Un ottimo film. Veramente bello, coinvolgente, ben strutturato. Hayao Miyazaki conclude più che degnamente la sua lunga carriera da regista e questo film rappresenta il suo traguardo. Personaggi ben fatti, umani e credibili. Molto belle le parti oniriche in cui incontra il Conte Caproni.
Visto a suo tempo appena era uscito e non l'ho rivisto al cinema visto che non valeva una seconda visione. Carino, intrattiene, ma nulla di eccezionale. Un po' sulla falsa riga di Porco Rosso (anche se non completamente), senza l'elemento sovrannaturale del Porco volante.
Un po' di romanticismo ma molto alla lontana. Carino dai. Punto.
Difficile paragonare questo film agli altri di Miyazaki, era diverso per il tipo di storia realistico e per le situazioni affrontate, tanto che ora come ora non riuscirei a considerarlo migliore o peggiore dei precedenti. Sicuramente il suo stile molto dolce e le sue tematiche erano presenti, ma in un contesto più "adulto" e ciò mi ha molto colpito, nonostante se ne parlasse da tempo. Tecnicamente è stato fatto un lavoro sublime, e complimenti anche ai doppiatori italiani, tutti bravissimi.
Lo reputo uno dei migliori film di Miyazaki, che chiude così in bellezza la sua prolifica carriera unendo temi a lui cari quali il volo e l'antimilitarismo con delle interessantissime sequenze oniriche in un'opera rivolta agli adulti, al pari di Porco Rosso, ma che rispetto a quest'ultima presenta un numero maggiore di personaggi e una storia ben più articolata. Sono rimasto particolarmente colpito dai suoni dei motori degli aerei e dal ruggito della terra durante il grande terremoto del Kanto, che ho scoperto essere stati fatti da voci umane. È interessante leggere che il film sia stato criticato sia dalla sinistra che dalla destra giapponesi.
Molto buono il doppiaggio italiano, come sempre nei film Ghibli. Non ho nulla da ridire sull'adattamento di Cannarsi stavolta. L'unica cosa che mi pareva strana era il "secondo fratello" che Koya dice sempre a Jiro: in giapponese dice "nii nii", e quindi, seppure suoni decisamente strano, è corretto.
Terzo capolavoro di Miyazaki, dietro a Principessa Mononoke e innanzi alla Città incantata. Un bipic di stampo realista e apparentemente una svolta per la carriera di Miyazaki, ma solo apparentemente perché fondamentalmente con le scene oniriche il film rientra nei ranghi della suo solito modo di fare.
Interessante la contrapposizione mondo onirico visto come un eden di pace illusoria e il mondo reale dove il tutto è visto come un inferno. Le invenzioni più nobili sono sfruttate per gli scopi più loschi e meno nobili. Il sogno di Jiro è divenuto un inferno e ha portato alla distruzione della sua nazione, nonostante le intenzioni più nobili e puri. Sublime la storia d'amore con la dolce Naoko e il corteggiamento di ben 5 minuti con ella. Peccato per le solite stupidagini che gli impediscono di ambire al massimo e che sono difetti che si ritrovano in tutti suoi film in realtà.
Comunque è un capolavoro (almeno così sarà etichettato da chi ama il cinema). Doppiaggio buono, ma adattamento inqualificabile in certi momenti. Secondo fratello O.o? La nazione di noialtri? Insomma Cannarsi sa tradurre, ma adattare…non è il suo mestiere.
Comunque una certa malinconia ho provato per l'ultima sequenza finale. Miyazaki dove tanti grandi del cinema hanno fallir riesce a chiudere la sua carriera con un capolavoro come gente del calibro di Kubrick, Pasolini o Sergio Leone.
Luca (anonimo)
- 10 anni fa
31
Ho letto il solito interessante diario delle lavorazioni di Cannarsi, e riguardo a "secondo fratello", spiega:
E' proprio un vezzeggiativo "Ni-nii"(sama), dove Ni è "due" e "Nii" è "fratello maggiore". Lo chiama proprio "secondo fratello". Quando è bambina, gli da del voi (usa il -sama) in giapponese, poi non più, diventa paritetica nel colloquio, salvo quando gli fa le congratulazioni ufficiali per il matrimonio: torna il "sama" e quindi torna il "voi".
