Ecco perché dovrebbero ripristinare i lavori forzati, e non solo in giappone. Perché alcuni non vedono il carcere come una punizione ma come un semplice modo per non pagare le spese.
. Con i lavori forzati ci penserebbero due volte prima di commettere crimini.
Ecco perché dovrebbero ripristinare i lavori forzati, e non solo in giappone. Perché alcuni non vedono il carcere come una punizione ma come un semplice modo per non pagare le spese.
. Con i lavori forzati ci penserebbero due volte prima di commettere crimini.
Ecco perché dovrebbero ripristinare i lavori forzati, e non solo in giappone. Perché alcuni non vedono il carcere come una punizione ma come un semplice modo per non pagare le spese.
. Con i lavori forzati ci penserebbero due volte prima di commettere crimini.
Non capisco cosa vuoi dire
In una società come quella giapponese poi la solitudine si trascina per tutta la vita
Ecco perché dovrebbero ripristinare i lavori forzati, e non solo in giappone. Perché alcuni non vedono il carcere come una punizione ma come un semplice modo per non pagare le spese.
. Con i lavori forzati ci penserebbero due volte prima di commettere crimini.
I lavori forzati sono controproducenti per la riabilitazione della persona, impongono regole esterne non interiorizzate dai soggetti e li "peggiora" psicologicamente. Lo dice qualsiasi studio psicologico.
Ecco perché dovrebbero ripristinare i lavori forzati, e non solo in giappone. Perché alcuni non vedono il carcere come una punizione ma come un semplice modo per non pagare le spese.
. Con i lavori forzati ci penserebbero due volte prima di commettere crimini.
Ecco perché dovrebbero ripristinare i lavori forzati, e non solo in giappone. Perché alcuni non vedono il carcere come una punizione ma come un semplice modo per non pagare le spese.
. Con i lavori forzati ci penserebbero due volte prima di commettere crimini.
I lavori forzati sono controproducenti per la riabilitazione della persona, impongono regole esterne non interiorizzate dai soggetti e li "peggiora" psicologicamente. Lo dice qualsiasi studio psicologico.
E grazie, i lavori forzati mica servono a farli stare meglio, ma a non pesare troppo sullo stato e a fargli venire meno voglia di commettere i crimini, soprattutto se recidivi. Anzi i soldi che entrano con i lavori forzati potrebbero essere sfruttati per pagare supporti psicologici ai carcerati, così ci guadagnano tutti.
E comunque il parallelismo con l'Italia non funziona, dato che per finire in carcere qui o devi essere recidivo o devi commettere una strage praticamente.
@Fma35 Ma quello è un problema di capienza, un altro discorso.
@debris Ma non concordo tanto.
http://www.affaritaliani.it/cronache/verona-bruciano-un-clochard-per-noia-i-due-minori-non-finiscono-in-carcere-585207.html
L'Italia è piena di spacciatori (stranieri) senza fissa dimora, che quindi non possono essere puniti, perchè in carcere non ci vanno perchè gli danno i domiciliari, ma essendo senza fissa dimora rimangono in giro a piede libero, ormai sopratutto al nord vedi intere piazze dove si spacciano droghe pesanti come se fossero cover del telefono.
Ma rischiamo di andare off-topic secondo me.
.Peccato che sia dimostrato che peggiore è lo stato del periodo detentivo maggiore è la probabilità di reiterare il reato.
.Peccato che sia dimostrato che peggiore è lo stato del periodo detentivo maggiore è la probabilità di reiterare il reato.
Citami lo studio e poi vediamo
E' un problema con radici vecchie; il sistema assistenziale il Giappone ha problemi che vengono lamentati dagli anni 80 (quando ancora il Giappone era in pieno Boom, prima dello scoppio della bolla immobiliare), di fronte ai problemi economici statali il governo giapponese lascia sempre più i vecchi "da soli", o almeno in teoria a carico della famiglia con aiuti e sussidi molto ridotti se paragonati a quelli di altri Stati sviluppati; quando è possibile è ovvio che la famiglia si prende carico degli anziani, ma sopratutto è la donna di casa secondo una mentalità abbastanza tradizionale: oltre ad occuparsi dei figli, gestire la casa, non dovrebbe (ma lo devono fare per tirare avanti) lavorare Part time (piaga in Giappone dato l'abuso di questa condizione lavorativa da parte di certi datori di lavori) e anche occuparsi di tutti i "familiari indisposti" (anziani compresi).
