Consiglio caldamente Barakamon, uno dei migliori Slice of Life che abbia visionato, e sono d'accordo pienamente con il recensore anche se il voto lo reputo un pelino esagerato.
Complimenti vivissimi ad AkiraSakura per la recensione di Ninpuu Kamui Gaiden! È forse la prima volta che condivido dalla prima all'ultima parola una recensione, non aggiungerei altro tanto descrive bene la vicenda e l'atmosfera in cui avviene. Anche sulle conclusioni concordo al 100%, si tratta davvero di un anime di un altro tempo, un gioiello che continua a brillare ancora dopo ben 46 anni dalla sua uscita sui teleschermi giapponesi. E con i tempi che corrono credo proprio che nulla di ciò che viene prodotto oggi possa paragonarsi a livello di intensità e coinvolgimento emozionale con Kamui gaiden. Consiglio caldamente a tutti di vedere questa serie, e di farlo togliendosi il pregiudizio dell'antichità del prodotto. Quel design può spiazzare, è vero, l'animazione, che per quell'epoca era più che buona, oggi è sorpassata, però la trama è davvero inossidabile e la caratterizzazione del protagonista è sublime. Se volete avere uno spaccato senza gli ipocriti veli della retorica della società giapponese della seconda metà del diciassettesimo secolo Ninpuu Kamui gaiden rimane un titolo imprescindibile!
Attenzione: parziale Spoiler sulla trama. Ho visto Ninja Kamui e mi è piaciuto, ma forse il 10 in pagella è un po' troppo. Il contesto, la caratterizzazione del personaggio principale e le ambientazioni vengono descritte molto bene, ma dieci significa perfezione e questo prodotto non lo è. La colonna sonora è monotematica (anche se molto apprezzabile) e il chara design spesso lascia a desiderare (tutti i bambini/adolescenti incrociati da Kamui sembrano praticamente gemelli). Certi incontri sono surreali, con tecniche che assomigliano al teletrasporto. Verso la fine addirittura vediamo un cane cavalcare un cavallo e sconfiggere tre ninja assassini (pensando una strategia di combattimento meglio di un essere umano in carne ed ossa). L'episodio conclusivo mi ha lasciato un pochino l'amaro in bocca, mi aspettavo un regolamento di conti e invece tutto viene lasciato così com'è, e la storia pare quasi "tronca". Forse gli autori volevano lasciare allo spettatore la sensazione di tormento e sofferenza eterna (facendo in modo che Kamui, anche dopo la fine della serie, continuasse imperterrito a patire le sue pene), ma così facendo hanno lasciato automaticamente in sospeso una grossa fetta della storia. In definitiva l'ho apperezzato molto per la cura riservata al personaggio protagonista, alle sue paure e alle sue angosce, e per aver descritto in modo molto crudo la realtà di quell'epoca, ma l'opera possiede molti difetti (piccoli o grandi che siano), quindi, da parte mia, il massimo dei voti non glielo posso dare.
La perfezione non esiste, signor tunonsainiente. Il voto e' soggettivo, cosi' come il tuo gusto per il character design o i tuoi orpelli nerd inerenti la mancanza di realismo in un anime di Ninja (anche nei film recenti sui Ninja gli attori svolazzano tra gli alberi con zero realismo, e allora?)
Il finale dice tutto quello che doveva dire, e' palese che l'opera sia allegorica.
Ma certo, signor AkiraSakura, la perfezione non esiste. Infatti il mio è un semplice commento personale sull'opera, non costringo certo nessuno a pensarla come me. Noto che le piace ricevere solo complimenti, appena qualcuno le muove qualche critica, sempre con rispetto ed educazione e senza nulla togliere alla sua recensione, si inalbera immediatamente, scrivendo in modo velatamente acido e snob. Beh, peggio per lei se la prende così, un recensore, di norma, dovrebbe saper accettare anche pareri contrari (per modo di dire, dato che ho semplicemente scritto che il 10 mi sembra esagerato, ma che l'opera ha un valore).
Consigliatissimo Barakamon, anche ai non amanti del genere, in quanto ha una bellezza unica che si può assaporare pure da "profani". Davvero un gioiellino dell'animazione recente!
Noto che le piace ricevere solo complimenti, appena qualcuno le muove qualche critica, sempre con rispetto ed educazione e senza nulla togliere alla sua recensione, si inalbera immediatamente, scrivendo in modo velatamente acido e snob.
La tua critica e' fuori luogo, siccome criticare la mancanza di realismo nelle opere di Ninja e' abbastanza ridicolo. Forse ne hai viste poche. Cosi' come il chara, che puo' piacere o non piacere. Non posso scrivere nella recensione "il chara non piace all'utente X, quindi e' un difetto". Perche' potrebbe anche piacere ad altri (e in generale e' piaciuto, siccome Ninja Kamui e' un titolo storico di grande rilievo).
Gradirei critiche costruttive sulle quali fare un discorso sensato, di roba come "il voto e' troppo alto", "il chara fa schifo" e compagnia bella ne posso anche fare a meno. Grazie.
"La tua critica e' fuori luogo, siccome criticare la mancanza di realismo nelle opere di Ninja e' abbastanza ridicolo."
In una tua recensione hai criticato il realismo di Samurai Champloo, solo per qualche colpo di spada e qualche acrobazia superiore alla media in un anime espressamente "cazzaro", come tu setesso giustamente lo hai definito. Comunque non ho mai scritto che "il chara fa schifo", ma che il chara è ripetitivo e sembra quasi fatto con lo stampino, in molte occasioni. Quindi la critica è motivata. Poi che per te non faccia alcuna differenza è un altro discorso.
In una tua recensione hai criticato il realismo di Samurai Champloo, solo per qualche colpo di spada e qualche acrobazia superiore alla media in un anime espressamente "cazzaro", come tu setesso giustamente lo hai definito.
