io devo proprio ringraziare @zettaiLara per avermi fatto scoprire questa opera che per un motivo o per un altro non ho mai letto. mai sbaglio più grande perché è una lettura profonda e complessa, se pensiamo che è stata scritta quando il genere era visto ancora con sdegno. dalla recensione si percepisce tutto l'amore che prova per il titolo.
Potrei farci un pensiero. Non mi sono mai approcciato all'opera per il timore che rimanga sempre su limiti che non valica mai. Graficamente e tematicamente parlando. L'insoluto e l'informe mi piacciono, ma proprio quando sono non solo senza frutto ma anche senza radici. Se questi due animali fossero davvero esseri spezzati mi potrebbero interessare.
si presenta in origine con alcune tavole parzialmente censurate in alcuni piccoli dettagli grafici
Gran bella recensione per un gran bel titolo. Penso questi siano i protagonisti più irritanti di tutto l'universo BL. Sono "veri" e proprio per questo pieni di difetti. Li ho odiati a turno, entrambi, con la stessa passione. Dall'inizio alla fine. ? ?
Manga superlativo, di un'autrice che annovero tra le mie preferite. In realtà è stato proprio il suo Afterschool Nightmare che mi fece capire di avere un notevole interesse per il genere shounen-ai, ancora agli inizi della mia carriera mangofila, 10 anni or sono (chi l'ha letto forse capirà il perché xD)
Il gioco del gatto e del topo è stato uno dei rari manga che mi ha fatto piangere (e dico proprio piangere-piangere) per la mole di emozioni che era riuscito a trasmettermi. Ho la vecchia edizione Ronin, ma confesso di star facendo un pensierino anche per questa nuova riedizione all in one, sebbene i volumi "ciccionazzi" in genere non mi facciano impazzire... però quel capitolo extra e le altre aggiunte mi stuzzicano parecchio, nonostante le edulcorazioni anatomiche di questa nuova edizione (in realtà dando un occhio ad alcune tavole di comparazione tra la vecchia e nuova edizione italiana mi è parso di vedere delle differenze anche nei dialoghi, non solo attribuibili a una differente traduzione)
In un caso o nell'altro, è un'opera senz'altro da leggere, perché il livello di introspezione che la Mizushiro ha raggiunto con quest'opera è un tesoro assai raro (e poi io la trovo sempre di un'eleganza pazzesca, sia a livello di disegni che di narrazione)
Non posso non dare i miei complimenti a Zettailara per questa recensione davvero appassionata. Non conosco l'opera se non per la fama che la precede, ma grazie a questa analisi minuziosa, ho comunque imparato davvero molto. Grazie mille!
Bellissima recensione, adoro la Mizushiro, iI suo tratto è superbo e le sue trame profonde e avvincenti. Secondo me altre sue opere meriterebbero una degna riedizione o ristampa. Quest'opera tuttavia mi manca ma sono decisa a recuperarla. Argh, putroppo scopro ora che le tavole del nuovo volume rieditato sono censurate, ma non importa, tutti i disegni della Mizushiro meritano, lievemente censurati o meno. Riguardo alla trama narrativa so già che non deluderà.
Ora mi chiedo: quando potremo avere anche "Un Chocolatier de l'Amour perdu"?
Complimenti per la bellissima recensione! Concordo su tutto. Io ho la vecchia edizione, presa appena uscì, quindi forse sono una delle poche fortunate che ha il secondo volume XD Per quanto mi piacerebbe ricomprare anche la nuova edizione (più che altro per il capitolo inedito T^T) devo risparmiare quindi mi accontento della vecchia.
Quindi addirittura un 100, caspita! Innanzitutto grazie @zettailara per questa recensione così puntuale, analitica e ricca di spunti.
L'ho letta per la prima volta un paio di giorni fa e devo dire che la prima impressione che mi ha lasciato è proprio quella dell'eccezionalità dell'opera, della sua peculiarità, del suo travalicare il genere. L'idea che sia una di quelle opere che non ti potrai dimenticare di aver incontrato.
Il Gioco del Gatto e del Topo è un'opera troppo complessa perché possa scrivere qualcosa di compiuto a così breve distanza; mi ha richiamato alla mente immediatamente Scene da un matrimonio che vidi a teatro interpretato da Gabriele Lavia e Monica Guerritore: una rappresentazione splendida, intensissima: una messa a nudo di un rapporto amoroso, senza orpelli, senza sconti, come questo manga. E un'altra opera mi è tornata in mente, sempre teatro, quel grande genio della descrizione dei rapporti interpersonali, che è Eric-Emmanuel Schmitt: Le relazioni enigmatiche, folgorante.
