Mi piacerebbe che le recensioni avessero una sezione spoiler, così da poter analizzare un po' a fondo la storia di per sé. Sono assolutamente d'accordo sul fatto che Nowak sia un grandissimo personaggio, indubbiamente il migliore della serie, complesso, tridimensionale, umano. In generale condivido le lodi per i primi 15 episodi della serie, che seppur con qualche difetto ho trovato fantastici, ma dopo purtroppo la scrittura cala sensibilmente. Draka e Schmitt non sono neanche paragonabili agli altri protagonisti e i dialoghi diventano sempre più innaturali fino a sembrare dei sermoni.
Il problema principale della serie, a mio avviso, è che l'autore aveva alcuni messaggi che voleva trasmettere a tutti i costi e non è stato in grado di farli emergere in modo naturale dalla narrazione, ma ha invece trasformato la storia in quella che sembra più una lezione. Verso la fine i personaggi parlano tutti come se stessero dando un discorso pubblico, perché l'autore parla direttamente attraverso di loro invece di dargli dei dialoghi naturali. Questo problema raggiunge il suo apice negli ultimi 4 episodi, in cui tutto diventa estremamente didascalico, ogni tema, ogni idea, ogni messaggio viene esplicitato e messo nero su bianco in un modo che ho trovato forzato e predicatorio. Non per i messaggi di per sé o la volontà di trasmetterli, ma perché il modo in cui viene fatto è così innaturale da rompere il patto narrativo.
Resta indubbiamente una buona serie, con alcuni ottimi personaggi e tematiche interessanti che però si perde nel suo ultimo terzo finendo per dire troppo senza far pensare abbastanza.
Che ormai la "mancanza di doppiaggio italiano" sia diventato un contro lo trovo un po' stupido.
Che ormai la "mancanza di doppiaggio italiano" sia diventato un contro lo trovo un po' stupido.
La mancanza del doppiaggio italiano (o in altre lingue, il discorso è generico), in qualsiasi opera audiovisiva, è SEMPRE UN CONTRO, a prescindere da come la si pensi, poi si può discutere di quanto questo "contro" influisca sulla fruizione.
Questi prodotti sono realizzati e pensati per essere ascoltati e VISTI, il che vuol dire che con i sottotitoli e senza conoscere la lingua originale si perde inevitabilmente qualcosa, anche semplici sfumature.
Le animazioni a volte legnose? Sì, in qualche episodio lo si può notare. Ma quando la potenza narrativa è così travolgente, quando ogni dialogo pesa come pietra scolpita nella memoria e ogni sguardo tra i personaggi racconta più di cento frame iper-fluidi, allora si comprende che non è l’abbondanza di keyframe a determinare la grandezza di una serie.
Che ormai la "mancanza di doppiaggio italiano" sia diventato un contro lo trovo un po' stupido.
La mancanza del doppiaggio italiano (o in altre lingue, il discorso è generico), in qualsiasi opera audiovisiva, è SEMPRE UN CONTRO, a prescindere da come la si pensi, poi si può discutere di quanto questo "contro" influisca sulla fruizione.
Questi prodotti sono realizzati e pensati per essere ascoltati e VISTI, il che vuol dire che con i sottotitoli e senza conoscere la lingua originale si perde inevitabilmente qualcosa, anche semplici sfumature.
Dire che “la mancanza del doppiaggio è sempre un contro a prescindere” non regge, soprattutto in una recensione che vuole valutare l’opera in sé, non la piattaforma che la distribuisce.
Il doppiaggio è una questione di disponibilità commerciale, non di qualità intrinseca del prodotto. Criticare Il Movimento della Terra per qualcosa che riguarda Netflix e non la serie in sé è come penalizzare un film perché nel proprio paese esce solo in digitale invece che al cinema.
Se proprio vogliamo parlarne, è una mancanza da imputare alla distribuzione, non all’anime. È legittimo desiderare più opzioni linguistiche, certo, ma inserirlo nei “contro” di una recensione rischia di spostare il focus da ciò che l’opera è a come viene confezionata per il pubblico di un singolo paese. È un peccato, non un difetto narrativo o tecnico.