Nella mia recensione a proposito ho scritto:
si parte alla grande, con un primo episodio dai combattimenti spettacolari, e si arriva a delle puntate finali sceneggiate malissimo, con dei power up eccessivi e spropositati, dosati male, ridicoli anche per un anime in cui si gioca a baseball nel periodo Edo. L'apparato action/coreografico nella prima parte della serie era molto più curato, e i power up venivano opportunamente dosati grazie a un utilizzo realistico della motion capture, basata, come detto in precedenza, sulla spettacolarità della capoeira. I combattimenti degli ultimi episodi, invece, non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli dei primi; l'invincibilità dei protagonisti è troppo ridicola, contando anche le pretese di semiserietà del finale
Quindi critico il dosaggio dei power up e la caduta stile del combattimento finale, non parlo di acrobazie, ne' colpi di spada.
Ti ricordo inoltre che nel tuo primo post hai scritto:
ma dieci significa perfezione e questo prodotto non lo è
La perfezione e' un cosa oggettiva, una cosa perfetta lo e' per tutti. Non sono l'unico acido snob qui dentro, a quanto pare.
Comunque non ho mai scritto che "il chara fa schifo", ma che il chara è ripetitivo e sembra quasi fatto con lo stampino, in molte occasioni. Quindi la critica è motivata. Poi che per te non faccia alcuna differenza è un altro discorso.
Anche nelle pitture antiche giapponesi i personaggi sono tutti uguali. E allora? Non sara' forse perche' i tratti somatici degli orientali sono molto simili e meno differenziati rispetto a quelli degli occidentali?
Ringrazio lo staff che ha selezionato ancora una delle mie recensioni e ringrazio tutte le persone che l'hanno letta e spolliciata. Barakamon è un anime a cui tengo molto, quindi nella recensione mi sono impegnata al massimo per tirare fuori le migliori parole che potevo usare per descriverlo. Spero sia arrivato il messaggio, nonostante la mia inettitudine... Mi accodo, infine, a chi consiglia di vederlo. Non ve ne pentirete assolutamente!
@Ekros Per me il voto è giusto, perché mi ha saputo emozionare, fa riflettere, non maltratta il tema della calligrafia, è un perla nel suo genere, i personaggi sono degnamente caratterizzati, ha un'OST valida, le animazioni sono buone... cosa gli manca per prendere 9?
"La perfezione e' un cosa oggettiva, una cosa perfetta lo e' per tutti. Non sono l'unico acido snob qui dentro, a quanto pare."
Mah, non ho capito dove vuoi arrivare, mi pare di essere sempre stato abbastanza chiaro e cristallino nei miei commenti.
Comunque i Power Up di SC sono, appunto, i colpi di spada e le acrobazie esagerate. Il finale a me non è sembrato così fuori dalle righe, abbiamo visto di peggio durante gli altri episodi. In ogni caso in un commento avevi manifestato la tua insofferenza nei confronti dell'autore (Watanabe), è per questo che ho citato SC, per farti capire che non eri stato obiettivo nel commentare i combattimenti di Kamui.
Stringendo: Mi sembra che ormai la coversazione sia arrivata alla deriva, e pian piano si sta trasformando in una sorta di arrampicamento sugli specchi per vedere chi ha diritto all'ultima parola. La sostanza non cambia, quello che avevo da dirti te l'ho detto molti commenti sopra e penso che per te sia lo stesso. Le opinioni evidentemente sono inconciliabili e a me va bene anche così.
Comunque i Power Up di SC sono, appunto, i colpi di spada e le acrobazie esagerate. Il finale a me non è sembrato così fuori dalle righe, abbiamo visto di peggio durante gli altri episodi. In ogni caso in un commento avevi manifestato la tua insofferenza nei confronti dell'autore (Watanabe), è per qusto che ho citato SC, per farti capire che non eri stato obiettivo nel commentare i combattimenti di Kamui.
Vedi, io non vado in giro a dire che cosa e' perfetto e cosa non lo e'. A dire il vero, mi sembra un po' pretenzioso anche lo stesso concetto di "perfezione".
I power up sono anche quando i due si prendono un sacco di legnate, esplosioni, si fanno nuotate chilometriche e non si fanno un graffio. Poi, per quanto fossero assurde, anche io ammetto che nei primi episodi le coleografie erano ben fatte, ma poi ho visto un calo di stile. Tutto qui.
E se vuoi parlare di Samurai Champloo o aprire una campagna sulla scarsa obbiettivita' del sottoscritto fallo in altra sede, qui ormai a mio avviso siamo un po' off topic.
Spero comunque di aver detto le cose fondamentali che ci sono da dire su Ninja Kamui, che riguardano il contesto, i contenuti, l'importanza storica et similia, piu' che il votino della pagellina, il fatto che in due puntate compaiono cani sui cavalli o tartarughe, e che i giapponesi sono tutti uguali.
Concordo grossomodo con la recensione di Barakamon, davvero ben fatta, l'anime in questione l'ho trovato molto interessante, oltre che divertente, una commedia diversa dalle altre che, allo stesso tempo, riesce a descrivere in modo magnifico una "normale" giornata di vita quotidiana.
Stavolta conosco solo Barakamon e avevo già letto e spolliciato a suo tempo la recensione di LaMelina. Non ho molto da dire se non che mi trovo d'accordo con le sue parole e tutta la sua valutazione, Barakamon mi è piaciuto davvero tanto, è stato divertente ma anche motivo di riflessione e commozione. la recensione poi è davvero ben scritta, anche e soprattutto per i molti riferimenti culturali esposti. Complimenti vivissimi quindi!