I due qui sono ottimi personaggi e pessime persone: non cattivi, non abusanti ma meschini, grandiosamente meschini. Tanto sarebbe irritante avere a che fare con loro tanto è affascinante e piacevole osservarli senza dover interagire con loro. Sono insopportabili negli egoismi e negli infantilismi, ma sono gradevolissimi nei dialoghi, pungenti, verbosi, stratificati.
Ho apprezzato che si tratti di una storia d'amore, non di romanticismo.
Non so se sarà un 100 per me dopo una rilettura e qualche meditazione in più, di sicuro non meno di un 90.
Una recensione che non sfigurerebbe nei libri di letteratura. Certo, molto più interessante degli infiniti arzigogoli che da troppo tempo circondano Manzoni e Dante. Scherzi (ma non troppo) a parte, è un titolo che ho letto diversi anni fa e mi aveva colpito tantissimo. Uno dei migliori, certamente. Perché se è vero che Viewfinder ha pur sempre un posto di favore nel mio cuore, ci sono anche titoli, come questo, meno appariscenti e più profondi, o approfonditi. La sensei Mizushiro è sicuramente una delle mie autrici preferite, e non solo per questo titolo. Ma a questo punto, dopo aver letto questa recensione, direi che sarebbe d'obbligo trovare il tempo per rileggere l'opera, magari con altri occhi.
A ben vedere ci sono pure gli elefanti. Chi ha visto l'anime di Love Stage!!! capirà la citazione XD
L'insoluto e l'informe mi piacciono, ma proprio quando sono non solo senza frutto ma anche senza radici. Se questi due animali fossero davvero esseri spezzati mi potrebbero interessare.
Non per portare acqua al mio (?) mulino, ma ti direi che sì, qui si tratta proprio di esseri informi e spezzati. Attenzione, non abusanti né cattivi, come precisa giustamente @shiho miyano, bensì due creature che sbagliano tutto, del tutto "insolute"
dando un occhio ad alcune tavole di comparazione tra la vecchia e nuova edizione italiana mi è parso di vedere delle differenze anche nei dialoghi, non solo attribuibili a una differente traduzione
Uhm, ti posso chiedere quali e come, di preciso? Proprio per mia curiosità (e ossessione, non lo nego XD). Per questa recensione ho comparato la traduzione italiana Ronin con quella J-Pop e con il volume giapponese alla mano, chiedendo una consulenza per il passaggio dal giapponese a persona competente di mia fiducia. Personalmente, ci sono alcuni passaggi che preferivo nella versione Ronin (che reputavo lì più eleganti, acuti e/o più diretti) e che tuttora ho impressi nella memoria, però ho rinvenuto anche che la vecchia edizione aveva errorini qua e là, e molti dialoghi erano sì tradotti, ma mancavano di precisione e/o si prendevano qualche altra libertà di adattamento (più o meno condivisibile, non sono qui a giudicare). Per questo motivo, sempre personalmente, "godo molto" ad avere entrambe le edizioni (seppur la prima, sigh, monca) xD
**
Ringrazio davvero di cuore chi è passato di qui e ci ha lasciato, come me, una dichiarazione d'amore o di obiettiva stima nei confronti della sensei Mizushiro, prima ancora che di quest'opera: non posso che quotare tutto e tutti e sperare che venga stavolta magari per davvero il tempo in cui si possano avere in italiano anche le sue opere più celebri e famose, da Shitsuren Chocolatier a Poison Berry, che reputo un vero scandalo non si possano reperire su suolo italiano a tutt'oggi. Averne, di autrici così, che narrano in questa maniera in apparenza così semplice, ma così diretta e spietata. Non ci è arrivata per caso, ovviamente; anche lei ha sperimentato molto a lungo, sia per temi che come tratto grafico. Io amo i suoi disegni alla follia, eppure sembra stranissimo pensare che nei primi tempi il suo tratto fosse così simile a quello della Yoshida di Banana Fish e Umimachi Diary, così tipico di inizi anni '90, e che oggi invece sia così peculiare, elegante e affascinante. Trovo, come detto anche nella recensione, che Il Gioco del Gatto e del Topo sia una felicissima e fortunata combinazione di aspetti che qui hanno trovato davvero una sublimazione perfetta. Qui il tratto della sensei si è affermato per quello che è e ha conosciuto fama mondiale, qui i suoi incastri narrativi si sono ricombinati alla perfezione, donando alla storia il giusto slancio, un bilanciamento tra aspetti diversissimi tra loro, un grado di introspezione mai raggiunto da lei prima e che le ha spalancato le porte per le opere successive, per scriverne ancora, meglio e più a fondo. Mi fermo qui a riguardo della sensei, sperando che questa non sia l'ultima volta che ci sia dato dibattere su di lei ^^
