In effetti mi è sempre sembrato strano che in una nazione che produce tanti manga a carattere yaoi e yuri le coppie omosessuali non avessero alcun tipo di riconoscimento... ma forse è (era?) soltanto una delle tante contraddizioni di quel Paese.
In effetti mi è sempre sembrato strano che in una nazione che produce tanti manga a carattere yaoi e yuri le coppie omosessuali non avessero alcun tipo di riconoscimento... ma forse è (era?) soltanto una delle tante contraddizioni di quel Paese.
In effetti mi è sempre sembrato strano che in una nazione che produce tanti manga a carattere yaoi e yuri le coppie omosessuali non avessero alcun tipo di riconoscimento... ma forse è (era?) soltanto una delle tante contraddizioni di quel Paese.
In effetti mi è sempre sembrato strano che in una nazione che produce tanti manga a carattere yaoi e yuri le coppie omosessuali non avessero alcun tipo di riconoscimento... ma forse è (era?) soltanto una delle tante contraddizioni di quel Paese.
Allora pongo una questione leggermente fuori tema: perché negli anime tutti i personaggi hanno colori dei capelli strani quando in Giappone bisogna avere lo stesso colore dei capelli e non sono consentite tinte eccentriche? Escludendo la questione del character design, credo che sia un modo per ribellarsi agli schemi della società giapponese, così come gli yuri e gli yaoi impongono la loro voce in un paese ancora chiuso sotto quel punto di vista.
Personalmente abolirei i termini "boys love" o "yuri", i termini corretti sono "sentimentale", "romantico", "storie d'amore", etc. (e amo le storie d'amore ben fatte). Iniziamo a non vedere alcuna differenza, così anche gli altri finiranno per non vederle.
Leggendo il manga Keiji il magnifico, ambientato nel periodo Sengoku, veniva mostrata una scena d'amore omosessuale tra Toshie Maeda e un ragazzetto. La nota esplicativa poi sottolineava come l'amore omosessuale in quel periodo era visto come l'amore migliore tra i guerrieri, superiore a quello fatto con una donna. Quindi anche il Giappone ha avuto un processo simile all'Occidente riguardo alla stigmatizzazione dell'amore omosessuale: che sia tutto nato proprio per far bella figura davanti all'Occidente bigotto dell'800/900?
Personalmente abolirei i termini "boys love" o "yuri", i termini corretti sono "sentimentale", "romantico", "storie d'amore", etc. (e amo le storie d'amore ben fatte). Iniziamo a non vedere alcuna differenza, così anche gli altri finiranno per non vederle.
Che possa essere ben fatta anche una storia d'amore omosessuale non ci piove, però a mio avviso le espressioni "boys love" o "yuri" ci stanno eccome. Sia per chi va in cerca di quelle tematiche, sia per chi preferisce evitarle.
Allora pongo una questione leggermente fuori tema: perché negli anime tutti i personaggi hanno colori dei capelli strani quando in Giappone bisogna avere lo stesso colore dei capelli e non sono consentite tinte eccentriche? Escludendo la questione del character design, credo che sia un modo per ribellarsi agli schemi della società giapponese, così come gli yuri e gli yaoi impongono la loro voce in un paese ancora chiuso sotto quel punto di vista.
Personalmente abolirei i termini "boys love" o "yuri", i termini corretti sono "sentimentale", "romantico", "storie d'amore", etc. (e amo le storie d'amore ben fatte). Iniziamo a non vedere alcuna differenza, così anche gli altri finiranno per non vederle.
"l'incapacità del governo di attuare misure legali per offrire "almeno" i benefici coniugali alle coppie dello stesso sesso"..... incapacità... proprio incompetenza, questo è il punto.
Leggendo il manga Keiji il magnifico, ambientato nel periodo Sengoku, veniva mostrata una scena d'amore omosessuale tra Toshie Maeda e un ragazzetto. La nota esplicativa poi sottolineava come l'amore omosessuale in quel periodo era visto come l'amore migliore tra i guerrieri, superiore a quello fatto con una donna. Quindi anche il Giappone ha avuto un processo simile all'Occidente riguardo alla stigmatizzazione dell'amore omosessuale: che sia tutto nato proprio per far bella figura davanti all'Occidente bigotto dell'800/900?