"Ninja Kamui" visto da bambino è disturbante: non dà punti di riferimento, uomini, cose e sentimenti fanno brevi comparse per poi venire travolti e spazzati via con velocità sconvolgente. Non fai tempo ad affezionarti a nessuno, tutto e tutti sono vittime di una logica crudelmente indifferente. Da adulto invece, quando una filosofia tanto cruda può essere compresa, il nichilismo di quest'anime ti lascia senza parole. Capolavoro non so, ma è sicuramente uno sguardo sul Giappone a cui non siamo abituati. Sconsigliato a chi soffre di depressione.
"Barakamon" è stato ben descritto la LaMelina: ho appena finito di vederlo e devo dire che mi ha lasciato proprio un'ottima impressione. Bello il rapporto Handa-Naru e ben sviluppata la crescita emotiva del protagonista. Tra l'altro ci sono alcune scene che mi hanno fatto ridere come da tempo non mi succedeva con un anime.
"Ninja Kamui" visto da bambino è disturbante: non dà punti di riferimento, uomini, cose e sentimenti fanno brevi comparse per poi venire travolti e spazzati via con velocità sconvolgente. Non fai tempo ad affezionarti a nessuno, tutto e tutti sono vittime di una logica crudelmente indifferente.
Verissimo, se l'avessi visto da bambino mi sarebbero venuti gli incubi la notte.
Ringrazio micheles, che me l'ha fatto conoscere e che da sempre mi consiglia opere cupe, nichiliste, drammatiche e piene di angoscia che immancabilmente soddisfano quella parte del mio animo piu' "dark" e pessimista.
Io Ninja Kamui l'ho visto a 14 anni, ero grande abbastanza da non impressionarmi, da capirlo e da amarlo a prima vista. Non mi pare un'opera nichilista, anzi non lo e' affatto. Nichilismo vuol dire assenza di valori: Kamui i valori invece li ha eccome, senno' non si sarebbe ribellato contro la societa' ninja. Solo che la sua e' una ribellione senza speranza. Ma anche questo non e' pessimismo, e' solo realismo vista la societa' in cui viveva. Ninja Kamui e' uno degli anime piu' realistici mai realizzati, per una definizione sensata di realismo (non andiamo a investigare se i cani possono davvero cavalcare o meno).
Beh, nichilismo non è necessariamente assenza di valori. E' la consapevolezza che questi, come la vita stessa, intrinsecamente non hanno senso. E ogni valore che si offre a Kamui dimostra come esso stesso sia transitorio ed effimero, destinato ad essere soggetto alle crudeli (ovviamente, per l'uomo) leggi di natura.
Concordo pienamente con l'analisi di grandebonzo. Non vedo alcuna esaltazione dei valori di Kamui nell'opera, ma un insieme di personaggi braccati da un meccanismo piu' grande di loro, che non si cura affatto dei loro valori e della loro sofferenza.
Non vedo alcuna esaltazione dei valori di Kamui nell'opera, ma un insieme di personaggi braccati da un meccanismo piu' grande di loro, che non si cura affatto dei loro valori e della loro sofferenza.
Vero, ma questo non e' nichilismo. Gli anime nichilisti sono pochi, tanto per essere chiaro quello che a me viene in mente in primo luogo e' Narutaru. Kamui o anche Ideon non sono nichilisti, sono anime di denuncia, cosa che di per se' stessa significa che l'autore non e' nichilista, non crede nel nulla ma anzi vuoie risvegliare le coscienze.
Sheeta/Madre Terra punisce la razza umana distruggendola
potrebbe essere altresi' un messaggio di denuncia nei confronti della cattiveria umana.
Su Ideon concordo, l'anime e' pessimista e di denuncia, non saprei se definirlo nichilista, conoscendo bene il pensiero dell'autore e il contesto (guerra fredda, paura dell'atomo) in cui l'opera e' nata.
Concordo con la degna recensione di LaMelina (magnifico modo di scrivere, come al solito) e con i commenti positivi su Barakamon, lo consiglio anch'io. Senza dubbio tra i miei preferiti del genere slice of life.
Barakamon è una di quelle serie che mi incuriosisce parecchio e che è sulla mia lista di quelle da recuperare da molto tempo; forse mi sbaglierò, ma mi aspetto di ritrovarci le atmosfere e i sentimenti che mi ha trasmesso Usagi Drop. Grazie all'appassionata recensione di LaMelina (brava!) mi sa che dovrò mettermi a cercarla al più presto...
Per essere piu' precisi sono nichilisti i ragazzi di Narutaru, che appunto vogliono distruggere il mondo. Qui pero' si va off-topic, quindi chiuderei la discussione in questa sede.
@LaMelina: Ohi mica lo sto castrando eh, per me è come minimo da 8 quell'anime, però avendo visionato serie come Clannad: After Story, Great Teacher Onizuka, Uchu Kyoudai, Usagi Drop forse viene leggermente ridimensionato dal mio punto di vista. Detto questo è evidente che davanti a queste considerazioni minimali si scende ovviamente in un percorso prettamente soggettivo, perché oggettivamente come detto si tratta di una delle migliori produzioni nel suo genere. Spero di aver chiarito il mio commento.
La differenza sostanziale imho è che Barakamon, come hanno già detto molti, basa anche buona parte del suo apprezzamento nella sua natura comica in quanto alcune gag sono delle trovate geniali che volente o nolente il sorriso te lo strappano e che quasi mai risultano ripetitive e/o noiose, caratteristica che a volte è presente in molte opere del genere per cui viene consigliata la visione discontinua degli episodi. Usagi Drop è invece (imho) un anime dai toni lenti e dettato da una riflessione molto più fine dei rapporti ed il suo stile grafico (eccezionale per certi versi) crea un'immedesimazione tale che difficilmente non lascia interdetti anche se si sta visionando scene di vita quotidiana. Ti consiglio al di là della mia opinione personale di visionartelo per farti un'idea più chiara, la recensione di LaMelina è per certi versi un ottimo spunto per recuperare un'opera che merita assolutamente di essere visionata.