Difficile riassumere in poche righe cosa rappresenti per me Il Gioco del Gatto e del Topo. E' capitato nella mia vita in un momento imprevisto dieci anni fa, mi ha davvero devastata alla prima lettura, lasciandomi un non del tutto gradevole senso di vago disagio al ripensare a quei suoi due personaggi così fastidiosi e meschini. Eppure, sono tornata a rileggerlo più, e più volte, ogni volta irritandomi nei confronti di Imagase e Otomo perché no, non si può essere così XD Poi, dall'anno scorso circa, le mie riletture hanno iniziato a rinvenire in loro anche qualcosa di diverso, qualcosa di più, qualcosa che prima non riuscivo a vedere, forse. E in quel momento, l'affetto e la stima che già nutrivo per quest'opera si sono allargati ancora; a tutt'oggi, a rileggerlo nella nuova edizione, me ne stupisco di altri, passaggi, sorrido alle loro battutine, al terribile modo che questa coppia ha di farsi la corte, di dirsi 'ti amo, malgrado tu sia così fastidioso e infantile alla tua età', di inciampare continuamente facendosi male, ma senza voler mettere mai il punto fine. Senza mai dichiararsi arrivati, com'è nella vita. La verità è che questi due, nel loro cercare di trovare un modo di stare insieme, sono tenerissimi e commoventi, e davvero per me è storia riflessa di quel che facciamo anche noi, nelle nostre vite, seppur con i nostri tantissimi difetti. Ci sarebbero addirittura altri aspetti non trattati nella recensione (o meglio, scartati nella sua versione definitiva), quali ad esempio l'attenzione che Otomo ha per i capelli di Imagase e nulla nei confronti delle donne a dispetto dei dettagli che invece la Mizushiro su di loro ci racconta; o ancora, il fatto che alla data attuale il valore medio di mercato di quel Pétrus acquistato da Otomo si aggira sui 1.000 e non più sui 500 euro, e che certe di quelle bottiglie (tra cui potenzialmente anche l'anno di nascita di Imagase) sono vendute all'asta fino a un valore di 12.000 euro (e loro due, sì, se lo sono bevuto in una notte. Che teneri). O ancora, gli spazi: come vediamo la storia prender corpo in gran misura nell'appartamento di Otomo, un po' come fosse il palco di un teatro, un po' perché in fondo è prettamente dentro di lui che stiamo guardando, mentre su molti aspetti personali Imagase rimane misterioso. A proposito: il capitolo extra, La Rapsodia del Colibrì, è di una tenerezza sconfinata e i disegni sono più belli che mai. Davvero uno spaccato slice-of-life (di nuovo, con co-protagonista una donna) che su questo personaggio era doveroso e meritatissimo. E via di questo passo. Non credo, davvero, di aver potuto discernere tutto di questo manga, perché probabilmente tra dieci anni ne scoprirò ancora altre, di cose. Ma la cosa più bella, per me, e quella che più conta, è che quest'opera sia finalmente tornata disponibile per me e per chiunque in Italia, che potenzialmente chiunque se la possa godere, apprezzandola per tutto quello che è. Quindi sono contentissima, ma davvero contentissima, che J-Pop abbia deciso tra tanti titoli di riportarcela. Il mio cuore trabocca, ancora oggi ♥♥♥
Non per portare acqua al mio (?) mulino, ma ti direi che sì, qui si tratta proprio di esseri informi e spezzati. Attenzione, non abusanti né cattivi, come precisa giustamente @shiho miyano, bensì due creature che sbagliano tutto, del tutto "insolute"
La J-pop ha la grande colpa di aver applicato la censura su di un grande opera yaoi! (Rivedetevi la vecchia Kappa edizioni e poi mi saprete dire) Esercitare questi tagli è come eliminare le scene erotiche dai film di Tinto Brass o quelle di nudo in quelli con Edwige Fenech!!
