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“Il viaggio di Shuna” è un manga seinen scritto e disegnato da Hayao Miyazaki, pubblicato in Giappone nel 1982. Arrivato in Italia soltanto nel 2023, il manga a volume singolo è stato edito da Bao Publishing, riscuotendo sin da subito un discreto successo, merito anche della grande fama ottenuta negli anni dal regista giapponese. Effettivamente, in pochi lo sanno, ma oltre ad essersi dedicato per tutta la sua vita a film e serie tv, Miyazaki è stato anche un mangaka, sebbene poco produttivo. Le uniche due opere da lui disegnate sono “Sabaku no Tami” e, per l’appunto, “Il viaggio di Shuna”

Questa storia si ispira a una leggenda tibetana, “Il principe che divenne cane”, in cui un principe, preoccupato per la sopravvivenza del proprio popolo afflitto dalla povertà e senza colture che garantissero loro il sostentamento, decide di intraprendere un lungo e pericoloso viaggio, al termine del quale sottrae dei chicchi d'orzo al Re Drago. Per questo motivo viene punito e trasformato magicamente in un cane, ma sarà tratto in salvo dall'amore di una ragazza e riuscirà infine a introdurre la coltivazione del cereale nel suo regno. Miyazaki lesse questa storia più di dieci anni prima della pubblicazione del manga e, per molto tempo, ha sognato di adattare questa leggenda in un film di animazione, abbandonando poi l’idea, in quanto fermamente convinto che in Giappone non potesse andare in porto un progetto così semplice e privo di fronzoli.

Non si sa con certezza quando avvennero queste vicende: forse in un passato lontano ormai incerto, o forse in un futuro remoto. C'era una volta, sul fondo di un'antica valle scavata da un ghiacciaio, un minuscolo Regno dimenticato dal tempo. I contadini aravano la terra arida per piantare i germogli di hiwabie, ma essa non restituiva che magri raccolti. Nonostante tutto, gli abitanti erano grati degli scarsi frutti della terra di cui vivevano e continuavano a lavorare fino a morire stremati dalla fame. Il principe di questo popolo rispondeva al nome di Shuna, e un giorno avrebbe ereditato il regno dal re suo padre. Un giorno si imbatté in un uomo che indossava abiti mai visti: doveva provenire da un Paese lontano. Era ormai in fin di vita per la fame e la fatica. Nonostante gli scongiuri e le erbe medicamentose della vecchia strega più potente del regno, salvare la vita a quel povero viandante era ormai impossibile. Il viandante chiamò Shuna al capezzale del suo letto di morte. L’uomo prese tra le mani un piccolo sacchetto che teneva legato al collo e lo mostrò a Shuna. Al suo interno c’erano dei semi mai visti prima. Quei chicchi erano davvero grandi e pesanti e avrebbero permesso al suo popolo di non soffrire più la fame. Il viandante raccontò che a occidente, in un luogo ai confini della terra, c’erano intere distese di questo cereale che ondeggiavano in fremito rigoglioso. Shuna decise così di mettersi in viaggio, per cercare questo miracoloso cereale e garantire un futuro alla sua gente.

Miyazaki consegna ai posteri un manga a volume unico intriso della sua poetica tanto bello e intenso quanto effimero. Il sensei opta per una scelta coraggiosa, o quanto meno inusuale: la narrazione in terza persona. Le vicende di Shuna vengono filtrate attraverso una voce narrante la cui presenza è fondamentale, seppur mai invasiva. I dialoghi sono ridotti all’osso e il grosso viene lasciato alla bellezza e all’espressività delle tavole, tutte rigorosamente ad acquerello, con l’usuale prevalenza di colori freddi magistralmente combinati con quelli caldi. A dominare le tavole disegnate da Miyazaki c’è la natura, il mondo rurale e campagnolo, in netto contrasto con quello cittadino. Come nelle grandi opere satiriche di inizio Settecento, questi due poli sono concepiti come diametralmente opposti. Il primo è quello della semplicità, del contatto con la natura, del duro lavoro e della fatica, de ‘l’unione fa la forza’ anche quando la ruota della fortuna non gira nel verso giusto. Il secondo è quello della violenza, dell’ipocrisia e dei raggiri, dei conflitti e della sofferenza. Il primo mondo è rappresentato dal Regno di cui Shuna è il principe. Il secondo ha il proprio emblema nella Città Murata, dove la principale merce di scambio sono gli esseri umani. Quello di Shuna finisce così per diventare un viaggio di formazione e di scoperta di quel mondo che il ragazzo capirà a proprie spese essere inesorabilmente diviso tra bene e male. Certamente, ciò che Shuna trova alla fine del viaggio, nella Terra degli Esseri Divini, è fondamentale per la salvezza del suo popolo, ma ancor più importante è ciò che egli ha appreso durante il viaggio. Il giovane Shuna, principe destinato un giorno a diventare re, quando sarà giunto il momento propizio si ricorderà di ciò che ha veduto nella Città Muraria e saprà essere un sovrano giusto e magnanimo, sempre pronto a difendere gli interessi del proprio popolo, quello per cui si è messo in viaggio, rischiando la sua stessa vita.

L’opera trasmette un grande senso di familiarità, merito del tratto inconfondibile di Miyazaki e della presenza, tipica dei film del sensei, di personaggi giovani e per questo non ancora contaminati dalle brutture del mondo reale. Fondamentale, in tal senso, anche la presenza dello yakkul, creatura presente nel ben più celebre e successivo “Princess Mononoke”.

Per un manga a volume singolo ventitré euro non sono pochi, ma l’edizione merita tanto, soprattutto per i disegni a colori. Quindi, complimenti a Bao Publishing, poi, si parla pur sempre di Miyazaki e scusate se è poco.