Non vorrei sbagliarmi, ma la presunzione di innocenza è un principio giuridico adottato più che altro in occidente... Se non ricordo male, in Giappone si è colpevoli fino a prova contraria, per questo motivo il sistema funziona al 99%... Se sei innocente e sei nel posto sbagliato al momento sbagliato e, soprattutto, non hai modo di dimostrarlo, sei rovinato...
Eccola all'attacco, poteva tacere e starsene zitta, lasciare andare tutto siccome aveva già cancellato tutti i collegamenti con quel lavoro e passare oltre, ma invece no, ovviamente, si è sentita in "dovere" di scrivere un wall of text di solidarietà per le vittime, vittime che dubito siano rimaste sconvolte da una toccata a fuga al punto in cui lei fa apparire, cavalcando l'onda che stava finendo nel dimenticatoio e strumentalizzando l'attenzione per spalare merda il più possibile su chi gli ha dato il successo.
Delle "vittime" gli frega meno di zero, il suo posto ne è la prova, vuole solo pubblicità gratuita, se proprio davvero voleva far qualcosa avrebbe scritto o contattato in privato quelle due ragazze senza scrivere un tema sul suo profilo ai 4 venti, questo sarebbe stato il modo di fare. Ipocrita e falsa.
Aggiungo che quello a cui ti riferisci è il tasso di condanna. In Giappone il tasso di condanna è del 99% perché, per la loro situazione sociale, è estremamente difficile provare la propria innocenza in sede legale.
Proprio per questo, generi la situazione paradossale in cui anche gli innocenti vengono condannati come colpevoli perché l'accusa ti rende già non più accettabile socialmente. Questo è il problema del Giappone. Socialmente sei morto nel momento in cui vieni accusato con tutte le conseguenza (anche legali) del caso.
In ogni caso, per chiudere il discorso, data la natura delle accuse rivolte al mangaka (due palpeggiamenti in bicicletta a due ragazze diverse), la pena in ballo sono un massimo di 6 mesi di carcere o una multa da ¥500,000 (circa 4000€). Nel caso ci fosse stata violenza sessuale, si passerebbe ad un massimo di 10 anni di carcere, ma non è questo il caso (di fatto la giurisdizione giapponese ha pene analoghe alla legge italiana). Quindi, tutto questo macello per un crimine che prevederà al massimo 6 mesi di carcere. Al termine della pena, teoricamente, tu dovresti aver pagato il tuo debito con la società ed essere riabilitato. Tatsuya Matsuki invece, anche se dovesse essere condannato al carcere, non lavorerà mai più e mai si riabiliterà nella società giapponese. Questo dovrebbe darvi un'idea di quale sia la reale gravità delle azioni di Matsuki viste le pene previste e di quanto tutto sia stato inflazionato a causa della società giapponese e della stampa. Ripeto, un crimine che prevede AL MASSIMO una condanna a 6 mesi di carcere (o una multa da 4000€) ha fatto completamente sparire dalla faccia della Terra un'opera letteraria. Spero sia chiaro ora quale sia l'origine del mio commento e della mia critica nei confronti della faccenda.
Ci sono articoli e guide anche per gli stranieri in cui viene esplicitamente detto "Beware of false groping charges" (attenzione alle false accuse di palpeggiamento) perché ci sono dietro meccanismi di estorsione che si basano sul "se io ti denuncio tu sei morto anche se innocente, dammi X e non dico nulla".
Il tuo mi sembra un processo alle intenzioni. Accusi solo in base ai tuoi sospetti. L'autrice può benissimo aver scritto questa dichiarazione sinceramente e senza doppi fini.
Ci sono articoli e guide anche per gli stranieri in cui viene esplicitamente detto "Beware of false groping charges" (attenzione alle false accuse di palpeggiamento) perché ci sono dietro meccanismi di estorsione che si basano sul "se io ti denuncio tu sei morto anche se innocente, dammi X e non dico nulla".
Vero, ed è anche il motivo per il quale, a causa di questo fenomeno sociale, quando una ragazza o studentessa ha un problema o si sente male per strada, in molti si allontanano facendo finta di nulla proprio per non essere accusati di "provarci". Il loro sistema giudiziario è talmente stringente e duro da essere anche un'arma a doppio taglio altamente exploitabile.
Bello come di fronte a un fatto per cui c’è evidenza e confessione si sia finito a parlare delle finte accuse. La gente che se succede davvero NON denuncia anche per paura di essere tacciata di finte accuse esiste ed è molta di più di quella che accusa strumentalmente. E se non denuncia quando dovuto è anche perchè c’è questo modo di ragionare. Detto ciò, non spenderò parola in più per i benaltristi qui riciclatosi garantisti della domenica.
Bello come di fronte a un fatto per cui c’è evidenza e confessione si sia finito a parlare delle finte accuse. La gente che se succede davvero NON denuncia anche per paura di essere tacciata di finte accuse esiste ed è molta di più di quella che accusa strumentalmente. E se non denuncia quando dovuto è anche perchè c’è questo modo di ragionare. Detto ciò, non spenderò parola in più per i benaltristi qui riciclatosi garantisti della domenica.
