Solo il 6% dei giovani non conosce gli anime? Non mi sorprende.
Internet riesce a diffondere a macchia d’olio qualsiasi tipo di argomento verso qualunque persona nel mondo (e già questa cosa da sola come premessa sarebbe sufficiente), a maggior ragione questo succede per gli anime che sono dei prodotti trasversali che abbracciano qualunque tipologia di genere e di target.
Se poi consideriamo che la Generazione Z è statisticamente quella con la maggior mole di ore di navigazione su internet ne deduciamo che è ovvio che i prodotti giapponesi siano conosciuti (metti anche che uno ci si imbatte solo “per sbaglio”: una video recensione su Youtube, un tweet che pubblicizza una piattaforma di streaming o un film in uscita……banalmente anche un meme “stupido” può accendere l’interesse verso gli anime, se l’utente vuole risalirne all’origine).
E anzi, secondo me col passare del tempo la percentuale di chi non conosce gli anime è destinata a decrescere ancora di più con la Generazione Alpha (la successiva alla Z).
In tutto questo però………mi spiace ma io proprio non riesco ad esserne pienamente contento.
Ovvio, mi fa piacere se la mia passione venga condivisa da più persone possibili evitando qualunque esempio di ghettizzazione negativa………ma la mia preoccupazione è che, purtroppo, troppa “attenzione mediatica” a lungo andare rischia sul serio di diventare deleteria.
Detto banalmente: tante persone richiamano fama, tanta fama richiama investimenti, investimenti richiamano soldi, tanti soldi richiamano attenzione………e troppa attenzione richiama edulcorazione, censura, banalizzazione dei contenuti, frammentazione eccessiva dei target, scarsa creatività, sovrapproduzione eccessiva che causa un’elevata offerta a fronte di una domanda più scarsa………
Insomma in poche parole questo secondo me per gli anime (parzialmente i manga) rischia di portare (ed in realtà è già così da qualche anno ormai) ad una “industrializzazione culturale” con decine e decine di prodotti che escono a raffica ma che salvo rari casi non portano nulla di nuovo artisticamente parlando……e il fatto che ad oggi ci siano anche aziende occidentali disposte ad investire in questo mercato non significa nemmeno questo di per sé un maggior apporto di qualità (anzi).
Quindi sì, anime sempre più conosciuti e apprezzati in tutto il mondo………ma non è detto che sia a tutti i costi una cosa positiva, almeno non in senso assoluto……
Insomma in poche parole questo secondo me per gli anime (parzialmente i manga) rischia di portare (ed in realtà è già così da qualche anno ormai) ad una “industrializzazione culturale” con decine e decine di prodotti che escono a raffica ma che salvo rari casi non portano nulla di nuovo artisticamente parlando……e il fatto che ad oggi ci siano anche aziende occidentali disposte ad investire in questo mercato non significa nemmeno questo di per sé un maggior apporto di qualità (anzi).
Quello che dici tu succede però già da anni visto che in Giappone è un'industria che fa fare discreti soldi
Come detto da altri, questo già succede da moltissimi anni. Forse da sempre, se andiamo a vedere. Succede come per i film: tra tanti prodotti fatti con lo stampino, ci saranno sempre quelle 3-4 serie all'anno che ti lasceranno qualcosa.
Io la vedo cosi: con la crescita del bacino di utenza aumenta anche la possibilità di più investimenti o di futuri registi/animatori/creatori bravi
Io che sono classe 83' che generazione sono?
Non sono d’accordo, o meglio non completamente.
“E’ sempre stato così” è un’affermazione fallace, perché è innegabile che al giorno d’oggi in Giappone gli studi d'animazione spuntano come funghi e producono in media molte più serie anime rispetto a 30/40/50 anni fa.
Non sto dicendo che allora fosse “tutto bello” e nessuno pensava ai guadagni (anzi), ma che oggi abbiamo una bulimia eccessiva di serie che finiscono per saturare il mercato (e a lungo andare rischiano di soffocarlo, a mio parere).
E comunque no, considero la frase “per 100 anime schifosi all’anno almeno 1 sarà un capolavoro” anch’essa fallace, perché non è minimamente detto che sia così, possono essercene anche 2-3 come nessuno……e anzi, trovo pure deleterio pensare che ci possa essere sempre “almeno” un capolavoro l’anno (questo discorso lo faccio senza tenere in considerazione i gusti personali, ovviamente).
Cerchiamo di guardarlo mezzo pieno questo bicchiere, dai
Purtroppo quello che continua a mancare è la consapevolezza di quello che si sta guardando, come nel caso di chi non capisce che aspettare 8 mesi per la seconda parte de L'Attacco dei Giganti è nulla e così non si ha nenache il tempo di farlo.
Se l'industria diventa troppo consumistica dovremo dire addio all'animazione tradizionale anche in Giappone, che dovrà passare al 3D per accontentare le aziende occidentali che non hanno ancora capito che un cartone animato richiede più tempo e soldi rispetto ad un live-action.
È giusto che vengano conosciuti, ma è necessario che l'occidente rimanga spettatore passivo.
È da sempre che che ci sono anime che guardano al fattore econimico...è un'industria..come è stato ricordato una volts si facevano serie robotiche per vendere modellini e giocattoli.