Ecco perché dovrebbero ripristinare i lavori forzati, e non solo in giappone. Perché alcuni non vedono il carcere come una punizione ma come un semplice modo per non pagare le spese.
. Con i lavori forzati ci penserebbero due volte prima di commettere crimini.
poi la cosa assurda è che in giappone puoi essere condannato solo per reati commessi in giappone quindi se uccidi qualcuno in europa e dopo scappi in giappone non ti fanno niente manco l'estradizione
Il Giappone sta diventando sempre più un paese di merda, diciamo le cose come stanno realmente e senza mezzi termini.
@debris Ma non concordo tanto.
http://www.affaritaliani.it/cronache/verona-bruciano-un-clochard-per-noia-i-due-minori-non-finiscono-in-carcere-585207.html
L'Italia è piena di spacciatori (stranieri) senza fissa dimora, che quindi non possono essere puniti, perchè in carcere non ci vanno perchè gli danno i domiciliari, ma essendo senza fissa dimora rimangono in giro a piede libero, ormai sopratutto al nord vedi intere piazze dove si spacciano droghe pesanti come se fossero cover del telefono.
Ma rischiamo di andare off-topic secondo me.
poi la cosa assurda è che in giappone puoi essere condannato solo per reati commessi in giappone quindi se uccidi qualcuno in europa e dopo scappi in giappone non ti fanno niente manco l'estradizione
Non è assurdo, è perfettamente normale. Il Giappone come qualsiasi stato sovrano può punire solo i reati commessi sul territorio Giapponese.
poi la cosa assurda è che in giappone puoi essere condannato solo per reati commessi in giappone quindi se uccidi qualcuno in europa e dopo scappi in giappone non ti fanno niente manco l'estradizione
Non è assurdo, è perfettamente normale. Il Giappone come qualsiasi stato sovrano può punire solo i reati commessi sul territorio Giapponese.
no tipo se sei in italia e vai all'estero e uccidi una persona la giustizia di quello stato può colpirti anche qui in italia un esempio sono i pedofili che andavo nei paesi asiatici a divertirsi adesso appena tornano possono essere condannati sia qua in italia che in thailandia
in giappone puoi fare tutti i reati che vuoi all'estero basta che non li fai sulla terra giapponese e non ti fanno niente nemmeno l'estradizione
[…] 20 anni dopo la cifra era cresciuta fino a più di una su cinque [...]
[…] dei 2.500 ultrasessantacinquenni condannati nel 2016, più di un terzo aveva già cinque precedenti condanne.[…]
[…] se si ruba un sandwich da 200 yen (circa 1,50 euro), si può incorrere in una multa di 8,4 milioni di yen (quasi 70.000 euro) o una pena di 2 anni di carcere.[…]
E' un problema con radici vecchie; il sistema assistenziale il Giappone ha problemi che vengono lamentati dagli anni 80 (quando ancora il Giappone era in pieno Boom, prima dello scoppio della bolla immobiliare), di fronte ai problemi economici statali il governo giapponese lascia sempre più i vecchi "da soli", o almeno in teoria a carico della famiglia con aiuti e sussidi molto ridotti se paragonati a quelli di altri Stati sviluppati; quando è possibile è ovvio che la famiglia si prende carico degli anziani, ma sopratutto è la donna di casa secondo una mentalità abbastanza tradizionale: oltre ad occuparsi dei figli, gestire la casa, non dovrebbe (ma lo devono fare per tirare avanti) lavorare Part time (piaga in Giappone dato l'abuso di questa condizione lavorativa da parte di certi datori di lavori) e anche occuparsi di tutti i "familiari indisposti" (anziani compresi).