Ma no: la J-Pop non ha nessuna colpa, la censura era all'origine e loro non potevano che portare l'edizione per cui gli sono stati concessi i diritti! Come precisato qui sopra:
La pubblicazione di J-Pop avviene inoltre dopo che una recente ri-edizione giapponese del manga, proprio la All in One Edition che a noi giunge ora, si presenta in origine con alcune tavole parzialmente censurate in alcuni piccoli dettagli grafici: si tratta di modifiche operate dalla stessa Mizushiro su richiesta dell'editore nipponico per la nuova ristampa, atta a rimuovere ogni contenuto esplicito dal 28 gennaio 2020, per rendere l'opera fruibile anche da un pubblico di età inferiore ai quindici anni.
La J-pop ha la grande colpa di aver applicato la censura su di un grande opera yaoi! (Rivedetevi la vecchia Kappa edizioni e poi mi saprete dire) Esercitare questi tagli è come eliminare le scene erotiche dai film di Tinto Brass o quelle di nudo in quelli con Edwige Fenech!!
Le possiedo entrambe (finalmente ho anche il secondo rarissimo volume della prima edizione, sì), e prima di compilare questa recensione ho letteralmente confrontato le due pagina per pagina, vignetta per vignetta, sfumatura per sfumatura. Ovviamente anche io preferisco la versione che fu originariamente pubblicata in Giappone la prima volta, e che poi arrivò da noi per Ronin; le tavole censurate (perché di censura nei testi non ve n'è assolutamente), che sono poche e interessano parti molto piccole di porzioni di tavole, le preferisco in originale, ma a tutt'oggi se uno va ad acquistare il volume in lingua originale giapponese, troverà quelle stesse tavole censurate... perché la censura nasce purtroppo da una scelta dell'editore giapponese per la ri-edizione, che piaccia o no. E anche in Giappone non ripubblicheranno mai più (per affermazione loro) le tavole per come apparvero quella prima volta. Non è una scelta che mi piace, come già detto. Ma non è una scelta che è stata determinata da J-pop (il quale aveva anche insistito coi giapponesi per proporre da noi una versione non censurata, ma non c'è stato nulla da fare, impossibile convincerli), questo mi sembra importante ribadirlo.
dalla recensione si percepisce tutto l'amore che prova per il titolo.
Potrei farci un pensiero.
Non mi sono mai approcciato all'opera per il timore che rimanga sempre su limiti che non valica mai. Graficamente e tematicamente parlando.
L'insoluto e l'informe mi piacciono, ma proprio quando sono non solo senza frutto ma anche senza radici.
Se questi due animali fossero davvero esseri spezzati mi potrebbero interessare.
Male.
Il gioco del gatto e del topo è stato uno dei rari manga che mi ha fatto piangere (e dico proprio piangere-piangere) per la mole di emozioni che era riuscito a trasmettermi. Ho la vecchia edizione Ronin, ma confesso di star facendo un pensierino anche per questa nuova riedizione all in one, sebbene i volumi "ciccionazzi" in genere non mi facciano impazzire... però quel capitolo extra e le altre aggiunte mi stuzzicano parecchio, nonostante le edulcorazioni anatomiche di questa nuova edizione (in realtà dando un occhio ad alcune tavole di comparazione tra la vecchia e nuova edizione italiana mi è parso di vedere delle differenze anche nei dialoghi, non solo attribuibili a una differente traduzione)
In un caso o nell'altro, è un'opera senz'altro da leggere, perché il livello di introspezione che la Mizushiro ha raggiunto con quest'opera è un tesoro assai raro (e poi io la trovo sempre di un'eleganza pazzesca, sia a livello di disegni che di narrazione)
Ora mi chiedo: quando potremo avere anche "Un Chocolatier de l'Amour perdu"?
Innanzitutto grazie @zettailara per questa recensione così puntuale, analitica e ricca di spunti.
L'ho letta per la prima volta un paio di giorni fa e devo dire che la prima impressione che mi ha lasciato è proprio quella dell'eccezionalità dell'opera, della sua peculiarità, del suo travalicare il genere. L'idea che sia una di quelle opere che non ti potrai dimenticare di aver incontrato.
Il Gioco del Gatto e del Topo è un'opera troppo complessa perché possa scrivere qualcosa di compiuto a così breve distanza; mi ha richiamato alla mente immediatamente Scene da un matrimonio che vidi a teatro interpretato da Gabriele Lavia e Monica Guerritore: una rappresentazione splendida, intensissima: una messa a nudo di un rapporto amoroso, senza orpelli, senza sconti, come questo manga.
E un'altra opera mi è tornata in mente, sempre teatro, quel grande genio della descrizione dei rapporti interpersonali, che è Eric-Emmanuel Schmitt: Le relazioni enigmatiche, folgorante.