Un film strano, ricco di contraddizioni, difficilissimo da giudicare. Più realistico degli altri (eccetto la magnifiche sequenze oniriche), più triste, più concreto, è in realtà il più "miyazakiano" di tutti, perché si coglie palesemente che è un film dove l'autore ha messo tutto se stesso, come una sorta di "testamento", di scopo ultimo della sua carriera, che racchiude tutti gli elementi cardine della sua vita/filmografia: gli aerei, l'amore per il volo e per l'Italia, il ragazzino "otaku" con la testa piena di sogni (fatto doppiare da Hideaki Anno per un motivo, probabilmente), l'amore giovanile, l'antimilitarismo. In un certo senso, visto che mi piace molto la tematica dei kamikaze e della seconda guerra mondiale, mi aspettavo di più. In linea teorica non ho apprezzato il cliché della moglie malata, che è molto stereotipato, ma nonostante questo mi ha fatto piangere tantissimo >_< E' un film di cui trovo difficilissimo parlare, proprio perché l'impressione è che Miyazaki lo abbia realizzato in primis per se stesso più che per gli altri e che solo lui sappia esattamente cosa c'è dietro a tutti i suoi elementi, quindi riflettendoci a freddo si rivela essere un film lodevole, nonostante qualche cliché, un po' di lentezza e un finale tanto triste e malinconico da sembrare quasi inconcludente (ma, pensando al messaggio e ai fatti storici che ci son dietro, non lo è). Bello. Non so dire se è un capolavoro né ho un'opinione precisa in merito, ma due giorni dopo sono ancora qua a pensarci, significa che qualcosa mi ha lasciato, a differenza di altri film dello stesso regista che ho dimenticato dopo la visione al cinema.
Adattamento come sempre ricco di termini "strani" (ricordo con perplessità un "rigidezza di nonsochepartedell'aereo"... "rigidità" pareva brutto? Ben realizzato il doppiaggio. A livello personale mi sta antipatica la voce di Coltorti figlio, ma l'equilibrio del mondo è stato riaggiustato dal piacevolissimo cameo della mia adorata Barbara De Bortoli.
@ Kabutomaru : mi spiace ma chi progetta armi (non importa se aerei, mine, elicotteri, missili, pistole, fucile, mitragliatrici, armi nucleari etc...) non lo fa perche' ha intenzioni pure. Se questo fa di Jiro un personaggio spregievole lo lascio decidere a te. Miyazaki e' stato molto abile nel prendere la storia del vero Jiro Horikoshi e trasformarla in una sorta di sogno irreale eliminando del tutto gli elementi realistici del personaggio. E questo a mio avviso e' il difetto piu' grande di questo film che io non considero essere un capolavoro perche' non e' ne carne ne pesce. Questa non e' la storia di Jiro Horikoshi, questa e' la storia non percorsa di Miyazaki proiettata nel personaggio di Jiro. Ma il film non e' venduto come "il sogno non realizzato di Miyazaki". E venduto come la storia romanzata di Jiro. E questo non e' leale perche' semplicemente non corrisponde al vero. Se Miyazaki fosse stato piu' onesto con se stesso e con gli spettatori avrebbe creato un personaggio nuovo infondendogli la sua personalita', il suo amore per l'aviazione, le sue aspettative sul mondo che non ha percorso perche' si e' buttato in quello dell'animazione etc... E non credo che sarebbe venuto fuori un cattivo film e sarebbe stato molto piu' significativo come testamento della persona Miyazaki (non dell'animatore Miyazaki). Questo film invece di significativo non ha nulla ed e' un gran peccato che sia l'ultimo film di Miyazaki.
Linciatemi pure, ma questo film mi ha detto veramente poco. Miyazaki continua a girare attorno al tema della guerra senza affrontarlo faccia a faccia; inoltre la storia della moglie malata è abbastanza sottotono, così come il mood del film, che rimane in sospeso tra escapismo e cruda realtà senza sapere che strada intraprendere seriamente. L'opera mette in luce tutte le contraddizioni personali dell'autore, senza essere polarizzata in un senso coerente e credibile. "Capolavoro" è esagerato e il paragone con Leone e Kubrick è fin troppo fuorviante.
Questa è la mia opinione, poi il più grande pregio del film secondo me è esterno al film stesso, ed è che esso ha dato visibilità all'animazione giapponese in Italia con la sua proiezione; ma andrebbero proiettati anche Omohide Poro Poro e Città delle Lucciole, due pellicole molto più significative e dirette.
Ennesimo capolavoro del maestro, niente da dire non sbaglia un colpo, epico, drammatico, divertente, toccante e coinvolgente, non manca niente a questo film a parte l'Oscar strascipatto da quel filmetto di Frozen!
Kotaro In linea teorica non ho apprezzato il cliché della moglie malata, che è molto stereotipato
Guarda che è morta veramente di tubercolosi, mica se lo è inventato Miyazaki!
Nel libro succede la medesima cosa e poi negli anni 20-30 di tubercolosi si moriva, le possibilità di salvezza era ben poche. Solo dal 45 in poi furono reste le prime cure.
Ci sono grandi registi come Kurosawa, Chaplin etc…che non sono riusciti a chiudere la carriera con un capolavoro, Miyazaki invece c'è riuscito. Il senso del discorso era questo e no che Miyazaki è al livello di Leone o Kubrick.
Non si capiscono le critiche alla lentezza del film, Mononoke era 10 volte più lento anzi in certi frangenti il film sembrava che si fosse bloccato…in generale tutti i film di Miyazaki sono lenti, ma è un discorso che abbraccia tutta la produzione Giapponese. Sino ad ora non ho mai trovato un film dal ritmo super veloce.
"mi spiace ma chi progetta armi (non importa se aerei, mine, elicotteri, missili, pistole, fucile, mitragliatrici, armi nucleari etc...) non lo fa perche' ha intenzioni pure."
