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Azuma è fissato con gli occhiali, tanto fissato da saltare le barriere di genere, visto che ad attrarre la sua attenzione è il suo compagno di classe Sorachi. Galeotta una puntata in infermeria, i due scopriranno di attrarsi reciprocamente e in un batter d’occhio assisteremo al nascere di questa nuova coppia.

Naturalmente, l’occhialuto Sorachi pare essere oggetto del desiderio anche di un altro compagno più grande, tale Sugisaki, e la cosa fa ingelosire Azuma non poco. Del resto, Sorachi nasconde un piccolo segreto che lo rende molto insicuro del sentimento che Azuma prova per lui, e così via di cliché in cliché.

Insomma, si verificano un sacco di situazioni talmente trite da essere omogeneizzate. Ci sono alcune scene di sesso neanche troppo censurate, che alla fine sono l’unico motivo per cui si potrebbe leggere questo manga, che è un vero e proprio yaoi.

La storia principale occupa solo i primi tre capitoli, mentre gli altri tre sono altrettante storie autoconclusive, il cui unico interesse sta nelle brevi scene di sesso che, al contrario di quelle della prima storia, non sono censurate per nulla.

I disegni non sono certo spettacolari: le prime pagine, ad esempio, non sono un ottimo biglietto da visita. Il ragazzo seduto, se si alzasse in piedi, con quelle proporzioni sarebbe alto almeno due metri e venti, minimo, e vestirebbe una taglia zero. Ma la sua scheda dice che è alto 172 cm per 54 kg. In pratica, è anoressico, così come gran parte dei suoi compagni.
Gli sfondi sono quasi inesistenti, le figure umane spesso poco attraenti e dalle proporzioni poco credibili, carenti anche negli abiti. Come se non bastasse, in molte tavole i personaggi sembrano dotati di magnifiche orecchie a sventola.

Insomma, qui come non mai occorre scollegare il cervello per godere la lettura di quest’opera.

Sconsigliato: a chi pretenda almeno un minimo di originalità, o almeno un briciolo di approfondimento caratteriale e/o psicologico.

Consigliato: a chi si accontenta di qualche tavola esplicita e qualche conversazione da letto stereotipata.

Sarò troppo esigente, ma per me proprio non ci siamo.