Kiki è molto lontano dalla mia età, ma ha parlato al mio cuore
Eiga Daisuki Pompo-san è un inno all'amore per i propri sogni, un silenzioso grido strozzato misto di scuse e ringraziamenti verso tutto ciò che viene sacrificato in nome di essi, verso tutto ciò che tagliamo dalla vita nostro malgrado, un invito a ricordare sempre che non abbiamo scelto quella strada per abbandonarli, ma per realizzarli.
Su Pompo.Eiga Daisuki Pompo-san è un inno all'amore per i propri sogni, un silenzioso grido strozzato misto di scuse e ringraziamenti verso tutto ciò che viene sacrificato in nome di essi, verso tutto ciò che tagliamo dalla vita nostro malgrado, un invito a ricordare sempre che non abbiamo scelto quella strada per abbandonarli, ma per realizzarli.
In realtà non proprio, così come l'ossessione di D'albert in Meister e quella di Gene non è semplice ricerca della perfezionale.
Ma prima di arrivare al succo della questione è importante ricordare due cose, ovvero che l'opera originale (il manga) è molto differente rispetto alla versione cinematografica.
Le parti originali sono quasi la metà del fillm, e in particolare da quanto Gene inizia l'editing in avanti è tutto originale (a parte gli ultimi 5 minuti).
Detto questo il regista Hirao ha inserito nell'opera un tocco personale, autobiografico, da ragazzo anche lui non aveva amici e si era rifugiato nel cinema, e in questo è uguale a Gene.
A Gene ma a D'Albert, perché prima di lavorare a Pompo aveva chiuso una lunga militanza in Ufotable perché un progetto di cui era il primo responsabile (God Eater) era risultato un disastro dal punto di vista produttivo (facendosi odiare dallo staff) e un flop commerciale.
Torniamo quindi al film, l'arte di Gene è l'arte di un emarginato, di uno che nella vita ha lasciato indietro tanto ma ha perseguito un unico grande sogno con incrollabile ostinazione.
Perché solo così per Hirao si può creare vera arte (comunque non solo per lui, per fare una citazione filmica il discorso che lo zio fa al "giovane Spielberg" in The Fabelmans non ci va troppo lontano), e allo stesso modo in Meister non si poteva parlare della musica di D'Albert senza sottolineare la famiglia che aveva lasciato per perseguirla. Arte e ossessione, che consumano e ti portano a smarrire la strada (Meister) o a spremerti fino a rovinarti la salute (Gene).
Sogni, speranze vanno sempre di pari passo a ossessioni e perdite.
Quello che era un manga mai troppo drammatico è, nell'interpretazione di Hirao, un film che lascia comunque un retrogusto amaro, perché dietro al successo c'è sempre una uguale sofferenza.
E, se viene detto da chi ha palesemente sofferto nel suo lavoro, da spettatore non posso che apprezzarne la sincerità.
al cinema veramente è arrivato, però in edizione molto limitata, solo a Milano se non ricordo maleKiki e Penguin Highway sono due film che mi piacquero molto.
Pompo la cinefila m'ispira assai e ci rimasi male quando seppi che non sarebbe arrivato al cinema... ancora devo recuperarmelo.
al cinema veramente è arrivato, però in edizione molto limitata, solo a Milano se non ricordo maleKiki e Penguin Highway sono due film che mi piacquero molto.
Pompo la cinefila m'ispira assai e ci rimasi male quando seppi che non sarebbe arrivato al cinema... ancora devo recuperarmelo.
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