la triste veritàNotizia che conferma quanto già avevo sostenuto all'avvio dei primi progetti di Netflix. Il mercato anime-manga è gestito letteralmente con i piedi in Giappone per svariati motivi:
1) Rifiuto (socio-culturale come sempre) di considerare l'estero, specie il mondo anglofono che è un mercato almeno 10 volte più numeroso di quello Giapponese. Ricordo anni fa il rifiuto dei giappi di una S2 di una serie (non ricordo il nome) perché aveva venduto poco da loro; i DVD nei soli Stati Uniti avevano venduto più delle prime 3 serie in classifica in Giappone.
2) Rifiutandosi di aprire gli occhi per capire l'estero, hanno lasciato spazio di manovra a competitors stranieri (specie i giganti come Netflix), che al contrario basano sulla globalizzazione dei contenuti il loro business.
3) Il rifiuto di aprire gli occhi ha anche portato ad una sclerotizzazione del sistema, non tanto nei contenuti ripetitivi (qualcuno ha detto isekai?), ma anche per quanto attiene il sistema di lavoro (sottopagato, precario, etc.).
4) La prima cosa che ipotizzavo avrebbero fatto (e che stanno facendo) le compagnie straniere sarà proporre stipendi molto più alti per poter "rubare" la manodopera specializzata e formare nuovi artisti locali capaci di una qualità quantomeno accettabile rispetto ai maestri giappi.
5) Nel medio-lungo termine è probabile che il monopolio giapponese, soprattutto sugli anime, possa venire meno. Del resto per loro l'anime è solo uno strumento per promuovere novel e vendere gadget; una visione quantomeno riduttiva e marginale del prodotto, che si riflette sul relativo comparto.
6) Se il monopolio culturale finisse, è probabile che assisteremo ad una autentica esplosione di nuove opere, molto meno stereotipate anche se non necessariamente della medesima qualità grafica attuale.
Nella rigida società giapponese? Dove fino a uin centinaio di anni fa quando si sbagliava la soluzione era il seppuku, mentre oggi si dimettono e passano la patata bollente a qualche opportunista che si ritrova incastrato e incapacitato a risolvere il problema.Spero vivamente che coloro che sono a capo del settore prendano questa notizia come un campanello d'allarme per cambiare l'attuale situazione di quei poveri animatori sottopagati.
5) Nel medio-lungo termine è probabile che il monopolio giapponese, soprattutto sugli anime, possa venire meno. Del resto per loro l'anime è solo uno strumento per promuovere novel e vendere gadget; una visione quantomeno riduttiva e marginale del prodotto, che si riflette sul relativo comparto.
Lo stomaco non mangia il progresso o il benessere dell'azienda.
Notizia che conferma quanto già avevo sostenuto all'avvio dei primi progetti di Netflix. Il mercato anime-manga è gestito letteralmente con i piedi in Giappone per svariati motivi:
1) Rifiuto (socio-culturale come sempre) di considerare l'estero, specie il mondo anglofono che è un mercato almeno 10 volte più numeroso di quello Giapponese. Ricordo anni fa il rifiuto dei giappi di una S2 di una serie (non ricordo il nome) perché aveva venduto poco da loro; i DVD nei soli Stati Uniti avevano venduto più delle prime 3 serie in classifica in Giappone.
2) Rifiutandosi di aprire gli occhi per capire l'estero, hanno lasciato spazio di manovra a competitors stranieri (specie i giganti come Netflix), che al contrario basano sulla globalizzazione dei contenuti il loro business.
3) Il rifiuto di aprire gli occhi ha anche portato ad una sclerotizzazione del sistema, non tanto nei contenuti ripetitivi (qualcuno ha detto isekai?), ma anche per quanto attiene il sistema di lavoro (sottopagato, precario, etc.).
4) La prima cosa che ipotizzavo avrebbero fatto (e che stanno facendo) le compagnie straniere sarà proporre stipendi molto più alti per poter "rubare" la manodopera specializzata e formare nuovi artisti locali capaci di una qualità quantomeno accettabile rispetto ai maestri giappi.
5) Nel medio-lungo termine è probabile che il monopolio giapponese, soprattutto sugli anime, possa venire meno. Del resto per loro l'anime è solo uno strumento per promuovere novel e vendere gadget; una visione quantomeno riduttiva e marginale del prodotto, che si riflette sul relativo comparto.