Parti da un presupposto errato, cioè che il nucleare e gli aerei debbano per forza essere armi quando in realtà il loro scopo non fu mai quello in origine. E' anche vero però che molte invenzioni hanno uno sviluppo e un evoluzione durante i periodo di guerra, poiché i militari vedono in esse uno scopo bellico. Basta vedere anche l'invenzione del radar che era stato concepito per tutt'altri scopi e non per individuare il nemico.
Kurochan (anonimo)
- 10 anni fa
34
Io, invece, sono proprio contenta che l'Oscar lo abbia vinto Frozen. Sinceramente, questo film non mi ha lasciato niente. Ovvio, a livello grafico e visivo non c'è nulla da obbiettare, gli sfondi e gli arei hanno dei dettagli pazzeschi ma definirlo "capolavoro" mi sembra esagerato. La storia d'amore, purtropp, non mi ha lasciata del tutto indifferente. Il protagonista, invece, non mi sembrava reale (soprattutto verso il finale). E' un vero peccato, mi aspettavo molto di più da questo film.
Akira Sakura ha scritto : "Linciatemi pure, ma questo film mi ha detto veramente poco. Miyazaki continua a girare attorno al tema della guerra senza affrontarlo faccia a faccia..."
Invece si capisce perche' e' cosi'. Jiro nel film e' l'alter ego di Miyazaki. Quel Miyazaki che se invece di fare il mestiere dell'animatore fosse diventato ingegnere aeronautico. Quel Miyazaki con tutta la passione e amore che nutre verso l'aviazione. Quel Miyazaki che avrebbe lasciato tutto e tutti pur di inseguire il suo sogno. E evidente che il film non potesse incentrarsi sul tema della guerra. Perche' questo non e' un film su Jiro Horikoshi a dispetto di quello che e' indicato nella locandina.
Non credo che, pur essendo un film così bello, fosse meritevole di un premio Oscar, proprio perché è l'espressione del suo autore, un film eccessivamente legato alla persona e al paese che lo ha prodotto, apprezzabile solo da (certi) adulti, mentre invece il Frozen della Disney è una storia classica capace di farsi apprezzare da un pubblico più vasto per età e nazionalità. E poi, anche se il film condanna l'uso bellico degli aerei e la guerra, giurati americani non avrebbero mai premiato un film biografico sul creatore degli aerei che gli hanno bombardato Pearl Harbour.
Ciò non significa che la Disney abbia "rubato" il premio a Miyazaki, né che la major americana e lo studio giapponese siano in cattivi rapporti, tant'è vero che fra gli studi di animazione che hanno contribuito alla realizzazione di "Si alza il vento", si legge benissimo nei credits il nome della "Walt Disney Japan".
Dimenticavo. Un elemento che per me fa perdere qualche punto ideologico a "Si alza il vento" e che è l'ennesimo indice delle sue contraddizioni è il largo uso della computer grafica per fare aerei e paesaggi. Ma come, Miyazaki, il pioniere dell'animazione a mano, il signor "Avere gli Ipod sempre in mano equivale a masturbarsi", il disegnatore amante #1 degli aerei di tutto il Giappone, che fa gli aerei in computer grafica nel suo ultimo film che sintetizza tutta la sua vita, il suo credo e la sua carriera? Non si fa, non si fa
Cobra, è palese che l'otaku del film sia l'alter ego di Miyazaki. Tuttavia, parlando di Germania, Giappone, aerei da guerra, condannando la guerra, mettendo pure un tedesco che dice al protagonista quanto sia brutto il nazismo, la guerra viene affrontata ed è uno dei temi principali dell'opera. Inoltre la scena finale del film sovrappone la denuncia alla guerra con l'aspetto puramente autobiografico.
@ AkiraSakura : certo, ma e' una critica come dire "romantica". Si si il nazismo e' cosa brutta, la guerra e' brutta come si direbbe ad un bambino "mangia, altrimenti viene l'uomo nero". Ecco perche' sostengo che questo film soffre di schizofrenia. Non sa cosa vuole essere. Vuole essere il testamento di un Miyazaki (che nel mondo del film sarebbe diventato ingegnere invece di artista) o e' la vita piu' o meno romanzata di Jiro ? Perche' sono due cose completamente diverse e il film (e quindi Miyazaki stesso) non sa scegliere tra i due.
Io ho trovato la trama dispersiva e la storia d'amore raffazzonata. Ottimo sul profilo grafico e tecnico, con intrusioni oniriche e fantasiose "alla Miyazaki"; in più valutando la componente storica e culturale è un film pregevole, ma anche a me alla fin fine ha detto poco.
Beh Cobra, allora stiamo dicendo praticamente la stessa cosa, siccome penso che l'opera sia estremamente contraddittoria e senza una definita connotazione (come ho detto nel mio primo commento). Il film "gira attorno alla guerra" come "gira attorno" a molte altre cose, inclusa la parte biografica/autobiografica.
Shadowrunner (anonimo)
- 10 anni fa
01
Mi ha un po' spiazzato. Ovviamente non brutto, ma lo metto tra i meno riusciti insieme a Kiki.
