo l'anime in maniera eccellente.

Per la realizzazione di “Fushigi no Umi no Nadia” Anno ha avuto geniali idee tutte sue e della Gainax, ma naturalmente nell'anime si notano nette influenze, derivate sia da libri come “Ventimila leghe sotto i mari” di Jules Verne, da cui l'anime trae il tema delle sfide sottomarine di pura avventura, che ovviamente anche da anime precedenti specifici. Per esempio “Space Battleship Yamato - Star Blazers”, dove le idee vengono inserite in produzione, utilizzando il classico schema del capitano valoroso a bordo di una nave spaziale, in questo caso un sottomarino, con tanto di equipaggio instancabile, rigoroso e suddiviso in compiti e gerarchie di grado.
Un altro spunto preso sempre da un anime precedente è ovviamente quello del capitano Global di “Macross”, per cui Anno e il character designer Yoshiyuki Sadamoto si ingegnano nel prenderne l'aspetto estetico, migliorandone la qualità grafica, raffinandone l'estetica dal punto di vista tecnico per renderlo adatto agli standard del 1990. Tuttavia è sul piano caratteriale che Anno lavora tantissimo di suo su Nemo, creando un personaggio dal carisma ben superiore a quello di un semplice capitano militare.
“Fushigi no Umi no Nadia” diventerà in fase di scrittura, e conseguentemente di produzione, quel perfetto mix di generi che gli permetterà di spaziare tra avventura, commedia, fantascienza, mitologico e azione. Questa formula è fondamentale per la riuscita di un anime di questo calibro e la sua conseguente godibilità, cosa che il suo successore “Neon Genesis Evangelion” non saprà ereditare.

Hideaki Anno a questo punto è pronto a creare assieme alla Gainax “Fushigi no Umi no Nadia”. Il budget viene utilizzato in pieno per tutti i primi ventidue episodi, e male negli episodi già menzionanti a inizio recensione, anche se non va comunque dimenticato il discreto ed essenziale lavoro svolto da Shinji Higuchi, almeno per quei determinanti cinque episodi ben realizzati.
La trama è eccelsa e sfrutta appieno il duro lavoro di pre-produzione e pianificazione, che la Gainax e Anno hanno saputo sapientemente creare. “Fushigi no Umi no Nadia” diviene fin da subito un vero e proprio capolavoro rivoluzionario, riscuotendo un enorme successo, sia da parte della critica, che in maniera entusiasta dal pubblico.

Lo spessore qualitativo e di enorme stile è evidente già nei primissimi istanti, con la famosa frase introduttiva ben costruita e aderente alla trama.

"Sei uno spirito avventuroso? Nelle leggende cerchi forse la verità che dimora, remota e nascosta, oltre le terribili cascate del pericolo? Allora è me che cercherai."

Con questa frase di un'eleganza estrema e ricercatezza parte finalmente l'anime. Un anime ambientato verso la fine della rivoluzione industriale nel 1889-90, che però, grazie ai mesi di duro lavoro svolto da Anno e la Gainax, potrà spaziare tra sceneggiature tipiche di quel periodo, per poi potersi permettere stile, dialoghi e personaggi decisamente più vicini ai nostri tempi moderni, piuttosto che limitarsi al contesto storico di quel periodo. Questo grazie soprattutto alla geniale idea di inserire una civiltà antica ma estremamente tecnologica come quella dell'antica Atlantide, che poi si rivelerà il potente motore dell'intera opera.

Solitamente, in questo genere di anime, i personaggi principali hanno una loro importanza rilevante, ma non sono sempre determinanti ai fini della trama e della godibilità. Perché comunque supportati dal lavoro di pre-produzione, produzione e post-produzione. In questo caso invece i personaggi sono talmente ben scritti e caratterizzati in maniera maniacale, da essere sia parte integrante fondamentale per la trama, che determinanti per la fruizione di un anime avvincente come questo.
Inoltre Hideaki Anno sui protagonisti di “Fushigi no umi no Nadia” è stato davvero intelligente e conseguentemente innovativo. Per esempio, di solito c'è un protagonista assoluto che spicca su tutti, che corrisponde a quello più positivo e a volte legato al nome stesso dell'anime o in genere a quello più importante e carismatico. In questo caso invece tutti gli schemi sul valore dei protagonisti vengono stravolti, e quelli che inizialmente sembrano essere i protagonisti si ritrovano a essere nei fatti quelli meno influenti.

