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“La tua ragazza. Il tuo miglior amico. Se potessi salvare solo uno di loro... La classica domanda trita e ritrita. Chi sceglieresti?”

Questa frase apre le pagine di “Blue Flag”, shounen edito dalla Planet Manga e proposto in dieci volumi dalle copertine una più aggraziata dell’altra. L’autore, Kaito, dichiara nel suo spazio di confronto con i lettori che si tratta di una storia che racconta una scelta. Si auspica che i suoi lettori trovino in questa sua opera un amico in tutti quei giorni in cui percepiscono un ostacolo nella capacità di determinare la traiettoria delle loro vite.

“Blue Flag” racconta la storia di Taichi, un ragazzo nella media che non ha mai avuto una relazione d’amore e non ha un vero amico su cui contare. Questo non gli impedisce di osservare il contesto e di farsi un’idea delle persone che lo circondano. Il primo giorno di scuola scoprirà che dovrà separarsi dal suo solito gruppetto di amici (un gigante, uno con la testa a funghetto e un tappetto occhialuto pieno di brufoli) perché ciascuno è stato destinato ad una sezione differente. Quando…

“Oh! Siamo in classe insieme? Che figata è dalla terza media che non succede!”.

E’ la voce di Toma Mita, un vecchio compagno di classe di Taichi e che a differenza di lui è “luminoso” come il sole. Considerato virtuoso nei rapporti umani e nello sport, Mita si approccia fanciullescamente alla vita di Taichi. Le luci che lo circondano, però, gli impediscono di vedere nell'ombra la timida e imbranata Futaba Kuze. La ragazza, nella sua stessa classe, lo osserva da lontano e cerca con discrezione di accorciare le distanze. Questo sentimento non sfugge però a Taichi, acuto osservatore e poi compassionevole verso la causa della compagna di classe, inizialmente considerata da lui sgradevole. Taichi diventa così, forse inconsapevolmente, l’anello di congiunzione tra le vite di Toma e Futaba. Quello che inizia, quasi come un gioco, evolve in un triangolo straziante.

La lettura di “Blue Flag” è scorrevole, i dialoghi son brevi e puliti, ma soffermarsi sulle tavole è un obbligo per cogliere tutti i passaggi. Alcune pagine sono dominate soltanto dal gioco di sguardi e non coglierli sarebbe veramente un peccato. Gli occhietti a “pallina” di Taichi, apparentemente minimalisti per una commedia sentimentale dai contorni drammatici, regalano delle espressioni intense e sorprendenti. Futaba dietro i suoi occhioni da piagnucolona cela una guerriera e Toma con il suo sorriso è portatore di un approccio alla vita semplice e allo stesso tempo profondo.

Il tema della maschera sociale si propone in più momenti e stringe inconsciamente un’alleanza con chi sta leggendo. Almeno una volta nella vita siamo stati tutti Taichi, Futaba o Toma. E forse siamo stati anche loro amici e compagni. Non si tratta solo della storia di qualcun altro, ma abbiamo camminato con le loro scarpe, indossato i loro sentimenti e preso in prestito le loro maschere. Tutti noi almeno una volta abbiamo fatto qualcosa per l'altro e poi pensato “No. Non è vero. Non l’ho fatto per lei/lui”. È quando si prende consapevolezza dell'impatto che l'ipocrisia ha su sé stessi, prima ancora che sull'altro, che le regole del gioco cambiano. Avviene quando si sposta l'asse dall' io-che-osserva-l'altro all'io-sono-quell'altro. Il modo in cui l'autore propone questo cambio di punto di vista è magistrale, unico. Non ho mai colto questa finezza prima di quest'opera e di commedie scolastiche sentimentali, anche drammatiche, non ne ho lette poche. Quando finalmente la maschera dei personaggi cade, i sentimenti fanno un rumore talmente altisonante che persino in quella fase di lettura i dialoghi cambiano. Ma a quel punto il lettore è stato preparato a vignette più generose, profonde, autentiche.

Esistono commedie sentimentali scolastiche ed esistono storie che meritano di essere raccontate dal punto di vista di chi le vive. “Blue Flag” per me non è stato solo un piacevole diversivo, ma un richiamo a rileggere cosa si nasconde nella parte più oscura di noi quando viviamo una dinamica sociale inaspettata. Taichi potrebbe essere ciascuno di noi, con il proprio fardello di paure e insicurezze. Quelle di chi ha sempre pensato di essere solo al mondo e si trova all’improvviso strabordante di sentimenti, talmente intensi da essere scomodi. Una ricchezza inattesa seguita da un timore di tornare improvvisamente povero, vuoto. L’epilogo formidabile non rappresenta che il paradosso di una vita che ci vuole pieni, padroni delle nostre scelte e “sincroni” a sufficienza per determinare la nostra felicità.

Non sono in grado di fare un elenco della spesa che raccoglie ciò che ho apprezzato di questa lettura. Mi ha lasciato un carico di sorpresa, dolcezza e valore a distanza di tempo. Alcune opere racchiudono la capacità di creare dei legami naturali con i loro lettori e con me è accaduto. Non sono presenti ghirigori grafici, dialoghi complessi o scene d’azione che spingono i protagonisti nel vortice di avventure fantasiose. E’ una storia d’amicizia semplice, che racconta un triangolo complicato e offre uno spaccato delle sfide sociali di una generazione che può finalmente manifestare il diritto di scegliere.