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Yuji Kaku dopo il pessimo esordio con Fantasma torna con un nuovo manga decisamente più maturo e interessante grazie all’esperienza maturata come assistente di Tatsuki Fujimoto durante "Fire Punch".
L’incipit della storia è piuttosto semplice, un variegato gruppo di condannati a morte viene spedito su un'isola in cui si dice si trovi la ricetta per l’immortalità, chi riuscirà nell’impresa di recuperarla riceverà il completo perdono e assoluzione da parte dello shogunato, quindi ci troviamo in una sorta di battle royal almeno nelle fasi iniziali del manga, ma le cose cambieranno non appena la situazione sull’isola inizierà rapidamente a precipitare allo spuntare di nemici inattesi.

Più che nella storia il punto di forza di questo manga sta sicuramente nei personaggi, grazie soprattutto al “gioco delle coppie” messo come base per gli avvenimenti infatti ogni condannato è accompagnato da un boia, che ne deve seguire le azioni attentamente (in modo da impedirgli la fuga o altre azioni non permesse), l’accoppiata di due personaggi diversi tra boia e condannato costretti a collaborare permette al mangaka di far rapportare mondi e storie diverse, caratterizzando e facendo crescere ogni personaggio. Questo è ancora più evidente nella coppia dei due protagonisti Gabimaru e Sagiri, Gabimaru è un ninja considerato senza emozioni e in grado di uccidere in modo brutale senza mai cambiare espressione nel viso, Sagiri è una abile esecutrice piena però di dubbi e schiacciata dal peso delle vittime su cui ha eseguito le sentenze di esecuzione, peso che si porta continuamente sulle spalle... l’avventura porterà Gabimaru ad aprirsi di più con gli altri e i suoi sentimenti, mentre Sagiri accetterà sé stessa e il suo ruolo. Questo schema a coppie si ripete su diversi personaggi in maniera quasi mai scontata e banale, spesso anche molto commuovente.
Ovviamente parlando di un battle anche gli scontri hanno una grossa importanza, il manga ha elementi soprannaturali e un power system (basato sugli elementi) forse poco approfondito ma funzionale per l’opera, le scene d’azione sono spesso piuttosto brutali ed effetto ma soprattutto trascinate dall’ottimo tratto del mangaka, con un'ottima cura per i personaggi (molti diversi tra loro come charadesign), dell’ambientazioni e per degli effetti (fuoco, acqua e elementi naturali)

Il manga purtroppo non è perfetto è ci sono un paio di elementi che non gli permettono di raggiungere l’eccellenza, ho parlato di quanto ottimi siano i protagonisti purtroppo non posso dire lo stesso degli antagonisti principali, in un battle shonen gli antagonisti se possibile devono essere anche più carismatici del protagonista, il manga manca il bersaglio da questo punto di vista. Gli avversari principali sono tutti troppo simili tra loro (anche nel combattimento) e risultano decisamente poco interessanti, a dire il vero il mangaka si rende conto di questa cosa dato che a circa ¾ del manga aggiunge 2 nuovi antagonisti, questa volta davvero interessanti e insoliti, purtroppo questo accade in fase troppo avanza e risultano un po’ troppo distaccati dagli eventi della storia.
Un altro problema sta in una certa mancanza di coraggio del mangaka nella fase finale dell’opera, il finale è soddisfacente ma manca di sorprese ed è fin troppo buono nei confronti della maggior parte dei protagonisti, soprattutto in un manga di questo tipo risulta mancare di impatto... inoltre il mangaka sembra quasi aver aggiunto molti nuovi personaggi solo come agnelli sacrificali per proteggere il gruppo principale di protagonisti.

Concludendo Jigokuraku è un battle atipico, senza esagerazioni con un cast molto diversificato, nonostante il tema sovrannaturale l’autore è riuscito a far sentire i personaggi davvero molto reali dando una grande attenzione al lato umano anche durante gli scontri, merita di essere letto e molta più attenzione.