In sostanza: se Il Movimento della Terra non ha il doppiaggio italiano, è una scelta o una mancanza di Netflix. Ma l’anime rimane lo stesso, e recensirlo dovrebbe significare parlare della sua scrittura, della regia, delle tematiche — non del fatto che manca un’opzione nei menu.
Che ormai la "mancanza di doppiaggio italiano" sia diventato un contro lo trovo un po' stupido.
La mancanza del doppiaggio italiano (o in altre lingue, il discorso è generico), in qualsiasi opera audiovisiva, è SEMPRE UN CONTRO, a prescindere da come la si pensi, poi si può discutere di quanto questo "contro" influisca sulla fruizione.
Questi prodotti sono realizzati e pensati per essere ascoltati e VISTI, il che vuol dire che con i sottotitoli e senza conoscere la lingua originale si perde inevitabilmente qualcosa, anche semplici sfumature.
Dire che “la mancanza del doppiaggio è sempre un contro a prescindere” non regge, soprattutto in una recensione che vuole valutare l’opera in sé, non la piattaforma che la distribuisce.
Il doppiaggio è una questione di disponibilità commerciale, non di qualità intrinseca del prodotto. Criticare Il Movimento della Terra per qualcosa che riguarda Netflix e non la serie in sé è come penalizzare un film perché nel proprio paese esce solo in digitale invece che al cinema.
Se proprio vogliamo parlarne, è una mancanza da imputare alla distribuzione, non all’anime. È legittimo desiderare più opzioni linguistiche, certo, ma inserirlo nei “contro” di una recensione rischia di spostare il focus da ciò che l’opera è a come viene confezionata per il pubblico di un singolo paese. È un peccato, non un difetto narrativo o tecnico.
In sostanza: se Il Movimento della Terra non ha il doppiaggio italiano, è una scelta o una mancanza di Netflix. Ma l’anime rimane lo stesso, e recensirlo dovrebbe significare parlare della sua scrittura, della regia, delle tematiche — non del fatto che manca un’opzione nei menu.
infatti il mio era un discorso generico sulla mancanza del doppiaggio nella propria lingua a prescindere dall'opera, mica ho criticato la serie in questione o la sua qualità; rispondevo solo all'utente che dice sia una cosa stupida inserirla fra i contro, tutto qui.
comunque il recensore nel caso specifico mi dà ragione, visto che mette questo aspetto fra i contro. non che mi interessi più di tanto, eh 😉
e per inciso, la recensione è scritta benissimo.
Sul fatto che “verso la fine i personaggi parlano come se stessero facendo un discorso pubblico”, onestamente… e allora? È proprio quello il momento in cui devono farlo. La serie parla di persone che, in epoche buie, hanno messo a rischio tutto per esprimere ciò che pensavano. È logico che i dialoghi si facciano più carichi, più solenni: non sono chiacchiere, sono parole che pesano come condanne. In certi momenti non c’è spazio per “il dialogo naturale”, c’è solo la necessità di dire la verità, forte e chiaro.
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Le animazioni a volte legnose? Sì, in qualche episodio lo si può notare. Ma quando la potenza narrativa è così travolgente, quando ogni dialogo pesa come pietra scolpita nella memoria e ogni sguardo tra i personaggi racconta più di cento frame iper-fluidi, allora si comprende che non è l’abbondanza di keyframe a determinare la grandezza di una serie.
Ben animato però vuol dire pure character acting (oltre a non voler dire per forza iperfluido), una cosa che in un prodotto come questo non avrebbe guastato, e di cui non ho visto l'ombra. Di situazioni che andavano valorizzate ce n'erano eccome, ma di sequenze, in 25 episodi, se ne contano a malapena su una mano (discorso a parte per l'opening). Non aiuta neppure la regia che sì, è di mestiere... ma si ferma là. E allora cosa mi resta? Un'opera (che pur essendomi piaciuta) senza la forza dell'animazione a me è risultata estremamente verbosa e didascalica. Sì, fanno effetto i dialoghi, ma neppure l'abbondanza di dialoghi d'effetto, proprio come abbondanza di keyframe, determinano la grandezza di una serie.
A me sembra più che giusto che in una recensione di un'opera d'animazione sia evidenziata come mancanza.
questi personaggi non parlano per convincere chi hanno davanti, ma per lasciare un segno a chi viene dopo. Parlano a nome di un’idea.
questi personaggi non parlano per convincere chi hanno davanti, ma per lasciare un segno a chi viene dopo. Parlano a nome di un’idea.
