Le lacche giapponesi: un artigianato tradizionale che dura da secoli
Molti stili per tutti i gusti
di Hachi194
Il termine nipponico per indicare la lacca realizzata con la resina degli alberi è "urushi" mentre con "shikki" si indica l'atto di dipingere su carta o legno laccati. In questo modo si ottengono oggetti non solo belli da vedere e con una tipica lucentezza, ma li si rende anche più resistenti e così più duraturi.
La storia della lacca giapponese è antica e risale al periodo Jomon, quindi più di 2.500 anni fa. Usata per creare stoviglie, jubako (le scatole per cibo disposte su più livelli) e presente anche negli edifici tradizionali, se ne ritrovano antiche testimonianze in tutto il paese.
Tutti questi manufatti presentano un caratteristico colore vermiglio, tipico della lacca, il che fa supporre che la sua utilità e bellezza sia stata apprezzata fin dai tempi più antichi. Più i suoi usi si diversificavano, più il livello di bravura degli artigiani cresceva. Sebbene la lacca fosse già diventata una parte fondamentale della vita giapponese, la sua evoluzione in artigianato dai decori molti elaborati avvenne grazie all'aristocrazia, che amava gli oggetti di grande valore.
Ad oggi i migliori oggetti laccati appartengono a due categorie principali: "Raden" e "Maki-e". La prima si riferisce a oggetti in lacca o legno intarsiato usando l'interno perlescente di conchiglie e ostriche. La seconda invece indica oggetti laccati decorati applicando oro o argento su un disegno finemente disegnato sulla superficie; il nome deriva dalla parola maku che vuol dire "cospargere" ed indica il metodo originale di riempire le incisioni sulla lacca spruzzandovi sopra polvere d'oro o di argento.
Caratteristiche degli oggetti laccati
Le due principali qualità della lacca sono la sua durata e la sua resistenza all'acqua. Anche se la vernice diventa sottile o si scheggia nel tempo, può essere facilmente ripristinata semplicemente applicandone un nuovo strato. Infatti, durante il periodo Edo (1603 – 1868), esistevano artigiani itineranti che andavano nelle varie città e si offrivano di riparare gli oggetti laccati che si erano rovinati.
La lacca giapponese si presenta principalmente con due colori: nera detta "kuronuri" o rosso vermiglio detta "shunuri". Di solito è più apprezzata se ha una finitura lucida, ma anche quella più opaca, che porta i segni del tempo, ha i suoi estimatori. Inoltre, come ogni artigianato tradizionale, si possono trovare stili differenti a seconda delle regioni dell'arcipelago.
Uno degli oggetti in lacca più comunemente usati oggi dalle famiglie giapponesi è lo "jubako": si tratta di scatole di forma quadrata composte da due, tre, quattro o anche cinque livelli sovrapponibili, comunemente usate per servire il cibo tradizionale di Capodanno, il cosiddetto "osechi".
Anche l'"ozoni", una zuppa di mochi che si consuma sempre durante le feste di fine anno è tradizionalmente servita in una ciotola di lacca.
Purtroppo l'uso di oggetti laccati da parte delle famiglie normali nella vita di tutti i giorni è in costante diminuzione e spesso l'unica occasione per ammirarli è mangiare in ristoranti di lusso.
Vediamo ora nel dettaglio gli stili più comuni di lacche giapponesi
Lacca hiroshiWajima-nuri
Wajima-nuri è un tipo di lacca giapponese prodotta a Wajima, sulla costa del Mar del Giappone nella prefettura di Ishikawa. La sua origine sembra risalire al periodo Muromachi (1394 – 1428), quando un monaco creò delle ciotole "wan" per il tempio Juren-ji di Wajima.
