Prima riflessione: nei dati che leggete, sempre, sul fumetto in Italia, mancano, e sono sempre mancate, le Fumetterie. Gli e-commerce (non si può dire Amazon, sennò sembra di trovarsi di fronte ad un monopolio) sono stati prima stimati e poi interamente integrati (ad eccezione di quelli “proprietari” degli editori). Questo perché essendo il nostro un mercato che si basa per grande e crescente percentuale su licenze estere, che sono aggiudicate tramite asta, e nessuno degli editori maggiori ha interesse a darvi tutti i suoi dati di vendita.
In calo i libri per bambini e ragazzi (-0,8%), la saggistica generale (-2%), la manualistica (-4,1%), la saggistica specialistica (-5,1%) e – per quello che ci riguarda più da vicino – i fumetti, con il segno negativo peggiore di tutti (-5,5%).
Prima riflessione: nei dati che leggete, sempre, sul fumetto in Italia, mancano, e sono sempre mancate, le Fumetterie. Gli e-commerce (non si può dire Amazon, sennò sembra di trovarsi di fronte ad un monopolio) sono stati prima stimati e poi interamente integrati (ad eccezione di quelli “proprietari” degli editori). Questo perché essendo il nostro un mercato che si basa per grande e crescente percentuale su licenze estere, che sono aggiudicate tramite asta, e nessuno degli editori maggiori ha interesse a darvi tutti i suoi dati di vendita.
Non ho capito questo passaggio.
Per i fumetti Italiani volendo potrebbero sfruttarli per fare serie animate lunghe anni e anni e da fare concorrenza agli anime, ovviamente fatte bene(non spendendo quattro soldi).
Già con i soli Dylan Dog, Zagor, Tex, Diabolik, ect potrebbero farci serie animate belle lunghe e interessanti.
Non capisco perchè nessuno ci pensi qui da noi.
Prima riflessione: nei dati che leggete, sempre, sul fumetto in Italia, mancano, e sono sempre mancate, le Fumetterie. Gli e-commerce (non si può dire Amazon, sennò sembra di trovarsi di fronte ad un monopolio) sono stati prima stimati e poi interamente integrati (ad eccezione di quelli “proprietari” degli editori). Questo perché essendo il nostro un mercato che si basa per grande e crescente percentuale su licenze estere, che sono aggiudicate tramite asta, e nessuno degli editori maggiori ha interesse a darvi tutti i suoi dati di vendita.
Non ho capito questo passaggio.
L'ho capito dopo, ci sta una congiunzione di troppo che mi mandava in pappa il cervello. Comunque mi sembra strano, vorrei sapere come stilano le classifiche dei manga più venduti allora. Non dico che non è vero, ma che dati leggiamo ogni volta? Ci sono sempre mille asterischi da considerare. Ti credo che Vannacci è top seller. Non centra nulla coi fumetti, ma è una riflessione che mi viene spontanea.
Insomma, il problema fondamentale è che mentre altri mercati (Giappone, Corea, Usa, Francia) hanno usato e usano il fumetto come una sorta di “cantera” per le IP e i personaggi, il nostro paese o si imita a pubblicare o tiene i personaggi “su carta”, senza svilupparli in ottica transmediale.
Se gli adattamenti non fossero come i cartoni di Martyn Mystere o Dragonero (per tacere del film di Dylan Dog), allora forse i fumetti italiani sarebbero più famosi.
In calo i libri per bambini e ragazzi (-0,8%), la saggistica generale (-2%), la manualistica (-4,1%), la saggistica specialistica (-5,1%) e – per quello che ci riguarda più da vicino – i fumetti, con il segno negativo peggiore di tutti (-5,5%).
Praticamente parecchi cose in calo, è triste, ma non è neppure una cosa nuova, certe voci sono in calo da anni in Italia.
Per i fumetti Italiani volendo potrebbero sfruttarli per fare serie animate lunghe anni e anni e da fare concorrenza agli anime, ovviamente fatte bene(non spendendo quattro soldi).
