Spero sia la versione doppiata correttamente.
Comunque con tutto il bene ma non penso che lo rivedrò, già la prima visione mi ha distrutto emotivamente e non sono pronto a diventare di nuovo una fontana
Spero sia la versione doppiata correttamente.
Comunque con tutto il bene ma non penso che lo rivedrò, già la prima visione mi ha distrutto emotivamente e non sono pronto a diventare di nuovo una fontana
Cannarsi in occasione del ridoppiaggio scrisse che Takahata piuttosto di fare un film sulle brutture della guerra voleva criticare i giovani degli anni 80, tipo i vecchietti al parco che se la prendono con i giovinastri! Da allora non considero più questo film un capolavoro ma una cretinata senile del regista! Da ex ragazzo anni 80 mi vanto dei "difetti" che Takahata imputava a quella generazione!
Nel film piuttosto si critica la generazione dei genitori di Takahata e quindi il nazionalismo nipponico degli anni quaranta.
Su Hotaru no Haka si è detto molto, e a lungo. Dico in patria, innanzitutto. Come sappiamo, il soggetto originale era l'omonimo romanzo breve semiautobiografico di Nosaka Akiyuki, che pure intrattenne un'intervista-dialogo con Takahata. Ovviamente, il soggetto era "semi" autobiografico perché nella realtà morì solo la sorellina, mentre il fratellone sopravvisse e scrisse il romanzo breve anche come forma di espiazione-elaborazione.
Sappiamo ufficialmente che Takahata incentrò il suo film sulla semplice domanda "ma questo ragazzo, che cosa ha combinato?" - come la più parte dei suoi contemporanei, il regista vedeva Seita come il colpevole della morte della sorellina, non come una vittima. La colpa di Seita era, per gli anziani davvero sopravvissuti alla guerra, quella di non aver saputo sottostare agli aspri compromessi imposti dalla dira realtà, preferendo la fuga una sorta di "giocare alla famiglia" nato dal rifiuto sociale, da cui un isolazionismo ineluttabilmente votato alla morte. Nelle parole di Takahata, però, la condotta "da viziato" di Seita, benché assurda e inapprensibile per la sua epoca, era del tutto pensabile per i giovani giapponesi ai tempi dell'uscita del film (1988), che infatti videro in Seita una mera, povera vittima - non un colpevole. Come dire che il benessere diffuso del dopoguerra aveva annientato la reale attitudine alla sopravvivenza dei giocano, rimpiazzandola con in fiacco narcisismo vittimista.
Questi i fatti su opera e autori.
Credo di poter ormai capire le osservazioni che Takahata fece ai tempi, nel passaggio tra modernità e postmodernità. In effetti sono visioni (in tutti i sensi) su cui ho riflettuto a lungo. L'irresponsabilità e la tendenza escapistica di Seita è qualcosa su cui la regia batte e ribatte a più riprese. Questo non può negarsi. Il film avrebbe potuto avere co e slogan "il perpetrato delitto e il castigo di un ragazzino viziato". Tuttavia, mi preme sottolineare un grosso però. E il però è che, benché capriccioso e viziato, Seita si ritrova obiettivamente orfano e travolto dagli orrori di una guerra atroce. Non è un suo vezzo, la realtà è davvero atroce e la sua realtà forse ancor più. Dalle stelle di primogenito felice di una figlia borghese, si ritrova nelle stalle di un orfano di guerra. È in queste obiettive difficoltà che lui compie il suo "delitto" - il rifiuto, la fuga, l'isolazionismo - e subisce il suo tragico "castigo". Certo però, le condizioni e gli sconvolgimenti della sua vita erano stati reali e oggettivamente durissimi. Quindi questa è una seria e vera attenuante al giudizio di condanna della sua condotta.
Scritto da Cannarsi! Secondo questa interpretazione il protagonista è un ragazzino degli anni 80 trasportato dal regista in tempo di guerra. Il quale con il suo comportamento egoistico fa morire la sorella e se stessoCannarsi in occasione del ridoppiaggio scrisse che Takahata piuttosto di fare un film sulle brutture della guerra voleva criticare i giovani degli anni 80, tipo i vecchietti al parco che se la prendono con i giovinastri! Da allora non considero più questo film un capolavoro ma una cretinata senile del regista! Da ex ragazzo anni 80 mi vanto dei "difetti" che Takahata imputava a quella generazione!
io no so che film tu abbia visto, perché la critica ai giovani degli anni ottanta io non la vedo da nessuna parte. Nel film piuttosto si critica la generazione dei genitori di Takahata e quindi il nazionalismo nipponico degli anni quaranta.