6) Se il monopolio culturale finisse, è probabile che assisteremo ad una autentica esplosione di nuove opere, molto meno stereotipate anche se non necessariamente della medesima qualità grafica attuale (almeno non nel medio periodo).
Sempre che non sia già troppo tardi, per evitare questo e la conseguente perdita della capacità di influenzare culturalmente i giovani del mondo (assieme alla Disney) i giappi dovrebbero riformare completamente le loro strutture produttive e di gestione aprendosi, almeno per progetti specifici, al resto del mondo (quantomeno quello anglofono-indiano e cinese per via dei numeri). Ma la vedo difficile visto il loro modo di pensare.
Che situazione... dal lato umano capisco benissimo che prendano armi e bagagli e vadano dove vengono ben pagati, e ci mancherebbe altro!
Ma da appassionata di animazione giapponese non può che dispiacermi. Non amo l'idea di seguire in modo continuo animazione fatta seguendo i dettami di una dittatura, per quanto ogni tanto possa vedere qualcosa (finora solo drama, anche se c'è una serie animata che mi interessa) e sebbene possa apprezzare lo stile di disegno non ricomincerò mai nella vita a seguire costantemente prodotti americani, almeno finché non passerà l'epoca del perbenismo a tutti i costi, che ovviamente finisce spesso e volentieri per portare a sua volta censura e mancanza di libertà di espressione (vedi la storia di Ishuzoku, per esempio). Non sono estremista e qualcosa lo vedo tuttora, ma in misura molto contenuta rispetto a una volta, e non cambierò in ogni caso questa abitudine a meno che non arrivino tempi migliori.
Poi capiamoci, se anche per assurdo l'animazione giapponese si riducesse drasticamente avrei comunque così tanti vecchi anime da bastarmi per una vita, quindi a livello personale non sarebbe un grande problema, ma mi auguro comunque che prima di ciò finalmente le condizioni di lavoro diventino decenti anche in Sol Levante.5) Nel medio-lungo termine è probabile che il monopolio giapponese, soprattutto sugli anime, possa venire meno. Del resto per loro l'anime è solo uno strumento per promuovere novel e vendere gadget; una visione quantomeno riduttiva e marginale del prodotto, che si riflette sul relativo comparto.
Da un pezzo in qua questo purtroppo nella maggior parte dei casi non si può negare. Ci sono gran belle eccezioni ma sicuramente il grosso degli anime, anche quelli ben realizzati, vengono prodotti proprio come pubblicità.Lo stomaco non mangia il progresso o il benessere dell'azienda.
Eh già :/
Che situazione... dal lato umano capisco benissimo che prendano armi e bagagli e vadano dove vengono ben pagati, e ci mancherebbe altro!
Ma da appassionata di animazione giapponese non può che dispiacermi. Non amo l'idea di seguire in modo continuo animazione fatta seguendo i dettami di una dittatura, per quanto ogni tanto possa vedere qualcosa (finora solo drama, anche se c'è una serie animata che mi interessa) e sebbene possa apprezzare lo stile di disegno non ricomincerò mai nella vita a seguire costantemente prodotti americani, almeno finché non passerà l'epoca del perbenismo a tutti i costi, che ovviamente finisce spesso e volentieri per portare a sua volta censura e mancanza di libertà di espressione (vedi la storia di Ishuzoku, per esempio). Non sono estremista e qualcosa lo vedo tuttora, ma in misura molto contenuta rispetto a una volta, e non cambierò in ogni caso questa abitudine a meno che non arrivino tempi migliori.
Poi capiamoci, se anche per assurdo l'animazione giapponese si riducesse drasticamente avrei comunque così tanti vecchi anime da bastarmi per una vita, quindi a livello personale non sarebbe un grande problema, ma mi auguro comunque che prima di ciò finalmente le condizioni di lavoro diventino decenti anche in Sol Levante.5) Nel medio-lungo termine è probabile che il monopolio giapponese, soprattutto sugli anime, possa venire meno. Del resto per loro l'anime è solo uno strumento per promuovere novel e vendere gadget; una visione quantomeno riduttiva e marginale del prodotto, che si riflette sul relativo comparto.
