Ho visto finalmente il film. Il mio giudizio è contrastante: una festa per gli occhi da un lato e una pessima regia dall'altro. La mia prima impressione è stata di "eccesso", complice anche l'alta definizione. All'incredibile Cell Shading di Appleseed 2004 qui subentra una CGA più pura e dura, aiutata dal progredire dei mezzi tecnici e dal un dettaglio incredibile, anni luce avanti ad animazioni anche recenti, quali "Beowulf" ma il tutto dà alle scene una sensazione "artificiale", dove il cervello e gli occhi sono distratti da troppi dettagli minuti e irrilevanti. Nella realtà gli occhi mettono a fuoco solo le cose su cui si fissa l'attenzione, mentre ciò che resta fuori fuoco fa da sfondo senza invadere la scena. Qui tutto è sempre troppo a fuoco, dal volto del protagonista alla piccola automobile che percorre una strada in distanza, con un dettaglio tale da creare problemi (almeno per me) a focalizzarmi sulle parti importanti della scena stessa. E' un effetto strano, che mi ricorda in parte, ma molto in peggio, alcune scene di "GitS Innocence", in particolare il "Carnevale" e il "volo sulla cattedrale". Ovviamente Shingi Aramaki non è Mamoru Oshi (e neanche gli va vicino) e questa è la chiave per capire il film stesso. La storia non è male, ma i buchi dello storyboard lasciano spesso perplessi, come quando, parlado con Hitomi, Briareos capisce tutto senza che allo spettatore sia chiarito "come quando e perchè". Anche l'animazione dei personaggi lascia perplessa: al contrario del predecessore, questa versione sembra limitare il "Full Motion capture" alle sole scene di azione, indubbiamente fluide ma che qui fanno davvero troppo "Matrix". Il resto delle scene, dove i personaggi si muovono nella vita quotidiana li fa sembrare troppo rigidi e "bambolosi" a causa della pessima animazione computerizzata. Nike e Athena in particolari sono brutalmente legnose nei movimenti ad un livello che disturba ma anche Deunan alla festa non sembra fare molto meglio. Tornando all'azione è proprio la coreografia alla Matrix che fa perdere il contatto con la verosimiglianza nelle scene: tutte i movimenti dei personaggi sono eccessivi, spettacolarizzato oltre misura, assai più di quanto non fosse nella versione 2004 dove la cosa era quasi credibile. In Ex Machina i protagonisti non danno la sensazione di star facendo davvero quello che fanno (la mano fetente di John Woo presuppongo) e i combattimenti assomigliano più alla coreografia di un balletto tipo "foresta dei pugnali volanti" che ad una scena di reale sparatoria urbana. I nemici fanno giusto i bersagli durante le azioni "assurde di Deunan e del suo compagno Briareos, sparando più per fuoco fare scena che per una reale intenzione omicida: vengono comincamente in mente certe azioni di "Last Action Hero" o di "True Lies", ma la cosa non è mai voluta o ironica. Soprattutto Deunan non è credibile perché, la dove certi salti e certe acrobazie sono "accettabili" per un Cyborg come Briaros, non lo sono affatto per una umana come las ragazza, per quanto allenata e atletica possa mai arrivare ad essere. Questo è il vero problema del film: tutto e strafatto, sempre sopra le righe, mentre i dettagli della trama sono spesso trascurati e mal giustificati. Ultima critica a questa ultima versione di Appleseed è all'eccesso di primi piani: i personaggi sono incredibilmente dettagliati, con "bump mapping" esteso ai vestiti e agli accessori, ma l'espressività dei volti non ha ancora raggiunto un livello tale da garantire un effetto credibile alle espressioni dei volti e ai movimenti del corpo a distanza ravvicinata. Per questo continuo a preferire il Cell Shading più pesante della versione 2004.
Il mio giudizio finale è che sia un "Anime" (se così può ancora essere chiamato) da vedere almeno una volta, se non altro per rendersi conto dei livelli altissimi della realizzazione tecnica, ma sotto il vestito scintillante, a ben vedere, non resta molto di memorabile da ricordare. E' un peccato, perché lo sforzo tecnico ed economico per creare questo film è davvero rimarchevole, ma se il regista non è all'altezza, la tecnica in se non può nulla.