Scritto da Cannarsi! Secondo questa interpretazione il protagonista è un ragazzino degli anni 80 trasportato dal regista in tempo di guerra. Il quale con il suo comportamento egoistico fa morire la sorella e se stessoCannarsi in occasione del ridoppiaggio scrisse che Takahata piuttosto di fare un film sulle brutture della guerra voleva criticare i giovani degli anni 80, tipo i vecchietti al parco che se la prendono con i giovinastri! Da allora non considero più questo film un capolavoro ma una cretinata senile del regista! Da ex ragazzo anni 80 mi vanto dei "difetti" che Takahata imputava a quella generazione!
io no so che film tu abbia visto, perché la critica ai giovani degli anni ottanta io non la vedo da nessuna parte. Nel film piuttosto si critica la generazione dei genitori di Takahata e quindi il nazionalismo nipponico degli anni quaranta.
Dipende con quale doppiaggio lo visto. Con quello storico lo ritenevo un bel film (anche se non ti faceva venire voglia di rivederlo) con il nuovo doppiaggio "corretto" viene fuori il vero messaggio, che personalmente mi irrita fortemente! Se Cannarsi dice che è questo quello che voleva dire in realtà il regista, non posso che adeguarmiScritto da Cannarsi! Secondo questa interpretazione il protagonista è un ragazzino degli anni 80 trasportato dal regista in tempo di guerra. Il quale con il suo comportamento egoistico fa morire la sorella e se stessoCannarsi in occasione del ridoppiaggio scrisse che Takahata piuttosto di fare un film sulle brutture della guerra voleva criticare i giovani degli anni 80, tipo i vecchietti al parco che se la prendono con i giovinastri! Da allora non considero più questo film un capolavoro ma una cretinata senile del regista! Da ex ragazzo anni 80 mi vanto dei "difetti" che Takahata imputava a quella generazione!
io no so che film tu abbia visto, perché la critica ai giovani degli anni ottanta io non la vedo da nessuna parte. Nel film piuttosto si critica la generazione dei genitori di Takahata e quindi il nazionalismo nipponico degli anni quaranta.
da come avevi scritto il commento pensavo fossi d'accordo, comunque non cambia il fatto che secondo me è una stronzata.
Scritto da Cannarsi! Secondo questa interpretazione il protagonista è un ragazzino degli anni 80 trasportato dal regista in tempo di guerra. Il quale con il suo comportamento egoistico fa morire la sorella e se stessoCannarsi in occasione del ridoppiaggio scrisse che Takahata piuttosto di fare un film sulle brutture della guerra voleva criticare i giovani degli anni 80, tipo i vecchietti al parco che se la prendono con i giovinastri! Da allora non considero più questo film un capolavoro ma una cretinata senile del regista! Da ex ragazzo anni 80 mi vanto dei "difetti" che Takahata imputava a quella generazione!
io no so che film tu abbia visto, perché la critica ai giovani degli anni ottanta io non la vedo da nessuna parte. Nel film piuttosto si critica la generazione dei genitori di Takahata e quindi il nazionalismo nipponico degli anni quaranta.
da come avevi scritto il commento pensavo fossi d'accordo, comunque non cambia il fatto che secondo me è una stronzata.
Ma era una lettura che dava il Cannarsi (che non conosco) o riportava qualche fonte? Perché non vorrei fare facile ironia con quel cognome, ma a me sembra una tesi alquanto bislacca.
Takahata: I intended to depict the boy in Grave as a contemporary boy, rather than a boy in that time. He doesn't bear with hardships. When the aunt threatens him by saying "OK, let's have meals separately," he is rather relieved. He thinks that it's easier to eat by themselves than to bear with the discrimination from his aunt. As a result, his life becomes harder. Such a feeling is closer to the one held by today's kids. I made the movie by thinking what would happen if a kid today was suddenly sent to that time through time machine. So, I didn't intend it to be retrospective or nostalgic, but I didn't express it well enough...
