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Dunque, qualche tempo fa, in una delle mie ultime recensioni, parlai di Dragon Ball GT, lo reputai un prodotto difficile da giudicare, il più difficile dell'universo di Dragon ball, per via delle sue scelte azzardate, e per il fatto che, nonostante le numerose scelte di dubbio gusto, oggi, a distanza di tanti e tanti anni, possa giocare a suo favore una carta vincente, quella della nostalgia; è per questo motivo che GT, nonostante non abbia mai fatto breccia nel mio cuore, rievochi in me talmente tanti ricordi, da non poter far a meno di ricordarlo con tanto affetto.
Ma perché questa breve premessa? Bhe, Daima, secondo me e secondo tanti, é il sequel di Dragon ball Z che Akira Toriyama avrebbe voluto; e per accorgersi che questo è un prodotto scritto e diretto dal maestro in persona, non occorre leggere il suo nome in ogni dove all'interno dell'opera, ma basta soffermarsi sui piccola segnali disseminati qua e la durante l'intera serie: stile grafico, gag, ester eggs, dialoghi e riferimenti più o meno evidenti ai suoi prodotti precedenti.
Tuttavia, per dare una valutazione complessiva e quanto più possibile imparziale, mi impegnerò a scrollarmi di dosso i soliti sentimentalismi che mi legano a questo mondo, e che rischierebbero di gonfiare quella che sarà poi la valutazione finale. Mi metterò nei panni di uno spettatore che non è necessariamente cresciuto a suon di kamehameha e di tentativi (purtroppo falliti) di trasformarsi in super saiyan, ma semplicemente di un fruitore abituato a serie anime moderne, con trame impegnate e stili grafici pazzeschi.

Vorrei iniziare analizzando quello che, a parer mio, è senza dubbio il punto forte dell'opera. Si sa, l'occhio vuole la sua parte, e se lo stile grafico era il biglietto da visita di Dragon ball Daima, sicuramente non poteva che presentarsi in modo migliore. Dal punto di vista visivo ho davvero faticato a trovare anche il più piccolo difetto; nel complesso sembra di assistere ad un film d'animazione che, nei suoi momenti più importanti, dà il meglio di se; i colori sono accesi e accattivanti, i colpi di energia ben sviluppati e i momenti più concitati sono animati in modo eccellente, rendendo gli scontri fluidi e sempre piacevoli da seguire.
Il design è in puro stile Toriyama, i lineamenti puliti, tondi e armoniosi dei personaggi e degli scenari ne sono una prova.
Passiamo allo sviluppo delle ambientazioni; c'è poco da dire, nella maggior parte dei casi ci avviciniamo davvero alla perfezione. Sappiamo bene che quando creatori del livello di Toiyama, hanno modo di viaggiare con la fantasia, sono in grado di dar vita a luoghi magici ed incantevoli che, già da soli, valgono il prezzo del biglietto; a tal proposito, sappiamo bene quanto Akira Toriyama sia sempre stato abile a creare mondi che non esistono, difatti è riuscito a creare questi magnifici mondi demoniaci che sono in grado, grazie anche a colori così caldi, ma allo stesso tempo così vivi, di creare una sorta di armonia durante la visione, riuscendo a trasportarci, anche se per poco, in quello che è a tutti gli effetti, un mondo fantastico.

Ma come ben sappiamo, il comparto grafico è di grande importanza all'interno di qualsiasi opera, ma, aimè, non è tutto.
Partirei dall'analizzare quella che è l'idea di fondo della trama, che, piccolo spoiler, per quanto mi riguarda, non è affatto male. L'idea di rimpicciolire Goku e Co. parte dal fatto, proprio come in GT, di voler dare una sorta di ridimensionata ai poteri dei personaggi, che, arrivati alla fine di "Z", avevano raggiunto dei livelli poco gestibili, in quanto alla base di questa scelta, c'è sicuramente la voglia di tornare quanto più possibile vicino alle origini del manga; dotare nuovamente Goku del suo iconico bastone, è stato solo uno dei pretesti per riportare gli stili di combattimento ad una modalità più marziale, con coreografie di lotta molto più studiate che lasciano meno spazio ai soliti colpi energtici.
Difatti, i vari scontri che abbia visto, soprattutto nei primi episodi, rendono alla perfezione proprio grazie alle fattezze "chibi" dei nostri amici, come ad esempio le divertenti risse da bar che hanno visto come protagonisti prima Goku e poi Vegeta.
Un altro punto che ho sicuramente apprezzato, è stato il voler approfondire alcuni vari aspetti che nelle serie precedenti sono stati lasciato un po' lì; sviscerare il mondo dei Majin, dei Kaioshin e dei namecciani, donando delle backstories intriganti e sensate a personaggi poco sviluppati fino a quel punto, è stato un bel modo di ampliare le conoscenze su personaggi che, effettivamente, si sono rivelati essere più interessanti del previsto.
Il problema di fondo di tutto ciò è solo uno: la mancanza di tempo. Spiego meglio il mio punto di vista. L'obiettivo principale di questa serie era quello di includere, in soli venti episodi, tutto ciò che i fan avrebbero voluto vedere sugli schermi dopo tanti anni, possibilmente in modo canonico. Hanno dovuto infatti mettere nel calderone troppi elementi, il risultato è stato un prodotto frettoloso e privo di emozioni. Hanno tentato di andare sul sicuro mettendo in gioco elementi che erano certi avrebbero fatto breccia nei cuori dei nostalgici, non rendendosi conto che, tutti questi "colpi di scena", se così vogliamo chiamarli, sono stati buttati in modo del tutto casuale letteralmente negli ultimi due episodi, comprendendo ovviamente anche il finale; una quarantina di minuti in cui è successo letteralmente di tutto, dando ben poco senso agli eventi e lasciando spazio ad un finale che, a me personalmente, ha lasciato privo di qualsiasi sensazione, rendendo tutti i venti episodi (mi fa male dirlo), totalmente dimenticabili.
Trovo assurdo che una serie che fino a quel momento ci aveva riempito di spiegoni su ogni cosa, non abbia neanche lontanamente provato a spiegarci chi, come e perché certi avvenimenti, di un'importanza tanto rilevante, si stessero palesando dinanzi i nostri occhi.
I cambi di ritmo così repentini durante la narrazione, sono stati tra i problemi principali della serie, che nonostante i tempi a disposizione così stretti e le mille cose da voler a tutti i costi mostrare, hanno trovato ugualmente lo spazio per inserire episodi di riempimento che non hanno aggiunto assolutamente nulla alla trama.

Nonostante i così palesi difetti che ho trovato durante la visione, trovo ancora difficile dare un giudizio generale all'opera. Alcuni scorci della serie, se presi singolarmente e magari decontestualizzati, risultano davvero ben fatti; se penso allo scontro tra Goku e il Tamagami da cui ha ottenuto la prima sfera, penso che ho assistito ad uno degli scontri più belli di tutto Dragon ball, mi ha davvero trasmesso delle emozioni, tuttavia, finito quel momento lì, si ritorna ad assistere ad una sorta di intruglio di idee e sottotrame lasciate un po' per strada.
Non è sicuramente un'opera, quest'ultima regalataci dal maestro Toriyama, che merita l'insufficienza; il design e il fatto che siano state ignorate completamente le vicende di Super, sono due fattori che da soli valgono la sufficienza, ma non tanto da andare oltre un 6, che sa tanto di nostalgia..
Arrivederci maestro, grazie di tutto.