Già con i soli Dyland Dog, Zagor, Tex, Diabolik, ect potrebbero farci serie animate belle lunghe e interessanti.
Non capisco perchè nessuno ci pensi qui da noi.
Il calo dei manga è solo dovuto al fatto che vengono fatte le omnibus 3/5/7 in uno, così ai fini del conteggio i numeri sono più bassi.
Ovviamente è una cavolata. Il problema sono i prezzi. Tralasciando i manga, di cui ogni giorno discutiano dei prezzi assurdi, anche i libri normali hanno subito rialzi considerevoli. Libri che 2 anni fa costavano 12 euro oggi costano 14 euro (libri della stessa collana dello stesso editore). Se guardi i libri che escono in questi giorni, ormai i prezzi partono da 20 euro anche se a volte hanno a malapena un centinaio di pagine.
Poi di base c'è mancanza generale di interesse alla lettura. A livello personale, per me è stata la scuola a darmi una cattiva reputazione ai libri. Quando frequentavo, mi obbligavano a leggere libri pesanti e non interessanti per un ragazzo e alla fine nel tempo libero non leggevo mai libri anche se ce ne fossero stati di interessanti. Qualche anno dopo la fine delle scuole, ho iniziato a prendere in mano alcuni libri. Ho iniziato con un libro di Stephen King di mio fratello. Poi ho preso il mattone (per dimensioni non per contenuto) del Conte di Montecristo e ne sono rimasto affascinato. Ho letto persino il Decamerone rivisitato da Aldo Busi e contiene diverse storie interessanti. A scuola ti fanno leggere alcuni racconti scritti nell'italiano dell'epoca e ovviamente non ci si capisce niente (bisogna usare le note ogni 5 parole per capire cosa dicono).
Per me, per incentivare la lettura, dovrebbero consigliare libri che rientrino nei gusti dei lettori, anche se sono libri di non grande rilievo. Se si legge qualcosa che piace, si è spinti a continuare. Se ti obbligano a leggere i grandi classici che sono pesanti, viene fatta passare la voglia a continuare.
Poi di base c'è mancanza generale di interesse alla lettura. A livello personale, per me è stata la scuola a darmi una cattiva reputazione ai libri. Quando frequentavo, mi obbligavano a leggere libri pesanti e non interessanti per un ragazzo e alla fine nel tempo libero non leggevo mai libri anche se ce ne fossero stati di interessanti. Qualche anno dopo la fine delle scuole, ho iniziato a prendere in mano alcuni libri. Ho iniziato con un libro di Stephen King di mio fratello. Poi ho preso il mattone (per dimensioni non per contenuto) del Conte di Montecristo e ne sono rimasto affascinato. Ho letto persino il Decamerone rivisitato da Aldo Busi e contiene diverse storie interessanti. A scuola ti fanno leggere alcuni racconti scritti nell'italiano dell'epoca e ovviamente non ci si capisce niente (bisogna usare le note ogni 5 parole per capire cosa dicono).
Per me, per incentivare la lettura, dovrebbero consigliare libri che rientrino nei gusti dei lettori, anche se sono libri di non grande rilievo. Se si legge qualcosa che piace, si è spinti a continuare. Se ti obbligano a leggere i grandi classici che sono pesanti, viene fatta passare la voglia a continuare.
'Sta roba la può dire solo chi non legge, e infatti i numeri non mentono.
concordo. Se a scuola invece di inculcarti i promessi sposi si passasse a qualcosa di più interessante, attuale e scritto meglio (esempio il nome della rosa)
Vi chiedo solo di ricordare una cosa: ho in testa, anche se non posso dirveli per ovvie motivazioni etiche
In Italia negli anni d'oro del fumetto nostrano mancavano studi d'animazione e investimenti all'altezza per fare cartoni animati tratti dai fumetti più in voga...
Fare in Italia all'apice del successo nei primi anni Novanta cartoni animati tratti da Dylan Dog e Nathan Never sarebbe stato impossibile sia per mancanza di studi d'animazione sia perché in TV non ci sarebbe potuto essere spazio.