Mi sa che si è sviluppata l'ennesima flame sulla perfezione o meno di questo o quell'anime, sul realismo o meno di quella storia. Beh, sapete che dico? E' tutto inutile! Ognuno ha il suo modo di vedere le cose, quindi la propria soggettività, e questo, a mio modesto avviso, vuol dire che termini come giudizio completamente oggettivo, o perfezione, non hanno nessun senso! Per quanto riguarda Kamui posso solo dire a quelli che fanno le pulci dal punto di vista tecnico di andare a vedere l'anno di produzione, e le altre serie coeve. Se siete onesti non potrete certo dire che Kamui gaiden sia inferiore ad un qualsiasi altro titolo prodotto nel 1969 (L'uomo Tigre, Tommy la stella dei Giants, Bem, Lo specchio magico per intenderci). I limiti tecnici sono dovuti senz'altro a quelli che erano i mezzi ed il budget a disposizione degli animatori di allora. Paragonare questi aspetti con quelli di serie prodotte dieci, venti o trent'anni dopo è palesemente sbagliato oltre che ingiusto. Altro è dire che il chardesign dei personaggi non piace, effettivamente quello di Shirato è uno stile molto particolare, molto secco, che non concede praticamente nulla alle carinerie in voga oggi. Non è certo un tratto realistico, però è altamente funzionale al tipo di storia che vuol raccontare. L'animazione, come già detto prima, a volte soffre dei limiti produttivi dell'epoca. La colonna sonora non è proprio ricchissima, però sostiene ottimamente l'azione. Il tipo di storia è anch'esso non proprio adatto al mainstream: violenza e drammaticità sono a livelli estremi, se vi è qualche freno rispetto alla controparte cartacea è dovuto solo ad esigenze di non turbare con scene di estremo raccapriccio, il pubblico televisivo, che all'epoca non poteva essere così specifico come nel nostro tempo (non c'erano canali tematici, home video, streaming, etc...); però le autocensure sono davvero minime (giusto una scena di stupro e qualche corpo dilaniato in meno), la quantità di sangue che si vede è davvero impressionante, senza mai però cadere veramente nello splatter o nel compiacimento gratuito della rappresentazione del truculento. Di certo questo non è una serie pensata per un pubblico infantile, io quando la vidi per la prima volta nella primavera del 1982 su Telereporter (emittente lombarda) avevo solo 12 anni, e devo confessare che certe scene mi facevano venire un groppo alla gola! Però superato quel primo impatto un po' traumatico sono rimasto rapito da questa splendida serie e l'ho seguita tutta, anche se poi l'ho apprezzata meglio anni dopo. La drammaticità spesso è estrema: il protagonista è solo (lo ripete più volte pure la sigla finale originale) in pratica contro tutti, l'unica compagnia che riesce a trovare sono solo animali, e le uniche persone che veramente gli dimostrano essere amiche, muoiono tragicamente! Questa situazione è senz'altro l'allegoria della solitudine in cui si trova il singolo individuo rispetto al soffocante ed ipocrita conformismo di cui è imbevuta la società moderna giapponese. I protagonisti di manga di Shirato sono dei perdenti, dei reietti, emarginati o perseguitati da un sistema che non tollera la minima infrazione delle regole da pare dei più deboli, ma che invece è estremamente lassista nei confronti dell'élite. Ed è proprio contro quella élite raffigurata nei panni della casta dei bushi del periodo Edo, ormai divenuta in gran parte parassitaria visto il periodo di pace, ma anche di stagnazione, che si viveva, per non essere considerato troppo sovversivo ad attaccare quella attuale, che Shirato si scaglia senza se e senza ma! Se l'autore palesemente si schiera dalla parte della gente comune (i contadini nel periodo Edo), dall'altra non lesina neppure aspre critiche ad essa, e alla sua incapacità di ribellarsi allo stato delle cose, quando se non addirittura sfogare la propria rabbia su chi ancora più debole (come i burakumin, dei quale fa parte per nascita anche il povero Kamui). Il pessimismo è notevole, ma non è certo intenzione del Maestro quella di scoraggiare i lettori, anzi, vuole senz'altro risvegliare le loro coscienze e spingerli a cambiare le cose! E veniamo a parlare proprio del protagonista: tutto si può dire di Kamui, tranne che sia privo di valori! Kamui prende la non facile decisione di disertare perché si rende conto che essere diventato un ninja non ha affatto significato per lui il raggiungimento della libertà e di un miglioramento delle proprie condizioni di vita; al contrario lo ha legato ad un giuramento indissolubile con la sua famiglia guerriera, e quando si è reso conto che le sue missioni avrebbero comportato l'uccisione di persone innocenti per conto di esseri abbietti come i grandi feudatari che opprimevano il popolo, ha capito che quel mondo non faceva più per lui, così come sapeva che la sua lotta per sopravvivere dalla vendetta dei suoi ex compagni d'arme sarebbe durata quanto la sua stessa vita. Proprio questa consapevolezza ne fa un uomo estremamente determinato, onesto e coraggioso. Però allo stesso tempo non è nemmeno il classico cavaliere senza macchia e senza paura, anzi, la pressione enorme che esercitano i suoi ex compagni arriverà a fargli uccidere dei poveri contadini innocenti che lui pensava fossero invece sicari travestiti. Tutta questa situazione lo spingerà verso una forma di misantropia e di disinteresse per l'altrui destino. Quanto al finale, beh, semplicemente non c'è stato perché il manga si interruppe proprio in quel punto, anzi, non è ben chiara la cosa, ma le ultime sei puntate che costituivano l'episodio de "L'isola di Sugaru", l'unica parte fumetto edito in Italia nei lontani prima anni '90 dalla defunta Granata Press, di fatto sono state disegnate all'inizio degli anni '80. A questo punto la cosa non è proprio ben chiara, se la sceneggiatura di questo episodio sia stata scritta dal Maestro apposta per l'anime e poi trasposta solo molti anni dopo nel manga, oppure fosse già stata realizzata prima del 1969 e rifatta successivamente. Shirato ha interrotto e poi ripreso le vicende di Kamui più volte, l'ultima, a quanto ne so risale agli anni '90. Il realismo di questa serie è molto marcato per quanto riguarda le situazioni di vita e la descrizione della società dell'epoca, senz'altro molto accurata. Per quanto riguarda i combattimenti, beh, sarebbe assurdo, e qui ha pienamente ragione AkiraSakura, pretendere realismo assoluto, e quindi non ci si deve scandalizzare per le iperbole di trucchi oltre il limite della fantasia, del resto tutta la cinematografia orientale (e non solo giapponese) è piena di combattimenti tra guerrieri dotati di abilità sovrumane. Anzi direi che in Kamui c'è anche meno spazio per incantesimi o stregonerie varie, rispetto alla maggior parte dei fumetti che trattano di storie di ninja. Alla fine quel che si vede è esso stesso funzionale al tipo di storia raccontata. Comunque la si pensi Ninpuu Kamui gaiden rimane un titolo unico nel suo genere, l'unico che un po' si avvicina sia come tratto, che come tipo di storia è Sasuke, anch'esso tratto dalla matita di Shirato. Quest'ultimo però è chiaramente dedicato ad un target di età inferiore, direi adolescenziale, pur essendo assai più drammatico della maggior parte degli shounen di quella e di epoche successive, non arriva ai livelli di violenza e afflizione che si toccano in Kamui.