In gran parte è così: ad esempio, anche le leggi indiane attualmente in vigore che puniscono i rapporti omosessuali sono state adottate al tempo della dominazione britannica sull'India (per ironia della sorte, oggi invece nel Regno Unito gli omosessuali possono sposarsi). Se t'interessa l'argomento, ti consiglio di guardare anche il film Tabù - Gohatto di Nagisa Oshima.
Da troppo tempo quel posto vacante viene colmato dalla magistratura che si vede costretta a colmare le lacune sociali che gli stati fan finta di non vedere.
Personalmente abolirei i termini "boys love" o "yuri", i termini corretti sono "sentimentale", "romantico", "storie d'amore", etc. (e amo le storie d'amore ben fatte). Iniziamo a non vedere alcuna differenza, così anche gli altri finiranno per non vederle.
Non sono d'accordo. Il non voler vedere differenze è la causa dell'esasperazione che si è creata in questi anni che è sta opprimendo tutti e creando maltrattamenti di ogni tipo oltre a voler forzare un punto di vista sulle persone. Le differenze vanno viste, non c'è nulla di male, sono una cosa interessante e fonte di ricchezza. Il problema è negare diritti fondamentali o la libertà sulla base di esse. Ma sappiamo bene che certe differenze sono solo un pretesto, si troverebbero in ogni caso ragioni per limitare qualcuno.
"boys love" e "yuri" sono categorie nate spontaneamente e che rendono ben chiaro al lettore a cosa vanno incontro. Toglierle sarebbe un disservizio in quanto si renderebbe difficile cercare qualcosa che rientra nei propri gusti. Se una persona vuole leggere "boys love" ma non è interessata agli "yuri" per motivi suoi, dovrebbe poterlo fare e non avere l'inconvenienza di non poter discriminare il genere che gli interessa perché si è preferito usare altri termini. E soprattutto non si deve sentire in colpa per i propri gusti. Poi entrambe le categorie possono contenere la categoria "sentimentale", "romantico", "storie d'amore", ma io non credo siano sufficienti.
Su questo sono in totale dissenso. La magistratura dovrebbe limitarsi ad applicare le leggi che sono votate dal parlamento, senza intervenire a crearne, di fatto, delle nuove dove alcuni loro esponenti ritengono che ce ne sia bisogno.
Ho solamente evidenziato, come in questo eclatante caso, come la magistratura si ritrovi a dar voce a quelle minoranze che la politica ha abbandonato, rispettando e rimanendo entro i cardini ovviamente di una costituzione.
Da troppo tempo quel posto vacante viene colmato dalla magistratura che si vede costretta a colmare le lacune sociali che gli stati fan finta di non vedere.
Su questo sono in totale dissenso. La magistratura dovrebbe limitarsi ad applicare le leggi che sono votate dal parlamento, senza intervenire a crearne, di fatto, delle nuove dove alcuni loro esponenti ritengono che ce ne sia bisogno. Altrimenti si tratta di un'intromissione del potere giudiziario nel potere legislativo.
Se poi il potere legislativo decide volontariamente di non occuparsi di certe questioni, ciò fa parte dei giochi democratici. Quando la parola torna ai cittadini (mediante le elezioni politiche o i referendum) questi ne traggono le loro considerazioni.
Anche in Giappone, come già successo in Italia (e a volte continua a succedere), i giudici si trovano a dover colmare vuoti normativi, facendoli poi presenti ai legislatori. Ad un certo punto i Parlamenti dovranno pur guardare alla realtà così com'è (le coppie omosessuali ormai esistono e, talvolta, qualcuno di loro ha anche dei figli) e legiferare in merito, in fondo i sistemi legislativi dovrebbero adattarsi alla realtà che cambia; il negarlo sì che è un'ideologia.
Da troppo tempo quel posto vacante viene colmato dalla magistratura che si vede costretta a colmare le lacune sociali che gli stati fan finta di non vedere.
Su questo sono in totale dissenso. La magistratura dovrebbe limitarsi ad applicare le leggi che sono votate dal parlamento, senza intervenire a crearne, di fatto, delle nuove dove alcuni loro esponenti ritengono che ce ne sia bisogno. Altrimenti si tratta di un'intromissione del potere giudiziario nel potere legislativo.
Se poi il potere legislativo decide volontariamente di non occuparsi di certe questioni, ciò fa parte dei giochi democratici. Quando la parola torna ai cittadini (mediante le elezioni politiche o i referendum) questi ne traggono le loro considerazioni.