Mi è tornato in mente un altro articolo di Hachi di un anno fa che si ricollega proprio a questa notizia:
Si può divorziare dal coniuge morto? In Giappone sì
Le vedove divorziano dal coniuge morto perché così escono dallo stato di famiglia dei suoceri in modo da far cadere l'obbligo morale di assistenza verso di loro.
Intervengo nuovamente per correggere un'inesattezza che ho letto, secondo la quale il diritto penale giapponese si applicherebbe solo nei confini nazioni. Niente di piu' sbagliato. Questo problema si e' posto recentemente in relazione al caso di quei giapponesi che fumavano marjuana in Paese dove cio' era legale (Canada). Ecco cosa scrive a proposito il celebre giurista Colin Jones "Which brings us to marijuana. Under the penal code, Japanese people can be punished in Japan for some acts committed in a foreign country, even if they are not a crime in that country. Murder, rape and arson are crimes in most civilized countries, but the code also prohibits Japanese people from engaging in, among other things, criminal defamation and bigamy (and, oddly enough, the provision of abortion services) anywhere in the world. Free speech unrestrained by the threat of criminal liability and polygamy are actually allowed in some places but, for whatever reason, the Japanese government feels the need to ensure Japanese people act appropriately abroad, even if that means potentially throwing them in jail when they come back.
Through reference to the penal code, the Cannabis Control Act also applies to any Japanese national who merely receives or possesses marijuana anywhere in the world, and applies the same stiff penalties as apply for domestic violations: up to seven years hard labor. Canada’s recent legalization of marijuana thus appears to have caused Japanese officialdom to descend into a spiral of Fear that Japanese People Might Experience Unsanctioned Enjoyment of Life somewhere in the world.
Before the legalization even took effect, the Japanese consulate in Vancouver posted a reminder that Japan’s laws prohibited the possession or receipt of marijuana by Japanese people abroad: “Don’t do drugs, even legal ones” was the message. The notice is interesting because it ignores the fact that the prohibitions in the Cannabis Control Act are actually qualified by the words “without due cause,” though the Japanese is actually “midari ni,” which might be better translated as “without purpose” or “in a disorderly fashion.” Arguably, “because it’s legal” would satisfy this condition as to possession in Canada, but apparently not.
This qualifier is probably ignored because it is inconvenient for officials who just want to have simple yes/no prohibitions unburdened by the terrible burden of discretion. Just to be clear, police in Japan will bust your ass for possessing or even peeing positive for use of even a small amount of marijuana, and you can spend a long time in jail as a result. So you should definitely read the law that they do — without the qualifier, since they will be uninterested in whatever “due cause” you might want to assert."
Vorrei, inoltre, aggiungere un'altra considerazione sulla mancata assistenza agli anziani. Sebbene ora sia ufficialmente negato (comprensibilmente il Giappone tenta di nascondere tutti quegli aspetti della propria cultura che oggi non sono "kawaii" o "cool"), in passato probabilmente era praticata l'ubasute (obasute) ossia "butta la vecchia" (ma talvolta anche i vecchi). Gli anziani venivano accompagnati sulle montagne e lasciati li' a morire (https://en.wikipedia.org/wiki/Ubasute). Insomma...pare che il Giappone non sia mai stato un "paese per vecchi"..
Intervengo nuovamente per correggere un'inesattezza che ho letto, secondo la quale il diritto penale giapponese si applicherebbe solo nei confini nazioni. Niente di piu' sbagliato. Questo problema si e' posto recentemente in relazione al caso di quei giapponesi che fumavano marjuana in Paese dove cio' era legale (Canada). Ecco cosa scrive a proposito il celebre giurista Colin Jones "Which brings us to marijuana. Under the penal code, Japanese people can be punished in Japan for some acts committed in a foreign country, even if they are not a crime in that country. Murder, rape and arson are crimes in most civilized countries, but the code also prohibits Japanese people from engaging in, among other things, criminal defamation and bigamy (and, oddly enough, the provision of abortion services) anywhere in the world. Free speech unrestrained by the threat of criminal liability and polygamy are actually allowed in some places but, for whatever reason, the Japanese government feels the need to ensure Japanese people act appropriately abroad, even if that means potentially throwing them in jail when they come back.
