Si dice "buon senso", e sono ateo...
Un ateo fasullo che ragiona da tipico cattolico che non accetta i cambiamenti con la scusante/jolly di argomentazione del buon senso. W il progresso! W gli umani geneticamente modificati e nati in provetta e finocchi come nel nuovo mondo di Huxley ma democratico!
Franzelion, tu dici “su te stesso puoi sempre contare”, ma non vale mica per tutti, per essere così dovresti avere completa fiducia nei tuoi mezzi e nelle tue capacità, dovresti sapertela cavare sempre e comunque in qualunque situazione senza l’aiuto di nessuno………hai detto poco!
Forse non ti è chiaro che questa gente non esce dalla propria stanza, figuriamoci andare dal medico più volte per farsi prescrivere una terapia da seguire...
Comunque ho capito che sei un pseudo troll ma mi sa che non hai ben chiaro cosa sia questo fenomeno e prima di commentare dovremmo informarci. Non parliamo di gente che non esce di CASA ma di gente che spesso e volentieri non esce neanche dalla propria STANZA. Neanche per mangiare e neanche per lavarsi.
I loro parenti possono uscire e quindi possono comperare per i loro figli degli antipsicotici. Costringerli ad assumere quei farmaci. Per quanto riguarda il fenomeno in Italia penso che sia soltanto una moda.
Ma sei serio? Ma su daì. Sono laureata in medicina e mi sto specializzando per diventare psichiatra: non si costringono i pazienti a prendere medicine di questo tipo, anzi. Se il paziente non è collaborativo e non capisce di averne bisogno non gli si prescrive niente! Per il resto c'è il TSO, che è un altro discorso.
Ad esempio se per ogni shonen da “il potere dell’amicizia” ce ne fosse uno da “il potere della solitudine”, ci sarebbero molti meno giapponesi depressi.
Applausi!!! Dovremmo imparare a essere un po' più empatici.
Nel mio caso personale si tratta di una solitudine cresciuta dopo numerose cocenti delusioni avute nell'adolescenza dalle presunte amicizie che avevo in quel periodo. Questo mi ha lasciato un senso di insicurezza nell'approcciarmi agli altri, per cui posso benissimo intavolare una chiacchierata, ma alla fine rimangono tutte "amicizie" superficiali, dove non mi espongo mai più di tanto per non incorrere in ulteriori sofferenze emotive. So che non sono nel giusto, e avevo trovato una persona con cui finalmente avevo un legame forte, ma purtroppo la vita sa essere crudele, e il cancro l'ha portata via troppo presto.
L’ho detto: se appare difficile è proprio perchè nessuno si sbatte a insegnarti come si fa, te la devi vedere da solo.
Ad esempio se per ogni shonen da “il potere dell’amicizia” ce ne fosse uno da “il potere della solitudine”, ci sarebbero molti meno giapponesi depressi.
Comunque, chiedo scusa se per un attimo mi infilo in un altro discorso (quello tra animeXcaso e Ataru Moroboshii se considerare valido o meno Welcome to the NHK), volevo dire che secondo me avete entrambi ragione su alcuni aspetti e torto sugli altri…………è vero che è un’opera che analizza bene il fenomeno da tanti punti di vista diversi, e che quindi è un buon esempio “pratico” per capire la sofferenza e la paranoia di un individuo che si isola dalla società, però devo decisamente dare ragione ad Ataru quando dice che è la premessa ad essere sbagliata, in un’opera di finzione “può succedere” che la salvezza venga a bussarti alla porta senza che tu debba muovere un dito……………..nella realtà non è così, nessuno verrà ad aiutarti, specialmente se hai volutamente reciso tu stesso qualunque legame col mondo esterno……..al massimo puoi sperare che al campanello suoni un rappresentante di aspirapolveri o, similmente a NHK, un testimone di Geova (va beh è una battuta questa, scusate, ma penso che un attimino vada stemperato il clima di questa discussione, che mi sembra un po’ troppo “da funerale” ).
L'isolamento assoluto a questo mondo è impossibile, a meno di non vivere su un'isola sperduta in mezzo all'oceano, è ovvio che qualcuno verrà a bussarti alla porta, che ti piaccia o no.
Io ritengo che in NHK a bussare la porta non fosse la salvezzaAttenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)guarda a caso Satou si trova un lavoro non su richiesta di Misaki ma perché gli avrebbero tagliato i viveri, così come è successo al tipo incontrato su internet.
e pertanto non debba essere considerato come un invito alla passività, tutt'altro.
No, per carità, io sono il primo a non apprezzare i musoni
Non sono mai stato hikikomori ma ho attraversato una fase di disperazione simile.
Penso dipenda dal carattere e dalla paura. La paura di dover lavorare tutta la vita rinunciando ai propri sogni, la paura di ritrovarsi a dover lottare contro gli altri oltre che contro i normali problemi della vita e infine anche la paura di ritrovarsi falliti senza un lavoro a dover vivere in mezzo ad una strada.