Questa frase riassume tutto. Se i personaggi di una storia non parlano tra di loro ma a un'idea, cioè allo spettatore, significa che i dialoghi non sono veri, non sono credibili e non sono naturali. Cioè non sono ben scritti. Se vuoi parlare al pubblico, scrivi un saggio. Se scrivi una storia, i personaggi devono essere vivi, umani e parlare in modo credibile nel contesto fittizio in cui si trovano. I messaggi e i temi devono emergere da una narrazione coerente e funzionante, non sostituirla.
Gli esempi più eclatanti sonoAttenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)Nowak che si dà del "cattivo della storia", ogni cosa che dice Rafal illusione che sembra davvero l'autore che parla e gli interi due episodi finali che rinunciano completamente alla continuità narrativa pur di essere più espliciti possibile, con Rafal usato per mostrare nel modo meno sottile possibile che anche chi si ribella può fare del male (qualcosa di già ampiamente mostrato senza bisogno di tanta ovvietà irrispettosa dello spettatore), il prete nel confessionale che è uscito dal 21esimo secolo, e praticamente ogni parola rivolta a martellare il messaggio a chi guarda.
In ogni caso, ho detto la mia e non voglio ripetermi più di così. I dialoghi purtroppo diventano pesanti, predicatori, espliciti, verbosi, forzati e innaturali, e questo è a mio avviso il difetto principale della serie che mi ha impedito di apprezzare l'ultima parte.
Infine, su Draka e Schmitt: può essere che abbiano meno impatto emotivo, ma interpretare questa differenza come “bidimensionalità” mi sembra un po’ ingeneroso. Sono personaggi diversi, in fasi diverse della storia. E proprio questa varietà di tono e di approccio è uno dei punti di forza della serie.
Infine, su Draka e Schmitt: può essere che abbiano meno impatto emotivo, ma interpretare questa differenza come “bidimensionalità” mi sembra un po’ ingeneroso. Sono personaggi diversi, in fasi diverse della storia. E proprio questa varietà di tono e di approccio è uno dei punti di forza della serie.
Va bene tutto, ma io non ho più menzionato questi due personaggi nel post a cui rispondi. Almeno dai il prompt giusto all'IA, altrimenti fai queste figure.
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Mi è chiaro il punto che sollevi, ma ho l'impressione che ci sia una forzatura nel voler applicare un concetto di "dialogo naturale" a una narrazione che, per costruzione, non cerca affatto il realismo quotidiano. Il Movimento della Terra non racconta scene da vita ordinaria: mette in scena uomini e donne che vivono dentro un conflitto esistenziale e spirituale. In questo contesto, i dialoghi non vogliono imitare la vita di tutti i giorni, ma aspirano a condensare un pensiero, un’eredità, un peso storico.
Quando dici che "sembrano tutti Socrate che fanno un TED talk", forse è proprio perché il tono deve essere quello: questi personaggi non parlano per convincere chi hanno davanti, ma per lasciare un segno a chi viene dopo. Parlano a nome di un’idea. Parlano sapendo che potrebbero essere le loro ultime parole. E in un’opera che ha come cuore pulsante il sacrificio per la verità, il dialogo “carico” non è un errore, è un tratto coerente.
Sul didascalismo: attenzione a non confondere l’esplicitazione del tema con la mancanza di fiducia nello spettatore. Nell'opera molti messaggi sono espliciti, sì, ma lo sono perché il contesto storico lo impone. L’autore non ti prende per mano, ti mette davanti a delle scelte morali senza ambiguità. Non vuole che tu “interpreti”, ma che tu reagisca. È un linguaggio narrativo diverso, più vicino alla tragedia che al realismo psicologico.
Quanto a Draka e Schmitt: è legittimo non trovarli coinvolgenti come Rafal, ma definirli “bidimensionali” è un’etichetta che non regge se si guarda alla funzione narrativa che ricoprono. Sono testimoni di un’eredità che si evolve e cambia volto, non eroi in cerca di gloria personale. La loro apparente “piattezza” è parte di un disegno più grande: sono l’eco sbiadita di una fiaccola che resiste, anche senza brillare come all’inizio.
