Ero convinto che i giappi passassero sempre materiale "pulito" in blocco (per esempio, quando i manga erano sottiletta, era frequente che tra un volumetto e l'altro si alternassero immagini usate anche nell'edizione originale e illustrazioni pubblicate solo in artbook).
Certo che il lavoro si allunga non poco se per alcuni titoli passano la copertina col titolo in giapponese da cancellare!
Scusa Ironic, ma questa volta ti tiro un pò le orecchie! Mi aspettavo un'intervista più "tecnica" che illustrasse i vari passaggi di, appunto, "come nasce una copertina", invece è più una chiacchierata (piacevole, per carità!) su quant'è bello il lavoro del copertinista. Insomma, non so gli altri ma io, il delfino curioso della situazione, resto con molte domande. Da quello che racconta mi par di capire (e ne resto agghiacciata) che alla casa editrice italiana non venga fornita l'illustrazione "vergine" della copertina, ma devono essere loro (lei in questo caso) a cancellare le scritte in giapponese "a mano-manella" ricostruendo pure le parti mancanti del disegno?! (potrei capire le onomatopee sulle tavole, che nascono così dal pennino dell'autore, ma la copertina?!!! Devo pensare che anche quella la prepara in toto l'autore, già "impaginata" e rifinita?!) E poi in cosa consiste il "controllo" e l'approvazione della casa editrice giapponese? Deve preparare più soluzioni e chiedere la loro approvazione? Danno delle indicazioni di massima? Vogliono una cosa il più possibile simile all'originale (come font caratteri ecc.) o concedono anche cose completamente diverse? In questi casi forniscono loro qualche materiale o ci si deve arrangiare (magari con immagini prese dagli artbook ecc.)?! Eccetera... eccetera... eccetera... io sarei diventata il suo peggiore incubo, poverina XD
L'intervista è stata piacevole, ma non mi ha soddisfatto pienamente. Avrei voluto saperne di più su come funziona questo lavoro, su cosa si fa, quali sono i procedimenti... insomma, più domande sul lato tecnico!
Cmq anche io pensavo che le copertine arrivassero "vergini", cioè solo con il disegno, senza nessun logo o carattere... e invece! O forse è così solo per alcuni editori giapponesi, mentre altri forniscono il materiale base per le copertine?
Nonostante tutto, è stato un bell'articolo, grazie!
Brava Francesca, ti raccomando con Alice academy 17 che ha in copertina un personaggio che mi piace e con Hakkenden (anche se la 4 non è tra le mie cover preferite)! u__u Contiamo su di te! *o*
Articolo interessante, ma forse qualche tecnicismo in più non avrebbe fatto male
Visto che in lista c'è pure Kiseju 4, volevo sottolineare come la costina presenti il numero (4) più piccolo rispetto ai tre volumi precedenti. Confidando che Francesca (o qualcun altro di Goen) ci legga ne accorga e rimedi per i volumi successivi (o per una ristampa futura del 4).
Speriamo che escano al più presto i volumi ai quali sta lavorando, abbiamo fame dei titoli Goen.
Non sapevo quasi niente di quest'attività anche perché ero convintissima che le tavole arrivassero alle case editrici italiane pulite. Immagino il lavoraccio. È una vera e propria opera di restauro, soprattutto per quanto riguarda le parti coperte dalle scritte. Sono veramente sorpresa dal lavoro che si trova anche dietro ad una semplice copertina. Faccio tanti complimenti a Francesca.
Non per difendere Ironic - non ne ha certo bisogno - ma in questo genere di interviste occore bilanciare fra tecnicismi, utilissimi per diversi fan ma che a volte possono stancare e necessaria colloquialità del discorso. Non sono sorpreso che ci sia questo lavoro dietro le copertine - una vera arte a parte come è noto a chi frequenta la Bonelli o la BD francese - ma che vi sia così tanto da fare anche nelle pubblicazioni manga ( come @Antoine pensavo che dal Gaiappone arrivasee materiale più "pulito" )
E' stata un'intervista interessante. Non avevo mai pensato a quanto lavoro ci fosse dietro alla realizzazione di una copertina o di un manga intero. E' bello sapere che le piace questo lavoro perché in molti casi, quando una persona è obbligata a fare qualcosa, rischia di perdere la passione e di vedere il proprio lavoro solamente come una cosa noiosa o imposta da altri
Strano che non sia stata posta una domanda su come è diventata tale (cosa ha studiato) e consigli per chi vorrebbe entrare nel mondo dell'editing... ammetto che era la cosa che mi incuriosiva di più, non se ne parla quasi mai :c comunque buona intervista, finalmente qualcosa di diverso dal solito doppiatore o idol oltreoceano!
grazie per la bella intervista! mi fa molto piacere leggere queste cose e questo sembra davvero un lavoro molto bello ed interessante! sono felice, ed invidioso, per lei!