non ho letto romeo to giuliet, ma sono d' accordo con i voti per versailes no bara e konosuba; peccato solo 10 episodi, ma davvero una bella parodia, comica e divertente al punto giusto.
La storia inizia presentandoci il protagonista, un classico ragazzo giapponese appassionato di videogiochi, che passa la maggior parte delle sue giornate chiuso in camera a divertirsi e guardare la TV.
Wow mai visto qualcosa del genere.
Yuria
- 8 anni fa
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@orange-kun92
si hai ragione ce ne stanno tante di serie così, ma konosuba è una parodia di queste, quindi, almeno questa serie ha una giustificazione più che plausibile nel fatto che, volendo essere una presa in giro di questi anime che iniziano così, non poteva far a meno di iniziare così.
Di questi ho visto solo Konosuba, e sono d'accordo con la recensione ed anche con la valutazione assegnata. Una bella sorpresa che ha avuto anche la fortuna di apparire nel mezzo di una stagione deludente.
Super d'accordo per Lady Oscar, un mito che non tramonta mai. Romeo to Juliett non l'ho letto, questo tipo di storie non fanno per me. L'ultimo invece sono ancora indecisa se guardarlo o meno, ma leggendo la recensione credo gli darò un occhiata.
Mi unisco ai consensi e ai plausi per Lady Oscar: capolavoro assoluto da vedere e rivedere!
Per dovere di cronaca bisogna però ricordare che Dezaki subentrò solo in un secondo momento alla guida della regia (mi sembra dall'episodio 15). A mio avviso meriterebbe una menzione anche la potentissima colonna sonora che completa un impianto produttivo di livello cinematografico: personalmente, una delle poche musiche che al solo ascolto di poche note fanno scaturire fiumi di lacrime...
Devo ammettere che, rivedendola in versione integrale, ho potuto apprezzare tutta la magnificenza di questa inossidabile serie e al contempo disprezzare l'edizione Fininvest con le sue censure, le traduzioni sballate e le orripilanti sigle, in particolare queste ultime, per quanto possano aver contribuito al successo dell'anime nel nostro paese, bisogna riconoscere che sono invecchiate malissimo, dimostrando un'innegabile povertà compositiva e una banalità dei testi sconcertante.
KonoSuba è KonoSuba,ha elevato il concetto di presa per i fondelli degli anime copia-incolla sullo stile fantasy,impossibile non apprezzarlo.
Lugialeon
- 8 anni fa
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Io ho visto sia Lady Oscar - Versailles no bara che KonoSuba è non posso che essere d'accordo con i due recensori che hanno espresso a meglio i loro parerei Lady Oscar è un bell'anime storico che trasporta chi lo vede nel passato con degli avvenimenti molto importanti KonoSuba è molto divertente consigliato a tutti per passare del bel tempo a ridere
Questa volta non conoscevo nessuno dei titoli... La recensione di Romeo To Juliet mi è piaciuta molto, soprattutto la frase:
i personaggi non spiccano per spessore, che a mio giudizio è persino inferiore dei fogli di carta sui quali sono stati disegnati.
Veramente ben scritta, complimenti! E tra l'altro, mi ha anche fatto venire voglia di leggere l'opera.
Anarchy Anime Reviews
- 8 anni fa
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@Goonie Ho citato Ganba perhè secondo me fa capire benissimo come Dezaki riuscisse a rendere avvincente qualunque cosa, è una serie di un minimalismo estremo, alla fine ci sono sei topi (se non ricordo male) quasi scarabocchiati, eppure non appena la serie ingrana dopo qualche puntata non si può fare a meno di vederla fino in fondo. In qualche episodio si lascia andare anche a qualche virtuosismo estetico tipo quadro impressionista che secondo me merita di essere visto.
@bob71 Concordo assolutamente sulla colonna sonora, oltre alle sigle è notevole anche il vero e proprio commento musicale che si sente nel corso della serie. Anche in questo caso rispetto ad altri titoli dello stesso periodo hanno adottato scelte molto particolari, manca quasi totalmente ad esempio l'uso onomatopeico della musica, cosa che nel '79 era ancora abbastanza di moda. Capitan Harlock è solo di qualche anno precedente eppure ogni volta che compare in scena non manca mai lo squillo di trombe che probabilmente doveva sostituire il classico tadan! che si legge di solito nei fumetti. Inoltre hanno avuto anche l'accortezza di usare uno stile che imitasse la musica del periodo a cui fa riferimento la serie. Diciamo che Dezaki ha potuto godere di una libertà espressiva che altri si potevano solo sognare, nemmeno Rin Taro aveva così mano libera, immancabilmente anche quando provava a distinguersi dalla media delle produzioni del suo tempo gli studi o le emittenti televisive lo correggevano incollando episodi completamente fuori luogo come in Gran Prix, tanto per citarne uno. Non per fare il nostalgico ma la mancanza di personalità è forse il difetto più evidente anche per quanto riguarda le serie attuali rispetto a classici come questo. E' vero che anche negli anni '70/'80 gli anime erano pieni di stereotipi però, tanto per fare un esempio, bisogna dire che il fan di Anna dai capelli rossi poteva gurdarsi una serie di Miyazaki, senza correre il pericolo di trovarsi di fronte personaggi omologati come quelli di Astrorobot. Oggi il fan di Anna dai capelli rossi per non correre rischi simili può al massimo leggersi un bel libro.