Non tutto dev’essere “naturale” per essere efficace. A volte, per colpire nel profondo, un’opera ha bisogno di scolpire le parole nel marmo. E in questo l'anime fa esattamente ciò che promette.
Se i primi due archi hanno un senso dopo la serie secondo me perde ancora più in veridicità, con personaggi che vissuti nell'analfabetismo divengono filosofi e forzature varie....
Mi è chiaro il punto che sollevi, ma ho l'impressione che ci sia una forzatura nel voler applicare un concetto di "dialogo naturale" a una narrazione che, per costruzione, non cerca affatto il realismo quotidiano. Il Movimento della Terra non racconta scene da vita ordinaria: mette in scena uomini e donne che vivono dentro un conflitto esistenziale e spirituale. In questo contesto, i dialoghi non vogliono imitare la vita di tutti i giorni, ma aspirano a condensare un pensiero, un’eredità, un peso storico.
Quando dici che "sembrano tutti Socrate che fanno un TED talk", forse è proprio perché il tono deve essere quello: questi personaggi non parlano per convincere chi hanno davanti, ma per lasciare un segno a chi viene dopo. Parlano a nome di un’idea. Parlano sapendo che potrebbero essere le loro ultime parole. E in un’opera che ha come cuore pulsante il sacrificio per la verità, il dialogo “carico” non è un errore, è un tratto coerente.
Sul didascalismo: attenzione a non confondere l’esplicitazione del tema con la mancanza di fiducia nello spettatore. Nell'opera molti messaggi sono espliciti, sì, ma lo sono perché il contesto storico lo impone. L’autore non ti prende per mano, ti mette davanti a delle scelte morali senza ambiguità. Non vuole che tu “interpreti”, ma che tu reagisca. È un linguaggio narrativo diverso, più vicino alla tragedia che al realismo psicologico.
Quanto a Draka e Schmitt: è legittimo non trovarli coinvolgenti come Rafal, ma definirli “bidimensionali” è un’etichetta che non regge se si guarda alla funzione narrativa che ricoprono. Sono testimoni di un’eredità che si evolve e cambia volto, non eroi in cerca di gloria personale. La loro apparente “piattezza” è parte di un disegno più grande: sono l’eco sbiadita di una fiaccola che resiste, anche senza brillare come all’inizio.
Non tutto dev’essere “naturale” per essere efficace. A volte, per colpire nel profondo, un’opera ha bisogno di scolpire le parole nel marmo. E in questo l'anime fa esattamente ciò che promette.
Neppure Socrate parlava come Socrate. I discorsi he abbiamo di Socrate sono degli scritti di Platone. Per quanto i temi possano essere importanti a meno di prepararsi il discorso prima non avranno mai la solennità e la pomposità di quelli in certi punti di questa serie (vedesi il viaggio di Draka in carro)
Bella serie, Nowak personaggio superbamente scritto nella sua malignità, convinto, come spesso succede, di essere dalla parte giusta della storia.
Bella serie, Nowak personaggio superbamente scritto nella sua malignità, convinto, come spesso succede, di essere dalla parte giusta della storia.Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)Avrei preferito che avesse sofferto di più quel bastardo, morire così era troppo poco per uno come lui. Gli ipocriti di m*rda di questo tipo mi fanno sempre incavolare, che siano personaggi reali o di fantasia...
Bella serie, Nowak personaggio superbamente scritto nella sua malignità, convinto, come spesso succede, di essere dalla parte giusta della storia.Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)Avrei preferito che avesse sofferto di più quel bastardo, morire così era troppo poco per uno come lui. Gli ipocriti di m*rda di questo tipo mi fanno sempre incavolare, che siano personaggi reali o di fantasia...
Nowak avrà tanti difetti ma l'ipocrisia non è uno di questi. Rimane coerente fino alla fine
A leggere i commenti mi passa la voglia di vederla, insomma, se due persone parlano deve almeno sembrare che parlino tra di loro e non che stiano leggendo un saggio o "parlando ad un'idea".
Dire che sia una cosa voluta non lo rende meglio, forse solo peggio.
Voglio provare a recuperare questa serie perché tratta del passaggio di ideali e scontro con la repressione degli stessi nelle generazioni e capire la questione dei dialoghi verso la fine. Perché è raro, ma può capitare, se si legge e ascolta abbastanza gente colta, che possano uscire d'impulso 5 minuti di discorso ispirato anche a una persona comune.
