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Recensione utente a caldo, dopo la prima proiezione di lunedì 24 febbraio.
Questo è il nuovo film della regista Naoko Yamada ("K-On! ", "La forma della voce") e vede protagonista la liceale Totsuka, che vive in un collegio femminile cattolico e che ha la particolarità di vedere i colori espressi dalle persone, oltre la normale percezione umana, come se sovrapposti alla loro persona. Questa è una sua forma di sinestesia (connessione di altri sensi oltre quello dello stimolo: vedere i suoni, sentire i colori) di cui di solito non parla, perché pare strana, però non riesce a percepire il suo. Nel vedere l'intenso blu della giovane e più ombrosa Kimi, ne rimane affascinata, e quando scopre che quest'ultima si è ritirata da scuola, decide di rintracciarla, incontrando anche Rui, un ragazzo "verde" interessato alla musica come Kimi e, col suo fare sempliciotto e solare, propone a entrambi di formare una band, i quali accettano! Mentre Totsuka dovrà mentire per incontrarli, a dispetto di quanto vorrebbe essere, più corretta alla sua fede, gli altri due saranno in imbarazzo, verso le rispettive famiglie e aspettative, nel confessare le loro passioni o fragilità.

Il tema dei giovani inadeguati o non convenzionali rispetto a come le famiglie e la società li vorrebbero è un tema ricorrente della regista, e ci sarebbero tutti gli elementi per una storia vivace e conflittuale, ma non è questo lo spirito con cui la Yamada costruisce il film, che invece al contrario rifiuta, fuori dal tipico schema, avversari o problemi in opposizione diretta. Quello su cui ci si concentra (molto grazie alla suora e professoressa Hyoko, comprensiva deus ex machina) sono proprio i momenti, confessioni e goffaggini in cui si costruisce la loro amicizia, che ha due scene significative, mentre cercano di mettere in musica i loro sentimenti, coronandosi nel concerto finale. Questo dovrebbe fare anche da chiusura ai confronti con le famiglie del trio; in particolare, la canzone più ritmata e semplice di Totsuka esprime al meglio il suo carattere, permettendole dopo di scoprire anche il suo colore (che gli spettatori intuiscono prima).

L'accompagnamento musicale è gradevole, ma non granché memorabile, se non per l'originale uso del theremin di Rui o il pezzo di Totsuka. L'animazione è curata come ci si aspetta e la tendenza a far strabordare il colore di Science Saru si esalta in un paio di scene, e più comunemente dove la luce è più ravvicinata; invece il character design secondo me non esprime bene i sentimenti dei personaggi, se non per la protagonista. La storia secondo me ci mette un po' troppo tempo a vederli riuniti, mentre lo sviluppo penalizza l'approfondimento delle situazioni famigliari del terzetto, per poi risolverlo in maniera troppo sbrigativa, anche quello di Kimi, che ha l'attitudine e la situazione più problematiche. Non mettere conflitti veri è una scelta coraggiosa, ma deve risultare almeno interessante: cioè, non mi sono annoiato, però deluso da certe superficialità nel trattare la musica, la "malattia" della protagonista e gli altri due, da momenti naif presi troppo alla leggera dagli adulti e dall'epilogo che disperde l'altrimenti credibile piccola, allegra ribellione alle convenzioni dei tre in... boh? C'è eccessiva leggerezza, anche se, certo, l'esperienza assieme permette a ognun di affrontare un passo importante verso il futuro.

Il film vive di piccoli graziosi momenti e di temi dal potenziale appena toccato; semplicemente carino.