Difficile pronunciarsi a priori. Visto l'argomento trattato, l'opera potrebbe sviscerare la questione con un livello di maturità adeguato o scivolare nel triviale.
"Conoscendo" la Anno, è difficile che si azzardi a scrivere sul tema senza essersi prima adeguatamente preparata, pertanto confido che quest'opera al pari delle sue altre non sia affatto da buttare via.
Inizialmente pensavo che la storia fosse ambientata nelle case chiuse giapponesi (non so se esistessero) nel corrispondente periodo nipponico della bell'Epoque, suppongo lo Showa, invece leggo che è proprio ambientato nella ville lumière. Sull'elemento del fascino non mi cambia nulla (anzi), mi resta invece la curiosità di sapere se, per l'appunto, ci fosse stato qualcosa di simile anche in Giappone.
Assolutamente, penso che la Anno non deluderà, conoscendo la sua cura per la documentazione. L'ambientazione è sicuramente affascinante.
Sì, il periodo corrisponderebbe essenzialmente al Taisho e al suo prolungamento nello Showa. All'epoca anche il Giappone conosceva case di tolleranza (erano diffuse anche nel periodo Edo), concentrate essenzialmente, per quanto riguarda la capitale, a Kabukichou, che è rimasto il quartiere a luci rosse di Tokyo, come noto.