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Non lo si può certo considerare un capolavoro tra i film dello studio Ghibli, ma "Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento" ha un suo fascino proprio per il suo ritmo tranquillo, una trama lineare e senza troppi scossoni, delicata come un fiore.

La trama è ispirata dalla serie di libri sugli "Sgraffignoli" della scrittrice inglese Mary Norton, in particolar modo dal primo dei cinque libri dal titolo "Sotto il pavimento" edito nel 1952: Arrietty e la sua famiglia sono piccoli esseri di aspetto simile agli umani ma alti pochi centimetri, e vivono "sgraffignando"/prendendo in prestito gli oggetti che trovano nella casa dove si insediano nascosti, in questo caso sotto il pavimento appunto, senza mai farsi vedere dagli umani, diventando quasi una leggenda tra questi ultimi.

Questi piccoli esseri nei libri vengono chiamati in tanti modi, "gli Sgraffignoli" o "i Rubacchiotti", titolo di un film americano del 1997, anch'esso ispirato dai libri della Norton, ma incentrato più sulla azione e gli inseguimenti; il film dello studio Ghibli invece è molto più fedele al romanzo originale "Sotto il pavimento", riportando lo stesso clima tranquillo e magico: la quotidianità di questa piccola famiglia che adatta gli oggetti trovati "di sopra" alla loro casetta, l'incontro tra Arrietty (Arietta nel libro) con il primo umano, un adolescente (Sho nel film, ma nel libro non verrà mai citato il vero nome del ragazzino avvolto nel mistero), e la candida amicizia che ne nasce in una convivenza un po' bizzarra ma dolce.
Nel libro era interessante il dubbio, mantenuto fino alla fine, che "gli Sgraffignoli" fossero una invenzione o leggenda, non si sa veramente se il ragazzino li abbia conosciuti veramente o se sia solo frutto della sua fervida immaginazione.
Nel film Ghibli invece tutto è subito reale e nitido, l'amicizia tra questi due mondi simili ma distanti.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, è di prim'ordine, ottime animazioni, i dettagli negli sfondi sono ovunque e mostrano un mondo incantevole, evocativo e suggestivo sottoterra come alla luce del sole.
Ho sentito lamentele sul fatto che nella trama ci fossero tempi morti, per me non è stato così: questo film voleva scavare nella quotidianità di questa piccola famiglia e nelle difficoltà legate a trovare i beni di sostentamento e i rischi da correre. Ogni pausa ha il suo peso e il suo perché.

In definitiva, direi che è un film rilassante, tranquillo e che offre anche qualche piccolo spunto di riflessione.
La colonna sonora è nella media, Cecile Corbel ha cantato in italiano la bellissima canzone “Arrietty’s Song” alla fine del film, e l'ha cantata anche in altre lingue, una canzone rilassante, dolce come il film stesso.

Consigliato a tutti i fan dello studio Ghibli, ovviamente, e a chi vuole guardare un film d'animazione senza troppe pretese, dalla trama lineare e tranquilla, dai toni delicati.