Piccolo commento spassionato... il film l'ho trovato lungo, nella prima parte molto lento. I bambini in sala si sono annoiati tantissimo. Quello seduto vicino a me continuava a chiedere alla mamma cosa significassero certi termini e voleva essere spiegato alcune scene. La seconda parte, più incentrata sulla storia d'amore fra Jiro e Naoko, è stata molto molto bella. Tuttavia era comunque una love story apprezzabile più da un pubblico d'adulti che di bambini. Fossi stata un'appassionata di aerei avrei gradito ancor di più tutto l'insieme. Il livello tecnico e quello sonoro sono ottimi: mi è piaciuta la resa del terremoto e i rumori che facevano i pezzi degli aerei quando cadevano come pioggia. Il contesto storico e la dimensione onirica sono stati resi benissimo. Se il sensei Miyazaki si è sentito realizzato, ben venga, ma per quanto mi riguarda altri suoi lavori sono i miei preferiti. Concludo dicendo: "Che micragnosi i tedeschi!"
Questo è uno dei film di Miyazaki che mi ha emozionato di più, i tempi non mi sono sembrati eccessivamente lenti: anzi direi che erano giusti soprattutto per le parti più riflessive. Mi è piaciuta la scelta delle parti oniriche in cui Caproni è una sorta di guida per Jiro, inconsueta ma ripropone in parte l'aspetto fantastico presente nei lavori precedenti di Miyazaki.
Concordo con Kabutomaru sul discorso delle invenzioni: purtroppo il primo uso che ci viene in mente per una nuova tecnologia è quello militare, ma Caproni ci mostra che il suo vero desiderio è costruire un aereo che permetta di attraversare l'oceano con il confort di un albergo di lusso. Le invenzioni in sé non sono né buone né cattive, dipende solo dall'uso che ne vogliamo fare.
Meritava l'Oscar? Avrebbe avuto più chanches se non ci fosse stata la concorrenza di Frozen? Non lo so, ma questo è comunque un film di altissimo livello che - appena disponibile in DVD - entrerà nella mia collezione per mostrarlo al nipote quando sarà un po' più grande.
All'inizio mi è sembrato atipico rispetto ai suoi altri film, ma poi si è sedimentato lentamente e i sentimenti di cui è pieno mi hanno investito completamente. Credo sia il suo film più maturo, perfetto per chiudere una carriera. È una summa di tutto il suo pensiero, delle sue passioni e della sua creatività. Tutti i film precedenti sono dominati dalla fantasia, dalla fiaba e dal fantastico, qui invece al centro c'è l'umanità descritta nel modo più realistico e quindi rispettoso. La fantasia e l'immaginazione esistono ancora (sono il motore della creatività e della vita stessa), ma sono relegate nel sogno, che può essere comunque una fonte di gioia e ispirazione da trasferire poi nella vita, dominata invece troppo spesso da paura e disperazione. Il film è di una delicatezza commovente. Un finale meraviglioso sugella una serie di sentimenti umani dipinti con altissimo pudore e rispetto. Indimenticabili le sequenze in cui i due protagonisti si amano, puramente e semplicemente (una per tutte: lui torna a casa, e termina il suo lavoro tenendo per mano lei sofferente). Da rivedere. Un film che rende più ricchi dentro.
@LaMelina "I bambini in sala si sono annoiati tantissimo." Ricordo di aver vissuto un'esperienza analoga di recente, forse con Principessa Mononoke. Molti portano i bimbi al cinema pensando "è un cartone", ma non tutti i film di Miyazaki sono adatti anche ai bambini. Credevo che dal trailer di "Si alza il vento" risultasse più evidente, invece c'è ancora chi porta i bimbi al cinema pensando che tutti i cartoni sono per bambini?
Credevo che dal trailer di "Si alza il vento" risultasse più evidente, invece c'è ancora chi porta i bimbi al cinema pensando che tutti i cartoni sono per bambini?
Be guarda che la maggior parte delle persone in italia lo pensa ancora che ti credi purtoppo....
a me è piaciuto, forse un po' forzata la storia d'amore ma per il resto molto bello, mi piacciono i film storici e quindi ho apprezzato, non capisco le proteste delle associazioni anti tabacco.,.. ma hanno capito in che periodo si svolge?
una cosa, non so se è un errore del doppiaggio nostrano ma... perchè dopo il matrimonio Naoko continua a dire "signor Jiro"?
@KazuyaRyuzaki Lo so, ma tra il lasciare i bimbi davanti alla tv e il portarli al cinema c'è un passo in più che credevo comportasse almeno un minimo di informazione. Capisco che uno non vada a informarsi sul cartone Disney che esce tutti gli anni e mi immagino che tanti non vadano a informarsi neanche quando il bambino o la bambina chiede di andare a vedere le Winx, Toy Story o film animati in 3D, ma sinceramente quale bambino può aver chiesto alla mamma o al papà di portarlo a vedere "Si alza il vento"? Io penso che l'idea di portarli al cinema sia nata negli adulti e allora a quel punto avrebbe senso almeno guardare il trailer e leggere la trama.