Per questo in Giappone sono stati eccezionali ma si parte da una popolazione che ha sempre letto tantissimo... Il modello giapponese è unico nel mondo per quantità e qualità per me una singolarità più che un evento raro.
Il paragone con la Francia per me non regge... I cugini d'oltralpe assieme ai belgi hanno sempre letto più di noi e amato il fumetto come una rispettabile forma d'arte... In Francia e Belgio sono nate icone mondiali come Asterix, Tintin, Puffi ma anche il cartone animato de L'ispettore Gadget con la collaborazione di TMS e Toei Animation.
Se già si parte col principio del "devo leggere UN libro, e mi tocca quello imposto" direi che l'interesse è scarso a prescindere.
Siamo sicuri che il target dei lettori (bonelli e diabolik) sarebbe interessato ai cartoni animati, e viceversa?
C'è per esempio mio padre che colleziona Tex, io non lo leggo, però mi è capitato di leggere qualche numero di Tex prendendolo dalla sua libreria, è caspita se erano scritti bene. Io di manga ne leggo, è quei Tex erano scritti meglio dì tanti manga che ho letto. C'era per esempio una storia che mi è rimasta in mente, dove si trattava in maniera molto curata e interessante i temi dell'omicidio e delle suicidio. Con una scrittura eccellente.
Il materia di base c'è, ed è ottimo in certi casi. Devono solo aver coraggio e svilupparlo.
Dopo che hai scoperto quei Tex perchè non hai approfittato della collezione di tuo padre e hai continuato a leggerne e non solo "qualche numero"?
Se già si parte col principio del "devo leggere UN libro, e mi tocca quello imposto" direi che l'interesse è scarso a prescindere.
Chiaro che nessuno ti impone determinate cose, ma ci sono tanti fattori esterni che ci portano ad associare determinati modi di pensare o sensazioni a certe attività, invogliandoci o meno a perseguirle.
Non esiste interesse "a prescindere", magari si può avere un'indole che ci porta a essere più inclini a certi tipi di attività rispetto ad altri, ma non si nasce mica con la voglia di leggere libri.
L'interesse per la lettura è una cosa che si genera attraverso gli input esterni, soprattutto nei più giovani, e il metodo scolastico dell'imposizione dei classici palesemente non funziona. La cultura in cui siamo immersi, il modo con cui parliamo della lettura, le storie che produciamo e promuoviamo, le abitudini di chi ci circonda e anche quel che si fa a scuola sono tutti fattori che giocano un ruolo importante nello sviluppare questo interesse.
Poi sicuramente il libero arbitrio, la possibilità di scegliere da sé come si preferisce spendere il proprio tempo e fattori simili giocano un altro importante ruolo, però la responsabilità su determinate questioni non è solo individuale ma è anche collettiva ed ha a che fare con i fattori di cui sopra. Altrimenti non si spiegherebbe come mai ci siano nazioni in cui si legge poco e altre in cui invece si legge molto di più.
Dopo che hai scoperto quei Tex perchè non hai approfittato della collezione di tuo padre e hai continuato a leggerne e non solo "qualche numero"?
Non lo leggo, cioè è un qualcosa che non seguo, perché ho poco tempo e di solito leggo o manga o libri.