Quando la paura supera un certo livello ti blocca completamente, riuscire ad affrontarla è molto difficile, serve qualcuno che ti sproni (esempio i propri genitori) e/o un obbiettivo da perseguire.
E la sensazione di non potercela più fare non scompare affatto, semplicemente si impara a dominarla e a ricacciarla indietro.
Il bullismo è assolutamente tra i colpevoli come lo è la mancanza di un lavoro (percepito come fallimento e mancanza di prospettive).
Per il bullismo personalmente consiglio la strategia della fuga ossia cambiare scuola (non smettere di andarci che è molto peggio), anche più volte, un'ottima possibilità è il serale (dove l'ambiente è meno fertile per i bulli).
Non vale la pena combattere e soffrire ogni giorno nel periodo che dovrebbe essere il più bello della propria vita.
I genitori in questo caso hanno la responsabilità di cogliere il disagio e aiutare i figli ad allontanarsi dall'ambiente ostile (che è un ostacolo alla serenità, allo studio e a tutto il resto).
Per la mancanza di lavoro invece l'unica è continuare a cercarlo, anche attraverso linkedin e facendo continuamente colloqui (anche dopo che si è trovato lavoro... è l'unico modo per abituarsi a fare colloqui di lavoro, l'unico modo per migliorare il proprio stipendio e fare carriera, l'unico modo per non essere angosciati per la possibile perdita del lavoro).
Per l'angoscia di perdere tutta la propria vita a lavorare perdendo i sogni l'unica è seguire un obbiettivo. Senza un obbiettivo si finisce per perdere di vista il motivo per cui si lavora (che non è solo semplice sopravvivenza ma anche realizzazione dei propri obbiettivi/sogni).
Penso di essere particolarmente sensibile al problema perché credo che, in altre circostanze, potrei essere tra loro.
Al contrario. Quel che serve ai Giapponesi depressi è proprio il "potere dell'amicizia". In una società che tende a vederli come macchine da lavoro piuttosto che come esseri umani, che li spinge a considerarsi dei totali falliti perché arrivati ad una certa età non hanno raggiunto un traguardo lavorativo o non si sono fatti una famiglia, quello che gli serve è proprio la vicinanza di amici sinceri: qualcuno con cui ridere insieme, con cui poter essere se stessi senza assurde costrizioni e formule di keigo
Non sono mai stato hikikomori ma ho attraversato una fase di disperazione simile.
Penso dipenda dal carattere e dalla paura. La paura di dover lavorare tutta la vita rinunciando ai propri sogni, la paura di ritrovarsi a dover lottare contro gli altri oltre che contro i normali problemi della vita e infine anche la paura di ritrovarsi falliti senza un lavoro a dover vivere in mezzo ad una strada.
Quando la paura supera un certo livello ti blocca completamente, riuscire ad affrontarla è molto difficile, serve qualcuno che ti sproni (esempio i propri genitori) e/o un obbiettivo da perseguire.
E la sensazione di non potercela più fare non scompare affatto, semplicemente si impara a dominarla e a ricacciarla indietro.
Il bullismo è assolutamente tra i colpevoli come lo è la mancanza di un lavoro (percepito come fallimento e mancanza di prospettive).
Per il bullismo personalmente consiglio la strategia della fuga ossia cambiare scuola (non smettere di andarci che è molto peggio), anche più volte, un'ottima possibilità è il serale (dove l'ambiente è meno fertile per i bulli).
Non vale la pena combattere e soffrire ogni giorno nel periodo che dovrebbe essere il più bello della propria vita.
I genitori in questo caso hanno la responsabilità di cogliere il disagio e aiutare i figli ad allontanarsi dall'ambiente ostile (che è un ostacolo alla serenità, allo studio e a tutto il resto).
Per la mancanza di lavoro invece l'unica è continuare a cercarlo, anche attraverso linkedin e facendo continuamente colloqui (anche dopo che si è trovato lavoro... è l'unico modo per abituarsi a fare colloqui di lavoro, l'unico modo per migliorare il proprio stipendio e fare carriera, l'unico modo per non essere angosciati per la possibile perdita del lavoro).
Per l'angoscia di perdere tutta la propria vita a lavorare perdendo i sogni l'unica è seguire un obbiettivo. Senza un obbiettivo si finisce per perdere di vista il motivo per cui si lavora (che non è solo semplice sopravvivenza ma anche realizzazione dei propri obbiettivi/sogni).
Penso di essere particolarmente sensibile al problema perché credo che, in altre circostanze, potrei essere tra loro.
Difendere o simpatizzare con sti tizi equivale a essere loro complice.
Non sono malati, sono idioti. Pietà zero.
sinceramente io percepisco un sacco di angoscia dal tuo discorso derivante da alte aspettative, per altro improbabili da realizzare in questo momento storico, non che sia fuori dalla norma, è un problema tipico della generazione millenial ma comunque non non sono uno psicologo. Però ti posso consigliare un libro:
I genitori sicuramente possono essere una salvezza perché senza di loro un po' tutti saremmo persi. Per quanto riguarda i bulli sono solo la feccia perchè non hanno niente fare nella vita e secondo me un buon modo per contrastarli è combatterli pacificamente tipo fargli una foto e metterla per tutta la città dicendo che questo/i sono bulli. Avere un obiettivo nella vita è fondamentale perchè senza quello vivi ogni giorno uguale a quello precedente
Scusate ragazzi, ho capito che è un troll e non avrei dovuto rispondergli ancora, ma sulla medicina non si scherza e purtroppo non riesco a stare zitta...