StormDan (anonimo)
- 10 anni fa
20
Seconde me è proprio il meno bello. Non è che se c'è scritto miyazaki è tutto fantastico. Noioso e scontato.
Sono contento della presenza dei bambini in sala, basta che si comportino bene. Non comprendo il disprezzo verso di loro da parte dei pseudo-otaku che vorrebbero questi film rivolti solo ad una ristretta cerchia di persone. Film del genere devono essere rivolti ad un pubblico più ampio di persone (le famiglia portano 3-4 componenti a lcinema e quindi soldi, più soldi più fil mdel genere in italia). Miyazaki è rivolto ad un pubblico universale di persone quindi che i genitori portino i bambini è bello, magari così iniziano a ragionare e non a farsi lobotomizzare da filmacci inguardabili sin dalla tenera età.
"Non credo che, pur essendo un film così bello, fosse meritevole di un premio Oscar, proprio perché è l'espressione del suo autore, un film eccessivamente legato alla persona e al paese che lo ha prodotto, apprezzabile solo da (certi) adulti, mentre invece il Frozen della Disney è una storia classica capace di farsi apprezzare da un pubblico più vasto per età e nazionalità. E poi, anche se il film condanna l'uso bellico degli aerei e la guerra, giurati americani non avrebbero mai premiato un film biografico sul creatore degli aerei che gli hanno bombardato Pearl Harbour. "
Stai scherzando spero. Frozen è l'ultimo film dei Transformers, Si Alza il Vento è Quarto Potere a confronto con Frozen. Oggettivamente senza se e senza ma l'oscar lo strameritava Frozen. Il farsi apprezzare da pubblico conta zero, conta la sola qualità della pellicola.
Stavo per scrivere la mia di impressione quando mi son accortoche effettivamente già l'avevo lasciata precisamente un anno faXD In ogni caso lascio i miei giudizi più profondi alla recensione che spero di riuscire a scrivere entro questa settimanaXD
Inutile farsi tante pippe sull'Oscar, sul perché ha vinto Frozen e non questo, gli aerei, gli americani etc. Semplicemente i giurati NON L'HANNO VISTO, conoscevano solo Frozen e hanno votato quello. http://www.cartoonbrew.com/award-season-focus/definitive-proof-that-academy-voters-are-ignorant-about-animation-96680.html Quel premio è una buffonata, e per farsi perdonare gli danno quello alla carriera, che perlomeno ha una valenza di molto maggiore.
No, non scherzo. Personalmente ritengo che per essere premiato come il miglior film d'animazione dell'anno devi quantomeno riuscire ad arrivare a tutti i tuoi spettatori, e Si alza il vento è un film troppo specifico per farsi comprendere da tutti, perché forse solo Miyazaki lo comprenderà al 100% in tutte le sue sfumature. Non è mio interesse confrontarlo con Frozen, sono due film troppo diversi nei loro intenti, nel loro target e nel loro stile, che mi sono piaciuti entrambi e per motivi diversi. Non potrei mai dire quale dei due è superiore all'altro, perché in comune hanno solo il fatto di essere due cartoni animati a cui ha lavorato la Disney. Si sa, però, che tendenzialmente agli Oscar tendono a premiare i film per la loro fama/la fama della casa produttrice/l'impatto commerciale o sociale ricevuto durante l'anno, e quindi era assolutamente scontata la vittoria di Frozen, e non perché l'abbia deciso io
"Si sa, però, che tendenzialmente agli Oscar tendono a premiare i film per la loro fama/la fama della casa produttrice/l'impatto commerciale o sociale ricevuto durante l'anno, e quindi era assolutamente scontata la vittoria di Frozen, e non perché l'abbia deciso io "
Che Frozen vincesse era scontatissimo, solo che qua discutiamo tra noi che rispetto ai giurati dell'Accademy non siamo parziali perchè non abbiamo scevre scelte economico-commerciali alle nostre spalle e quindi la nostra considerazione è libera.
@Kabutomaru "Non comprendo il disprezzo verso di loro da parte dei pseudo-otaku che vorrebbero questi film rivolti solo ad una ristretta cerchia di persone." Oh, suvvia! Un paio di commenti e già c'è il profilo del commentatore. Vabbè, non ho letto i commenti di tutti e quindi può essere che tu non facessi riferimento a me, ma nel caso la pseudo-otaku di cui parli sia io: 1) stavamo parlando di bambini annoiati, il discorso "non adatti ai bambini" nasce da lì 2) il "disprezzo" verso i bambini in realtà era "preoccupazione" o per essere più chiari mi spiaceva per loro. Che colpa dovrebbero avere i bambini se i genitori li portano a vedere un prodotto che non è per loro? 3) Il bambino che alla proiezione di "Principessa Mononoke" ha detto ad alta voce "Non mi piace questo cartone" aveva tutta la mia solidarietà: io ero della sua stessa opinione. Dalle reazioni dei presenti in sala direi che altri erano d'accordo con noi. Credo di non essere un otaku dei titoli citati
Sinceramente dobbiamo finirla di pensare bambino = essere deficiente e incapace di capire le cose. Da piccino ho visto tanta di quella roba che doveva essere vista da ragazzi o adulti (film tipo Elephant Man) che mi hanno scosso, ma intanto hanno fatto di me una persona che ragionava sulle cose e inculcato dei valori e degli insegnamenti (sempre su Elephant Man, esso mi ha insegnato il rispetto per la diversità e mi ha insegnato a stare distante e condannare ogni forma di razzismo).
