Long John Silver è anche il personaggio che tieni in piedi l'opera originale nella sua complessa bellezza. Non è un caso che La vera storia del pirata Long John Silver, opera di Björn Larsson, (curata nei minimi particolari nella stesura e autentico capolavoro letterario) regga il confronto con l'opera originale. Chiunque abbia letto L'isola del tesoro ha provato sentimenti contrastanti culminanti nell'ammirazione del carismatico Silver. Che la buona creazione animata possa da sola reggere cambiamenti e storpiature troppo infantili e stupidelle per l'opera è soggettivo.
Dal mio punto di vista non basta la versione fedele e spettacolare di un Long John Silver troppo affascinante ed ammaliante nella sua versione originale (quindi semplicemente trasportata ottimamente senza nulla poter aggiungere per la sua costruzione narrativa) per poter giustificare i lati negativi dello stravolgimento dell'opera.
Per il resto: Siamo nel 1742. Ho vissuto a lungo. Questo non me lo può togliere nessuno. Tutti quelli che ho conosciuto sono morti. Alcuni li ho mandati io stesso all'altro mondo, se poi esiste. Ma perché dovrebbe? In ogni caso, spero con tutta l'anima che non esista, perché all'inferno ce li ritroverei tutti, Pew il cieco, Israel Hands, Billy Bones, quell'idiota di Morgan che osò passarmi il bollo nero, e gli altri, Flint compreso, che dio l'abbia in gloria, se un dio esiste. Mi accoglierebbero a braccia aperte, con salamelecchi e inchini, sostenendo che è tornato tutto come ai vecchi tempi. Ma intanto il terrore irradierebbe dai loro volti come un sole ardente sul mare in bonaccia. Terrore di cosa? chiedo io. Certo all'inferno non possono avere paura della morte. Che ve ne pare?
Avevo 13 -14 anni quando la vidi per la prima volta, ma non è un "amore dei tempi passati" ( proprio per nulla.)
@michelesMichel trovare difetti all'Isola del Tesoro è difficile. Non solo perchè davvero è un concentrato del meglio degli autori che in tanti abbiamo amato, ed ha dei disegni particolarmente ispirati ma anche perchè si tratta, sul serio, di una delle grandi storie di avventura della letteratura, del genere del Don Quiquote per capirsi.
Anche le scene infantili hanno un loro perchè.
Due annotazioni, condivido che Long John Silver è davvero il personaggio che regge tutta la narrazione- concordo con @Marneus - e d'altronde basta guardare la magnifica opera che Teresa Radice e Stefano Turconi hanno fatto per la Disney ( con Gambadilegno nei panni di Silver), secondariamente....carissimo @micheles ma nulla vogliamo dire della sigla italiana?? Interpretata da un magnifico Lino Toffolo - personaggio un pò troppo presto archiviato fra i minori (canta in compagnia di Fabiana Contini)-
I testi dovrebbero essere di Stefano Jurgens e Massimo Cantini
Si lo so ti sei concentrato sulla serie nipponica, ma davvero questo è uno dei casi più belli da proporre quando si parla di sigle italiane-e sigle originali.
P.S. confesso di non aver letto il libro di Mario, rimedierò.
Ci credete che mi sono arrivati oggi i DVD? Coincidenze? Peccato solo fosse introvabile il primo (6 ep) che ho dovuto piratare, ma ehi! è una serie sui pirati alla fine xD
Capolavoro assoluto. Dezaki riesce a far suo, rimanendo fedele al romanzo, un racconto eccezionale di formazione inserendo Silver nell'olimpo dei migliori personaggi animati mai creati. L'ultimo fotogramma della serie, poi, è devastante. Da scrivere un libro. Per me, la migliore trasposizione mai fatta.
Utente26343
- 6 anni fa
11
L'articolo è sprovvisto dell'avvertenza sugli spoiler: questa serie avrei voluto rivedermela per conto mio, ma adesso non potrei farlo allo stesso modo perché conosco tutti i dettagli fondamentali del finale e dei seguiti.
Non è un caso che La vera storia del pirata Long John Silver, opera di Björn Larsson, (curata nei minimi particolari nella stesura e autentico capolavoro letterario) regga il confronto con l'opera originale. Chiunque abbia letto L'isola del tesoro ha provato sentimenti contrastanti culminanti nell'ammirazione del carismatico Silver.
Che la buona creazione animata possa da sola reggere cambiamenti e storpiature troppo infantili e stupidelle per l'opera è soggettivo.
Dal mio punto di vista non basta la versione fedele e spettacolare di un Long John Silver troppo affascinante ed ammaliante nella sua versione originale (quindi semplicemente trasportata ottimamente senza nulla poter aggiungere per la sua costruzione narrativa) per poter giustificare i lati negativi dello stravolgimento dell'opera.
Per il resto:
Siamo nel 1742. Ho vissuto a lungo. Questo non me lo può togliere nessuno. Tutti quelli che ho conosciuto sono morti. Alcuni li ho mandati io stesso all'altro mondo, se poi esiste. Ma perché dovrebbe? In ogni caso, spero con tutta l'anima che non esista, perché all'inferno ce li ritroverei tutti, Pew il cieco, Israel Hands, Billy Bones, quell'idiota di Morgan che osò passarmi il bollo nero, e gli altri, Flint compreso, che dio l'abbia in gloria, se un dio esiste. Mi accoglierebbero a braccia aperte, con salamelecchi e inchini, sostenendo che è tornato tutto come ai vecchi tempi. Ma intanto il terrore irradierebbe dai loro volti come un sole ardente sul mare in bonaccia. Terrore di cosa? chiedo io. Certo all'inferno non possono avere paura della morte. Che ve ne pare?