Ottima intervista, grazie per averla tradotta! Sapere che è stata prestata tanta attenzione alla quotidianità in tempo di guerra è un ottimo segno, è esattamente ciò che mi aspetto da quest'opera. Inoltre il modo in cui il film è stato recepito dagli anziani che hanno davvero vissuto quegli anni è un dettaglio davvero interessante.
Beh, secondo me l'animazione non è un genere ma una tecnica, un modo di rappresentare le cose e di fare film, e penso che In questo angolo di mondo e Your name non rientrino nella stessa tipologia di film.
Sante parole, davvero una bella intervista, a questo punto devo proprio riuscire a vederlo questo film...
ANdatavelo veramente a vedere. Innanzitutto voglio ringraziare Bob 71 per aver tradotto l'intervista, è un periodaccio questo. L'intervista è bella sul serio e da un assaggio del lavoro che c'è dietro questo film la cui produzione meriterebbe di essere ben narrata ( l'intervistatore forse ha dimenticato di annotare come un buon 10% della cifra per fare questo film sia stata raccolta in Crownfunding). Il film ha avuto effettivamente alcune contestazioni sulla sua esattezza storica, ma soprattuto per cose un pò buffe: Alcuni anziani hanno contestato il modo in cui Suzu - la protagonista - indossa il kimono, perchè non era proprio perfetto quel modo di indossarlo... ma questo lo ha spiegato lo stesso regista è voluto, perchè lei è una persona vera. Con tutte le sue imperfezioni.
L'esattezza della ricostruzione storica è stato uno degli atoù principali della produzione, ricercata, come detta, ma soprattutto voluta per dare a quest'opera un significato che va aldilà del semplice intrattenimento ... da questo punto di vista non so se il successo di Your Name lo abbia veramente oscurato..in realtà mi chiedo quanti dei ragazzi che sono andati a vedere Your Name sarebbero andati a vedere la vita di Suzu...eppure avrebbero veramente imparato qualcosa: 1) La folia vera della guerra che spazza via innocenti e colpevoli. E sconvolge le vite di tutti.
2) Ed avrebbero potuto avere occasione di riflettere, sulle responsabilità del Giappone ( cosa che non viene fatto molto spesso, visto il clima di revanscismo a cui sono esposti i giovani nipponici).
Anche questo film è stato accusatoo di fomentare il revanscismo, ma è un'accusa sciocca...
Alla fine del film notate che Suzu dirà una frase: " Ora il mio corpo ora è fatto del riso e della soia straniero"... Subito dopo il conflitto il Giappone - che aveva investito completamente nella guerra - soffrì di una grave carestia, gli vennero a mancare i rifornimenti che importava da Taiwan, Corea e Thailandia, sottraendolo alle popolazioni locali. Venendo a mancare si dovette usare la soia. Con quella frase Suzu ( ed il regista) esprimono la loro consapevolezza di comprendere le responsabilità della guerra.
Già ma chi vuole discutere di questo ora che il buon Kim si è messo a testare dei petardoni pericolosi e buttare i suoi giocattoli qui eli nell'aere?? Caro Kim, se non ci fossi tu e la tua genia ....come farebbero l'industria degli armamenti?
Grazie per l'intervista! Ho visto gli altri titoli citati, dal particolarissimo Arete Hime, a Who's Left Behind, film molto carino, al delizioso Mai Mai Miracle (ricordiamoci di ringraziare Yamato per averlo, come al solito, annunciato e mai più portato). Katabuchi è un veterano e merita massima stima per quello che sta compiendo. Io per poter guardare il film devo solo sperare che ne vengano fatte delle repliche come per Your Name...
Sapere che è stata prestata tanta attenzione alla quotidianità in tempo di guerra è un ottimo segno, è esattamente ciò che mi aspetto da quest'opera. Inoltre il modo in cui il film è stato recepito dagli anziani che hanno davvero vissuto quegli anni è un dettaglio davvero interessante.