Recensione
Tower of God
7.0/10
Ho deciso dopo diverso tempo di guardare quest’opera, aspettando quantomeno che finisse la seconda stagione, per non mangiarmi le mani dalla curiosità nell’attesa.
Credo di aver fatto bene, in primis perché quest’opera nella sua prima stagione è scoraggiante quanto a regia. Se l’avessi vista in simulcast, probabilmente non avrei ripreso a quattro anni di distanza la seconda stagione. Il secondo motivo è che questa prima parte è tanto frammentata e piena di incongruenze che, per vedere la seconda, avrei dovuto farmi un recap della prima, e non lo avrei retto.
Benché sia colma di belle idee generali, un po’ scopiazzate, ma ormai idee originali è difficile vederne, la trama intriga e ti lascia sperare per tutte le tredici puntate che scocchi quella scintilla che ti fa sgranare gli occhi. Invece no.
Bam è troppo compassato; anche nei momenti difficili, non si lascia minimamente trasportare dalle emozioni, quindi empatizzare con lui è arduo, benché la motivazione di fondo che muove le sue azioni è tutt’altro che razionale, quindi si crea già qui un’incongruenza particolarmente sensibile.
Immotivato è pure il comportamento degli altri personaggi, che sono perlopiù abbozzati, alcuni interagiscono poco o nulla con Bam, ma la “devozione” che nutrono nei suoi confronti e nella presa di alcune decisioni è totalmente senza senso. Vada per Khun e Rak, che possono averlo conosciuto meglio, essendo in squadra con lui dall’inizio, ma per il resto non sono state proposte delle scene abbastanza convincenti con gli altri personaggi da motivarne le scelte.
Quanto a regia generale, l’opera è molto confusionaria e fumosa. Ci sono situazioni che potrebbero essere il core della storia che vengono a malapena abbozzate, il che fa risultare tutta l’opera un po’ inconcludente.
Il problema che attribuisco principalmente a queste tredici puntate è la mancanza di enfasi sia nei dialoghi sia nelle musiche che dovrebbero accompagnare le varie situazioni. Anche nei momenti più concitati, le musiche rendono tutto più malinconico, e questo fa scendere notevolmente la suspense, anziché far crescere la tensione.
Probabilmente, il momento più degno di nota è l’ultimo fotogramma, dove si intravede Bam cresciuto, che fa presagire un prosieguo più dinamico, forse più spinto da curiosità e spirito di rivalsa che dalla devozione nei confronti di Rachel, che risulta un personaggio piatto e insulso dall’inizio alla fine. È talmente inutile e priva di centralità, che fa pensare allo spettatore: “Ma tu, Bam, per quella lì, fai tutto questo percorso doloroso? Guidato da cosa, se non dall’idealizzare Rachel?”. Il loro passato assieme viene spiegato in modo che, ad essere generosi, definirei superficiale, e questo crea ancora più dissidio nello spettatore, perché non empatizza minimamente con l’ardore, mai manifesto, che trasporta Bam.
In conclusione, questa stagione ha un bel potenziale inespresso, una trama che sarebbe avvincente, ma smorzata dalla sceneggiatura e dalla regia, e soprattutto lascia troppo al caso sia i momenti focali che la possibilità di far risaltare i personaggi che potrebbero dare qualche punto in più a questo anime, vedi la principessa Yuri.
Fortunatamente, ho aspettato, e ora posso vedere la seconda completa e sperare in un level up di tutte le carenze, affinché possano avvicinarsi al livello della trama.
Credo di aver fatto bene, in primis perché quest’opera nella sua prima stagione è scoraggiante quanto a regia. Se l’avessi vista in simulcast, probabilmente non avrei ripreso a quattro anni di distanza la seconda stagione. Il secondo motivo è che questa prima parte è tanto frammentata e piena di incongruenze che, per vedere la seconda, avrei dovuto farmi un recap della prima, e non lo avrei retto.
Benché sia colma di belle idee generali, un po’ scopiazzate, ma ormai idee originali è difficile vederne, la trama intriga e ti lascia sperare per tutte le tredici puntate che scocchi quella scintilla che ti fa sgranare gli occhi. Invece no.
Bam è troppo compassato; anche nei momenti difficili, non si lascia minimamente trasportare dalle emozioni, quindi empatizzare con lui è arduo, benché la motivazione di fondo che muove le sue azioni è tutt’altro che razionale, quindi si crea già qui un’incongruenza particolarmente sensibile.
Immotivato è pure il comportamento degli altri personaggi, che sono perlopiù abbozzati, alcuni interagiscono poco o nulla con Bam, ma la “devozione” che nutrono nei suoi confronti e nella presa di alcune decisioni è totalmente senza senso. Vada per Khun e Rak, che possono averlo conosciuto meglio, essendo in squadra con lui dall’inizio, ma per il resto non sono state proposte delle scene abbastanza convincenti con gli altri personaggi da motivarne le scelte.
Quanto a regia generale, l’opera è molto confusionaria e fumosa. Ci sono situazioni che potrebbero essere il core della storia che vengono a malapena abbozzate, il che fa risultare tutta l’opera un po’ inconcludente.
Il problema che attribuisco principalmente a queste tredici puntate è la mancanza di enfasi sia nei dialoghi sia nelle musiche che dovrebbero accompagnare le varie situazioni. Anche nei momenti più concitati, le musiche rendono tutto più malinconico, e questo fa scendere notevolmente la suspense, anziché far crescere la tensione.
Probabilmente, il momento più degno di nota è l’ultimo fotogramma, dove si intravede Bam cresciuto, che fa presagire un prosieguo più dinamico, forse più spinto da curiosità e spirito di rivalsa che dalla devozione nei confronti di Rachel, che risulta un personaggio piatto e insulso dall’inizio alla fine. È talmente inutile e priva di centralità, che fa pensare allo spettatore: “Ma tu, Bam, per quella lì, fai tutto questo percorso doloroso? Guidato da cosa, se non dall’idealizzare Rachel?”. Il loro passato assieme viene spiegato in modo che, ad essere generosi, definirei superficiale, e questo crea ancora più dissidio nello spettatore, perché non empatizza minimamente con l’ardore, mai manifesto, che trasporta Bam.
In conclusione, questa stagione ha un bel potenziale inespresso, una trama che sarebbe avvincente, ma smorzata dalla sceneggiatura e dalla regia, e soprattutto lascia troppo al caso sia i momenti focali che la possibilità di far risaltare i personaggi che potrebbero dare qualche punto in più a questo anime, vedi la principessa Yuri.
Fortunatamente, ho aspettato, e ora posso vedere la seconda completa e sperare in un level up di tutte le carenze, affinché possano avvicinarsi al livello della trama.
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