Il giudice Noriko Yokota ha riconosciuto infatti la validità dell'applicazione delle regole riguardo la colorazione dei capelli da parte della scuola, dicendo: "Queste regole sono state stabilite secondo un valido criterio legittimato per scopi educativi, e quindi far mantenere la disciplina agli studenti è a discrezione della scuola"
Non so se lo sanno, ma l'idea di uniformare le caratteristiche somatiche degli individui ad un canone preordinato è affine ai processi di eugenetica.
Lo facevano gli Spartani e i nazisti.
Se sono questi i modelli educativi...si spiegano molte cose.
Non capisco perché c'è Takagi-san come copertina ahahahahha
Non so se lo sanno, ma l'idea di uniformare le caratteristiche somatiche degli individui ad un canone preordinato è affine ai processi di eugenetica.
Lo facevano gli Spartani e i nazisti.
Se sono questi i modelli educativi...si spiegano molte cose.
No ma è spaventoso "Non può essere detto con certezza che la scuola stesse forzando la ragazza a tingersi i capelli di nero" e tutto il resto.
In pratica si sta dicendo ad una ragazza con i capelli castani che li ha neri.
E la scuola non ha capito nulla della vicenda, il colore naturale dei capelli non è per forza nero. La multa doveva essere di due zeri in più.
Non so se lo sanno, ma l'idea di uniformare le caratteristiche somatiche degli individui ad un canone preordinato è affine ai processi di eugenetica.
Lo facevano gli Spartani e i nazisti.
Se sono questi i modelli educativi...si spiegano molte cose.
È la stessa cosa che avviene, a livello culturale, con la globalizzazione: cultura unica, cibo unico (McDonald's), linea di vestiti unica, pensiero unico. E in questo caso "unico" significa "americano".
Personalmente temo più questa che il professore che vuole gli studenti con i capelli neri.
Vabbé anche sui tofet non c'è ancora accordo. Un mio collega della Scuola Italiana di Atene però mi disse di aver trovato resti di neonati in un sito presso l'Eurota. Le u.s. non erano messe troppo bene a suo dire ma dato il luogo e facendo due più due...
Poi sono anni che non lo sento e può darsi che sia tutt'altro.
In ogni caso per fare un exemplum bastano anche solo le fonti.
Che sia vero o meno non c'entra col principio se sia giusto o sbagliato.
Che sia vero o meno non c'entra col principio se sia giusto o sbagliato.
Si però la cosa grave è quando qualcuno vuole cambiare ciò che uno è, perché non "conforme" alla società. Non accettare la diversità innata di qualcuno porta all'emarginazione se non alla persecuzione.
Si però la cosa grave è quando qualcuno vuole cambiare ciò che uno è, perché non "conforme" alla società. Non accettare la diversità innata di qualcuno porta all'emarginazione se non alla persecuzione.
Ed è ciò che fa la globalizzazione, solo che questa viene accettata perché l'America è cool. Vedo sempre più italiani discriminare i connazionali che parlano un qualsiasi dialetto invece che l'italiano perfetto o l'inglese, arrivando a deriderli o far finta di non capire ciò che dicono.
Tutto il mondo è paese e gli esseri umani non sono migliori di nessun'altra specie vivente. Caso mai inferiori.
Ci troviamo di fronte ad una chiara violazione delle libertà individuali. Non capisco come al giorno d'oggi possano verificarsi situazioni del genere in un paese avanzato come il Giappone. La cosa che più mi ha colpito è la dichiarazione del giudice: "Queste regole sono state stabilite secondo un valido criterio legittimato per scopi educativi, e quindi far mantenere la disciplina agli studenti è a discrezione della scuola". Purtroppo, nonostante la globalizzazione, la società Giapponese conserva ancora molti "arcaismi" che spesso danneggiano seriamente i cittadini.
Il problema è agli antipodi.
Chiunque dovrebbe essere libero di tingersi i capelli del colore che gli pare.
Mamma mia che tristezza, sentir ancora cose come queste, manco fossimo nel medioevo. Quella delle scuole giapponesi è una caccia alle streghe, e la cosa ancor più assurda è che un tribunale non sia in grado di prendere una posizione decisa per la tutela dei cittadini. E' chiaro come questo sistema assurdo sia radicato nelle loro ideologie e nella loro quotidianità
Premetto una cosa, do pienamente ragione alla ragazza in questa situazione, MA una domanda me la faccio comunque: perché iscriversi ad una scuola con regole interne così oppressive verso la tua natura? Di solito prima di iscriversi ad un istituto ci si informa sui regolamenti per sapere, tanto per dire, il tipo di divisa da utilizzare o dove acquistarla... come può esserti sfuggita una regola così assurda come questa sul colore dei capelli?
E nel caso questa regola fosse stata inserita dopo l'iscrizione, perché non cambiare istituto anziché abbandonare la scuola del tutto?
Bah, è tutto così assurdo...