Ci sono stati film che mi hanno scosso e annoiato, però intanto mi hanno permesso di crescere in modo che due-tre domande me le ponessi e non crescessi in un ambiente ovattato senza sapere del niente che mi circonda. Sono contento che i bambini sia andati a vedere quei film, magari su 20-30 di loro un 2-3 hanno azionato il loro cervello e hanno capito quello che potevano carpire alla loro età. Questo è già un passo. Tutti i film d'animazione orientali possono essere visti tranquillamente da bambini, sinceramente tenderei ad escludere (per i film da me visti almeno, poi non so se ve ne sono altri) solo qualcuno di Oshii e tutti i film di Kon (tranne Tokyo Godfathers) e Kawajiri, per il resto tutta roba che un bambino potrebbe vedere e capire due-tre cose per la sua età. Al massimo succede che si annoia, il che non ha mai ucciso o danneggiato nessuno.
@Kabutomaru "Sinceramente dobbiamo finirla di pensare bambino = essere deficiente e incapace di capire le cose." Ma come ci arrivi a queste interpretazioni? O_o; E'davvero una risposta al mio commento?
"Tutti i film d'animazione orientali possono essere visti tranquillamente da bambini, " Non sono d'accordo, ma forse tu ti riferisci solo ai film che possono arrivare nei cinema italiani. Non avendoli visti tutti mi astengo dal rispondere.
Per il resto ritengo che gli anime siano una forma di intrattenimento, che possono insegnare, ma che devono prima di tutto intrattenere. Di cose che fanno riflettere al mondo ce ne sono tante, specialmente se parliamo di bambini (si pongono domande su tutto). Senza offesa, ma secondo me qua sei tu quello che non comprende bene i bambini. Se costringi un bambino a stare in un cinema due ore a vedere qualcosa che non gli piace, ciò che ottieni è un bambino stufo e arrabbiato che poi si farà sentire. Oltre a questo considera che il brutto ricordo del cartone visto da piccolo potrebbe renderlo prevenuto da grande. Non so quante volte ho sentito mangofili parlare bene o male di un titolo perchè lo ricollegavano ai sentimenti che hanno provato quando l'hanno visto da bambini. Se costringi un bambino a vedere anime che non gli piacciono perchè tu li ritieni educativi, domani potresti ritrovarti con un adolescente che detesta gli anime.
"Ma come ci arrivi a queste interpretazioni? O_o; E'davvero una risposta al mio commento?"
E' un ragionamento che sto facendo.
"Per il resto ritengo che gli anime siano una forma di intrattenimento, che possono insegnare, ma che devono prima di tutto intrattenere. "
Sono concezioni personali che alcune volte trovano riscontro ed altre no.
"Senza offesa, ma secondo me qua sei tu quello che non comprende bene i bambini."
I bambini li comprendo benissimo, per varie vicissitudini, so di che parlo.
"Se costringi un bambino a stare in un cinema due ore a vedere qualcosa che non gli piace, ciò che ottieni è un bambino stufo e arrabbiato che poi si farà sentire."
Infatti mi chiedo dove tu abbia letto che bisogna costringerli. Se il bambino vuole vedere un film d'animazione o un film un pochino più maturo della sua età non vedo dove sia il problema. Naturalmente la scelta deve essere frutto di sua volontà personale.
" Oltre a questo considera che il brutto ricordo del cartone visto da piccolo potrebbe renderlo prevenuto da grande. "
Probabilmente se ne sarà già dimenticato del film.
"Non so quante volte ho sentito mangofili parlare bene o male di un titolo perchè lo ricollegavano ai sentimenti che hanno provato quando l'hanno visto da bambini. Se costringi un bambino a vedere anime che non gli piacciono perchè tu li ritieni educativi, domani potresti ritrovarti con un adolescente che detesta gli anime."
Infatti non vanno costretti, ma solo assecondati. Se un bambino vuole vedere di sua spontanea volontà quel film, gli va fatto vedere (naturalmente ci sono dei limiti necessitati dalla natura intrinseca del prodotto). Poi dopo 5 minuti se si rompe è libero di mollare il film, se però si dimostra curioso e sceglie di vederselo tutto, tanto di guadagnato. Insomma non sappiamo come il bambino potrebbe reagire, è molto probabile che egli si annoi, ma vi è la possibilità che ciò non succeda. L'esperienza personale (non con gli anime ma con altri film) lo dimostra.