Through reference to the penal code, the Cannabis Control Act also applies to any Japanese national who merely receives or possesses marijuana anywhere in the world, and applies the same stiff penalties as apply for domestic violations: up to seven years hard labor. Canada’s recent legalization of marijuana thus appears to have caused Japanese officialdom to descend into a spiral of Fear that Japanese People Might Experience Unsanctioned Enjoyment of Life somewhere in the world.
Before the legalization even took effect, the Japanese consulate in Vancouver posted a reminder that Japan’s laws prohibited the possession or receipt of marijuana by Japanese people abroad: “Don’t do drugs, even legal ones” was the message. The notice is interesting because it ignores the fact that the prohibitions in the Cannabis Control Act are actually qualified by the words “without due cause,” though the Japanese is actually “midari ni,” which might be better translated as “without purpose” or “in a disorderly fashion.” Arguably, “because it’s legal” would satisfy this condition as to possession in Canada, but apparently not.
This qualifier is probably ignored because it is inconvenient for officials who just want to have simple yes/no prohibitions unburdened by the terrible burden of discretion. Just to be clear, police in Japan will bust your ass for possessing or even peeing positive for use of even a small amount of marijuana, and you can spend a long time in jail as a result. So you should definitely read the law that they do — without the qualifier, since they will be uninterested in whatever “due cause” you might want to assert."
Vorrei, inoltre, aggiungere un'altra considerazione sulla mancata assistenza agli anziani. Sebbene ora sia ufficialmente negato (comprensibilmente il Giappone tenta di nascondere tutti quegli aspetti della propria cultura che oggi non sono "kawaii" o "cool"), in passato probabilmente era praticata l'ubasute (obasute) ossia "butta la vecchia" (ma talvolta anche i vecchi). Gli anziani venivano accompagnati sulle montagne e lasciati li' a morire (https://en.wikipedia.org/wiki/Ubasute). Insomma...pare che il Giappone non sia mai stato un "paese per vecchi"..
Volevo aggiungere che non è una pratica tipica solo del Giappone (antico) quella di abbandonare gli anziani.
Veniva usata, (e viene tuttora usata dalle più piccole tribù indigene della Nuova Guinea o dell' Africa), da tutti quei gruppi di cacciatori-raccoglitori, che devono spostarsi di continuo per procacciare il cibo. Quando l' anziano diventa troppo vecchio per poter stare al passo con il gruppo, viene per forza di cose lasciato a morire (a volte ucciso con il consenso stesso della vittima), perchè l' intera banda rischierebbe la fame ad aspettarlo, e sono già carichi abbastanza per poterlo portare in spalla.
E l' ubasute veniva praticato quasi per lo stesso motivo (carestie, carenze di cibo).
Lo dico solo perchè dal tuo commento sembrava un rito crudele fine a se stesso.
Dovremmo riflettere molto bene su che società vogliamo.
@Debris Considera che leggo il Fatto Quotidiano, quindi mi siamo su due sponde diverse, e comunque Enzo Tortora non fu condannato in via definitiva, ma qui non stiamo parlando ne di carcere preventivo ne di pentiti di mafia.
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Le istituzioni dovrebbero muoversi in tal senso per creare delle strutture adeguate o dei servizi sociali utili perlomeno a alleviare il problema.
Ad ogni modo, se ci si pensa, non sono solo gli anziani a soffrire di solitudine ma un pò tutti. Il Giappone, almeno nelle grandi città, ha uno stile di vita frenetico e votato quasi totalmente al lavoro... si ha poco tempo per i rapporti sociali e lo stesso vale per le ferie. Tutto ciò porta ad avere una macchina che funziona alla perfezione ma che dà poco spazio ai rapporti umani.
Posso solo sperare che le cose migliorino in futuro, in passato lessi che erano in corso provvedimenti a tal riguardo (migliori condizioni di lavoro e assistenza agli anziani) ma non ho idea di quanto tempo ci vorrà perché divengano effettivi.