Parlare di diritti civili e presunzione di innocenza non sono cose da garantisti della domenica: sono cose serie. Se si vuole processare un uomo, bisogna farlo seriamente e non condannarlo in anticipo come se fosse una cosa fatta. Se no non c'è più convivenza, c'è solo il linciaggio.
Bello come di fronte a un fatto per cui c’è evidenza e confessione si sia finito a parlare delle finte accuse. La gente che se succede davvero NON denuncia anche per paura di essere tacciata di finte accuse esiste ed è molta di più di quella che accusa strumentalmente. E se non denuncia quando dovuto è anche perchè c’è questo modo di ragionare. Detto ciò, non spenderò parola in più per i benaltristi qui riciclatosi garantisti della domenica.
Bello come di fronte a un fatto per cui c’è evidenza e confessione si sia finito a parlare delle finte accuse. La gente che se succede davvero NON denuncia anche per paura di essere tacciata di finte accuse esiste ed è molta di più di quella che accusa strumentalmente. E se non denuncia quando dovuto è anche perchè c’è questo modo di ragionare. Detto ciò, non spenderò parola in più per i benaltristi qui riciclatosi garantisti della domenica.
Parlare di diritti civili e presunzione di innocenza non sono cose da garantisti della domenica: sono cose serie. Se si vuole processare un uomo, bisogna farlo seriamente e non condannarlo in anticipo come se fosse una cosa fatta. Se no non c'è più convivenza, c'è solo il linciaggio.
La sua colpevolezza l'ha ammessa lui stesso, quindi, non è necessario aspettare per parlarne. A questo punto il tribunale è solo una formalità in cui oltre a decretare definitivamente la sua colpevolezza rivalutando le prove e le testimonianze a disposizione, dovrà soprattutto determinare la condanna che dovrà scontare l'autore.
Inoltre, sottolineo che sebbene le notizie ufficiali siano uscite qualche giorno fa, le molestie risalgono al 18 giugno, quindi, non è che siano spuntati all'improvviso con il nome del colpevole come vuoi far credere tu.
La sua colpevolezza l'ha ammessa lui stesso, quindi, non è necessario aspettare per parlarne. A questo punto il tribunale è solo una formalità in cui oltre a decretare definitivamente la sua colpevolezza rivalutando le prove e le testimonianze a disposizione, dovrà soprattutto determinare la condanna che dovrà scontare l'autore. Inoltre, sottolineo che sebbene le notizie ufficiali siano uscite qualche giorno fa, le molestie risalgono al 18 giugno, quindi, non è che siano spuntati all'improvviso con il nome del colpevole come vuoi far credere tu.
Questo è proprio il motivo per cui in Giappone il tasso di condanna è del 99%. Le persone, a prescindere, reputano colpevole qualcuno ancora prima che il processo sia concluso. E questo non va bene. In nessun caso.
Parlare di garantismo poi è completamente sbagliato e fuori luogo soprattutto quando si sta parlando della presunzione di innocenza.
Tutti i vostri commenti denotano e sottolineano il fenomeno che sta ormai andando avanti già da qualche tempo per il quale la presunzione di innocenza è messa alla prova.
La fallacia logica dietro tutti questi vostri discorsi è che avete completamente frainteso quale sia lo scopo del processo e lo riducete ad una sola e banale formalità "in quanto è già tutto chiaro". Questo denota una visione distorta della giustizia e dei processi giudiziari in generale e, in linea di massima, la non conoscenza dei concetti base e chiave del diritto.
Nello specifico, la presunzione d’innocenza è, infatti, identica all’idea stessa del processo penale e ne delinea limpidamente l’unica legittima finalità che è quella cognitiva. Il processo serve per conoscere, per verificare l’ipotesi d’accusa, e siffatta verifica non può dirsi compiuta fino a quando non si giunge ad una sentenza di condanna definitiva che consacra in modo irrevocabile la validità della tesi accusatoria. Questo è certamente il significato più profondo dell’affermazione costituzionale per cui nessuno può essere considerato colpevole fino alla condanna definitiva.
Se non fosse sancita la presunzione d’innocenza, non solo l’imputato sarebbe privato della più importante garanzia, ma il processo penale perderebbe la sua stessa ragion d’essere, per assumere diversi connotati che lo trasformerebbero in strumento schiettamente repressivo. La presunzione di non colpevolezza è legata a doppio filo al modello garantista della giurisdizione penale, “costituisce la prima e fondamentale garanzia che il procedimento assicura al cittadino”, essendo il postulato fondamentale della scienza processuale e il presupposto di tutte le altre garanzie, ma è anche “un corollario logico del fine razionalmente assegnato al processo”, l’essenza stessa del processo penale, nel senso che il verificare l’ipotesi di colpevolezza assume un preciso valore proprio perché nessuno può essere considerato colpevole fino alla condanna definitiva.
È perciò riduttivo pensare alla presunzione d’innocenza solo in chiave garantista o nel suo rapporto con le altre garanzie processuali, perché ogni sua limitazione o riduzione porta con sé una limitazione e una riduzione non solo del tasso di garantismo di un sistema processuale, ma anche, se non soprattutto, della capacità cognitiva del processo penale.