A dare una parziale spiegazione a questo calo interviene la stessa AIE: "La sostituzione della 18app con le Carte Cultura e del Merito
Ma qualcuno mi spiega perché solo gli editori italiani non danno i numeri di vendita? Non mi pare che in Francia o Germania si facciano troppi problemi a dire quanto ha venduto una determinata serie, quali sarebbero queste per niente ovvie motivazioni etiche?Vi chiedo solo di ricordare una cosa: ho in testa, anche se non posso dirveli per ovvie motivazioni etiche
Ma qualcuno mi spiega perché solo gli editori italiani non danno i numeri di vendita? Non mi pare che in Francia o Germania si facciano troppi problemi a dire quanto ha venduto una determinata serie, quali sarebbero queste per niente ovvie motivazioni etiche?Vi chiedo solo di ricordare una cosa: ho in testa, anche se non posso dirveli per ovvie motivazioni etiche
Ma qualcuno mi spiega perché solo gli editori italiani non danno i numeri di vendita? Non mi pare che in Francia o Germania si facciano troppi problemi a dire quanto ha venduto una determinata serie, quali sarebbero queste per niente ovvie motivazioni etiche?Vi chiedo solo di ricordare una cosa: ho in testa, anche se non posso dirveli per ovvie motivazioni etiche
Perché probabilmente credono che dare questi numeri possa aiutare la concorrenza e finché non sono obbligati non hanno motivo di farlo.
Certo, non dico che si devono dare i numeri di tutte le serie, ma non ho nemmeno mai visto dare numeri di Dragon Ball, Berserk, Naruto o almeno i manga mainstream che vanno per la maggiore, ricordo solo One Piece qualche anno faMa qualcuno mi spiega perché solo gli editori italiani non danno i numeri di vendita? Non mi pare che in Francia o Germania si facciano troppi problemi a dire quanto ha venduto una determinata serie, quali sarebbero queste per niente ovvie motivazioni etiche?Vi chiedo solo di ricordare una cosa: ho in testa, anche se non posso dirveli per ovvie motivazioni etiche
Perché probabilmente credono che dare questi numeri possa aiutare la concorrenza e finché non sono obbligati non hanno motivo di farlo.
E aggiungiamoci anche il fatto che molte serie non fanno vendite clamorose e questo peggiorerebbe le cose in termini di vendite.
Se uno vede che un titolo non vende molto tenderà a non considerarne l' acquisto. Attenzione non sto dicendo che tutti farebbero così ...però è un po' come l' indice dei più visti sulle piattaforme, lo spettatore mainstream tende a considerarli nelle proprie scelte
@DoctorDoomIII
Dopo i nati nei primi anni '80 i personaggi dei fumetti italiani sono via via scomparsi nell'interesse dei giovani... Forse con l'unica eccezione di Diabolik.
Certo, non dico che si devono dare i numeri di tutte le serie, ma non ho nemmeno mai visto dare numeri di Dragon Ball, Berserk, Naruto o almeno i manga mainstream che vanno per la maggiore, ricordo solo One Piece qualche anno faMa qualcuno mi spiega perché solo gli editori italiani non danno i numeri di vendita? Non mi pare che in Francia o Germania si facciano troppi problemi a dire quanto ha venduto una determinata serie, quali sarebbero queste per niente ovvie motivazioni etiche?Vi chiedo solo di ricordare una cosa: ho in testa, anche se non posso dirveli per ovvie motivazioni etiche
Perché probabilmente credono che dare questi numeri possa aiutare la concorrenza e finché non sono obbligati non hanno motivo di farlo.
E aggiungiamoci anche il fatto che molte serie non fanno vendite clamorose e questo peggiorerebbe le cose in termini di vendite.
Se uno vede che un titolo non vende molto tenderà a non considerarne l' acquisto. Attenzione non sto dicendo che tutti farebbero così ...però è un po' come l' indice dei più visti sulle piattaforme, lo spettatore mainstream tende a considerarli nelle proprie scelte
Ah già è vero che non ci sono i numeri delle fumetterie, vabbè un altro problema italicoCerto, non dico che si devono dare i numeri di tutte le serie, ma non ho nemmeno mai visto dare numeri di Dragon Ball, Berserk, Naruto o almeno i manga mainstream che vanno per la maggiore, ricordo solo One Piece qualche anno faMa qualcuno mi spiega perché solo gli editori italiani non danno i numeri di vendita? Non mi pare che in Francia o Germania si facciano troppi problemi a dire quanto ha venduto una determinata serie, quali sarebbero queste per niente ovvie motivazioni etiche?Vi chiedo solo di ricordare una cosa: ho in testa, anche se non posso dirveli per ovvie motivazioni etiche
Perché probabilmente credono che dare questi numeri possa aiutare la concorrenza e finché non sono obbligati non hanno motivo di farlo.