Durante la metà del periodo Edo (XVIII-XIX secolo), fu inventata qui una tecnica di miscelazione della lacca con il "jinoko" (polvere di argilla raffinata di alta qualità e ricca di silice) da usare come rivestimento base che si rivelò essere anche molto resistente. Nello stesso periodo furono ideati per la prima volta gli iconici "chinkin" di Wajima-nuri (disegni realizzati intarsiando l'oro in motivi incisi nello strato di base) e "Maki-e" (disegni realizzati con lacca e polvere d'oro o d'argento).
Con l'apertura di rotte marittime sul Mar del Giappone, il porto di Wajima divenne molto importante e ciò contribuì a far conoscere lo stile Wajimi-nuri in tutto il paese. Gli artigiani del luogo divennero delle vere e proprie celebrità tanto che nel 1955, un artigiano di nome Taiho Mae fu designato Tesoro Nazionale Vivente. In seguito, nel 1975, il ministro dell'Economia, del Commercio e dell'Industria ha designato lo stile Wajima-nuri artigianato tradizionale giapponese e, due anni dopo, la lacca giapponese è stata designata come proprietà culturale immateriale. Infine, nel 1982, gli strumenti utilizzati per fabbricare Wajima-nuri sono stati designati come Bene Culturale Tangibile.
Il processo di creazione di un pezzo Wajima-nuri prevede più di 100 passaggi, inclusa una tecnica che consente di inserire pezzi di tessuto nelle parti più fragili dell'oggetto applicando poi sopra la lacca, rendendola molto resistente e facile da riparare in caso di rottura. La qualità altissima di queste lacche è dovuta principalmente al fatto che ogni artigiano che fa parte del processo produttivo è specializzato in un solo passaggio. Dall'intaglio del legno, alla laccatura dello strato di base, alla lucidatura, alla decorazione finale, c'è una sola persona che si occupa di esso. Questa specializzazione aiuta a mantenere una qualità costante; inoltre tutta la catena è supervisionata da una "nushiya", un'azienda che agisce come una sorta di "produttore".
I moderni laboratori e artigiani creano idee originali e si adattano alle nuove esigenze: ora infatti è possibile trovare lacche Wajima-nuri in grado di resistere all'uso di cucchiai e forchette o al lavaggio con detersivo per i piatti e una spugna.
Lacca Yamanaka
Questa lacca è prodotta a Yamanaka, città famosa per le sue sorgenti termali, situata nella prefettura di Ishikawa, nella parte settentrionale del Giappone centrale. L'artigianato iniziò durante il periodo Azuchi-Momoyama (1573 – 1592) quando un gruppo di intagliatori del legno si trasferì nella zona. Se all'inizio gli oggetti in legno erano per lo più souvenir per i visitatori degli onsen, dal XVIII secolo con l'arrivo di abili artigiani della lacca provenienti da Kyoto, Kanazawa e Aizu le tecniche migliorarono arrivando a creare prodotti più raffinati e per altri scopi, come ad esempio da usare per le cerimonie del tè.
Durante questo periodo, furono sviluppate molte tecniche particolari e uniche, tra cui la "sensu-jibiki", che dona alla superficie lavorata l'aspetto di mille creste, la "shudame-nuri" in cui la lacca è stratificata su una base dipinta di un colore vermiglio e la "koma-nuri", in cui numerosi anelli sono dipinti in vari colori per assomigliare alla koma, cioè la trottola giapponese.
Nel 1913 fu aperta a Ishikawa una linea ferroviaria chiamata Hokuriku Main Line, che rese molto più facile l'approvvigionamento delle materie prime e portò anche alla produzione e all'esportazione di articoli laccati a basso costo realizzati in serie. Questo però non fece sparire la lacca Yamanaka che fu persino fornita all'Agenzia della casa imperiale durante il periodo Taisho (1912-1926).
Dal 1955 oltre ad usare legno naturale e resina, sono state adottate anche resine sintetiche a base di plastica e uretano.