I due qui sono ottimi personaggi e pessime persone: non cattivi, non abusanti ma meschini, grandiosamente meschini. Tanto sarebbe irritante avere a che fare con loro tanto è affascinante e piacevole osservarli senza dover interagire con loro. Sono insopportabili negli egoismi e negli infantilismi, ma sono gradevolissimi nei dialoghi, pungenti, verbosi, stratificati.
Ho apprezzato che si tratti di una storia d'amore, non di romanticismo.
Non so se sarà un 100 per me dopo una rilettura e qualche meditazione in più, di sicuro non meno di un 90.
Scherzi (ma non troppo) a parte, è un titolo che ho letto diversi anni fa e mi aveva colpito tantissimo. Uno dei migliori, certamente. Perché se è vero che Viewfinder ha pur sempre un posto di favore nel mio cuore, ci sono anche titoli, come questo, meno appariscenti e più profondi, o approfonditi. La sensei Mizushiro è sicuramente una delle mie autrici preferite, e non solo per questo titolo.
Ma a questo punto, dopo aver letto questa recensione, direi che sarebbe d'obbligo trovare il tempo per rileggere l'opera, magari con altri occhi.
A ben vedere ci sono pure gli elefanti. Chi ha visto l'anime di Love Stage!!! capirà la citazione XD
Non per portare acqua al mio (?) mulino, ma ti direi che sì, qui si tratta proprio di esseri informi e spezzati. Attenzione, non abusanti né cattivi, come precisa giustamente @shiho miyano, bensì due creature che sbagliano tutto, del tutto "insolute"
Uhm, ti posso chiedere quali e come, di preciso? Proprio per mia curiosità (e ossessione, non lo nego XD). Per questa recensione ho comparato la traduzione italiana Ronin con quella J-Pop e con il volume giapponese alla mano, chiedendo una consulenza per il passaggio dal giapponese a persona competente di mia fiducia. Personalmente, ci sono alcuni passaggi che preferivo nella versione Ronin (che reputavo lì più eleganti, acuti e/o più diretti) e che tuttora ho impressi nella memoria, però ho rinvenuto anche che la vecchia edizione aveva errorini qua e là, e molti dialoghi erano sì tradotti, ma mancavano di precisione e/o si prendevano qualche altra libertà di adattamento (più o meno condivisibile, non sono qui a giudicare). Per questo motivo, sempre personalmente, "godo molto" ad avere entrambe le edizioni (seppur la prima, sigh, monca) xD
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Ringrazio davvero di cuore chi è passato di qui e ci ha lasciato, come me, una dichiarazione d'amore o di obiettiva stima nei confronti della sensei Mizushiro, prima ancora che di quest'opera: non posso che quotare tutto e tutti e sperare che venga stavolta magari per davvero il tempo in cui si possano avere in italiano anche le sue opere più celebri e famose, da Shitsuren Chocolatier a Poison Berry, che reputo un vero scandalo non si possano reperire su suolo italiano a tutt'oggi. Averne, di autrici così, che narrano in questa maniera in apparenza così semplice, ma così diretta e spietata.
Non ci è arrivata per caso, ovviamente; anche lei ha sperimentato molto a lungo, sia per temi che come tratto grafico. Io amo i suoi disegni alla follia, eppure sembra stranissimo pensare che nei primi tempi il suo tratto fosse così simile a quello della Yoshida di Banana Fish e Umimachi Diary, così tipico di inizi anni '90, e che oggi invece sia così peculiare, elegante e affascinante. Trovo, come detto anche nella recensione, che Il Gioco del Gatto e del Topo sia una felicissima e fortunata combinazione di aspetti che qui hanno trovato davvero una sublimazione perfetta. Qui il tratto della sensei si è affermato per quello che è e ha conosciuto fama mondiale, qui i suoi incastri narrativi si sono ricombinati alla perfezione, donando alla storia il giusto slancio, un bilanciamento tra aspetti diversissimi tra loro, un grado di introspezione mai raggiunto da lei prima e che le ha spalancato le porte per le opere successive, per scriverne ancora, meglio e più a fondo. Mi fermo qui a riguardo della sensei, sperando che questa non sia l'ultima volta che ci sia dato dibattere su di lei ^^
Difficile riassumere in poche righe cosa rappresenti per me Il Gioco del Gatto e del Topo. E' capitato nella mia vita in un momento imprevisto dieci anni fa, mi ha davvero devastata alla prima lettura, lasciandomi un non del tutto gradevole senso di vago disagio al ripensare a quei suoi due personaggi così fastidiosi e meschini. Eppure, sono tornata a rileggerlo più, e più volte, ogni volta irritandomi nei confronti di Imagase e Otomo perché no, non si può essere così XD
Poi, dall'anno scorso circa, le mie riletture hanno iniziato a rinvenire in loro anche qualcosa di diverso, qualcosa di più, qualcosa che prima non riuscivo a vedere, forse. E in quel momento, l'affetto e la stima che già nutrivo per quest'opera si sono allargati ancora; a tutt'oggi, a rileggerlo nella nuova edizione, me ne stupisco di altri, passaggi, sorrido alle loro battutine, al terribile modo che questa coppia ha di farsi la corte, di dirsi 'ti amo, malgrado tu sia così fastidioso e infantile alla tua età', di inciampare continuamente facendosi male, ma senza voler mettere mai il punto fine. Senza mai dichiararsi arrivati, com'è nella vita. La verità è che questi due, nel loro cercare di trovare un modo di stare insieme, sono tenerissimi e commoventi, e davvero per me è storia riflessa di quel che facciamo anche noi, nelle nostre vite, seppur con i nostri tantissimi difetti.
