Recensione
Aishiteruze Baby
9.0/10
Recensione di ducatimatt
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A volte basta davvero un'idea semplice e tratta dall'ordinaria realtà di tutti i giorni per dare quel pizzico in più ad un qualcosa di ben conosciuto ed assodato che così facendo diventa speciale. Più che speciale.
Questo è Aishiteruze Baby: tipico racconto sentimentale che, grazie ad una adorabile marmocchietta, ha un qualcosa che lo rende indimenticabile. Del resto, chi non vorrebbe potersi spupazzare un tesoro come Yuzuyu? Magari tutti i bambini fossero così dolci...
Se è vero che, come dice il proverbio, chi va con lo zoppo impara a zoppicare, altrettanto vero è il contrario: ed è così che il protagonista Kippei da baldo giovane farfallone e scansafatiche diventa un amorevole e responsabile Oni-chan (fratellone), che darebbe la vita per la sua piccola cuginetta, affidatagli in custodia in attesa che la madre della piccola, sconvolta dalla morte del marito, trovi la sicurezza e la forza per poter crescere bene la sua cucciolina.
La storia, che si dipana attraverso 26 episodi, è impostata in modo semplice e di facile comprensione. Ciononostante, la moltitudine di aspetti narrati (innamoramento, responsabilità nei confronti di un bambino, perdita di un genitore, gelosia ed invidia, maltrattamento, angoscia, senso della famiglia) è davvero notevole, il che rende la visione molto interessante e coinvolgente, senza mai essere farraginosa o pesante.
Il nodo fondamentale è costituito dal rapporto tra Kippei e la piccola Yuzuyu, di soli 5 anni, rapporto che allo stesso tempo si intreccia alla perfezione con la nascita di un amore dolcissimo e profondo tra il protagonista e la sua bella Kokoro, personaggio femminile davvero riuscito (oltre che splendido - guardate la puntata della piscina e vedrete... da restare a bocca aperta!).
L'interazione con queste due figure completano l'evoluzione caratteriale di Kippei, che come già accennato passa da svogliato ad apprensivo ed affettuoso, da gigolò a tenero e fedelissimo amante. Un ragazzo che diventa uomo, insomma.
La visione è consigliatissima, anche perchè oltre alla dolcezza e ai buoni sentimenti, che non scadono mai nello sdolcinato o nell'eccessivo, presenta secondo me tratti che lo rendono a suo modo educativo.
Il disegno è ben curato, i personaggi sono ben caratterizzati, la colonna sonora risulta simpatica ed emozionante, a seconda delle situazioni.
Non so voi, ma una volta visto tutto il mio desiderio di paternità è incrementato notevolmente. SPLENDIDO!
Questo è Aishiteruze Baby: tipico racconto sentimentale che, grazie ad una adorabile marmocchietta, ha un qualcosa che lo rende indimenticabile. Del resto, chi non vorrebbe potersi spupazzare un tesoro come Yuzuyu? Magari tutti i bambini fossero così dolci...
Se è vero che, come dice il proverbio, chi va con lo zoppo impara a zoppicare, altrettanto vero è il contrario: ed è così che il protagonista Kippei da baldo giovane farfallone e scansafatiche diventa un amorevole e responsabile Oni-chan (fratellone), che darebbe la vita per la sua piccola cuginetta, affidatagli in custodia in attesa che la madre della piccola, sconvolta dalla morte del marito, trovi la sicurezza e la forza per poter crescere bene la sua cucciolina.
La storia, che si dipana attraverso 26 episodi, è impostata in modo semplice e di facile comprensione. Ciononostante, la moltitudine di aspetti narrati (innamoramento, responsabilità nei confronti di un bambino, perdita di un genitore, gelosia ed invidia, maltrattamento, angoscia, senso della famiglia) è davvero notevole, il che rende la visione molto interessante e coinvolgente, senza mai essere farraginosa o pesante.
Il nodo fondamentale è costituito dal rapporto tra Kippei e la piccola Yuzuyu, di soli 5 anni, rapporto che allo stesso tempo si intreccia alla perfezione con la nascita di un amore dolcissimo e profondo tra il protagonista e la sua bella Kokoro, personaggio femminile davvero riuscito (oltre che splendido - guardate la puntata della piscina e vedrete... da restare a bocca aperta!).
L'interazione con queste due figure completano l'evoluzione caratteriale di Kippei, che come già accennato passa da svogliato ad apprensivo ed affettuoso, da gigolò a tenero e fedelissimo amante. Un ragazzo che diventa uomo, insomma.
La visione è consigliatissima, anche perchè oltre alla dolcezza e ai buoni sentimenti, che non scadono mai nello sdolcinato o nell'eccessivo, presenta secondo me tratti che lo rendono a suo modo educativo.
Il disegno è ben curato, i personaggi sono ben caratterizzati, la colonna sonora risulta simpatica ed emozionante, a seconda delle situazioni.
Non so voi, ma una volta visto tutto il mio desiderio di paternità è incrementato notevolmente. SPLENDIDO!