Leggendo la recensione di LaMelina, ottima per altro, mi sta venendo davvero una gran voglia di visionare Barakamon! Appena trovo un po' di tempo mi riprometto di farlo!
Ninpuu Kamui gaiden rimane un titolo unico nel suo genere, l'unico che un po' si avvicina sia come tratto, che come tipo di storia è Sasuke, anch'esso tratto dalla matita di Shirato.
Giusto. A fianco di questi citerei anche il romanzo "Kouga Ninpocho" di Futato Yamada (1958), precedente Kamui. La differenza e' che Yamada e' privo di ogni impegno politico e che indugia di piu' sugli aspetti fantastici (diciamo gli "effetti speciali" dei ninja) piuttosto che sulla situazione dei contadini. Se pero' si parla di livello di tragicita' assoluta ed estrema, di assurde regole sociali che prevalgono sulla vita del singolo, di completa ineluttabilita' di un destino crudele, di amori inevitabilmente tragici, allora li' siamo sullo stesso livello di Kamui. "Kouga Ninpocho" e' stato trasposto in manga e poi in anime solo negli anni duemila, sotto il nome di Basilisk.
@micheles: Di Basilisk ho visto solo il lungometraggio live, ma temo sia poco fedele alla storia originale. Beh, per essere drammatico come film lo è senz'altro però l'ambientazione a metà tra lo storico ed il fantasy è quanto mai lontana da quella di Kamui. In Basilisk i ninja sono davvero dotati di capacità soprannaturali. Non lo giudico un brutto film, pero nemeno indimenticabile. Anche di Kamui gaiden è stato fatto il live action (nel 2009, se non ricordo male), però, nonostante l'uso massiccio di effetti speciali e tecniche di ripresa alla Matrix, non riesce a reggere il confronto con le sue controparti animate e cartacee. Sembra più un film pensato per famiglie, visto anche la quantità ridicola di sangue che viene mostrata. Non ho notizia di commenti da parte di Shirato, ma ho come il sospetto che non sia rimasto gran che soddisfatto.
Occhio che il live di Basilisk e' un'americanata rispetto all'anime. Anche il finale e' stato cambiato. Un vero disastro che ti da' un'impressione falsa dell'opera. Invece l'anime e' fedele al romanze e ha le vere atmosfere drammatiche che ti aspetteresti da un un'opera degli anni cinquanta. Se vuoi saperne di piu' cambiamo sede visto che non vorrei finire off-topic.
Complimenti per la tua analisi introspettiva su Kamui. Detto questo dissento sulla parte iniziale del tuo commento dove parli di soggettività ed oggettività. E' senza alcun dubbio difficile quando si commenta o si parla scindere il proprio pensiero dal punto di vista personale, ma nonostante ciò l'oggettività sta indicare valori concreti e reali di cui non si può negare di certo l'ineluttabilità. Basterebbe solamente una parolina che molti tendono a dimenticare quando commentano o scrivono infervorati dopo aver subito una critica o vedono un'opinione totalmente opposta alla propria, il buon senso. Poi se vogliamo tirare in ballo la cultura classica: "Irritarsi per una critica vuol dire riconoscere di averla meritata"
Ringrazio le altre persone che mi hanno fatto i complimenti, davvero non pensavo sarebbe piaciuta così tanto. Lo scopo primario di invogliare altre persone a guardarlo è stato raggiunto, quindi posso ritenermi più che soddisfatta.
@Ekros Ho capito il tuo punto di vista. Scusa, ho reagito d'istinto, ma non era mia intenzione polemizzare. Sai cos'è, c'è che non sopporto l'usanza di una parte dell'utenza di contestare solo il voto per evitare la discussione, quando nel corpo della recensione viene spiegato il motivo della valutazione. Ho però compreso che non è questo il tuo caso, perciò ancora scusa.
