Che bella recensione! Spero che JPop ci regali ancora tanti manga di Moto Hagio. I prossimi titoli saranno un must have per la sottoscritta. E' un'autrice che mi piace veramente tanto. Ho i manga e artbook originali di Zankoku na kami ga shihai suru e per me sarebbe un sogno veder pubblicata in Italia anche questa opera.
Un'ottima recensione per un titolo che non conoscevo bene ma che mi ha attirata molto soprattutto per i disegni, veramente eccezionali. Grazie per l'approfondimento.
Ottima recensione. Una cosa che mi ha sempre colpito di questo manga fu la nuova interpretazione della figura del vampiro non più solo come semplice mostro gotico o romanzesco, ma come figura tragica e dolente, statua congelata nell'incedere del tempo. Non più solo un carnefice ma anche una vittima. Se si considera che i Poe vennero prima dei vampiri della Rice, si comprende quanto la Hagio avesse precorso i tempi e anticipato stilemi narrativi che oggi sono scontati ma che all'epoca erano vero pionierismo.
Ho provato Il Cuore di Thomas in quanto volume unico e l'ho apprezzato molto più di quello che mi aspettavo. Non pensavo però di recuperare pure quest'opera (non in tempi brevi almeno) e invece questa recensione mi costringe a rivedere il piano acquisti.
Di solito, quando si dice che un opera travalica il concetto di genere e target (parafrasando la recensione), allora forse siamo in odore di capolavoro, e visto l'afflato romantico di una scrittura così coinvolgente, ma soprattutto di fronte alla qualità sublime dei disegni della Hagio, direi proprio che è questo il caso. Ben vengano altre storie di questa autrice colossale.
Ottima iniziativa ediroriale da parte di J-Pop che, dal punto di vista squisitamente tipografico, confeziona due volumi di tutto rispetto, con illustrazioni extra a colori, un formato più grande del solito, sovraccoperta con inchiostri bronzati etc. Peccato per la rilegatura: quel numero di pagine in brossura fresata (e non cucita a filo) non sono certo la mia idea di gran pregio.
Complimenti ad Arashi per la splendida e appassionata recensione!
Se si considera che i Poe vennero prima dei vampiri della Rice, si comprende quanto la Hagio avesse precorso i tempi e anticipato stilemi narrativi che oggi sono scontati ma che all'epoca erano vero pionierismo.
Dopo aver letto i capitoli su Liddell ho immediatamente pensato che la Hagio si fosse ispirata a Intervista col vampiro perché il rapporto tra Edgar, Allan e la bimba mi ricordava in una certa misura quello tra Louis, Lestat e la loro bimba (pardon non ricordo il nome), però sono andata subito a vedere le date di pubblicazione e Intervista col vampiro venne pubblicato un anno dopo quei capitoli. Questa cosa mi ha stupita parecchio. Inoltre questo manga mi ha ricordato, in senso lato, Cent'anni di solitudine, un romanzo che adoro, proprio per questo suo essere una saga familiare così ampia e complessa che va avanti nel corso di molti anni sempre accompagnata da quel senso di "inevitabile" malinconia e solitudine. Davvero un grande manga.
Uno dei manga più belli che abbia mai letto. Grande classico partorito da una delle più importanti disegnatrici shoujo dello scorso secolo, Il clan dei Poe è un'opera di rara bellezza, intensa, sofferta, impregnata di una fortissima carica malinconica che attanaglia il lettore, avviluppandolo tra le sue spire esattamente come i vampiri fanno con le loro prede. Il clan dei Poe è un manga monumentale nella sua brevità, un'epopea secolare di una famiglia di vampiri condannata a vagare nell'ombra di un mondo che non li accetta, in continuo spostamento in luoghi dove possano vivere in pace. Una raccolta di capitoli che ci narrano la storia attraverso i secoli della famiglia Poe ma non solo, anche di chi con essa ha avuto a che fare, rimanendone indelebilmente segnato e celando tale ricordo nel proprio cuore, custodendolo come un frammento delicato del proprio animo più profondo. Su tutti spicca Edgar, personaggio ambiguo ancora incapace di accettare pienamente la propria natura, lacerato dal senso di colpa e al contempo abbagliato dall'affetto nei confronti della sorella Marybell nonchè terrorizzato dalla prospettiva di una vita immortale segnata dalla solitudine. Personaggi tra la vita e la morte, sapientemente realizzati dalla Hagio con uno stile di disegno evanescente, rendendoli quasi impalpabili, sul punto di svanire per sempre da un momento all'altro per far ritorno al nulla.