Il mio giudizio è contrastante: una festa per gli occhi da un lato e una pessima regia dall'altro.
La mia prima impressione è stata di "eccesso", complice anche l'alta definizione. All'incredibile Cell Shading di Appleseed 2004 qui subentra una CGA più pura e dura, aiutata dal progredire dei mezzi tecnici e dal un dettaglio incredibile, anni luce avanti ad animazioni anche recenti, quali "Beowulf" ma il tutto dà alle scene una sensazione "artificiale", dove il cervello e gli occhi sono distratti da troppi dettagli minuti e irrilevanti. Nella realtà gli occhi mettono a fuoco solo le cose su cui si fissa l'attenzione, mentre ciò che resta fuori fuoco fa da sfondo senza invadere la scena. Qui tutto è sempre troppo a fuoco, dal volto del protagonista alla piccola automobile che percorre una strada in distanza, con un dettaglio tale da creare problemi (almeno per me) a focalizzarmi sulle parti importanti della scena stessa.
E' un effetto strano, che mi ricorda in parte, ma molto in peggio, alcune scene di "GitS Innocence", in particolare il "Carnevale" e il "volo sulla cattedrale".
Ovviamente Shingi Aramaki non è Mamoru Oshi (e neanche gli va vicino) e questa è la chiave per capire il film stesso.
La storia non è male, ma i buchi dello storyboard lasciano spesso perplessi, come quando, parlado con Hitomi, Briareos capisce tutto senza che allo spettatore sia chiarito "come quando e perchè".
Anche l'animazione dei personaggi lascia perplessa: al contrario del predecessore, questa versione sembra limitare il "Full Motion capture" alle sole scene di azione, indubbiamente fluide ma che qui fanno davvero troppo "Matrix".
Il resto delle scene, dove i personaggi si muovono nella vita quotidiana li fa sembrare troppo rigidi e "bambolosi" a causa della pessima animazione computerizzata. Nike e Athena in particolari sono brutalmente legnose nei movimenti ad un livello che disturba ma anche Deunan alla festa non sembra fare molto meglio.
Tornando all'azione è proprio la coreografia alla Matrix che fa perdere il contatto con la verosimiglianza nelle scene: tutte i movimenti dei personaggi sono eccessivi, spettacolarizzato oltre misura, assai più di quanto non fosse nella versione 2004 dove la cosa era quasi credibile. In Ex Machina i protagonisti non danno la sensazione di star facendo davvero quello che fanno (la mano fetente di John Woo presuppongo) e i combattimenti assomigliano più alla coreografia di un balletto tipo "foresta dei pugnali volanti" che ad una scena di reale sparatoria urbana. I nemici fanno giusto i bersagli durante le azioni "assurde di Deunan e del suo compagno Briareos, sparando più per fuoco fare scena che per una reale intenzione omicida: vengono comincamente in mente certe azioni di "Last Action Hero" o di "True Lies", ma la cosa non è mai voluta o ironica. Soprattutto Deunan non è credibile perché, la dove certi salti e certe acrobazie sono "accettabili" per un Cyborg come Briaros, non lo sono affatto per una umana come las ragazza, per quanto allenata e atletica possa mai arrivare ad essere.
Questo è il vero problema del film: tutto e strafatto, sempre sopra le righe, mentre i dettagli della trama sono spesso trascurati e mal giustificati.
Ultima critica a questa ultima versione di Appleseed è all'eccesso di primi piani: i personaggi sono incredibilmente dettagliati, con "bump mapping" esteso ai vestiti e agli accessori, ma l'espressività dei volti non ha ancora raggiunto un livello tale da garantire un effetto credibile alle espressioni dei volti e ai movimenti del corpo a distanza ravvicinata. Per questo continuo a preferire il Cell Shading più pesante della versione 2004.
Il mio giudizio finale è che sia un "Anime" (se così può ancora essere chiamato) da vedere almeno una volta, se non altro per rendersi conto dei livelli altissimi della realizzazione tecnica, ma sotto il vestito scintillante, a ben vedere, non resta molto di memorabile da ricordare.
E' un peccato, perché lo sforzo tecnico ed economico per creare questo film è davvero rimarchevole, ma se il regista non è all'altezza, la tecnica in se non può nulla.
Giudizio complessivo 7