@Ekros: Ti ringrazio per i complimenti! Capisco anche il tuo discorso per quanto riguarda soggettività e oggettività, e sostanzialmente concordo. Ciò che intendevo io per il fatto che l'oggettività completa di fatto non è mai possibile è dovuto ad una riflessione, che coinvolge pure me, sul fatto che quando si da un giudizio alla fine si è sempre e comunque un po' soggettivi, anche inconsapevolmente. Spogliarsi della propria sensibilità, retaggio ed abitudini quando si deve esprimere un giudizio è una cosa che io per primo trovo difficile. Se per serie vecchie come Kamui, ma anche di più famose come Conan di Miyazaki, Cyborg 009, Capitan Harlock, etc., io sento grande sintonia, anche perché hanno accompagnato un periodo assai importante della mia vita come infanzia ed adolescenza, altre che vidi in età più avanzata come Captain Tsubasa, Dragon ball, One piece, pur popolarissime tra gli appassionati, a me non trasmettono praticamente nulla e per questo tendo ad ignorarle! C'è poi il caso di Hokuto no Ken, che visto per la prima volta, se la memoria non m'inganna quando avevo 16 anni, ho provato per quel titolo un forte disgusto, a causa della violenza esagerata e dello splatter, quindi dopo pochissimi episodi ho interrotto la visione; se non che qualche anno dopo invece ho cominciato a seguirlo vincendo certi miei pregiudizi, trovandolo alla fine molto meglio di quanto non avessi pensato sino a quel momento. E non dico di considerarlo un capolavoro, ma senz'altro una serie comunque meritevole della visione, pur con qualche brutto difetto nella sceneggiatura, e dei filler esasperanti! Al contrario invece per Evangelion ero partito con pregiudizi estremamente positivi, dovuti in gran parte anche dai commenti entusiasti che leggevo praticamente ovunque sui newsgroup dedicati all'animazione, oltre che sulle riviste; ed invece dopo aver terminato la visione, e verso la fine facendo lo sforzo di autoimpormela, l'ho trovato tremendamente pretenzioso e deludentissimo! Non sono riuscito ad entrare in sintonia con la narrazione di Anno, e forse non ci riuscirò mai. Ma visto anche le esperienze brutte che ho avuto anni fa, specialmente con fan o antifan viscerali, e spesso molto maleducati, di quella ed altre serie su IT Arti e Cartoni, ho deciso di non alimentare mai le flame, e di concentrarmi più sulle cose che effettivamente trovo interessanti evitando di commentare titoli che trovo effettivamente irritanti come Nabari, Wolf's rain e Naruto; questo soprattutto per rispetto degli altri che invece apprezzano tali serie, anche perché sicuramente hanno i loro motivi per farlo e io non ho alcun diritto di giudicarli con il mio metro personale. Anche per questo poi tendo a dare troppa importanza al voto che si da a questo o a quell'anime/manga. Tutto sommato, come tu stesso sottolinei, basta un po' di buon senso e di umiltà e si evitano spiacevoli, oltre che sgradevoli, guerre di post insultanti. Ma tornando sull'argomento, forse può sembrare incoerente, specialmente per quanto avevo detto prima su Hokuto no Ken, la mia ammirazione incondizionata per Kamui e le altre opere di Shirato giunte in formato TV e cartaceo nel nostro paese, visto che si tratta di storie assai violente, drammatiche e cruente. Invece io sono riuscito a percepire aspetti più profondi di quelle narrazioni, oltre che la pura e semplice azione, e ad entrare in sintonia con il pensiero e il messaggio che traspare da quelle opere. Innanzitutto l'ambientazione storica molto curata ha spinto in me la curiosità di sapere di più riguardo a questo aspetto e alla cultura da cui erano stati generati quegli anime e manga, e questo sin da quando vidi per la prima volta Sauske e Kamui a 12 anni. Da allora praticamente non si è mai affievolito in me il desiderio di conoscere e capire meglio la cultura giapponese, seppur nella mia vita e nel mio lavoro non ho mai avuto a che fare praticamente con essa. E poi è anche il messaggio che traspare dalla narrazione di quelle vicende, e che Shirato invia al pubblico che mi trova particolarmente d'accordo. In pratica l'autore con quelle storie così dense di eventi tragici e dolorosi, ed intrise di violenza, non vuole affatto esaltare questi aspetti, ma al contrario indurre il lettore a rifiutare quella mentalità, soprattutto non rassegnarsi alle sopraffazioni rifiutando però la logica della pura risposta di forza bruta. Così pure non manca mai di sottolineare quanto sia inutile e stupido il desiderio di vendetta, sentimento genuinamente umano, ma che crea solo una soddisfazione effimera e falsa, che ben presto lascia lo spazio all'amarezza ed al vuoto, e mai deve considerarsi come vera giustizia. In Kamui questo più che evidente quando lo stesso protagonista, dopo aver appagato tale desiderio in alcune occasioni, dopo non riesce comunque a ritrovare alcuna serenità ed il suo animo rimane sempre inquieto e tormentato. La cosa appare in tutta la sua evidenza, persino pedagogica, pure in Sasuke, e qui invece il protagonista stesso rinuncia a portare a termine la vendetta proprio perché capisce che questo non riuscirà mai e comunque a lenire le ferite del suo cuore. E tutti gli altri personaggi che in tale serie si troveranno a perseguire questo scopo alla fine vanno incontro solo a sconfitte, se non addirittura ad un tragico destino. In Akame questa dura verità viene addirittura sbattuta in faccia al lettore, come fosse un sonoro ceffone, nello sconvolgente finale! Se consideriamo che nella storia della società giapponese "occhio per occhio e dente per dente" sono stati sempre una regola costante, addirittura un obbligo morale per la casta dei guerrieri, questo non fa altro che far risaltare il pensiero di Shirato, e di come sia totalmente all'opposto dei valori tradizionali; cosa ancor più notevole se pensiamo che lui non solo non è cristiano, ma pure dichiaratamente ateo! Per questo è assolutamente sbagliato considerarlo nichilista, anzi propugna valori altissimi e nobili, e con grandissima forza, da un punto di vista squisitamente laico; e scusate se è poco!
@micheles: Hai ragione, ci stiamo allontanando troppo dall'argomento che stavamo dibattendo. Vedro se mi riesce di recuperare l'anime di Basilisk e poi al limite ne discuteremo.