[Animage, vol 151, January, 1991.]
Dipende con quale doppiaggio lo visto. Con quello storico lo ritenevo un bel film (anche se non ti faceva venire voglia di rivederlo) con il nuovo doppiaggio "corretto" viene fuori il vero messaggio, che personalmente mi irrita fortemente! Se Cannarsi dice che è questo quello che voleva dire in realtà il regista, non posso che adeguarmiScritto da Cannarsi! Secondo questa interpretazione il protagonista è un ragazzino degli anni 80 trasportato dal regista in tempo di guerra. Il quale con il suo comportamento egoistico fa morire la sorella e se stessoCannarsi in occasione del ridoppiaggio scrisse che Takahata piuttosto di fare un film sulle brutture della guerra voleva criticare i giovani degli anni 80, tipo i vecchietti al parco che se la prendono con i giovinastri! Da allora non considero più questo film un capolavoro ma una cretinata senile del regista! Da ex ragazzo anni 80 mi vanto dei "difetti" che Takahata imputava a quella generazione!
io no so che film tu abbia visto, perché la critica ai giovani degli anni ottanta io non la vedo da nessuna parte. Nel film piuttosto si critica la generazione dei genitori di Takahata e quindi il nazionalismo nipponico degli anni quaranta.
da come avevi scritto il commento pensavo fossi d'accordo, comunque non cambia il fatto che secondo me è una stronzata.
Ma era una lettura che dava il Cannarsi (che non conosco) o riportava qualche fonte? Perché non vorrei fare facile ironia con quel cognome, ma a me sembra una tesi alquanto bislacca.Takahata: I intended to depict the boy in Grave as a contemporary boy, rather than a boy in that time. He doesn't bear with hardships. When the aunt threatens him by saying "OK, let's have meals separately," he is rather relieved. He thinks that it's easier to eat by themselves than to bear with the discrimination from his aunt. As a result, his life becomes harder. Such a feeling is closer to the one held by today's kids. I made the movie by thinking what would happen if a kid today was suddenly sent to that time through time machine. So, I didn't intend it to be retrospective or nostalgic, but I didn't express it well enough...
[Animage, vol 151, January, 1991.]
Non penso che significhi che l'intero significato del film sia quello di criticare i giovani degli anni 80 o dei tempi moderni in generale. Ma magari mi sbaglio io.
Today, the bonds among family members and the sense of community among neighbors have been weakened. Instead, we are protected by the several layers of social protection/control. We put mutual noninterference as the basis of our relationships, and try to find our own tenderness in playful but inessential consideration towards others. It doesn't have to be a war. If a big disaster hits us and the social restraints are destroyed, without an idea that makes people help each other or cooperate, it would be inevitable that people will become wolves towards others in such raw human relationships. It shadders me to think that I can be on either side. Even if one tries to escape from human relationships and tries to live alone with his sister, how many boys, or people, can keep sustaining their sisters as long as Seita did?
Non penso si faccia un film per esprimere una singola idea, e forse l'intervista che ho aggiunto poi è più chiara a riguardo.
Il concetto da tenere a mente credo sia il fatto che l'idea di scegliere quel particolare romanzo sia venuta a Takahata pensando che nel Seita della storia lui vedeva gli stessi difetti che riscontrava nei giovani dell'epoca, e quindi la scintilla per il film è venuta da lì, con l'idea di mostrare come l'atteggiamento di Seita nei confronti della vita, per quanto sia comprensibile e al giorno d'oggi scusato, non è compatibile con una situazione tragica come il periodo successivo a una guerra mondiale. Un periodo in cui è necessario sopportare pur di riuscire a sopravvivere e a far sopravvivere i propri cari.
E non fa il film per sputare sui giovani degli anni '80, ma perché preoccupato che un modo di vivere così "molle" possa finire in tragedia se dovessero capitare situazioni come quella del film.
Spero sia la versione doppiata correttamente.
Comunque con tutto il bene ma non penso che lo rivedrò, già la prima visione mi ha distrutto emotivamente e non sono pronto a diventare di nuovo una fontana
Concordo, capolavoro, ma mi ha devastato, non ce la faccio proprio...