Premetto una cosa, do pienamente ragione alla ragazza in questa situazione, MA una domanda me la faccio comunque: perché iscriversi ad una scuola con regole interne così oppressive verso la tua natura?
Non so se lo sanno, ma l'idea di uniformare le caratteristiche somatiche degli individui ad un canone preordinato è affine ai processi di eugenetica.
Lo facevano gli Spartani e i nazisti.
Se sono questi i modelli educativi...si spiegano molte cose.
È la stessa cosa che avviene, a livello culturale, con la globalizzazione: cultura unica, cibo unico (McDonald's), linea di vestiti unica, pensiero unico. E in questo caso "unico" significa "americano".
Personalmente temo più questa che il professore che vuole gli studenti con i capelli neri.
Premetto una cosa, do pienamente ragione alla ragazza in questa situazione, MA una domanda me la faccio comunque: perché iscriversi ad una scuola con regole interne così oppressive verso la tua natura?
Il fatto è che questa regola penso sia presente in quasi tutti gli istituti, sia pubblici (come in questo caso) che privati, del Giappone. Come viene detto nell’articolo, il tribunale da pieno valore a questa norma che, secondo quanto dicono, serve a mantenere una certa disciplina, quindi è proprio una cosa globale e quindi non riferita solamente ad un paio di istituti.
Questa storia è davvero pazzesca... Non solo la scuola è razzista (come pure il giudice), perché praticamente vieta l'ingresso a chi non ha i capelli neri (mi pare di vedere l'avviso "Vietato l'accesso agli ebrei" de La vita è bella), ma è anche assurdo che non sia stato possibile dimostrare che il castano fosse il colore naturale! Si sono basati sul giudizio dei professori anziché di medici specialisti... Ma non sarebbe nemmeno servita una perizia medica: la ragazza non aveva delle foto da bambina, in cui ovviamente aveva sempre i capelli castani?
E poi possibile che tutte le scuole fossero così? Al posto dei genitori io l'avrei tolta da una scuola del genere, che arriva persino a stravolgere la regola generale di non tingersi i capelli pur di costringere un suo studente ad essere clone degli altri!
Questa storia è davvero pazzesca... Non solo la scuola è razzista (come pure il giudice), perché praticamente vieta l'ingresso a chi non ha i capelli neri (mi pare di vedere l'avviso "Vietato l'accesso agli ebrei" de La vita è bella), ma è anche assurdo che non sia stato possibile dimostrare che il castano fosse il colore naturale! Si sono basati sul giudizio dei professori anziché di medici specialisti... Ma non sarebbe nemmeno servita una perizia medica: la ragazza non aveva delle foto da bambina, in cui ovviamente aveva sempre i capelli castani?
E poi possibile che tutte le scuole fossero così? Al posto dei genitori io l'avrei tolta da una scuola del genere, che arriva persino a stravolgere la regola generale di non tingersi i capelli pur di costringere un suo studente ad essere clone degli altri!
Ma infatti, cioè se fanno tante storie per dei capelli castani, praticamente allora per uno studente straniero di etnia diversa è impossibile andare a scuola? A meno che non obbligano pure a questo poverino di tingersi i capelli di nero o tipo anche mettersi delle lenti a contatto colorate marroni se ha gli occhi blu o verdi. Io davvero mi auguro che non tutte le scuole siano così severe perchè se no stanno messi davvero male!
Premetto una cosa, do pienamente ragione alla ragazza in questa situazione, MA una domanda me la faccio comunque: perché iscriversi ad una scuola con regole interne così oppressive verso la tua natura?
Il fatto è che questa regola penso sia presente in quasi tutti gli istituti, sia pubblici (come in questo caso) che privati, del Giappone. Come viene detto nell’articolo, il tribunale da pieno valore a questa norma che, secondo quanto dicono, serve a mantenere una certa disciplina, quindi è proprio una cosa globale e quindi non riferita solamente ad un paio di istituti.
Non lo so, non conosciamo i regolamenti interni delle scuole giapponesi una per una, quindi le nostre sono supposizioni.
Andando di logica credo che l'equazione sia qualcosa del tipo maggiore prestigio=regole ferree. Ricordo che lessi di alcuni istituti che regolamentavano anche il taglio di capelli sia per uomini che per le donne, ma vado per ricordi vaghi.
Di sicuro, anche per una mera questione statistica, ci sarà anche un cospicuo numero di istituti, soprattutto privati, con regole meno ferree e più permissive (restando sempre nei limiti di ciò che è ritenuto "accettabile" dalla loro società).
Purtroppo il Giappone è un paese pieno di eccessi sociali, e più si vuole andare in alto, più ci si deve piegare a regole assurde.
Non capisco perché c'è Takagi-san come copertina ahahahahha
Suppongo perché è una studentessa, è Giapponese ed ha i capelli castani.
Ho capito il senso.
Non ho ancora capito se la ragazza è castana o mora, questa parte è stata scritta ripetutamente male.
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