Detto questo esisterà spero sempre un kon o un Oshii che eleveranno ogni tanto quel prodotto a qualcosa di più...ma resteranno sempre eccezioni perche cmq un anime nasce con lo scopo di vendere.
Il discorso animatori purtroppo anche qui esiste da sempre con un peggioramento negli ultimi anni dovuto sicuramente alla maggiore richiesta...ed è li la sfida da vincere dell'industria anime giapponese, altrimenti collasserà e/o verra superata da quella cinese o cmq estera
Vorrei farlo, dico sul serio, ma vedendo come si sta sviluppando l’animazione giapponese negli ultimi 10 anni non me la sento di dire che il futuro sia particolarmente roseo……
Economicamente forse sì, ma come contenuti
Guarda, senza spenderci troppe parole ti dico che da grande fan delle serie mecha in generale, dello stile anni 80, di Isao Takahata, Osamu Dezaki, Akemi Takada...fatico a trovare serie pre-2000 da vedere. Ogni tanto vorrei qualcosa di diverso dal real robot di turno o dalla commedietta episodica, per questo difendo sempre le serie moderne, che a mio avviso presentano una quantità di generi, stili e tematiche molto più vasta. Sono d'accordo che ci sia un'eccessiva produzione ma non penso che il problema sia il contenuto. La mia paura per il futuro deriva invece dai contatti con l'occidente, che paradossalmente stanno tagliando i costi, restringendo i tempi e aumentando le produzioni in 3D...[...]
Mi fa piacere e mi fa sorridere il termine "Generazione Z" come se fosse l'ultima.
A chi parla di serie di livello inferiore rispetto al passato consiglio di vedere Odd Taxi. Certo se escono 100, 500, o 1000 manga/anime all'anno non mi cambia nulla sino a quando escono certi capolavori. D'altro canto ai vecchi problemi è vero che si affacciano nuovi problemi, come nel caso di Wonder Egg Priority.
Sono del 96 e non mi sento per nulla parte della stessa generazione di mia sorella del 2002 o mia cugina del 2008
Sono del 96 e non mi sento per nulla parte della stessa generazione di mia sorella del 2002 o mia cugina del 2008
Infatti tu fai parte della generazione Y, mentre tua sorella e tua cugina sono della generazione Z. Siete tutti e tre millennials comunque, perchè millennial è una definizione-ombrello che comprende sia la Y che la Z.
È da sempre che che ci sono anime che guardano al fattore econimico...è un'industria..come è stato ricordato una volts si facevano serie robotiche per vendere modellini e giocattoli.
Detto questo esisterà spero sempre un kon o un Oshii che eleveranno ogni tanto quel prodotto a qualcosa di più...ma resteranno sempre eccezioni perche cmq un anime nasce con lo scopo di vendere.
Il discorso animatori purtroppo anche qui esiste da sempre con un peggioramento negli ultimi anni dovuto sicuramente alla maggiore richiesta...ed è li la sfida da vincere dell'industria anime giapponese, altrimenti collasserà e/o verra superata da quella cinese o cmq estera
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Internet riesce a diffondere a macchia d’olio qualsiasi tipo di argomento verso qualunque persona nel mondo (e già questa cosa da sola come premessa sarebbe sufficiente), a maggior ragione questo succede per gli anime che sono dei prodotti trasversali che abbracciano qualunque tipologia di genere e di target.
Se poi consideriamo che la Generazione Z è statisticamente quella con la maggior mole di ore di navigazione su internet ne deduciamo che è ovvio che i prodotti giapponesi siano conosciuti (metti anche che uno ci si imbatte solo “per sbaglio”: una video recensione su Youtube, un tweet che pubblicizza una piattaforma di streaming o un film in uscita……banalmente anche un meme “stupido” può accendere l’interesse verso gli anime, se l’utente vuole risalirne all’origine).
E anzi, secondo me col passare del tempo la percentuale di chi non conosce gli anime è destinata a decrescere ancora di più con la Generazione Alpha (la successiva alla Z).
In tutto questo però………mi spiace ma io proprio non riesco ad esserne pienamente contento.
Ovvio, mi fa piacere se la mia passione venga condivisa da più persone possibili evitando qualunque esempio di ghettizzazione negativa………ma la mia preoccupazione è che, purtroppo, troppa “attenzione mediatica” a lungo andare rischia sul serio di diventare deleteria.
Detto banalmente: tante persone richiamano fama, tanta fama richiama investimenti, investimenti richiamano soldi, tanti soldi richiamano attenzione………e troppa attenzione richiama edulcorazione, censura, banalizzazione dei contenuti, frammentazione eccessiva dei target, scarsa creatività, sovrapproduzione eccessiva che causa un’elevata offerta a fronte di una domanda più scarsa………
Insomma in poche parole questo secondo me per gli anime (parzialmente i manga) rischia di portare (ed in realtà è già così da qualche anno ormai) ad una “industrializzazione culturale” con decine e decine di prodotti che escono a raffica ma che salvo rari casi non portano nulla di nuovo artisticamente parlando……e il fatto che ad oggi ci siano anche aziende occidentali disposte ad investire in questo mercato non significa nemmeno questo di per sé un maggior apporto di qualità (anzi).
Quindi sì, anime sempre più conosciuti e apprezzati in tutto il mondo………ma non è detto che sia a tutti i costi una cosa positiva, almeno non in senso assoluto……