Da un pezzo in qua questo purtroppo nella maggior parte dei casi non si può negare. Ci sono gran belle eccezioni ma sicuramente il grosso degli anime, anche quelli ben realizzati, vengono prodotti proprio come pubblicità.Lo stomaco non mangia il progresso o il benessere dell'azienda.
Eh già :/
Sull'animazione americana, non sono proprio d'accordo, ora ci sono prodotti altamente tragerizzati per differenti tipi di pubblico, come Bojack Horseman con una visione adulta e malinconica della vita, o anche cartoni per adoliscenti come Steven Universe ed Adeventure Time, per non parlare castelvania.
Bojack l'ho in lista da un tot in effetti! La mia purtroppo è una visione generale (vedi per esempio il disastro legato ai Cavalieri dello Zodiaco), ci sono casi in cui fortunatamente riescono a "dribblare" la cosa e infatti come dicevo io stessa seguo ancora alcune serie (live-action), ma in generale il trend ho da tempo la netta impressione che sia quello.
Adventure Time onestamente da quello che mi hanno raccontato è apprezzato da sjw e compagnia cantante, che è uno dei motivi per cui non lo provo neanche XD se tu invece hai un'opinione diversa meglio, magari è in una situazione meno drastica di quella che mi è stata dipinta ^.^
Non ricomincerò mai nella vita a seguire costantemente prodotti americani, almeno finché non passerà l'epoca del perbenismo a tutti i costi, che ovviamente finisce spesso e volentieri per portare a sua volta censura e mancanza di libertà di espressione
Bojack l'ho in lista da un tot in effetti! La mia purtroppo è una visione generale (vedi per esempio il disastro legato ai Cavalieri dello Zodiaco), ci sono casi in cui fortunatamente riescono a "dribblare" la cosa e infatti come dicevo io stessa seguo ancora alcune serie (live-action), ma in generale il trend ho da tempo la netta impressione che sia quello.
Adventure Time onestamente da quello che mi hanno raccontato è apprezzato da sjw e compagnia cantante, che è uno dei motivi per cui non lo provo neanche XD se tu invece hai un'opinione diversa meglio, magari è in una situazione meno drastica di quella che mi è stata dipinta ^.^
Ma di titoli ne esistono a iosa, tanto per citarne alcuni South Park (che resta una pietra miliare ogni stagione), Rick e Morty, Disincanto e via dicendo.Non ricomincerò mai nella vita a seguire costantemente prodotti americani, almeno finché non passerà l'epoca del perbenismo a tutti i costi, che ovviamente finisce spesso e volentieri per portare a sua volta censura e mancanza di libertà di espressione
Non è che se il monopolio passa dai giappi a compagnie americane è necessariamente un male, anzi.
Il fatto che tu colleghi il periodo di perbenismo alla qualità e alla diffusione delle opere è sbagliato. Tanto per farti un esempio, la Disney è proprietaria di diversi canali pornografici su satellite negli USA. Le compagnie alla Netflix o alla Amazon seguono un solo valore: il profitto. Se producono un anime es. ecchi per uno specifico pubblico, investendoci soldi, stai tranquilla che al moige fanno una pernacchia che la sentono per tutto il pianeta.
spero che ritornano all'animazione pre anni 2000/1990, quando guardavano fuori dai loro confini.
Bojack l'ho in lista da un tot in effetti! La mia purtroppo è una visione generale (vedi per esempio il disastro legato ai Cavalieri dello Zodiaco), ci sono casi in cui fortunatamente riescono a "dribblare" la cosa e infatti come dicevo io stessa seguo ancora alcune serie (live-action), ma in generale il trend ho da tempo la netta impressione che sia quello.
Adventure Time onestamente da quello che mi hanno raccontato è apprezzato da sjw e compagnia cantante, che è uno dei motivi per cui non lo provo neanche XD se tu invece hai un'opinione diversa meglio, magari è in una situazione meno drastica di quella che mi è stata dipinta ^.^
Ma di titoli ne esistono a iosa, tanto per citarne alcuni South Park (che resta una pietra miliare ogni stagione), Rick e Morty, Disincanto e via dicendo.Non ricomincerò mai nella vita a seguire costantemente prodotti americani, almeno finché non passerà l'epoca del perbenismo a tutti i costi, che ovviamente finisce spesso e volentieri per portare a sua volta censura e mancanza di libertà di espressione
Non è che se il monopolio passa dai giappi a compagnie americane è necessariamente un male, anzi.
