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8.5/10
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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Una vicenda che ci fa fermare e riflettere su chi siamo, da dove veniamo e cosa desideriamo dalla vita.

Una principessa leggendaria fugge dal palazzo in cui è tenuta prigioniera insieme alla sua ancella e alla sua guardia del corpo e vengono inseguiti, ma grazie ad uno stratagemma della guardia riescono a dileguarsi e a fuggire. Per non destare sospetti si camuffano e la principessa comincia a capire quanto sia dura la vita di una persona ordinaria. Decide quindi di sperimentare la vita della persona ordinaria, soprattutto per sentirsi più vicina alle persone comuni ed anche per non sentirsi sola; per tutta la vita è rimasta isolata dal mondo visto che è la figlia di una sirena. Pertanto decide di fuggire per ritrovare la sua mamma. Nel frattempo, sono la sua ancella e la sua guardia del corpo a educarla, impresa tutt'altro che facile dato il caratterino esuberante della ragazza, la quale, a causa dell'isolamento e della mancanza della figura materna risulta difficile da gestire. Ciononostante riesce a poco a poco a comprendere che deve calmarsi e che deve imparare a stare nel mondo se vuole essere accettata. Pertanto si cimenta in alcuni passatempi semplici al fine di migliorare anche la propria concentrazione e comincia a comprendere che deve trovare qualcosa che dia un senso alla sua vita.

Questo anime, basato su una leggenda giapponese è una sorta di riflessione sul proprio destino e il proprio ruolo nel mondo. Attraverso gli occhi della principessa e dei suoi accompagnatori si comprende le difficoltà della vita e si cerca di ricordarci che bisogna sapersi adattare/adeguare per vivere una vita più serena, pacifica e tranquilla. In riferimento alla fuga dal palazzo di ciliegio mi torna in mente il commento di Morgana nel Winx Club, 4 Stagione, Episodio 26: "Essere una regina è bello, ma fa perdere il contatto con la realtà". Ora i due contesti sono diversi, ma il punto in comune è che non si può arroccare nella propria testa e/o palazzo e pretendere di comprendere il mondo dalla propria zona sicurezza. Bisogna lasciare andare ed addentrarsi nella vita vera e/o molto spesso chiamata "zona pericolo". Questo ci viene fatto capire come in tante altre storie dall'assenza appunto della figura materna ed anche di quella paterna. La grafica è brillante, stupefacente, meravigliosa, i colori sono accesi da una luce intesa che li risalta. I personaggi sono simpatici, divertenti e commoventi, soprattutto quando parlano della propria vita interiore e del proprio passato che ci viene mostrato tramite appositi flashback. La musica, dalla sigla di apertura a quella di chiusura sono stupende, commoventi, pura poesia.

Un piccolo capolavoro di semplicità. Voto: 8,5