Recensione
Recensione di Shokushu_Hime
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“Magia Record: Puella Magi Madoka Magica Side Story” nasce come adattamento animato dell’omonimo gioco per smartphone, entrambi spin-off della famosissima serie principale “Puella Magi Madoka Magica” del 2011.
La nuova eroina dai capelli rosa protagonista di questa storia è Iroha Tamaki, alla ricerca della sua sorellina Ui, di cui sembra essere svanita ogni traccia dopo essere stata (presumibilmente) guarita dal desiderio espresso da sua sorella maggiore. Al fine di ritrovarla, Iroha si reca a Kamihama, dove conoscerà altre maghe e si ritroverà ad affrontare le “Uwasa” (o voci), nuove entità sinistre dalla natura ancora sconosciuta.
“Magia Record” è ben diverso sia dalla serie principale che da “La storia della ribellione”: l’atmosfera non è più angosciante, quasi da thriller psicologico, ma prende una svolta più simile a quella dei classici majokko, dove per ogni episodio/coppia di episodi c’è un Uwasa da sconfiggere e tutto finisce per il meglio, questo almeno fino a tre quarti della serie. A catturare l’attenzione è perlopiù l’introduzione delle Ali di Magius, un’organizzazione di maghe che sostengono di poter garantire la salvezza di tutte le mahou shoujo.
I vari misteri della trama vengono introdotti uno dopo l’altro, e, se da un lato questo può generare confusione, dall’altro credo abbia annullato quasi del tutto il fattore noia, costringendo lo spettatore a tenere gli occhi sullo schermo e a ricollegare le informazioni degli episodi precedenti.
I personaggi sono buoni, nessuno ai livelli di un’Homura Akemi o di una Madoka, ma in gran parte approfonditi quel che basta per non risultare piatti e, almeno per quanto mi riguarda, un paio delle ragazze sono anche riuscite a “farsi voler bene”, insomma.
Partendo dal presupposto che ritengo che “Puella Magi Madoka Magica” sia un anime da 9/9,5, i motivi per cui ho dato a “Magia Record” una valutazione così vicina a quella dell’originale sono tre: nonostante i continui (e inevitabili) paragoni con la prima serie che anch’io ho fatto, mi rendo conto che questi siano abbastanza ingiusti, considerando che questo è uno spin-off - singolarmente, anche se ancora incompleto, “Magia Record” resta comunque un buon anime in grado di intrattenere; presumo che tutti i quesiti irrisolti di questa prima stagione verranno spiegati nella successiva, per cui accantono il lato negativo di tutta la confusione d’intrighi e la premio per essere riuscita a tenere vivo il mio interesse; disegni e sceneggiatura sono spettacolari e ho amato dal primo all’ultimo frame, dovessi valutare l’anime solo per quelli, meriterebbe un 10.
In conclusione, non aspettatevi un “secondo Madoka Magica”, ma guardate la serie per quella che è: uno spin-off gradevole e decisamente ben fatto.
La nuova eroina dai capelli rosa protagonista di questa storia è Iroha Tamaki, alla ricerca della sua sorellina Ui, di cui sembra essere svanita ogni traccia dopo essere stata (presumibilmente) guarita dal desiderio espresso da sua sorella maggiore. Al fine di ritrovarla, Iroha si reca a Kamihama, dove conoscerà altre maghe e si ritroverà ad affrontare le “Uwasa” (o voci), nuove entità sinistre dalla natura ancora sconosciuta.
“Magia Record” è ben diverso sia dalla serie principale che da “La storia della ribellione”: l’atmosfera non è più angosciante, quasi da thriller psicologico, ma prende una svolta più simile a quella dei classici majokko, dove per ogni episodio/coppia di episodi c’è un Uwasa da sconfiggere e tutto finisce per il meglio, questo almeno fino a tre quarti della serie. A catturare l’attenzione è perlopiù l’introduzione delle Ali di Magius, un’organizzazione di maghe che sostengono di poter garantire la salvezza di tutte le mahou shoujo.
I vari misteri della trama vengono introdotti uno dopo l’altro, e, se da un lato questo può generare confusione, dall’altro credo abbia annullato quasi del tutto il fattore noia, costringendo lo spettatore a tenere gli occhi sullo schermo e a ricollegare le informazioni degli episodi precedenti.
I personaggi sono buoni, nessuno ai livelli di un’Homura Akemi o di una Madoka, ma in gran parte approfonditi quel che basta per non risultare piatti e, almeno per quanto mi riguarda, un paio delle ragazze sono anche riuscite a “farsi voler bene”, insomma.
Partendo dal presupposto che ritengo che “Puella Magi Madoka Magica” sia un anime da 9/9,5, i motivi per cui ho dato a “Magia Record” una valutazione così vicina a quella dell’originale sono tre: nonostante i continui (e inevitabili) paragoni con la prima serie che anch’io ho fatto, mi rendo conto che questi siano abbastanza ingiusti, considerando che questo è uno spin-off - singolarmente, anche se ancora incompleto, “Magia Record” resta comunque un buon anime in grado di intrattenere; presumo che tutti i quesiti irrisolti di questa prima stagione verranno spiegati nella successiva, per cui accantono il lato negativo di tutta la confusione d’intrighi e la premio per essere riuscita a tenere vivo il mio interesse; disegni e sceneggiatura sono spettacolari e ho amato dal primo all’ultimo frame, dovessi valutare l’anime solo per quelli, meriterebbe un 10.
In conclusione, non aspettatevi un “secondo Madoka Magica”, ma guardate la serie per quella che è: uno spin-off gradevole e decisamente ben fatto.