Recensione
“Mahou Shoujo Lyrical Nanoha StrikerS” è la terza e ultima stagione dedicata alla famosa maghetta ideata da Akiyuki Shinbou. Andata in onda nel 2007, la serie si compone stavolta di ventisei episodi, ed è sempre diretta da Keizo Kusakawa e realizzata dallo studio Seven Arcs.
La storia comincia dieci anni dopo gli eventi di “A’s” e si svolge in un’ambientazione del tutto rinnovata. Nanoha, con le altre sue compagne, è infatti entrata a far parte dell’esercito e si occupa dell’addestramento di nuove reclute. Tra queste, i cadetti Subaru, Teana, Caro ed Erio rivestiranno il ruolo di personaggi principali e muoveranno i primi passi all’interno della Sesta Divisione Mobile creata da Hayate, ormai Tenente Colonnello.
Sebbene “Mahou Shoujo Lyrical Nanoha” sia nato come majokko dalle caratteristiche un po’ particolari, devo dire di non aver completamente disprezzato il nuovo setting conferito a questa terza stagione: l’azione e il combattimento su cui si è deciso di puntare a scapito dell’elemento magico prettamente fanciullesco ha in effetti portato una ventata d’aria fresca all’interno dell’universo di Nanoha e compagni. Vedere questi ultimi cresciuti e con una carriera ormai definita, d’altro canto, è una di quelle soddisfazioni che è difficile avere nella maggior parte delle serie animate.
Insomma, nelle prime battute dell’opera l’entusiasmo era davvero tanto: peccato però che con il proseguire degli episodi non sia andato tutto per il verso giusto.
Partiamo innanzitutto dalla storia e dall’impostazione narrativa: la prima parte dell’anime si concentra essenzialmente sull’addestramento delle nuove reclute e sull’introduzione dei vari personaggi; seppur pacata e priva di colpi di scena, essa si rivela dunque abbastanza gradevole e scorre senza intoppi. Nella seconda parte, invece, iniziano a comparire i nemici principali di questa stagione, e le minacce ai nostri protagonisti si concretizzano finalmente in vere battaglie. I complotti e le rivelazioni che si susseguono in questo contesto sono senza dubbio interessanti, ma non possiedono certo lo stesso mordente dei casi affrontati nelle serie precedenti. Lo stesso discorso può essere fatto per i vari scontri, i quali sono meno epici di quelli cui eravamo abituati e ricorrono spesso ad espedienti di dubbio gusto (armature succinte e draghi giganti che combattono come mecha, per fare qualche esempio).
Il più grande difetto di “StrikerS”, a mio parere, è rappresentato dall’eccessiva mole di personaggi di cui facciamo conoscenza. Se precedentemente avevo lodato “Nanoha” per l’ottimo approfondimento che riservava ad ogni membro del suo folto cast, a questo giro devo purtroppo fare il discorso opposto: i nomi e volti introdotti nell’opera sono davvero troppi, e quelli caratterizzati a dovere si contano praticamente sulle dita di una mano. Se Teana e Subaru godono di un’introspezione adeguata, stessa cosa non si può dire per i loro compagni Caro ed Erio, e tanto meno per gli antagonisti. Questi ultimi, in particolare, sono così tanti da formare un gruppo quasi anonimo. Come se non bastasse, anche molti dei personaggi che già conoscevamo (ad esempio Yuno o Arf, che ora è diventata una bambina - perché?) sono stati lasciati completamente in disparte.
Altra nota dolente è costituita dal comparto visivo: se disegni e animazioni si attestano su livelli discreti nei primi episodi, verso la fine dell’anime si assiste a un calo qualitativo per nulla trascurabile. I combattimenti importanti, che proprio si concentrano nell’ultima parte dell’opera, vengono in questo modo penalizzati parecchio. Inguardabile è anche la CG utilizzata per rappresentare i vari mezzi militari, come ad esempio navi o elicotteri. Le musiche di Hiroaki Sano, per fortuna, si confermano ancora una volta uno dei punti forti della saga, così come le varie sigle e l’insert song.
