Recensione
Strait Jacket
8.0/10
Breve serie di tre OAV con dei buoni spunti di novità nella trama. In un tempo e in un luogo non ben specificati la magia è diventata parte della vita quotidiana, scoperta dopo una serie di esperimenti è diventata una branca della scienza ed è praticata attraverso delle sorta di armi. Non si tratta quindi come di solito avviene di magia praticata da persone che nascono con poteri magici o li acquisiscono, chiunque, se in possesso dell’equipaggiamento atto allo scopo, può praticare la magia. Questi tre episodi introducono il personaggio di Reiot, un cacciatore di demoni che possiede tale equipaggiamento ma che non ha la licenza per usarlo! I cacciatori di demoni vengono in gergo chiamati Strait Jacket. La vicenda non va più in la dell’introdurre il protagonista e caratterizzarlo un po’ attraverso le vicende legate alla caccia ai demoni. Demoni che non sono altro che persone che hanno abusato della magia e ne hanno pagato il prezzo (mi ha ricordato molto i risvegliati di Claymore) Per evitare le trasformazioni in demone l’umanità, sempre più dipendente dalla magia, ha inventato delle speciali armature dette Mold che però funzionano fino ad un certo punto. E queste armature sono la seconda novità dopo la natura non magica di chi pratica la magia, si tratta infatti di armature che vengono quasi forgiate sul corpo stesso di chi le indossa attraverso un’operazione che sembra quasi un rituale. Riguardo la realizzazione tecnica le animazioni sono ottime e lo è anche la regia, molto buona l’intuizione di mostrare alcune scene come se viste in prima persona attraverso la fessura per gli occhi delle armature. Mi sono piaciute molto anche le musiche, specialmente le canzoni in francese. Ovviamente a parte Reiot i personaggi non sono approfonditi, sarebbe un bel punto di partenza per la realizzazione di una serie, chissà forse lo scopo di questi 3 episodi era proprio sondare il terreno in vista di una serializzazione. Le atmosfere sono davvero interessanti, forse un po’ cupe e si adattano molto bene al personaggio principale, cupo, scontroso, oppresso dal peccato e dagli errori del suo passato che vive in cerca dell’espiazione ma forse un peccatore non ha bisogno ne del giudizio ne della punizione…forse ciò di cui ha bisogno è semplicemente il perdono.