I passaggi per realizzare questi oggetti partono dalla creazione del vaso di legno, al rivestimento con la lacca suddiviso in più fasi e alla decorazione con polvere d'oro o d'argento. Gli articoli laccati Yamanaka, usando materie plastiche poco costose fin dall'inizio, si sono imposti sia sul mercato nazionale che internazionale grazie alla ricchezza dei loro design e alla loro funzionalità.
Per soddisfare la richiesta sempre crescente, varie aree intorno alla città di Kaga, nella prefettura di Ishikawa, sono state dedicate alla produzione su larga scala pur mantenendo la specializzazione in ogni fase del processo.
Inoltre, sono stati profusi sforzi per creare stoviglie e oggetti per interni che soddisfino i diversi stili di vita e gusti delle nuove generazioni e ci si è aperti anche alle vendite online per l'estero.
Lacca Kanazawa
Le lacche Kanazawa sono una combinazione di sofisticate tecniche di lavorazione e intricate abilità artistiche. È nota per i suoi modelli stravaganti e per utilizzare il nero e l'oro come tonalità di base. La superficie dell'oggetto è disegnata con la lacca e poi cosparsa di polvere d'oro e d'argento in un processo noto come "kaga makie". Sostenuta dalla fiorente industria delle foglie d'oro a Kanazawa, questa sontuosa forma d'arte si è sviluppata sotto il dominio di Kaga.
Con la grazia raffinata di un aristocratico e il potere feroce di un samurai, questa forma unica di oggetti in lacca si è giustamente guadagnata il suo posto come artigianato tradizionale giapponese riconosciuto.
Lacca Echizen
La lacca Echizen ha avuto origine più di 1.500 anni fa nel villaggio Fukui di Katayama, dove oggi sorge la città di Sabae. Si dice che tutto sia iniziato quando l'imperatore Keitai (all'epoca solo principe) ordinò a un laccatore di restaurare la sua corona. Impressionato dal risultato e dalla ciotola di lacca nera che l'artista aveva inviato in dono, il principe divenne un mecenate dell'artigianato della lacca.
Componente chiave è la resina raccolta a Echizen fin dai tempi antichi. Si dice che durante la costruzione di Nikko Tosho-gu (ora Patrimonio dell'Umanità) nella prefettura di Tochigi, lo shogunato Tokugawa abbia ordinato enormi quantità di lacca dai produttori di Fukui. Questa è la prova di come gli artigiani di quella zona fossero rinomati in tutto il paese.
Non possiamo inoltre dimenticare i tornitori locali. Dopo essersi isolato a Echizen, il principe Koretaka (844 – 897) della famiglia imperiale giapponese portò con sé la conoscenza di un dispositivo chiamato "tornio rotante" e divenne un mecenate della lavorazione del legno usando questa tecnica per produrre ciotole, vassoi e altro. Ciò ha dato vita ai tradizionali tornitori di legno "kijishi", che ora considerano Koretaka il loro antenato e lo venerano come divinità nel Santuario Katayama Shikki (costruito nel 1221), dove la parola "shikki" significa appunto "oggetti laccati".
All'inizio ad Echizen si producevano principalmente i "marumono" (cioè articoli rotondi come le ciotole), ma dopo il 1868 si iniziarono anche a produrre oggetti quadrati come contenitori per il riso o scatole per alimenti, nonché vasi di fiori, vassoi e molti altro, concentrandosi poi soprattutto su articoli utilizzati da aziende come locande o ristoranti.
Gli articoli laccati Echizen sono il risultato del lavoro collettivo di artigiani altamente qualificati e specializzati in una diversa fase del processo produttivo, che lavorano tutti all'unisono per creare qualcosa di veramente speciale. Questo processo di produzione coeso e aggraziato è una delle caratteristiche principali delle lacche Echizen.