Il fatto che tu colleghi il periodo di perbenismo alla qualità e alla diffusione delle opere è sbagliato. Tanto per farti un esempio, la Disney è proprietaria di diversi canali pornografici su satellite negli USA. Le compagnie alla Netflix o alla Amazon seguono un solo valore: il profitto. Se producono un anime es. ecchi per uno specifico pubblico, investendoci soldi, stai tranquilla che al moige fanno una pernacchia che la sentono per tutto il pianeta.
e la nuova Ducktales, che oltre ad essere una goduria er le caratterizzazioni
Se la gestione passasse all'America potremmo anche vedere quello successo all'animazione americana: 3DCGI e Flash a gogo, nonché alcune limitazioni artistiche
li si che potremmo avere solo isekai, proprio perché certe compagnie guarderebbero solo il profitto.
Guarda gli abomini che compiono con i live-action, per esempio, o il delirio venuto fuori con I cavalieri dello zodiaco.
spero che ritornano all'animazione pre anni 2000/1990, quando guardavano fuori dai loro confini.
In che senso?
quando il mercato anime non era limitato solo al mercato otaku ma variava a tipo di pubblico, pensa ai meisaku.
vedi per esempio il disastro legato ai Cavalieri dello Zodiaco),
Guarda gli abomini che compiono con i live-action, per esempio, o il delirio venuto fuori con I cavalieri dello zodiaco.
Non è vero che gli adattamenti live action americani sono sempre abomini. Dipende essenzialmente da due fattori: a chi affidi il lavoro e la moneta che hai a disposizione. Un nome per tutti: Edge of Tomorrow che di fatto è l'adattamento/live action di All you need is kill, stupendi entrambi.
Ora immaginate Netflix che mette in mano ad un Chuck Lorre un live action di, chessò, Grand Blue con budget di un certo tipo: sarebbe probabilmente la serie comedy dell'anno per diverse stagioni...
La speranza è che il subentro delle company americane porti anche a spaccare definitivamente l'idea (che non è solo italiana purtroppo) anime=roba per bambini delle elementari. Di opere da cui fare blockbuster hollywoodiani o serie di successo ne esistono a pacchi (a partire dal più grande rimpianto della cinematografia mondiale, il film su Ken il guerriero che volevano fare Stallone e Schwarznegger nei ruoli di Ken e Raoh).
Il disastro per loro è quando fanno un prodotto che non fa views.
Qui si parla di animatori che vanno all'estero non di aziende che vanno in Giappone, siamo forse andati un po' fuori d discorso. Certo il pericolo esiste.
Sì, intendevo un disastro dal punto di vista qualitativo : )
Ora come ora mai nella vita credo farebbero una cosa come Ken ad alto budget se non edulcorandola pesantemente (se fosse fatta in piccolo già sarebbe un altro discorso, ma ovviamente ne risentirebbe la qualità).
Sì, intendevo un disastro dal punto di vista qualitativo : )
Ok, allora si.
Ma se parliamo di mercato, loro non gli frega molto, loro hanno solo interessi commerciali, è cose come Death Note di Netflix o Knights of the Zodiac o altro nonostante la quantità se sono remunerativi continueranno a farli.
Qualche settimana fa si è espresso un grande produttore americano dicendo che nei prossimi anni verranno prodotti varie serie e film da licenze anime, ma in generale i più famosi e popolari in America attualmente tipo Naruto, one punch Man, one piece, attacco dei giganti, ecc
Vecchi franchising degli anni 80 e 90 in America difficilmente sono popolari quindi è improbabile che ne facciano un live action, quindi un film o serie live action di Ken è improbabile, come è improbabile per migliaia di altre serie anime di 10 o 20 o 30 anni fa.
Tra altro lui stesso ha detto che ci saranno prodotti che saranno fatti molto bene ma anche prodotti di qualità bassa.
Quindi aspettiamoci film e telefilm Hollywoodiani su anime che saranno alcuni belli ma anche alcuni brutti.
adesso sembra che i disegni siano opere di bambini (avete presente Steve Univers, time adventures, lo straordinario mondo di gumball, teen titans go!...)
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Quindi sta preparando in Giappone dei creator non per il Giappone stesso ma, per la Cina. ??
Ma...?