logo AnimeClick.it

-

"My Hero Academia" mescola elementi tipici degli shonen anime con quelli della tradizione super-eroistica americana.
Tutto declinato, però, in un ottica abbastanza tipicamente giapponese.

L'anime si presenta stilisticamente bene. Disegni piacevoli, anche se senza nessuna innovazione e animazioni assolutamente fantastiche. Sul lato tecnico, non mi sento di aggiungere altro, perché il vero potenziale dell'anime (e suppongo del manga, che non ho letto) è la storia. Ma andiamo con ordine.

Personalmente non penso che la trama particolarmente ispirata. Alla fine è la solita storia del ragazzino "sfigato" che, a causa della sua dedizione, può ascendere a vette di potere immense. Anche i protagonisti sono così stereotipati, da risultare assolutamente prevedibili. Non parliamo poi dei villain, che vanno dal banale allo scontato, e per cui, per me, è assolutamente impossibile simpatizzare.

Però il voto dato è 7. Sì, 7.
Perché, secondo me, l'autore Kohei, compie due azioni fondamentali. In un certo senso simili a quelle che stanno rendendo l'MCU un fenomeno mondiale.

1) Gli Eroi sono... Eroici: certo ci sono molte sfumature nell'opera e le scale di grigio sono, se non numerose, quanto meno presenti. Ma, a partire da Allmight, gli eroi cercano di essere Eroi e di portare la speranza e far trionfare la giustizia. Banale? Forse, ma a questo servono gli eroi. Un eroe che si comporta da Villain (es. L'universo Marvel Ultimate) non fa quello che dovrebbe fare un eroe.

2) I protagonisti crescono: non è banale. All'inizio, per esempio, il protagonista principale Midorya Izuku, piange di continuo, letteralmente continuamente. Ma già alla stagione successiva, si vede un processo di crescita e sviluppo con conseguente cambio di personalità. Anche i suoi compagni di classe, alcuni oggettivamente più importanti di altri e scelti come comprimari, crescono allo stesso modo.
E questa crescita è appassionante e interessante.

Dove invece l'anime, a mio modo di vedere fallisce quasi completamente, è nel delineare i villain. Raramente un super-cattivo si dimostra veramente interessante. Per lo più sono spostati che hanno subito traumi ed allora sono diventati cattivi.
Per carità, ci può stare; forse creati anche per contrasto con i protagonisti, alcuni dei quali hanno delle storie complesse, non si elevano per spessore e per grandezza.

L'anime comunque, merita il suo successo, non fosse che per aver riportato il supereroe alla sua natura di Eroe e non di tipo con i superpoteri, come sembra fare il comics americano.