Personalmente abolirei i termini "boys love" o "yuri", i termini corretti sono "sentimentale", "romantico", "storie d'amore", etc. (e amo le storie d'amore ben fatte). Iniziamo a non vedere alcuna differenza, così anche gli altri finiranno per non vederle.
Non sono d'accordo. Il non voler vedere differenze è la causa dell'esasperazione che si è creata in questi anni che è sta opprimendo tutti e creando maltrattamenti di ogni tipo oltre a voler forzare un punto di vista sulle persone. Le differenze vanno viste, non c'è nulla di male, sono una cosa interessante e fonte di ricchezza. Il problema è negare diritti fondamentali o la libertà sulla base di esse. Ma sappiamo bene che certe differenze sono solo un pretesto, si troverebbero in ogni caso ragioni per limitare qualcuno.
"boys love" e "yuri" sono categorie nate spontaneamente e che rendono ben chiaro al lettore a cosa vanno incontro. Toglierle sarebbe un disservizio in quanto si renderebbe difficile cercare qualcosa che rientra nei propri gusti. Se una persona vuole leggere "boys love" ma non è interessata agli "yuri" per motivi suoi, dovrebbe poterlo fare e non avere l'inconvenienza di non poter discriminare il genere che gli interessa perché si è preferito usare altri termini. E soprattutto non si deve sentire in colpa per i propri gusti. Poi entrambe le categorie possono contenere la categoria "sentimentale", "romantico", "storie d'amore", ma io non credo siano sufficienti.
Dici cose giustissime ma forse non nel modo più giusto, mi spiego: siamo tutti diversi, tutti abbiamo delle differenze che ci rendono speciali, unici, interessanti. Ognuno di noi ha una storia di raccontare, ma il raggruppare in una categoria proprio per questo non ha mai senso, siamo molto più diversi di quanto vogliamo credere. Il voler categorizzare gli altri, risponde ad un bisogno psicologico proprio di tranquillità (per farla facile, ma per quanto affascinate il discorso diventa off topic). Per il resto vale quanto detto sopra al buon Giona: se cerchi solo Yuri o BL molte cose che ti piacerebbero non le vedresti in quanto ti sei auto-limitato.
Mi viene in mente tutta la pagliacciata che sta succedendo per la marijuana e l'eutanasia in cui ogni volta si deve esprimere la magistratura caso per caso perchè il legislatore non si da una mossa ad intervenire
Mi viene in mente tutta la pagliacciata che sta succedendo per la marijuana e l'eutanasia in cui ogni volta si deve esprimere la magistratura caso per caso perchè il legislatore non si da una mossa ad intervenire
A tal proposito mi permetto questo piccolo OT, per chi volesse approfondire:
Non so ormai da quanti anni quell'associazione si sta muovendo eppure sono sempre loro a rischiare quando danno supporto a chi ne ha davvero necessità.
Il tutto è fermo non si sa perché anche se in realtà dei diritti sono stati riconosciuti ma non si arriva mai a nulla di pratico.
Non so ormai da quanti anni quell'associazione si sta muovendo eppure sono sempre loro a rischiare quando danno supporto a chi ne ha davvero necessità.
Il tutto è fermo non si sa perché anche se in realtà dei diritti sono stati riconosciuti ma non si arriva mai a nulla di pratico.
Really ?
Non voglio offendere nessuno, sia chiaro questo, ma uno dei motivi non politicista praticamente a Roma.Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)(i motivi politici sono che la maggior parte della classe politica proviene dalla DC o da quella scuola di pensiero)
Detto ciò non aggiungo altro, visto che oltre ad essere OT, rischiamo di degenerare la discussione su contenuti che il regolamento del blog vieta. 🖖
Il clero shinto e buddista come la pensa sull'argomento?
Non con favore presumo.
Però nei paesi tradizionalisti l'opinione dei religiosi può avere un peso (per quanto meno incisivo rispetto al passato). E non è un mistero che spesso queste frange sociali remino contro tali nuove istanze.Io il problema non me lo porrei. La religione può fare quello che vuole, è il credente che la sceglie e ci si deve adeguare alle sue regole non l'opposto. Non è un'imposizione ed è una libera scelta (beh, dovrebbe), si può uscirne o inventarne una nuova. Diverso è la legge che deve essere rispettata da tutti e con tutti deve essere giusta.