Il nome di quest'anime ha Nadia al suo interno, eppure solo guardando l'anime si potrà veramente scoprire il suo reale valore. Nadia ha un carattere particolare, mi limito a questa descrizione per evitare spoiler.
Jean Luc Lartigue, coetaneo di Nadia, fin dall'inizio invaghito di lei, si dimostrerà completamente differente rispetto a quanto vuole far intendere l'inizio della serie. Rivelando una marea di sfaccettature sia caratteriali che a livello di ideologie e mentalità, che nei fatti vanno ben oltre quelle di un compagno d'avventura. Ovviamente non mi riferisco banalmente alla sfera sentimentale, intelligentemente gestita da Anno, ma alla caratterizzazione profonda di Jean.
Marie Anne Löwenbräu, per esempio, pur essendo una bimba di soli cinque anni, nel corso della serie si dimostrerà sorprendentemente in costante evoluzione, decisa e sempre attiva, sicuramente anche obbligata dalla sua circostanza iniziale, saprà essere un personaggio decisamente rilevante e mai banale.
Un classico esempio di pura ispirazione da altri anime passati è quello del trio Grandis, ovviamente clonato da “Yattaman” nella forma, ma distante anni luce nella sostanza. A capo del trio troviamo Grandis Granva, una donna dotata di grande forza di carattere, orgoglio sconfinato e una determinazione senza pari. Grandis è un personaggio di grande fascino e carisma, anche dotata di grande capacità nel saper ascoltare, per dialogare col cuore. I suoi due aiutanti sono Sanson e Hanson, a chiudere questo trio davvero ben ideato. Entrambi specializzati l'uno nella tecnologia e l'altro nella pura forza, precisione e decisione, sapranno anche loro rivelarsi parecchio riusciti e pieni di dettagli caratteriali, ben delineati e differenti.
Electra è indubbiamente tra i personaggi più importanti. Si tratta di un ragazza molto sveglia, decisamente intelligente e dotata di enorme fascino. Non però quello banale che deriva dal fisico o dal viso, ma dal suo carattere. Grazie a uno stile sempre razionale, gentile e calmo, ma tosto e consapevole, Electra è molto rilevante in “Fushigi no Umi no Nadia”.
Nemo è il capitano del Nautilus, descrizione quasi offensiva per quanto è caratterizzato in maniera divina questo personaggio. Nemo è un grandissimo uomo (l'esatto contrario di un certo Gendō Ikari), di quelli in via d'estinzione al giorno d'oggi. Il capitano è depositario di enormi segreti, equivalenti agli enormi pesi sulla sua coscienza e responsabilità. Pesi psicologici dei quali però riesce a gestirne la pressione senza la minima paura. Anzi, il capitano Nemo è pienamente consapevole di ogni sua decisione, ma sa essere sempre responsabile, gentile e profondo come gli abissi oceanici.
E infine arriva lui, il personaggio più carismatico dell'intera serie, nonché vero il proprio collante principale della trama, Gargoyle! Gargoyle è a capo di Neo Atlantide, ma non è solo il nemico principale della serie, lui rappresenta uno dei pochi esempi di villain perfetto per un anime. Dotato anche di un fisico e un'immagine imponenti, a differenza di tanti altri nemici o cattivi di turno, lo stile di Gargoyle è tanto cinico, diabolico, calcolatore e spietato, quanto elegante, ricercato e raffinato. Si tratta di un personaggio dotato davvero di un carattere demoniaco, di cui lui ne è fiero. Gargoyle non scade mai nell'esagerazione banale, risultando credibile e accostabile persino a veri dittatori realmente esistiti, quali Hitler e Stalin. Gargoyle ha una sicurezza in sé stesso tale, da sentirsi perfetto e incontestabile, e non fa nessun sconto ne ha pietà né riguardi di nessuno. Ogni suo gesto, ogni sua mossa o decisione sono calcolati con una precisione maniacale e stile davvero divino - merito enorme va ovviamente al nostro mitico Claudio Moneta, che davvero, per la nuova edizione, si ritrovò il personaggio perfetto, nel momento ideale, e lo interpretò con stile eccellente.
C'è infine un altro personaggio decisamente rilevante, ma è troppo legato alla trama principale, e parlarne creerebbe uno spoiler.
Infine, per quanto riguarda altri protagonisti secondari che compaiono in quest'anime, non li menziono, in quanto sono perfetti come aggiunta, ma del tutto irrilevanti nel concreto.

Hideaki Anno fu davvero un genio nel riuscire a fondere una trama eccelsa, seria e corposa, con l'enorme capacità nel gestire sia la regia che la sceneggiatura. Creando un anime colossal ma mai noioso, tanto da riuscire a rendere avvincenti tutti gli episodi diretti da lui, in un perfetto mix che si traduce in forte coinvolgimento e fondamentale godibilità.

Con tutti questi contenuti di altissima qualità, “Fushigi no Umi no Nadia” ha potuto permettersi di raccontare una trama estremamente solida, con protagonisti dotati sia di grande presenza scenica, che di enorme rilevanza ai fini della trama. Durante lo svolgimento dell'anime, ambientato alla fine dell'epoca industriale tra il 1889 e il 1890 e dal raffinato stile sia steampunk che futuristico, lo spettatore riesce facilmente a sentirsi piacevolmente coinvolto in questo contesto narrativo, perché dotato di quello spessore strutturale e sociale capace di generare enormi emozioni positive.