@LaMelina: Lo scopo lo stai raggiungendo alla grande, hai convinto anche me a scaricare i fansub di Barakamon!
Ciò che si evidenzia dai tuoi commenti, che al di là del parere personale che come ben dici viene fuori quando si fa la media mentale per dare un voto a qualcosa che si apprezza, è che hai saputo cogliere a mio modo di vedere ciò che l'autore voleva che venisse trasmesso. Tralasciando comunque il fatto che molte opere di quel periodo hanno come tema principale una certa forma di "protesta" per scuotere la società giapponese in netta contrapposizione alla loro cultura piena di contraddizioni, Kamui dalla tua recensione e dalle tue analisi rappresenta come altre produzioni l'apice in questo dato contesto, visto come al di là dell'aspetto tecnico/grafico figlio del suo tempo, vuole "criticare" ciò che formalmente un tempo veniva considerata normalità. Trovo fondamentalmente geniale voler criticare la propria società creando un'opera che parli della società stessa in maniera moralmente inaccettabile con scene che possano creare disgusto e raccapriccio, perché è solamente scuotendo l'animo delle persone che la maggior parte delle volte si riesce a far capire ciò che si vuole trasmettere. Detto questo, trovo essenzialmente doveroso prima di darsi all'aspra critica, cercare di capire di un'opera il punto di vista dell'autore e di ciò che vuole realmente trasmettere. Se si critica prima di non aver capito ciò che l'autore vuole dire, è solamente sinonimo di superficialità ben distinta. Ed il messaggio dell'autore è sempre lì presente, non si può né negare la sua esistenza né dire che non lo si abbia percepito visto che comporterebbe solamente una superficialità intrinseca durante la visione. Ovviamente può piacere così come non può piacere, questo è chiaro come la notte ed il giorno, ma se il messaggio che l'autore vuole trasmettere definisce i canoni della sua opera rappresentando le fondamenta stessa, può essere mai oggetto di critica ? Si certo, possiamo criticare il suo punto di vista in base alla nostra percezione e sensibilità, ma il suo voler arrivare a trasmettere ciò che vuole dire non può essere oggetto di critica. Imho rappresenta un dato prettamente oggettivo su cui ci si dovrebbe basare prima di attuare una "critica" sia essa positiva o negativa. Infine trovo davvero ammirevole la tua passione che trasuda dai tuoi post per la cultura giapponese. Io sono principalmente critico in certi suoi aspetti, ma apprezzo opere come Kamui (che prima o poi dovrò recuperare) così come apprezzo chi la ammira anche con le sue migliaia di difetti e contraddizioni, perché mi fa capire che ci sono motivi per cui apprezzarla. Infine concludo consigliandoti la visione di Basilisk, la reputo una delle opere migliori che abbia visionato.
@Monfrin: Le qualità morali di Kamui le conosciamo già, e in nessun messaggio qui presente vengono screditate. Ma non bastano, secondo me, le buone intenzioni a fare di un'opera un capolavoro. I difetti la serie li ha, alcuni anche grossi, perché il finale non è un vero finale. Tu dici che sono sorti dei problemi con gli ultimi 6 episodi e ti credo, ma questo allora non fa altro che avvalorare le mie tesi: è un'opera incompleta. Se bastassero le intenzioni a fare di un'anime un capolavoro, allora Wolf's Rain, che tu hai citato, sarebbe un capolavoro e verrebbe considerato uno degli anime migliori di ogni epoca, stesso discorso per Nadia (e ci tengo a precisare che ammiro moltissimo entrambe le opere). Per quanto riguarda il comparto tecnico non mi lamento più di tanto, come hai detto tu si tratta di un cartone del '69 e ovviamente possiede tutti i suoi limiti, ma ci sono opere dello stesso periodo meglio realizzate sotto molti punti di vista (un'anime come Lupin possiede animazioni migliori e una colonna sonora mastodontica). La storia, che dovrebbe rappresentare situazioni reali, ad un certo punto sfasa, con azioni improbabili e cani assassini in grado di ordire piani d'assalto degni del miglior Grifis. Sì, la perfezione non esiste, ma ci sono troppi difetti per assegnarli il top dei voti.
Evangelion racchiude in sè un grande messaggio di critica sociale, non credo sia pretenzioso.
@Ekros & Tunonsainiente: Sono contento di trovare utenti come voi che, magari non apprezzando proprio tutte le mie osservazioni nei commenti, comunque cercano un confronto molto civile motivando le proprie critiche.
@Ekros: Il tema della critica alla società del momento e dei suoi aspetti più deteriori è senz'altro l'aspetto che emerge dalle grandi personalità che emergono nei vari campi artistici. Così si può dire di Shirato, ma anche di Osamu Tezuka, Hayao Miyazaki e Isao Takahata, per non citarne altri. Come tu stesso osservi Shirato ci va giù con mano ancora più pesante proprio per risvegliare i suoi lettori dal quel torpore indotto dalla corsa sfrenata alla crescita economica di quel tempo, ma anche perché crede ancora che sia possibile in Giappone in quel momento la costruzione di una società socialista e rivoluzionaria. Basta leggere opere precedenti a Kamui come Ninja bugeichou Kagemaru den per accorgersi di questo. Tra l'altro se parliamo di scene raccapriccianti in quel manga, come pure in Akame ne troverai di numero e di forza ancor maggiore di quanto non ne si vedano nell'anime di Kamui. Ma va comunque detto che, seppur calcando la mano talvolta, queste terribili scene non sono un esercizio di fantasia, ma eventi registrati nelle cronache dell'epoca. Man mano che il tempo passava ovviamente si rendeva conto che quell'utopia si allontanava sempre di più dalla realizzazione, e quindi in Kamui gaiden cresce di pari passo anche il suo pessimismo, pur non cedendo di un millimetro dai propri principî. Solo se si va nel profondo e ci si documenta un minimo si riesce davvero a capire e ad apprezzare la grandezza narrativa di questo grande mangaka. Purtroppo questo è anche il motivo per il quale fuori dal Giappone non è certo tra gli autori più conosciuti ed apprezzati dalla massa che segue fumetti e cinema d'animazione, mentre in patria è considerato una specie di mostro sacro. Continuo a sperare che la Hazard faccia uscire presto altri titoli di Shirato, solo che è una casa editrice molto piccola e quindi lavora molto più lentamente di altre. Per quanto sia curioso del Giappone e della sua cultura, specialmente dei tempi andati (quella di oggi, in particolar modo ciò che è legato a subculture giovanili degli ultimi 20 anni, decisamente meno) non vado a cercare solo gli aspetti più luminosi e positivi, ma anche quelli meno edificanti, proprio per avere una visione più equilibrata possibile. Ultimamente, vedendo proprio quella splendida conferenza fatta da Mari Yamazaki e Keiko Ichiguchi al Kappa festival (che consiglio caldamente chiunque di vedere, anche a chi non apprezza lo stile e le opere di queste due autrici di manga, propri perché il dibattito non verteva solo su animazione e fumetti, ma anche su molti altri aspetti della realtà culturale e di costume della società nipponica), mi sono fatto un idea non proprio positiva dell'educazione scolastica del paese del Sol Levante.