@Kabutomaru non è detto che di primo acchito, magari solo dal trailer, un genitore capisca quale film sia adatto al bambino. Personalmente ad esempio "Si alza il vento" è complesso, rispetto alla storia e agli eventi storici in cui si pone. La Principessa Mononoke è davvero violenta. Sinceramente ho visto con i miei film per "adulti" tipo American Beauty, Terminator II( in tv) e Batman Begins, e ne ho un bruttissimo ricordo, per dire in sala vedendo Batman mi sentivo male.
Nonostante la lunghezza sia negli standard di Miyazaki/Ghibli (sulle 2 ore o poco più) questo mi è sembrato quasi più lungo del solito...forse perché accadono talmente tante cose nell'arco di questi 127 minuti che ad un certo punto sembra quasi di perdersi... Però non sono pentito di essere andato al cinema e lo rivedrei volentieri.
A proposito della famigerata traduzione ‘secondo fratello’, vorrei segnalare quello che con tutta probabilità e anzi direi ragionevole certezza è un errore piuttosto grave. Questo errore testimonia a mio parere ancora più inequivocabilmente i limiti del ‘metodo Cannarsi’ di adattamento di testi in una lingua diversa da quella originale.
Nell’originale giapponese la sorella di Jiro si riferisce al fratello come NII-NI (ニイニ in katakana o にいに in hiragana) o forse NII-NII (ニイニイ in katakana o にいにい in hiragana), che sono espressioni equivalenti. Noterete che ho scritto diversamente dal NI-NII riportato nei post precedenti. Di fatto NII-NI o NII-NII è la storpiatura che spesso i bambini molto piccoli fanno del termine NII-SAN, fratello maggiore. Essendo ancora infanti (dal latino, prefisso di negazione ‘in’ e verbo deponente ‘for’ (faris, fatus sum, fari) dal significato di dire, parlare), i bimbi piccoli storpiano le parole, il cui suono cercano di riprodurre. Infatti esistono analoghe versioni per la sorella maggiore, che da NEE-SAN diventa NEE-NE; come pure per il padre, che da TOO-SAN diventa TOO-TO; e così via.
Queste parole diventano anche parte del linguaggio adulto, specialmente quando i grandi interagiscono coi bambini. E’ un po’ come quando anche noi indichiamo un cane a un bimbo piccolo, chiamandolo con un’onomatopea del suo verso, per esempio: ‘guarda! Un ‘bau’!’. Solo che in giapponese diventa WAN o WAN-WAN. Per vezzo, questi termini spesso vengono mantenuti anche tra adulti. Per esempio una padroncina potrebbe riferirsi vezzosamente al suo cagnolino come WAN-CHAN, imitando il linguaggio degli infanti. Allo stesso modo, probabilmente la sorella di Jiro ha fatto diventare il suo nomignolo il modo di chiamare suo fratello di quando era bambina. Questo tipo di soprannomi è sempre stato comunissimo in Giappone, in particolare nei rapporti regolati da relazioni affettive, familiari o di amicizia.
Per una spiegazione da parte di nativi, vedere per esempio: https://detail.chiebukuro.yahoo.co.jp/qa/question_detail/q1016528890
Mi chiedo allora se nel materiale originale usato per la consultazione non vi sia stato un errore di stampa, in cui è andata persa o si è scambiata la lettera I (イ o い) in mezzo. Cosa più probabile ancora se il materiale fosse stato esclusivamente in caratteri latini (romaji). Altrimenti sarebbe almeno da verificare se non fosse stata riportata l’eventuale parola in kanji. Se fosse stato per esempio ニ兄 o addirittura 2兄, anche se ne dubito fortemente, allora la singolare interpretazione ‘secondo fratello’ avrebbe avuto qualche fondamento.
Ad ogni modo, questo caso mi dimostra per l’ennesima volta, se ce ne fosse ancora stato bisogno, come la mania (perché, trattandosi di una scelta consapevole ed esasperata, di mania si tratta) di voler trasferire un testo da una lingua in un’altra a tutti i costi parola per parola, rischi di portare a errori madornali e risultati finali disastrosi. Questo persino nonostante gli sforzi, fino a un certo punto lodevoli ma poi biasimevoli quando sfocino appunto nella mania, di selezionare ogni singolo termine con quello che si pensa essere il suo equivalente dal significato più preciso indipendentemente dal constesto.
Se a questo punto si aggiunge un gusto maldestro per l’esotico, condito da una evidente dose di presunzione, la possibilità di essere giudicati dei mediocri, quando non addirittura dei cialtroni, aumentano esponenzialmente.
A titolo di ulteriore esempio, ho recentemente (fatto l’errore di) guardare gli extra del DVD di Porco Rosso, che mi ero goduto per intero in audio originale giapponese. Non mi aspettavo, ahimè, che ANCHE il trailer fosse stato SOTTOTITOLATO in rispetto del metodo sopra citato. Così arrivati alla presentazione del “maiale noto come ‘Porco Rosso’” sull’immagine che recita 通称“紅の豚” ポルコロッソ (Tsuushou "kurenai no buta" PORCO ROSSO) (letteralmente: “nome ‘il maiale cremisi’ Porco Rosso”)
il sottotitolo scrive: Il maiale COSIDDETTO ‘Porco Rosso’.