Solitamente in una recensione parlo del doppiaggio nella parte dell'aspetto tecnico, ma in questo caso è doveroso approfondire proprio la qualità del doppiaggio, in particolare per alcuni personaggi, ma anche per informare chi ricorda quest'anime come “Il mistero della Pietra Azzurra”.
Di anime che andrebbero ridoppiati ne conosciamo moltissimi un po' tutti, ma quello svolto per la nuova edizione in DVD da parte di Yamato del 2003 non è un semplice ridoppiaggio, ma il doppiaggio! Cosa voglio dire? Semplice, che, risentendo quello Mediaset del 1991, sembra davvero di assistere a un altro anime!
Nonostante la bravura maggiore e più espressiva dell'omonima Nadia Biondini nell'interpretazione di Nadia, da un Davide Garbolino già perfetto nel 1991 e un Maurizio Scattorin diversamente buono nel doppiare Gargoyle, il resto del cast originale, specie se paragonato a quello del 2003, è decisamente inferiore, rendendo quest'anime decisamente più banale.
Diversamente, e cosa assai rara, il ridoppiaggio Yamato, oltre a donare i nomi reali a un po' di personaggi, risulta essere qualcosa di molto più di un lavoro di correzione. Sentendo per esempio l'interpretazione di Claudio Moneta per Gargoyle, si assiste letteralmente a un miglioramento fuori parametro. Claudio Moneta infatti non si limita al dovere di lavoro, no, è merito proprio suo il fascino tirato a lucido di Gargoyle. Utilizzando uno stile talmente sofisticato, carismatico e di alto livello, da far pensare che la voce di Gargoyle non sia doppiata, ma che sia proprio la sua! Come se fosse realmente vivo, reale, e non un villain creato per un anime.
Lo stesso discorso vale per il capitano Nemo, che acquisisce una profondità molto più variegata, espressiva e matura.
Concludo con Dania Cericola, la direttrice del doppiaggio del 2003, che, oltre a donare spessore e profondità a tutti i dialoghi, dirigendo l'intero cast di doppiaggio in maniera perfetta, interpreta Grandis con un'energia eccellente.
Sulla base delle mie considerazioni ritengo quindi il ridoppiaggio Yamato del 2003 letteralmente una componente decisiva e non accessoria per poter apprezzare appieno quest'anime e poterlo quindi valutare in maniera decisamente più oggettiva.

Dal punto di vista tecnico “Fushigi no Umi no Nadia” fa il suo dovere, ma non è in linea col 1990-1991. Graficamente sembra un anime di medio-alto budget del 1988, mentre, paragonato ad anime anche di anni precedenti quali “Mobile Suit Z Gundam” del 1985, “Hokuto no Ken” (1984-1987), “Saint Seiya” e quasi tutti gli OAV (“Megazone 23 Part 1 & 2”, “Gall Force”, “Bubblegum Crisis” ecc.) dal 1985 al 1990, ne esce malconcio. Il motivo l'ho già spiegato nella parte in cui parlavo dei problemi in produzione e gestione del budget. “Fushigi no Umi no Nadia” ha sofferto di svariati problemi, che un esteta tecnico del dettaglio grafico come me, a cui non sfugge nulla, tocca analizzare con doverosa perizia.
Il character design di Yoshiyuki Sadamoto risulta curatissimo e ben realizzato per i personaggi più importanti, pieni di dettagli, particolari e dotati di una buona saturazione, colore e contrasti efficaci. Electra invece non gode della stessa cura di Nemo o Gargoyle (fatta eccezione per gli ultimi quattro episodi), con i capelli che non hanno un'adeguata illuminazione dinamica a tre sfumature speculari, né un dettaglio del viso particolarmente elevato. Cosa di cui invece sono dotate Nadia, Grandis e Marie. Il resto dei protagonisti più o meno rilevanti di quest'anime rientrano come dettaglio nella media di una serie del 1988.
Il mecha design è invece curatissimo ed estremamente dettagliato, dai mezzi più semplici di piccole e medie dimensioni a quelli di dimensioni titaniche, coinvolti in un'epica guerra sospesa tra scienza e tecnologia mitologica.
I fondali sono molto buoni e in linea col periodo di produzione per quanto riguarda gli interni, mentre gli esterni sono decisamente meno curati e indietro di cinque anni netti rispetto al 1990-91.
Le animazioni sono eccelse, quelle prodotte dal primo all'episodio 22, tra il buono e il discreto per gli episodi 23, 24, 30, 31 e 35, mentre sono pessime dal 25 al 29 e dal 32 al 34.
Le musiche e le OST di sottofondo sono eccelse, e contribuiscono in maniera determinante nell'arricchire quel famoso mix di svariati elementi menzionati da me, che sono indispensabili per la godibilità in un anime. La sigla di apertura “Blue Water” di Miho Morikawa è davvero un capolavoro di straordinaria interpretazione, aiutata anche dallo splendido montaggio video di ottima fattura. Banale e triste quella di chiusura, al pari anche qua del montaggio delle immagini.

Concludo consigliando fortemente “Fushigi no Umi no Nadia”, a chiunque sia per davvero un cultore degli anime giapponesi di alta qualità, dotati di enorme spessore tecnico-rivoluzionario, e di conseguenza senza tempo.