@Tunonsainiete: Io non considero il finale non finale di Kamui come un difetto, piuttosto è un limite che però non è dovuto alla volontà dell'autore, quanto penso a problemi di produzione, e forse anche di collocazione nel palinsesto del canale TV che lo doveva trasmettere all'epoca. E' probabile che la pausa in cui fu messa per un certo tempo la prosecuzione del manga abbia in qualche modo impedito la realizzazione di una seconda stagione, e quando fu ripresa la realizzazione della storia cartacea è possibile che il mutamento dei gusti della massa del pubblico abbiano scoraggiato i produttori televisivi di finanziare il proseguimento anche sotto forma di anime. Il film live prodotto 4 anni fa, seppur con grandi mezzi e l'uso delle più moderne tecniche di ripresa, purtroppo riesce solo in minima parte a rendere lo spirito dell'opera originale. So che non sarai d'accordo, ma le esagerazioni e le iperbole, come quelle dei cani ninja super intelligenti, alla fine, secondo me, sono licenze poetiche che l'autore infila nella narrazione per ravvivare un po' il contesto rispetto ad un eccessivo pessimismo e drammatico realismo che alberga in tutto il resto della storia. E poi, come già detto, sono parte dell'immaginario dei popoli orientali queste capacità sovrumane degli eroi guerrieri (nei film cinesi di genere wuxia si va anche ben oltre a quel che si vede in Kamui). Tutto sommato ritengo che queste siano comunque ancora più che accettabili nell'economia della narrazione. Su Evangelion potrei dire molte altre cose, ma rischierei di andare troppo fuori dell'argomento, perciò preferisco evitare.
Ho cominciato proprio oggi a visionare il primo episodio di Barakamon, e la prima impressione è che si tratta di una storia carina e divertente!
Caro Monfrin, ti leggo sempre con molto piacere e sottoscrivo di cuore tutto quello che dici tranne un punto:
Solo se si va nel profondo e ci si documenta un minimo si riesce davvero a capire e ad apprezzare la grandezza narrativa di questo grande mangaka.
Non e' vero, e tu in fondo sei d'accordo con me, perche' noi abbiamo visto Kamui (e Sasuke) che eravamo ancora alle medie, senza nessuna conoscenza del Giappone medioevale eppure abbiamo immediatamente riconosciuto la grandezza di Shirato. La comprensione non ha nulla a che vedere con la cultura e prepazione dello spettatore/lettore ma tutto con la sua sensibilita'. Motivo per cui io e te abbiamo capito tutto di Kamui fin da bambini e niente di Evangelion, pur avendolo visto da adulti
@micheles: E' vero, noi abbiamo visto Kamui e Sasuke quando eravamo ragazzini e poco o nulla si sapeva di chi produceva quei disegni animati, certo che non serviva essere degli yamatologi per appassionarsi alle vicende di quei personaggi, e comunque la storia scritta da Shirato era quanto mai esplicita del pensiero dell'autore. Però diversi aspetti di quel mondo che ci appariva nella narrazione rimanevano misteriosi, ed è proprio il desiderio di saperne di più che mi spingeva a trovare notizie, articoli e quant'altro avesse a che fare con il Giappone di quel periodo storico. Ma negli anni '80 non era così facile come oggi, con internet Wikipedia e quant'altro, le uniche cose che trovavo sull'enciclopedia erano pochi e feddi dati su chi fossero stati Ooda Nobunaga, Ieyasu Tokugawa e Hideyoshi Toyotomi, più qualche generica descrizione degli eventi di cui furono protagonisti. Su Shirato invece nulla di nulla, addirittura io pensavo fosse uno storico e non un fumettista, fino a che nei primi anni '90 sul settimo numero della rivista Mangazine trovai un articolo che parlava proprio del Maestro e di alcune sue opere. Purtroppo dopo quel breve sprazzo di luce ho duvuto aspettare parecchi anni prima di trovare qualcuno che si occupasse di raccogliere altre informazioni su di lui. Noi lo conosciamo soprattuto per i drammi storici ambientati tra il 16° ed il 17° secolo in Giappone, però Shirato non si è limitato solo a questo, ma ha anche realizzato manga su soggetti ambientati in diverse parti del mondo come nel west americano tra i nativi, oppure tra i miti dell'antica Grecia, o nel modo animale, ed infine ancora in patria, ma nel secondo dopoguerra. E' e rimane ancora un autore in gran parte da scoprire,e d è per questo che spero che la Hazard vada avanti con la pubblcazione dei suoi titoli.