Che poi 10 minuti dopo si chiede "Ma ero proprio io?".
Spero di aver finalmente reso chiara la mia critica.
Tranquillo era già chiaro a tutti -1
A leggere i commenti mi passa la voglia di vederla, insomma, se due persone parlano deve almeno sembrare che parlino tra di loro e non che stiano leggendo un saggio o "parlando ad un'idea".
Dire che sia una cosa voluta non lo rende meglio, forse solo peggio.
Nowak avrà tanti difetti ma l'ipocrisia non è uno di questi. Rimane coerente fino alla fine
No?Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)Si definisce uomo di fede ligio al dovere e rispettoso della legge della chiesa e di dio, eppure sfrutta il fatto di essere figlio del vescovo per potersi sposare e avere figli, cosa che per un uomo di chiesa è assolutamente vietata, arresta persone a caso senza prima averli denunciati e aver ricevuto il consenso dalle autorità ecclesiastiche, le tortura per mero sadismo (si capisce benissimo che non glie ne frega un c*zzo della loro "espiazione") ed infine fa una strage e brucia una chiesa solo per ripicca quando IL VESCOVO gli dice "tu sei un'idiota e questa storia dell'eresia dell'eliocentrismo è una stronzata"
Se questa non è ipocrisia allora che cos'è?
A leggere i commenti mi passa la voglia di vederla, insomma, se due persone parlano deve almeno sembrare che parlino tra di loro e non che stiano leggendo un saggio o "parlando ad un'idea".
Dire che sia una cosa voluta non lo rende meglio, forse solo peggio.
Mi dispiace leggere che certi commenti ti abbiano fatto passare la voglia di guardare l'anime, soprattutto per un motivo così debole. Non vedere una serie del genere perché “i dialoghi non suonano realistici” è, onestamente, un criterio che non sta in piedi.
Stiamo parlando di un’opera di finzione, non di un documentario storico girato con microfoni nascosti nel XV secolo. I dialoghi non devono per forza suonare come una chiacchierata al bar per essere efficaci. Devono essere coerenti con il tono, la struttura e l’intenzione dell’opera. E qui, Il Movimento della Terra sceglie un registro alto, simbolico, a tratti teatrale, proprio perché vuole restituire un conflitto morale ed esistenziale.
Che poi, se usassimo lo stesso metro, allora dovremmo buttare Les Miserables o Death Note o qualunque serie o romanzo in cui i personaggi parlano “troppo bene” per sembrare realistici. E invece no, perché lì riconosciamo che quello stile fa parte del linguaggio specifico dell’opera. Lo stesso vale qui.
Non tutto deve essere “parlato come nella vita reale” per funzionare. A volte, la buona scrittura si sente. E non è un male. Anzi, è proprio quello che eleva certi momenti, li fa restare impressi. Ed è proprio in questo che l'opera eccelle.
Capisco che si possano preferire opere più asciutte o “neutrali” nei dialoghi, ma lasciare da parte un anime così forte e denso solo perché qualcuno ha storto il naso davanti a battute troppo ben scritte… sarebbe davvero un peccato.
Guardalo. Poi decidi. Ma farsi influenzare da critiche che si lamentano che i personaggi parlano troppo bene in un’opera scritta… suona paradossale, se non altro.
Esattamente il contrario.
Non fare queste cose sarebbe incoerente con il credere di avere una missione suprema di punire l'eresia, se credi che il tuo nemico sia il Male fermarsi davanti ad un uomo è totalmente incoerente.
Per la Chiesa cattolica dell'epoca, il sistema tolemaico con la Terra al centro dell'universo era considerato una prova dell'esistenza di Dio
Purtroppo questo anime viene portato avanti a furia di espedienti narrativi ridicoli. Dall’episodio 16 in poi, la serie (che già non brillava ai miei occhi) peggiora sensibilmente e incammina un declino vertiginoso e finisce nel tragicomico.
Se ci aggiungo pure il comparto tecnico, allora il mio giudizio si aggrava ancora di più.
Salvo solo la colonna sonora e un paio di personaggi.
Ho la sensazione che questa serie venga molto sopravvalutata per via dell’ambientazione “storica”.
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