Però nei paesi tradizionalisti l'opinione dei religiosi può avere un peso (per quanto meno incisivo rispetto al passato). E non è un mistero che spesso queste frange sociali remino contro tali nuove istanze.
Non impedisce concretamente il miglioramento del loro status legale, ma può rallentare le cose a livello sociale.
No, cambiare la religione no. Anche perché il problema non è l'oppio ma gli oppiomani.E però che puoi fare? Cambi la religione che di per se è una cosa che va accettata per quello che è?
No, cambiare la religione no. Anche perché il problema non è l'oppio ma gli oppiomani.
Una strada potrebbe essere quella di tentare un approccio anche con quel mondo, sondando le precise chiusure e le eventuali aperture.
Ovviamente non c'è alcuna garanzia di nulla, ma può essere una strategia che mira a colpire su più fronti a livello sociale. Forse con più chances rispetto a quanto si potrebbe fare con le religioni del libro. Dalle quali ab radice non si può cavare granché.
In effetti mi è sempre sembrato strano che in una nazione che produce tanti manga a carattere yaoi e yuri le coppie omosessuali non avessero alcun tipo di riconoscimento... ma forse è (era?) soltanto una delle tante contraddizioni di quel Paese.
Ovviamente non intendevo dire che bisogna abbandonare le vie legali, ma che può essere una strada usare una specie di strategia "a tenaglia".In entrambi i casi comunque i proseguirei la strada laica e al tempo stesso limiterei la considerazione data alle religioni almeno in termini di giusto e sbagliato e moralmente accettabile.
Ho capito cosa vuoi dire, ma qui non si parla di categorizzare le persone ma delle opere in base ai contenuti. E questo serve al lettore per scegliere quello che vuole secondo i propri gusti. Sta al lettore esporsi eventualmente, di sua volontà, ad altri contenuti (per interesse, passaparola, ect.). Non glielo si può imporre o propinare con una categorizzazione inefficiente. E se un certo contenuto non piace o non attira per le tematiche trattate rimane una decisione personale.
Personalmente abolirei i termini "boys love" o "yuri", i termini corretti sono "sentimentale", "romantico", "storie d'amore", etc. (e amo le storie d'amore ben fatte). Iniziamo a non vedere alcuna differenza, così anche gli altri finiranno per non vederle.
Uhm, no. In giappone se dici shonen-ai passi male, molto male. Inoltre non so come ti sentiresti tu se io definissi un'intera categoria "storielle per ragazzi", come se tutti gli shonen facessero schifo. Oppure "storielle per vecchi" i seinen perchè sono così seriosi!... Ecco, il livello di generalizzazione che fai per i BL è quello. Quanto al lgbt friendly, quello lo giudicherà in maniera diversa chi legge una data opera, e questo tipo di giudizio lo può estendere a tutti i target, anche alle opere non rivolte a un pubblico lgbt o che hanno due uomini o due donne legati da una storia sentimentale.Gli yaoi e gli yuri sono tutto tranne che materiale considerabile "lgbt friendly" XD, basta farsi una ricerca su internet per capire che non sono nient'altro che storielle per ragazze strapiene di luoghi comuni.
Gli shonen-ai (boys' love, per l'appunto), invece, sono effettivamente storie romantiche omosessuali
Uhm, no. In giappone se dici shonen-ai passi male, molto male. Inoltre non so come ti sentiresti tu se io definissi un'intera categoria "storielle per ragazzi", come se tutti gli shonen facessero schifo. Oppure "storielle per vecchi" i seinen perchè sono così seriosi!... Ecco, il livello di generalizzazione che fai per i BL è quello. Quanto al lgbt friendly, quello lo giudicherà in maniera diversa chi legge una data opera, e questo tipo di giudizio lo può estendere a tutti i target, anche alle opere non rivolte a un pubblico lgbt o che hanno due uomini o due donne legati da una storia sentimentale.Gli yaoi e gli yuri sono tutto tranne che materiale considerabile "lgbt friendly" XD, basta farsi una ricerca su internet per capire che non sono nient'altro che storielle per ragazze strapiene di luoghi comuni.