Da qui, il motivo per cui in Giappone il tasso di condanna è al 99%, proprio perché si mette in dubbio la natura stessi dei processi il quali perdono di significato e il loro scopo madre (quello cognitivo).
Mettere in dubbio la presunzione di innocenza è un comportamento fortemente antisociale e incivile che denota un allontanamento dei principi fondamentali del diritto.
Con questo, chiudo, ma un consiglio spassionato: rivedete completamente il vostro modo di pensare.
@Pigowallace e Joe7
Sulla carta Matsuki è ancora innocente dato che non ha ancora avuto il processo e questo è ovvio per qualsiasi paese, ma per l'opinione pubblica no e questo non lo potete cambiare solo perchè non rispetta le condizioni della vostra definizione. L'uomo è stato descritto dalle vittime, è stato immortalato dalle telecamere ed ha anche confessato, di conseguenza, le persone hanno tutto il diritto di considerarlo colpevole. Il fatto che sulla carta non sia ancora stato condannato è irrilevante e questo fa perdere di validità qualsiasi papiro abbiate scritto in precedenza. Se per esempio Luigina vede la persona X che accoltella la persona Y, anche se la persona X sulla carta non è ancora colpevole (perchè per i processi servono anni), per Luigina lo è e voi non potete costringerla a pensare diversamente. Vi state attaccando un po' troppo sulle definizioni. Le definizioni le consciamo, non è necessario creare un muro di testo ogni volta.
A parte questo, se anche fosse stato giudicato "innocente" dall'opinione pubblica o se Jump se ne fosse fregata della sua reputazione, il manga sarebbe stato interrotto a prescindere dato che il mangaka non ha sicuramente il tempo per scrivere il manga e pensare al processo allo stesso tempo.
@Pigowallace e Joe7 Sulla carta Matsuki è ancora innocente dato che non ha ancora avuto il processo e questo è ovvio per qualsiasi paese, ma per l'opinione pubblica no e questo non lo potete cambiare solo perchè non rispetta le condizioni della vostra definizione. L'uomo è stato descritto dalle vittime, è stato immortalato dalle telecamere ed ha anche confessato, di conseguenza, le persone hanno tutto il diritto di considerarlo colpevole. Il fatto che sulla carta non sia ancora stato condannato è irrilevante e questo fa perdere di validità qualsiasi papiro abbiate scritto in precedenza. Se per esempio Luigina vede la persona X che accoltella la persona Y, anche se la persona X sulla carta non è ancora colpevole (perchè per i processi servono anni), per Luigina lo è e voi non potete costringerla a pensare diversamente. Vi state attaccando un po' troppo sulle definizioni. Le definizioni le consociamo, non è necessario creare un muro di testo ogni volta. A parte questo, se anche fosse stato giudicato "innocente" dall'opinione pubblica o se Jump se ne fosse fregata della sua reputazione, il manga sarebbe stato interrotto a prescindere dato che il mangaka non ha sicuramente il tempo per scrivere il manga e pensare al processo allo stesso tempo.
L'opinione pubblica è irrilevante in quanto sempre e comunque estranea ai fatti. Luigina invece non è estranea ai fatti, ma una testimone oculare che sarà ascoltata in sede di processo. Il condannare da parte dell'opinione pubblica è sbagliato perché l'opinione pubblica non è una Luigina. È questo che sfugge a tutti. Riguardo il manga avrebbe potuto essere sospeso ed eventualmente essere ripreso dopo, ma dato che in Giappone non esiste il dubbio (come voi stessi non avete), il concetto di sospensione e attesa non potrà mai esistere. Hanno preferito salvaguardare la reputazione in una società che ti giudica a prescindere quando ancora si sta parlando di accuse. Capite la gravità di questa situazione? Salvaguardare la reputazione a fronte di un crimine che potrebbe essere scontato con 4000€ di multa o 6 mesi di carcere. Ma vi rendete conto di che stiamo parlando? Non si tratta di stupro od omicidio. Il crimine, legalmente parlando, è una banalità. Quello di cui è accusato il mangaka è meno grave del possesso di marijuana per la giurisdizione giapponese, eppure c'è stata la devastazione totale a questa notizia. Il problema è sociale, e voi stessi con questi comportamenti da "è già colpevole" alimentate questa aberrazione sociale senza accorgervene.
La faccenda ricorda troppo - per l'oscurantismo forzato verso la serie nel suo presente/passato/futuro - il caso WWE di Chris Benoit.
L'autrice è talentuosa e sicuramente si ripiazzerà, ma questo genere di negazionismo editoriale lascia il tempo che trova IMHO.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.
Accidenti, meno male che è così, grazie della precisazione. Mi stavo chiedendo se il Giappone fosse in realtà una specie di dittatura nascosta, sono contento di sapere che non è così. Il fatto che ci sia la presunzione di innocenza anche lì, e in tutti gli Stati dell'ONU, mi tranquillizza.
Che poi la persona accusata sia poi condannata socialmente, come giustamente dici, è un altro discorso, che non ha nulla a che fare con la giustizia: qui siamo a livello sociale.