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Erano i primi anni 2000, quando ancora un me bambino, in possesso di una manciata di videocassette, si metteva di fronte a prodotti di questo tipo; nello specifico, i vari film, OAV e quant’altro de “I Cavalieri dello Zodiaco” saranno stati consumati nel vero senso della parola, a furia di essere guardati e riguardati. Poco tempo fa mi sono riavvicinato a questo “mondo”, e con strumenti ben più moderni rispetto alle nostre tanto amate vecchie videocassette ho deciso di riguardarne alcuni, curioso di constatare se fossero ancora in grado di trasmettermi quelle emozioni, e di verificare, anche, in che maniera fossero invecchiati.
Il primo che sono andato a rivedere è stato proprio questo, “La dea della discordia”, primo lungometraggio televisivo dedicato alla serie regolare de “I Cavalieri dello Zodiaco” (nome italianizzato di “Saint Seiya”), e, devo aggiungere, anche con estremo piacere.
Gli anni sono passati, su questo non si può discutere, ma determinati aspetti di questo lungometraggio sembrano non aver sofferto l’avanzare del tempo, ma andrò con ordine.

La trama di base è quella a cui più o meno siamo tutti stati abituati; Seiya “con i quattro amici eroi” (cit.), si troverà di fronte a un’ennesima minaccia, in questo caso la dea della discordia appunto, che rapirà la nostra dea Athena, e con una scusa farà in modo di creare una sorta di lotta contro il tempo (stile giochi anni ‘90) in cui i nostri protagonisti dovranno affrontare un nemico a testa (ovviamente), lasciando poi a Pegasus (o Seiya, non so mai come chiamarlo per non far arrabbiare nessuno), grazie al potere della raccomandazione, scusate, volevo dire della speranza, la possibilità di sconfiggere il male maggiore, e quindi di salvare il mondo.

Se volessimo soffermarci solamente sulla “banalità” della trama, non daremmo merito a quello che è un prodotto che ha come punti di forza altri fattori. Inoltre, andare a stravolgere quelli che sono stati fin lì gli svolgimenti visti, soprattutto per l’epoca, sicuramente non sarebbe stata un’idea apprezzata da tutti.
Ma a cosa mi riferisco quando parlo di punti di forza? Beh, sto parlando dei dialoghi; l’intelligenza, la scorrevolezza e il modo così “aulico” che tutti, e dico tutti, i personaggi utilizzano nel parlare alzano la qualità della visione in modo decisivo, rendendo quello che sarebbe stato un prodotto sufficiente un vero e proprio capolavoro nel suo genere. Personalmente, ricordo a fatica altre opere in grado di darmi sensazioni così particolari semplicemente grazie al doppiaggio italiano. Ad affiancare un così particolare modo di comunicare, vanno dei concetti di tale importanza che vanno a impreziosire e non poco ogni singolo scambio di battute. Questo lungometraggio, sotto questo punto di vista, è infallibile. Gli antagonisti della pellicola, che andranno a sfidare i nostri protagonisti, nonostante alcuni di loro compaiano per una manciata di minuti, sono riusciti a presentarsi davanti allo spettatore in modo completo, pieni di carisma e peculiarità personali. Uno in particolare, Orfeo della Lira, mi è parso identico a come lo ricordavo ormai quasi venti anni fa: un personaggio diventato iconico nonostante un ruolo così poco rilevante, e questo grazie alla maestria con il quale è stato doppiato, alla personalità affascinante donatagli, e al suo strumento di lotta, una lira per l’appunto, accompagnato perennemente da una colonna sonora creata ad hoc per il personaggio, che, per l’appunto, vi invito ad ascoltare.
Questo è stato solo un esempio di tanti altri che potremmo trovare all’interno del mondo de “I Cavalieri dello Zodiaco”, nella serie regolare, in questo film e in molti altri prodotti.

Per quanto riguarda lo svolgimento vero e proprio della storia, non ci sono grandi considerazioni da fare: dopo aver brevemente analizzato la trama a grandi linee, ciò che resta da analizzare è il corretto o meno utilizzo delle tempistiche a disposizione. Durante la visione, diciamo dall’inizio fino a un terzo circa del film, sono stato dell’opinione che i circa quarantacinque minuti di durata fossero pochi; effettivamente, il modo in cui si sono svolti gli eventi l’ho trovato particolarmente frettoloso. Ad esempio, posso citare un inizio estremamente rapido, in cui si passa in un minuto di orologio dalla pace totale alla fine del mondo, oppure i combattimenti visti in tutta la parte centrale sono davvero frettolosi, e forse non rendono onore ai diretti interessati.
Tuttavia, nel finale le tempistiche sono state gestite sicuramente meglio, dando il giusto spazio a un Pegasus ora provvisto di armatura d’oro per scagliare l’attacco decisivo, non prima però di averle prese di santa ragione dall’ultimo nemico, che, come quasi sempre accade, è sempre il più forte.

Come dicevo anche in precedenza, gli anni sono indubbiamente passati dalla creazione di questa pellicola, ma anche lo stile grafico e l’animazione, per quanto ovviamente grezzi, rendono alla perfezione i momenti di combattimento estremo a cui sono costretti i personaggi, rendendo a parer mio inadeguato uno stile di disegno più moderno.

Non mi resta dunque che concludere; il voto finale sarà sicuramente influenzato dal mio così forte attaccamento al mondo di questo anime, “Saint Seiya” per l’appunto, che, grazie anche a questi lungometraggi, riesce a tornare ad appassionarmi con estrema facilità, regalandomi qualche momento di totale spensieratezza, in cui, perché no, immedesimarsi anche nel nostro eroe preferito.
Voto: 8