Gli shonen-ai (boys' love, per l'appunto), invece, sono effettivamente storie romantiche omosessuali
Ho capito cosa vuoi dire, ma qui non si parla di categorizzare le persone ma delle opere in base ai contenuti. E questo serve al lettore per scegliere quello che vuole secondo i propri gusti. Sta al lettore esporsi eventualmente, di sua volontà, ad altri contenuti (per interesse, passaparola, ect.). Non glielo si può imporre o propinare con una categorizzazione inefficiente. E se un certo contenuto non piace o non attira per le tematiche trattate rimane una decisione personale.
Appunto, proprio perché la pensiamo alle stesso modo, ti faccio un esempio esplicativo: Se cerco degli isekai faccio una ricerca e trovo tutti gli isekai, se mi piacciono le storie horror faccio una ricerca e trovo tutti gli horror, ma se cercassi tutti i bl in nessun modo troverei tutti i bl, in quanto molte delle storie, anche molto belle, a carattere bl sono comprese in manga non categorizzati in tal modo. E' una categoria inefficiente (ed è l'unica al pari della controparte femminile).
Come andrà a finire.....
@Mizu Kagamino (pardon se non riquoto tutto ma è per evitare un mega wall of text, che questo già è un papiro). Scusa se mi sono infuocata ma da lettrice di questo genere ad alcune cose che sentiamo da anni è impossibile non rispondere XD Certo, che distorga l’omosessualità fornendone una visione idealizzata a uso e consumo primariamente di ragazze sono d’accordissimo. Ciò con cui non sono d’accordo è ricordare questo “feticismo” sempre e solo quando si parla di BL quando in realtà i tropes sono diffusi in esso come in qualsiasi altro genere. I manga a tematica lgbt (come possono essere un Marito di Mio Fratello, o un My Son is Probably Gay) è vero che hanno un’altra ottica di partenza, ma anche gli yaoi in realtà oggi non sono più solo quelli super stereotipati con cui erano stati conosciuti agli albori. Oggi il BL può essere il più becero degli Omegaverse come un’opera tipo “Love Stories - Koi Monogatari” che invece è super introspettivo e tratta con estremo rispetto i suoi personaggi. Posto che primi e secondi sono ugualmente validi e hanno uguale diritto di esistere, la seconda tipologia in realtà negli anni ha preso parecchio piede.
Sulla definizione che hai postato, guarda di mio, personalmente, aggiornerei cancellando alcuni maschi omosessuali con alcuni lettori omosessuali in generale (ad esempio conosco diverse ragazze lesbiche che li apprezzano) e aggiungerei che oggi c’è anche una certa minoranza di maschi eterosessuali che li apprezza per i più vari motivi, magari anche perchè spaziano in altri generi e sperimentano maggiormente (e questa è una novità che al pari apprezzo anch'io da ragazza!).
La parte shonen-ai invece la trovo vetusta, è uno dei motivi per cui anche qui sul sito abbiamo fuso i generi shonen-ai e yaoi nel generico “Boys Love”. Capisco che quella distinzione possa tornare utile per distinguere le storie senza scene di sesso da quelle con scene di sesso, ma in realtà oggi ci sono diversi casi mooolto borderline (esempio Umibe no Etranger dove la scena è molto passionale e allo stesso tempo a malapena accennata e non è assolutamente il fulcro della storia, anzi io se dovessi usare la vecchia terminologia lo definirei “shonen-ai” per tutto il restante 99% della storia visto che parla molto dei sentimenti e ha l’elemento slice of life).
Che faccia parte dello shojo non sono d’accordo, è vero che è rivolto a ragazze ma shoujo è innanzitutto un target per cui si definiscono le riviste indirizzate a un pubblico di ragazze adolescenti in giappone. Le riviste che serializzano serie shoujo sono ancora largamente distinte da quelle che ospitano serie Boys Love.
Quel video lo avevo visto diverso tempo fa! Alcune cose sono giuste, ad esempio che abbiano preso piede anche perchè le protagoniste in molti manga shojo-smut erano delle zerbine insopportabili in cui in tante non ci rispecchiavamo, mentre nello yaoi, essendo con due protagonisti maschili, potevamo “scegliere” se il nostro pg preferito era il seme o l’uke. Sono anche sicuramente visti come qualcosa di trasgressivo, difatti in una ricerca tempo fa avevo proprio letto che sono particolarmente popolari in paesi con società di stampo piuttosto tradizionalista come quelle mediterranee o anche il sud-est asiatico (per non parlare, ovviamente, del Giappone XD).
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