Una cosa che mi ha sempre colpito di questo manga fu la nuova interpretazione della figura del vampiro non più solo come semplice mostro gotico o romanzesco, ma come figura tragica e dolente, statua congelata nell'incedere del tempo. Non più solo un carnefice ma anche una vittima.
Se si considera che i Poe vennero prima dei vampiri della Rice, si comprende quanto la Hagio avesse precorso i tempi e anticipato stilemi narrativi che oggi sono scontati ma che all'epoca erano vero pionierismo.
Di solito, quando si dice che un opera travalica il concetto di genere e target (parafrasando la recensione), allora forse siamo in odore di capolavoro, e visto l'afflato romantico di una scrittura così coinvolgente, ma soprattutto di fronte alla qualità sublime dei disegni della Hagio, direi proprio che è questo il caso. Ben vengano altre storie di questa autrice colossale.
Ottima iniziativa ediroriale da parte di J-Pop che, dal punto di vista squisitamente tipografico, confeziona due volumi di tutto rispetto, con illustrazioni extra a colori, un formato più grande del solito, sovraccoperta con inchiostri bronzati etc. Peccato per la rilegatura: quel numero di pagine in brossura fresata (e non cucita a filo) non sono certo la mia idea di gran pregio.
Complimenti ad Arashi per la splendida e appassionata recensione!
Dopo aver letto i capitoli su Liddell ho immediatamente pensato che la Hagio si fosse ispirata a Intervista col vampiro perché il rapporto tra Edgar, Allan e la bimba mi ricordava in una certa misura quello tra Louis, Lestat e la loro bimba (pardon non ricordo il nome), però sono andata subito a vedere le date di pubblicazione e Intervista col vampiro venne pubblicato un anno dopo quei capitoli. Questa cosa mi ha stupita parecchio. Inoltre questo manga mi ha ricordato, in senso lato, Cent'anni di solitudine, un romanzo che adoro, proprio per questo suo essere una saga familiare così ampia e complessa che va avanti nel corso di molti anni sempre accompagnata da quel senso di "inevitabile" malinconia e solitudine.
Davvero un grande manga.
Grande classico partorito da una delle più importanti disegnatrici shoujo dello scorso secolo, Il clan dei Poe è un'opera di rara bellezza, intensa, sofferta, impregnata di una fortissima carica malinconica che attanaglia il lettore, avviluppandolo tra le sue spire esattamente come i vampiri fanno con le loro prede. Il clan dei Poe è un manga monumentale nella sua brevità, un'epopea secolare di una famiglia di vampiri condannata a vagare nell'ombra di un mondo che non li accetta, in continuo spostamento in luoghi dove possano vivere in pace. Una raccolta di capitoli che ci narrano la storia attraverso i secoli della famiglia Poe ma non solo, anche di chi con essa ha avuto a che fare, rimanendone indelebilmente segnato e celando tale ricordo nel proprio cuore, custodendolo come un frammento delicato del proprio animo più profondo. Su tutti spicca Edgar, personaggio ambiguo ancora incapace di accettare pienamente la propria natura, lacerato dal senso di colpa e al contempo abbagliato dall'affetto nei confronti della sorella Marybell nonchè terrorizzato dalla prospettiva di una vita immortale segnata dalla solitudine. Personaggi tra la vita e la morte, sapientemente realizzati dalla Hagio con uno stile di disegno evanescente, rendendoli quasi impalpabili, sul punto di svanire per sempre da un momento all'altro per far ritorno al nulla.
Claudia.
Viene quasi da pensare che sia stata la Rice ad ispirarsi alla Hagio.
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