In definitiva, “Mahou Shoujo Lyrical Nanoha StrikerS” si conferma purtroppo la stagione più debole tra le tre, a causa dei suoi alti e bassi a livello di contenuti, comparto tecnico e personaggi. Una serie sicuramente promossa, ma che stenta a reggere il confronto con i suoi predecessori.
La storia comincia dieci anni dopo gli eventi di “A’s” e si svolge in un’ambientazione del tutto rinnovata. Nanoha, con le altre sue compagne, è infatti entrata a far parte dell’esercito e si occupa dell’addestramento di nuove reclute. Tra queste, i cadetti Subaru, Teana, Caro ed Erio rivestiranno il ruolo di personaggi principali e muoveranno i primi passi all’interno della Sesta Divisione Mobile creata da Hayate, ormai Tenente Colonnello.
Sebbene “Mahou Shoujo Lyrical Nanoha” sia nato come majokko dalle caratteristiche un po’ particolari, devo dire di non aver completamente disprezzato il nuovo setting conferito a questa terza stagione: l’azione e il combattimento su cui si è deciso di puntare a scapito dell’elemento magico prettamente fanciullesco ha in effetti portato una ventata d’aria fresca all’interno dell’universo di Nanoha e compagni. Vedere questi ultimi cresciuti e con una carriera ormai definita, d’altro canto, è una di quelle soddisfazioni che è difficile avere nella maggior parte delle serie animate.
Insomma, nelle prime battute dell’opera l’entusiasmo era davvero tanto: peccato però che con il proseguire degli episodi non sia andato tutto per il verso giusto.
Partiamo innanzitutto dalla storia e dall’impostazione narrativa: la prima parte dell’anime si concentra essenzialmente sull’addestramento delle nuove reclute e sull’introduzione dei vari personaggi; seppur pacata e priva di colpi di scena, essa si rivela dunque abbastanza gradevole e scorre senza intoppi. Nella seconda parte, invece, iniziano a comparire i nemici principali di questa stagione, e le minacce ai nostri protagonisti si concretizzano finalmente in vere battaglie. I complotti e le rivelazioni che si susseguono in questo contesto sono senza dubbio interessanti, ma non possiedono certo lo stesso mordente dei casi affrontati nelle serie precedenti. Lo stesso discorso può essere fatto per i vari scontri, i quali sono meno epici di quelli cui eravamo abituati e ricorrono spesso ad espedienti di dubbio gusto (armature succinte e draghi giganti che combattono come mecha, per fare qualche esempio).
Il più grande difetto di “StrikerS”, a mio parere, è rappresentato dall’eccessiva mole di personaggi di cui facciamo conoscenza. Se precedentemente avevo lodato “Nanoha” per l’ottimo approfondimento che riservava ad ogni membro del suo folto cast, a questo giro devo purtroppo fare il discorso opposto: i nomi e volti introdotti nell’opera sono davvero troppi, e quelli caratterizzati a dovere si contano praticamente sulle dita di una mano. Se Teana e Subaru godono di un’introspezione adeguata, stessa cosa non si può dire per i loro compagni Caro ed Erio, e tanto meno per gli antagonisti. Questi ultimi, in particolare, sono così tanti da formare un gruppo quasi anonimo. Come se non bastasse, anche molti dei personaggi che già conoscevamo (ad esempio Yuno o Arf, che ora è diventata una bambina - perché?) sono stati lasciati completamente in disparte.
Altra nota dolente è costituita dal comparto visivo: se disegni e animazioni si attestano su livelli discreti nei primi episodi, verso la fine dell’anime si assiste a un calo qualitativo per nulla trascurabile. I combattimenti importanti, che proprio si concentrano nell’ultima parte dell’opera, vengono in questo modo penalizzati parecchio. Inguardabile è anche la CG utilizzata per rappresentare i vari mezzi militari, come ad esempio navi o elicotteri. Le musiche di Hiroaki Sano, per fortuna, si confermano ancora una volta uno dei punti forti della saga, così come le varie sigle e l’insert song.
In definitiva, “Mahou Shoujo Lyrical Nanoha StrikerS” si conferma purtroppo la stagione più debole tra le tre, a causa dei suoi alti e bassi a livello di contenuti, comparto tecnico e personaggi. Una serie sicuramente promossa, ma che stenta a reggere il confronto con i suoi predecessori.