Lasciamo pure perdere che il giapponese usava il termine Tsuushou (通称), composto dai kanji di Tooru (通passare) e Shou (称 nome, appellativo), quindi letteralmente ‘passare per il nome di’, ovvero ‘essere noto come’, per cui sarebbe stato più che sensato tradurre come ‘il maiale noto come Porco Rosso’. Volendo essere pignoli, Tsuushou è un sostantivo, quindi poteva essere reso con ‘dal nome di’ oppure volendo anche ‘alias’ – visto che si tende a preferire espressioni singolari (almeno “un pochino”, aggiungerei per restare in stile). Insomma, tutto meno che 'cosiddetto'. Lasciamo anche perdere la difficoltà di rendere in una traduzione la presenza contemporanea della parola giapponese 'buta' (maiale), che ha un significato proprio in giapponese, e della parola Porco, che in giapponese suona solo come un nome proprio, mentre in italiano è un sinonimo di 'maiale'.
Quello su cui voglio far concentrare l’attenzione è l’uso che va ben oltre i confini di una licenza poetica (stiamo inoltre parlando di un sottotitolo di un frammento di trailer) della parola ‘cosiddetto’. Qualcuno mi dica quale delle seguenti farsi esemplificative fa un uso corretto della parola ‘cosiddetto’: “Il cosiddetto ‘dialoghista’ Cannarsi” Oppure “Il cialtrone cosiddetto ‘Cannarsi’”
Qualcuno mi spiegherebbe inoltre come やらせて頂きます (yarasete itadakimasu) sia diventato "mi concedo di accettare"?
Chiarisco. La situazione vede Jiro a cui viene chiesto dai suoi superiori di prendersi carico di un lavoro. Essendo lui dipendente, non è che possa esercitare una sua volontà o pretendere di scegliere cosa fare. Piuttosto si tratta di dichiarare se si senta o meno in grado di svolgere il lavoro. Per assicurare che svolgerà il lavoro, lui dichiara appunto Yaradete itadakimasu Espressione molto giapponese che, tradotto letteralmente, significa "ricevo rispettodamente (o umilmente) il farmi umilmente fare" Ovvero in sostanza "accetto l'incarico".
Bisogna spiegare due cose: in giapponese esistono tre verbi estremamente importanti, che esprimono i concetti di dare e ricevrte dal punto di vista dei diversi individui coinvolti. Per brevità parlerò del solo verbo ricevere, che è il caso più semplice. Chiunque ricerca qualcosa può usare il verbo もらいます moraimsu. Tuttavia, se la persona da cui si riceve è un superiore o comunque qualcuno al quale dobbiamo mostrare un particolare rispetto, il verbo diventa いただきます itadakimasu. In giapponese, peculiarità che sopperisce meravigliosamente alla povertà grammaticale della lingua, si possono ricevere non solo le cose, ma anche le azioni. Se per esempio dico していただきますshite itadakimasu, vuol dire che ricevo da qualcuno mio superiore la sua azione di fare qualcosa. Sensei ni oshiete itadakimashita Ho ricevuto dal maestro l'azione dell'insegnamento ovvero: me l'ha insegnato il maestro.
Adesso spiego yarasete Yarimasu è la forma umile di shimasu, fare.. Yaraseru e la forma causativa, che si può tradurre con "far fare", usato sia come costruzione che come permesso a seconda di casi. Quindi mettendo tutto insieme diventa Yarasete itadakimsdu Ricevo (dai superiori) la loro azione di farmi fare umilmente Ovvero ancora: ricevo il permesso di lavorare a questo progetto. In sostanza, accetto.
Jiro non si concede un bel niente. Non è nella posizione di concedere nulla, neppure a se stesso. Peraltro concedere sarebbe la traduzione al massimo di yurushimasu.
La resa in 'mi concedo di accettare' è quindi sbagliata sotto ogni punto di vista, compreso quello della pretesa aderenza all'originale.
Un altro esempio di espressione simile è yasumssete itadakimasu, che si può leggere su i cartelki fuori dai negozi chiusi per ferie o pausa. Yasumimasu è il verbo riposare(quello di oyasuminasai, buonanotte). Quindi il cartello dove che il negoziante riceve rispettodamente dai clienti il permesso di rjposare (riceve di farlo riposare). In questo caso, l'espressione stima deliziosamente ironica, in quanto non è che gli onorevoli clienti abbiano molta voce in capitolo!!
scusate. Lo sapevo che non devo scrivere dal treno a tarda sera dopo il lavoro... prima di tutto scusate i numerosi errori di stampa. Poi devo farmi una correzione con la matita blu. Il verbo Yarimasu è la versione colloquiale di shimasu, non la umile (che sarebbe itashimasu). Quindi, dicevamo, Jiro riceve umilmente (itadakimasu) dai suoi superiori l'azione (sempre dei suoi superiori) di 'fargli fare', usando il verbo che un superiore usa nei confronti di un suo sottoposto, appunto yarimasu.
In ogni caso la traduzione con "Mi consento di accettare" rimane errata comunque.