Evangelion fa sempre delle ottime recensioni su Taniguchi, però questa volta è caduto nel pregiudizio su quest'opera. L'uomo che cammina non pretende di raccontare nulla al lettore, perchè lascia a quest'ultimo la libertà di esprimere le proprie personali sensazioni nella visione delle tavole che raccontano i vari momenti di una semplice comune giornata. Questa opera deve essere letta non tanto per la struttura della trama e dei disegni, ma semmai per l'uso del linguaggio di semplici immagini senza alcun dialogo per raccontare dei momenti di una giornata. L'autore lascia al lettore la libertà di lettura delle immagini, perchè le stesse nascono soltanto per rappresentare dei momenti della vita di una persona. Sicuramente non è il capolavoro di Taniguchi, però la capacità di raccontare dei momenti per immagini non è semplice come si può pensare... Io penso che sia invece molto introspettiva come opera, perchè nella sua apparente semplicità cerca di trasmettere le sensazioni profonde provate dal protagonista della storia.
Dare quattro a quest'opera è come vedere un taglio di Lucio Fontana e pensare che sia soltanto una tela tagliata... no, quel taglio sulla tela serve per far comprendere che lo spazio dell'opera non è quello che vediamo con gli occhi, ma semmai che è racchiuso dentro a quel "semplice" taglio. È un discorso concettuale che si sposa in forma diversa con il linguaggio delle semplici immagini usate da Taniguchi.
Anche io ho dato un 4 a "L'uomo che cammina" e sono proprio convinto di quello che ho scritto nella mia recensione. Pertanto mi trovo d'accordo con la recensione di Evangelion0189.
Tre opere che non conosco ma che accendono in me un certo interesse così come avviene per Blanca, Allevare un cane ed altri racconti e diversi altri titoli di Taniguchi; poi purtroppo mi cade l'occhio sul prezzo al quale vengono proposti e passa qualsiasi velleità.
Senz'altro una delle mie recensioni meno ispirate; altri miei scritti sulle opere di Taniguchi (per esempio, su "Il cielo radioso" e "Al tempo di papà") sono sicuramente più "sentiti". In linea di massima, però, sono sempre molto critico (diciamo pure iper-critico) e tendo a costruirmi un'opinione personale senza farmi influenzare più di tanto dai pareri altrui.
"A freddo" penso che non darei più di 5 a "L'uomo che cammina", sicché fondamentalmente resto dello stesso parere anche adesso. Per me Taniguchi è un ottimo autore, tant'è che, eccezion fatta per pochi casi, non mi sono pentito quasi mai di aver acquistato una sua opera.
Ad ogni modo, grazie come sempre per aver pubblicato una mia recensione, e complimenti come sempre anche agli altri recensori!
Wow, questa volta una rubrica tutta dedicata a Taniguchi! Anch'io sono un estimatore del maestro, lo apprezzo perchè è uno dei pochi che riesce a dimostrare pesantemente che il 'manga' non è solo roba da ragazzetti. Molti suoi lavori sono pura poesia. Riguardo al votaccio su l'uomo che cammina, mi ha fatto venire voglia di rileggerlo, lo lessi alcuni anni fa e non lo ricordo quasi per niente, ma non mi pare mi avesse lasciato un opinione così negativa.
Nonostante possieda praticamente tutto di Taniguchi, non sono un suo grande estimatore, ma ogni volto a fronte di dichiarazione di capolavoro assoluto, voglio "provare per credere". Concordo assolutamente il giudizio su l'uomo che cammina
Taniguchi è un ottimo autore, ma anche a me l'uomo che cammina non è piaciuto e sono sostanzialmente d'accordo con quanto ha scritto Evangelion nella sua recensione.
Tra le opere che ho letto dell'autore, la mia preferita è proprio Al tempo di Papà. Grazie per aver selezionato la mia recensione per questa rubrica
Possiedo tutti e tre questi volumi:Al tempo di papà è la mia opera preferita di Taniguchi,e anche In una lontana città mi piace molto,anche se un po meno. Riguardo a L'uomo che cammina,anche io l'ho trovato un po deludente,ma 4 mi sembra un voto troppo basso.
Un ottimo trittico. Se per Una lontana città e Al tempo di papà (il preferito dell'autore) si possono spendere solo elogi, come ho già detto più volte L'uomo che cammina è invece un'arma a doppio taglio, un titolo che si ama (trovandolo un capolavoro di sensibilità) o si odia (trovandolo una palla priva di senso) senza vie di mezzo. Io appartengo alla prima categoria, essendomi innamorato di questo grande autore (a cui devo anche la mia laurea) proprio con L'uomo che cammina, ma comprendo il punto di vista di chi ci si annoia. Complimenti a tutti e tre i recensori, in ogni caso.
Dare quattro a quest'opera è come vedere un taglio di Lucio Fontana e pensare che sia soltanto una tela tagliata... no, quel taglio sulla tela serve per far comprendere che lo spazio dell'opera non è quello che vediamo con gli occhi, ma semmai che è racchiuso dentro a quel "semplice" taglio. È un discorso concettuale che si sposa in forma diversa con il linguaggio delle semplici immagini usate da Taniguchi.
Per me è un opera da 7 pieno.