E aggiungiamoci anche il fatto che molte serie non fanno vendite clamorose e questo peggiorerebbe le cose in termini di vendite.
Se uno vede che un titolo non vende molto tenderà a non considerarne l' acquisto. Attenzione non sto dicendo che tutti farebbero così ...però è un po' come l' indice dei più visti sulle piattaforme, lo spettatore mainstream tende a considerarli nelle proprie scelte
Ti ricordi però la prima volta che un numero di One piece ha vinto la classifica dei libri. Erano sempre i dati delle librerie
@DoctorDoomIII
Dopo i nati nei primi anni '80 i personaggi dei fumetti italiani sono via via scomparsi nell'interesse dei giovani... Forse con l'unica eccezione di Diabolik.
Non vorrei equivocare quel nati, io l'ho capito come "nati nuovi personaggi bonelli", se è così beh no.
Dylan Dog nacque a fine 1986 ed il suo boom, all'epoca clamoroso, partì mi pare un annetto dopo circa.
Smosse un mondo, quello del fumetto soprattutto popolare, che all'epoca con la crisi della Corno (supereroi USA) e l'aumento continuo e terribile dei prezzi causa inflazione anni 70-80, nessuno si aspettava.
Se invece parli di persone nate a partire dagli anni 80 beh indubbiamente per loro le cose furono diverse, una volta raggiunta l'età adolescenziale il boom bonelli stava iniziando a scemare, e i manga erano effettivamente alle porte.
Comunque per conoscere One Piece dobbiamo pensare a persone nate dal 90 in su.
OP in Italia arriva nel 2001.
Il calo dei manga è solo dovuto al fatto che vengono fatte le omnibus 3/5/7 in uno, così ai fini del conteggio i numeri sono più bassi.
Ovviamente è una cavolata. Il problema sono i prezzi. Tralasciando i manga, di cui ogni giorno discutiano dei prezzi assurdi, anche i libri normali hanno subito rialzi considerevoli. Libri che 2 anni fa costavano 12 euro oggi costano 14 euro (libri della stessa collana dello stesso editore). Se guardi i libri che escono in questi giorni, ormai i prezzi partono da 20 euro anche se a volte hanno a malapena un centinaio di pagine.
Poi di base c'è mancanza generale di interesse alla lettura. A livello personale, per me è stata la scuola a darmi una cattiva reputazione ai libri. Quando frequentavo, mi obbligavano a leggere libri pesanti e non interessanti per un ragazzo e alla fine nel tempo libero non leggevo mai libri anche se ce ne fossero stati di interessanti. Qualche anno dopo la fine delle scuole, ho iniziato a prendere in mano alcuni libri. Ho iniziato con un libro di Stephen King di mio fratello. Poi ho preso il mattone (per dimensioni non per contenuto) del Conte di Montecristo e ne sono rimasto affascinato. Ho letto persino il Decamerone rivisitato da Aldo Busi e contiene diverse storie interessanti. A scuola ti fanno leggere alcuni racconti scritti nell'italiano dell'epoca e ovviamente non ci si capisce niente (bisogna usare le note ogni 5 parole per capire cosa dicono).
Per me, per incentivare la lettura, dovrebbero consigliare libri che rientrino nei gusti dei lettori, anche se sono libri di non grande rilievo. Se si legge qualcosa che piace, si è spinti a continuare. Se ti obbligano a leggere i grandi classici che sono pesanti, viene fatta passare la voglia a continuare.
concordo. Se a scuola invece di inculcarti i promessi sposi si passasse a qualcosa di più interessante, attuale e scritto meglio (esempio il nome della rosa) ci sarebbero più persone interessate alla lettura.