Ho visto il film molti anni fa ed anche letto il racconto, ti senti il cuore come serrato da un pugno.
Splendida realizzazione ma non ho l'animo per rivederlo. Stessa cosa mi è successa con "In questo angolo di mondo"... :°°(
Mio fratello stranamente non si è commosso per niente, anzi era seccato dal comportamento del protagonista.
Cannarsi in occasione del ridoppiaggio scrisse che Takahata piuttosto di fare un film sulle brutture della guerra voleva criticare i giovani degli anni 80, tipo i vecchietti al parco che se la prendono con i giovinastri! Da allora non considero più questo film un capolavoro ma una cretinata senile del regista! Da ex ragazzo anni 80 mi vanto dei "difetti" che Takahata imputava a quella generazione!
L'amore genuino e tenero che prova per la sorella non compensa la sua ingenuità, che poi è appunto uno dei temi del film.
Non doveva rendere la sorella felice, doveva fare di tutto per tenerla in vita.
Di questi tempi ci sarebbe da mandarlo in tv (la versione normale s'intende).
Hai letto anche il manga di in questo angolo di mondo? Che stavo pensando di recuperarlo visto che panini l’ha di nuovo reso disponibile…
Hai letto anche il manga di in questo angolo di mondo? Che stavo pensando di recuperarlo visto che panini l’ha di nuovo reso disponibile…
Hai letto anche il manga di in questo angolo di mondo? Che stavo pensando di recuperarlo visto che panini l’ha di nuovo reso disponibile…
No, ho molti romanzi dei films di animazione più famosi ma di questo no, anche perché non credo ce la farei a leggerlo...
Hai letto anche il manga di in questo angolo di mondo? Che stavo pensando di recuperarlo visto che panini l’ha di nuovo reso disponibile…
Se vuoi stare su questo genere, te lo consiglio assolutamente.
non è un problema di senso critico! È che con il nuovo doppiaggio la storia corrisponde alla versione di Cannarsi. Quindi o lui ha snaturato la trama, o è quello che davvero voleva dire il registaCannarsi in occasione del ridoppiaggio scrisse che Takahata piuttosto di fare un film sulle brutture della guerra voleva criticare i giovani degli anni 80, tipo i vecchietti al parco che se la prendono con i giovinastri! Da allora non considero più questo film un capolavoro ma una cretinata senile del regista! Da ex ragazzo anni 80 mi vanto dei "difetti" che Takahata imputava a quella generazione!
Non trovo questa intervista e non mi sembra che possa egersi a lettore incondizionato della volontà di un regista, considerato che da una persona che già non capisce i contesti giapponesi nelle sue traduzioni (ad esempio nella principessa MOnonoke il suffisso -sama me lo traduce come Sommo fratello, o in si alza il vento abbiamo secondo ratello terza zia... ) mi pare che non capisca nemmeno le basi di una convesazione, figuriamoci se può interpretare la volontà di qualcuno all'interno di una sua opera.
Ti consiglio di avere più senso critico personale.
Regista e sceneggiatore sono figure diverse innanzitutto
Regista e sceneggiatore sono figure diverse innanzitutto
Soprattutto nel film in questione, dove entrambi i compiti li ha svolti Isao Takahata.
Davvero, non capisco perché stiate da diversi messaggi parlando del nulla e citando Cannarsi a sproposito.
Ha solo riportato quello che Takahata ha ribadito non in una ma in molteplici interviste, parlare del suo adattamento non c'entra nulla, vi impedisce di parlare di quello che è veramente importante (l'opera) e inquina una discussione che invece aveva avuto parecchi interventi interessanti.
Come a dire che si sta parlando del nulla e come fai a non citarlo se ha tradotto i film ghibli?
Se per te stiamo parlando di nulla, allora non vedo perché partecipare a qualcosa di inutile.
ma dopo che interiorizzi un'opera, quale che sia la spiegazione successiva da autore, traduttori, registi o chicchessia, quel che vale è quello che hai provato tu stesso. Specialmente con opere di questo calibro e genere.
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"il fratellone va a pisciare" (cit.)
spero che tengano il vecchio doppiaggio!!!