Ci sarebbero addirittura altri aspetti non trattati nella recensione (o meglio, scartati nella sua versione definitiva), quali ad esempio l'attenzione che Otomo ha per i capelli di Imagase e nulla nei confronti delle donne a dispetto dei dettagli che invece la Mizushiro su di loro ci racconta; o ancora, il fatto che alla data attuale il valore medio di mercato di quel Pétrus acquistato da Otomo si aggira sui 1.000 e non più sui 500 euro, e che certe di quelle bottiglie (tra cui potenzialmente anche l'anno di nascita di Imagase) sono vendute all'asta fino a un valore di 12.000 euro (e loro due, sì, se lo sono bevuto in una notte. Che teneri). O ancora, gli spazi: come vediamo la storia prender corpo in gran misura nell'appartamento di Otomo, un po' come fosse il palco di un teatro, un po' perché in fondo è prettamente dentro di lui che stiamo guardando, mentre su molti aspetti personali Imagase rimane misterioso.
A proposito: il capitolo extra, La Rapsodia del Colibrì, è di una tenerezza sconfinata e i disegni sono più belli che mai. Davvero uno spaccato slice-of-life (di nuovo, con co-protagonista una donna) che su questo personaggio era doveroso e meritatissimo.
E via di questo passo. Non credo, davvero, di aver potuto discernere tutto di questo manga, perché probabilmente tra dieci anni ne scoprirò ancora altre, di cose. Ma la cosa più bella, per me, e quella che più conta, è che quest'opera sia finalmente tornata disponibile per me e per chiunque in Italia, che potenzialmente chiunque se la possa godere, apprezzandola per tutto quello che è. Quindi sono contentissima, ma davvero contentissima, che J-Pop abbia deciso tra tanti titoli di riportarcela. Il mio cuore trabocca, ancora oggi ♥♥♥
Ma no: la J-Pop non ha nessuna colpa, la censura era all'origine e loro non potevano che portare l'edizione per cui gli sono stati concessi i diritti! Come precisato qui sopra:
Le possiedo entrambe (finalmente ho anche il secondo rarissimo volume della prima edizione, sì), e prima di compilare questa recensione ho letteralmente confrontato le due pagina per pagina, vignetta per vignetta, sfumatura per sfumatura.
Ovviamente anche io preferisco la versione che fu originariamente pubblicata in Giappone la prima volta, e che poi arrivò da noi per Ronin; le tavole censurate (perché di censura nei testi non ve n'è assolutamente), che sono poche e interessano parti molto piccole di porzioni di tavole, le preferisco in originale, ma a tutt'oggi se uno va ad acquistare il volume in lingua originale giapponese, troverà quelle stesse tavole censurate... perché la censura nasce purtroppo da una scelta dell'editore giapponese per la ri-edizione, che piaccia o no.
E anche in Giappone non ripubblicheranno mai più (per affermazione loro) le tavole per come apparvero quella prima volta.
Non è una scelta che mi piace, come già detto. Ma non è una scelta che è stata determinata da J-pop (il quale aveva anche insistito coi giapponesi per proporre da noi una versione non censurata, ma non c'è stato nulla da fare, impossibile convincerli), questo mi sembra importante ribadirlo.
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