Eppure negli anni 90 venne fatta una serie su Diabolik, ed era pure bella dal punto di vista grafico. Il problema è che, appunto, era una serie adatta ai bambini. Così come la serie animata di Martyn Mystere, graficamente uno spettacolo (ho sempre adorato lo stile di disegno e animazione di quello studio, responsabile anche di Totally Spies e Team Galaxy) ma, di nuovo, non c'entrava proprio niente col fumetto.
Quando andavo alle medie gli "insegnanti", se ti portavi un Manga a scuola (o un numero di Dylan Dog), poco ci mancava che chiamavano i tuoi genitori se aveva anche solo qualche scenetta osè.
Ma qualcuno mi spiega perché solo gli editori italiani non danno i numeri di vendita? Non mi pare che in Francia o Germania si facciano troppi problemi a dire quanto ha venduto una determinata serie, quali sarebbero queste per niente ovvie motivazioni etiche?Vi chiedo solo di ricordare una cosa: ho in testa, anche se non posso dirveli per ovvie motivazioni etiche
Se già si parte col principio del "devo leggere UN libro, e mi tocca quello imposto" direi che l'interesse è scarso a prescindere.
Chiaro che nessuno ti impone determinate cose, ma ci sono tanti fattori esterni che ci portano ad associare determinati modi di pensare o sensazioni a certe attività, invogliandoci o meno a perseguirle.
Non esiste interesse "a prescindere", magari si può avere un'indole che ci porta a essere più inclini a certi tipi di attività rispetto ad altri, ma non si nasce mica con la voglia di leggere libri.
L'interesse per la lettura è una cosa che si genera attraverso gli input esterni, soprattutto nei più giovani, e il metodo scolastico dell'imposizione dei classici palesemente non funziona. La cultura in cui siamo immersi, il modo con cui parliamo della lettura, le storie che produciamo e promuoviamo, le abitudini di chi ci circonda e anche quel che si fa a scuola sono tutti fattori che giocano un ruolo importante nello sviluppare questo interesse.
Visto che nessuno lo ha ancora nominato, per me una grossa occasione mancata è stato il cartone di W.I.T.C.H. Il fumetto (italiano e di disney italia) era popolarissimo in nel nostro paese e all'estero, al contrario di PK aveva avuto l'ok da Disney per la realizzazione di un prodotto televisvo... che poi si era rivelato di qualità meh (e nemmeno troppo fedele all'originale), quando invece avrebbe potuto ancora di più supportare il fumetto.
Sempre su questo tema, è un peccato che la produzione fumettistica di Disney Italia (di qualità veramente alta), non possa godere di adattamento multimediali, per via della casa madre (quanto sarebbe bella una serie su PK...)
E parlando sempre di occasioni mancate nel mercato dei libri per l'infanzia... tutt'ora non mi spiego come sia possibile che si sia investito così poco su cartoni e altri progetti multimediali di Geronimo Stilton (che ricordo è pure la serie di libri italiana più esportata in China), che avrebbero potuto attirare ancora più lettori, perfettamente in target per cartoni animati.
Track of the Panther invece a me ha sempre fatto pena, a cominciare da come ringiovanirono il protagonista.
Un buon adattamento animato di un fumetto italiano? Corto Maltese
Sarebbe interessante capire quante fumetterie ci sono in italia e quanto fatturano, per capire—sempre a cazzo di cane ma almeno grossolanamente—quanto ci manca della torta: se una fettina da 40 grammi o una da 400 grammi.'Sta roba la può dire solo chi non legge, e infatti i numeri non mentono.
concordo. Se a scuola invece di inculcarti i promessi sposi si passasse a qualcosa di più interessante, attuale e scritto meglio (esempio il nome della rosa)
Sarebbe interessante capire quante fumetterie ci sono in italia e quanto fatturano, per capire—sempre a cazzo di cane ma almeno grossolanamente—quanto ci manca della torta: se una fettina da 40 grammi o una da 400 grammi.
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Se gli adattamenti non fossero come i cartoni di Martyn Mystere o Dragonero (per tacere del film di Dylan Dog), allora forse i fumetti italiani sarebbero più famosi.