Si parte dalla scelta di legni resistenti come l'ippocastano, la betulla, la zelkova giapponese. I falegnami esaminano attentamente gli alberi, quindi li tagliano e li lavorano con tecniche specializzate. Successivamente, eventuali imperfezioni o fori vengono rinforzati e rivestiti con il primer. Solo a questo punto si applica la lacca in più strati, aspettando sempre che ogni strato si asciughi prima di procedere oltre. Occorre stare molto attenti perchè il tempo di asciugatura può variare a seconda del meteo o dell'umidità e inoltre è molto importante che non entri polvere e che gli strati abbiano tutti lo stesso spessore. Infine, ogni pezzo è rifinito con decorazioni “makie” con polvere d'oro o d'argento, o con intarsi in metallo o conchiglie. Queste sono tecniche molto delicate che richiedono molta esperienza e una mano ferma.
Lacca Tsugaru
Nasce nella regione di Tsugaru della prefettura di Aomori durante il regno di Tsugaru Nobumasa (1646 – 1710). All'epoca Nobumasa invitò molti laccatori nel suo dominio per lavorare nelle officine all'interno delle mura del suo castello. Tra questi c'era Ikeda Genbei, il cui figlio Gentaro ereditò l'arte della laccatura a onde “seikaiha” dopo aver studiato con il clan Seikai. Questo fu presumibilmente l'inizio della laccatura Tsugaru.
Dopo aver cambiato il suo nome in Seikai Genbei, l'artigiano cercò di introdurre originalità nella tradizione, portando alla creazione di un processo di laccatura completamente nuovo.
Se all'inizio le lacche Tsugaru erano prodotte come foderi per le spade dei samurai, piano piano iniziarono ad essere usate per arredi di uso quotidiano come scatole per conservare lettere, custodie per calamaio, scatole per alimenti e altro ancora. La lacca di Tsugaru veniva spesso inviata come dono alla corte reale dai signori del dominio di Tsugaru, aumentando significativamente il valore dell'artigianato.
Con la Grande Depressione del 1929 e la seconda guerra mondiale l'industria delle lacche accusò perdite significative.
Dopo la fine della guerra, furono prese misure per rivitalizzare la lacca Tsugaru e renderla di nuovo famosa. Nel 1975, le lacche Tsugaru e le lacche Wajima furono designate come artigianato tradizionale giapponese dal Ministro dell'Economia, del Commercio e dell'Industria e questo diede nuovo impulso alla produzione.
Le lacche Tsugaru sono note per essere resistenti e pratiche pur sfoggiando motivi eleganti e affascinanti. Per ottenere ciò, gli artigiani usano una tecnica chiamata "togidashi kawarinuri", che prevede la stratificazione e la lucidatura ripetute della lacca in modo da realizzare creazioni forti e durevoli con disegni complessi e belli.
Gli stili di lacca Tsugaru più popolari sono: "karanuri", "nanakonuri", "monshanuri" e "nishikinuri".
Karanuri ha un motivo che ricorda le gocce di pioggia e che è ottenuto attraverso 48 passaggi di applicazione, asciugatura e lucidatura.
Il design nanakonuri si ottiene spargendo semi di fiori su un vaso che, dopo la laccatura, creano piccoli motivi circolari che ricordano le uova di pesce.
Monshanuri prevede una polvere nera fatta di gusci di riso bruciati spruzzata su lacca nera, applicata su un oggetto e lucidata.
Lo stile nishikinuri, partendo da un design nanakonuri, aggiunge fiori di ciliegio laccati neri accompagnati da un motivo laterale simile a un labirinto di forme manji (卍).
Lacca Wakasa
La lacca Wakasa è prodotta nella città di Obama, nella prefettura di Fukui da 400 anni ed è molto apprezzata grazie ai suoi bellissimi disegni che ricordano il fondo dell'oceano o un cielo stellato, realizzati utilizzando gusci d'uovo, gusci di patelle e aghi di pino. Poiché la lacca è resistente all'acqua e al calore, può durare a lungo, rendendola popolare per molti oggetti di uso quotidiano anche oggi. Nel 1978, è stata designata come artigianato tradizionale giapponese dal Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria.
Fonte consultata:
TsunaguJapan