Bellissima recensione, soprattutto la parte finale
La cosa che si sente di più durante la lettura è appunto la dolcezza... e, anche se forse è brutto/non politically correct da dire, come la disabilità di Kohei possa anche essere vista come "metafora" e trasportata in una difficoltà di comunincare (e comunicarsi) in ogni relazione.
Mi ero persa l'annuncio di Limit, mio di sicuro!!
"l’amare qualcuno ci metta di fronte a noi stessi, costringendoci a distruggere, anche con grande fatica, quelle barriere che ci siamo costruiti attorno, per poter pienamente accogliere l’altra persona così come siamo e per come lei ci ama."
Hidamari era effettivamente bello nei primi volumi, davvero un peccato che nel sequel l'autrice abbia voluto allungare il brodo (forse per cavalcare l'onda del successo del live action), inserendo triangoli amorosi e risvolti da soap opera che francamente si potevano evitare.
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