L'isolamento assoluto a questo mondo è impossibile, a meno di non vivere su un'isola sperduta in mezzo all'oceano, è ovvio che qualcuno verrà a bussarti alla porta, che ti piaccia o no.
Ma anche se fosse, non è detto che chi ti venga a bussare alla porta sia una persona preoccupata o che ci tenga a te, anzi......Io ritengo che in NHK a bussare la porta non fosse la salvezzaAttenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)guarda a caso Satou si trova un lavoro non su richiesta di Misaki ma perché gli avrebbero tagliato i viveri, così come è successo al tipo incontrato su internet.
e pertanto non debba essere considerato come un invito alla passività, tutt'altro.
Evidentemente su questo la pensiamo in maniera diversa, perché.....Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo).....io invece trovo il finale dell'anime veramente insensato e per niente credibile, solo in un mondo di finzione uno che è sempre stato un recluso, un giorno si sveglia per la fame, esce di casa normalmente, trova subito un lavoro e BAM! guarito, tutto apposto, problemi risolti...........è forse la cosa che mi è piaciuta di meno in tutto l'anime, da questo punto di vista secondo me il finale del manga è molto più onesto e realistico, anche se anche quello secondo me non è così perfetto.No, per carità, io sono il primo a non apprezzare i musoni
L'ho detto perchè mi è sembrato che in questa discussione ci fosse un clima un po' troppo cupo, ok che è un argomento serio, ma non significa che non si possa discutere in maniera tranquilla e non pessimistica, almeno per me
Sì, ma tante volte non hanno il tempo o la "capacità" per le amicizie, in quel caso che devono fare, ammazzarsi?
Non voglio dire che non funzioni (magari in una piccola città funziona).
Ma nella mia esperienza combattere i bulli significa venir isolati, ritrovarsi soli a combattere ogni giorno contro prese in giro continue dove chi non ti prende in giro resta indifferente.
Persino gli insegnanti cercavano di ignorare del tutto il problema, a meno che non alzino le mani... finché ti prendono in giro, ti lanciano pezzetti di carta igienica bagnata, gessetti e roba simile nessuno muove un dito. E se gli tiri un cazzotto sei tu il primo a finire nei guai.
Ho combattuto per 6 anni bulli in tre scuole diverse (a partire dalle medie) e, nella mia esperienza, ai bulli non frega una mazza della loro reputazione. Più li combatti più dovrai combatterli (e avendoli combattuti per molti anni so cosa significa svegliarsi la mattina stanco, andare a scuola e dover combattere pure contro i bulli oltre che contro un brutto voto e simili problemi scolastici), per chi fa bullismo è tutto uno scherzo, non hanno idea di quello che passa la vittima.
Chi finisce vittima di bullismo non ha poi un carattere molto forte, quindi l'unica scelta logica (a mio parere) è andarsene. A forza di cambiare si troverà un luogo senza bulli e si potrà vivere serenamente, sembra una scelta da vigliacchi (infatti è il motivo per cui continuavo a combatterli) ma alla fin fine non ne vale la pena. Anni e anni di felicità persi, a questo porta combattere il bullismo da parte della vittima.
Molto meglio sarebbe che a combattere i bulli fossero gli insegnanti, il preside, lo stato stesso. Le poche volte che hanno agito sul serio le cose sono andate meglio.
Che poi nel mondo degli adulti c'è un minimo di contegno che impedisce situazioni di questo genere. Non vale la pena perdere i propri anni per combattere contro un fenomeno che lascia cicatrici indelebili per tutta la vita.
Sì, ma tante volte non hanno il tempo o la "capacità" per le amicizie, in quel caso che devono fare, ammazzarsi?
Se sono hikikomori chiusi in una stanza, di tempo ne hanno a iosa
Gli adulti che hanno un lavoro di tempo ne hanno di meno, ma basta andare in un izakaya e trovare qualcuno che ti dà a parlare. Se ci sono riuscito io, che notoriamente non sono proprio l'anima della festa, ci possono riuscire tutti
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lasciando perdere il finale, è la premessa che è sbagliata: nessuno verrà a salvare l'Hikkikomori, neanche per interesse personale o perchè in cerca di una stampella per la propria vita disastrata. L'Hikkikomori o chiunque si rinchiuda in una forma di autoreclusione si cancella dal mondo, e proprio per questo non può sperare in alcun aiuto esterno! Lui per il mondo non esiste più, non c'è più per la società, non c'è più per la statistica e non c'è più nemmeno per un ipotetica vicina di casa con turbe mentali. C'è solo per la sua famiglia, finchè ne ha una.