Recensione
In questa recensione eviterò giudizi troppo severi in considerazione del target della serie (decisamente infantile): non è detto che un bambino segua gli episodi con la stessa attenzione di un appassionato, e quindi i difetti che noterebbe un appassionato potrebbero non influenzarlo minimamente.
La storia è frizzantina, costruita in un mondo fantasy molto "ordinato" (forse troppo), il pianeta Wonder. I differenti Regni di Wonder si dividono vari compiti volti al mantenimento dell'equilibrio dell'ecosistema: il Regno dei Mulini a Vento ha il ruolo di far soffiare con regolarità le correnti d'aria, il Regno dei Gioielli quello di agire sui minerali per ricavarne anche pietre preziose, e così via. I problemi nascono quando il potere della Benedizione del Sole, proveniente dal Regno Solare che sta al centro del pianeta, comincia ad indebolirsi...
Il punto di forza della serie sono i personaggi: principi, principesse e sovrani dei vari Regni, simpatici, con personalità forti e riconoscibili, e "pucciosi" quanto basta. :3 Irresistibili soprattutto le due protagoniste, Fine e Reine, e la sdegnosa Altezza. Certo, non si tratta di caratterizzazioni granché originali, ma il loro obiettivo (creare figure nelle quali lo spettatore possa riconoscersi) riescono comunque a centrarlo.
La trama è sufficientemente articolata, pur seguendo un percorso molto lineare. Il vero problema sta nella scansione: ogni episodio prevede quasi sempre un'avventura autoconclusiva. Scelta molto rassicurante, pagata però cara in termini di tensione narrativa e suspense, praticamente inesistenti all'interno della serie se non negli episodi finali.
Interessanti in certe situazioni i tentativi di autoironia, che scherzano sugli stereotipi del genere fantasy-avventuroso e del majokko.
Tecnicamente l'opera è adeguata al target: non male, ma niente di più. Gli elementi che meritano menzione sono: il character design, davvero tenerissimo; la colorazione, molto brillante; l'idea di utilizzare standard tipici dei manga (in particolare effetti grafici che simulano rumori e movimento) per supplire alla staticità; e la computer grafica, che pur non essendo particolarmente varia si amalgama bene con tutto il resto. Decisamente scarsi invece i fondali, la regia e la fotografia.
Il comparto sonoro è appena sufficiente: assolve al proprio compito, ma manca completamente di personalità e originalità, rifacendosi pedissequamente a stereotipi collaudati.
Nota all'edizione: la serie vanta un doppiaggio e un adattamento italiano migliori rispetto a quelli di tanti altri anime. Ma la versione originale è sicuramente di livello superiore (impagabili le coreografie di Fine e Reine, provare per credere).
Non è certo il capolavoro del secolo, ma può divertire il suo target. Si astenga dalla visione chi è contro le trame-già-viste e la pucciosità-a-tutti-i-costi.
La storia è frizzantina, costruita in un mondo fantasy molto "ordinato" (forse troppo), il pianeta Wonder. I differenti Regni di Wonder si dividono vari compiti volti al mantenimento dell'equilibrio dell'ecosistema: il Regno dei Mulini a Vento ha il ruolo di far soffiare con regolarità le correnti d'aria, il Regno dei Gioielli quello di agire sui minerali per ricavarne anche pietre preziose, e così via. I problemi nascono quando il potere della Benedizione del Sole, proveniente dal Regno Solare che sta al centro del pianeta, comincia ad indebolirsi...
Il punto di forza della serie sono i personaggi: principi, principesse e sovrani dei vari Regni, simpatici, con personalità forti e riconoscibili, e "pucciosi" quanto basta. :3 Irresistibili soprattutto le due protagoniste, Fine e Reine, e la sdegnosa Altezza. Certo, non si tratta di caratterizzazioni granché originali, ma il loro obiettivo (creare figure nelle quali lo spettatore possa riconoscersi) riescono comunque a centrarlo.
La trama è sufficientemente articolata, pur seguendo un percorso molto lineare. Il vero problema sta nella scansione: ogni episodio prevede quasi sempre un'avventura autoconclusiva. Scelta molto rassicurante, pagata però cara in termini di tensione narrativa e suspense, praticamente inesistenti all'interno della serie se non negli episodi finali.
Interessanti in certe situazioni i tentativi di autoironia, che scherzano sugli stereotipi del genere fantasy-avventuroso e del majokko.
Tecnicamente l'opera è adeguata al target: non male, ma niente di più. Gli elementi che meritano menzione sono: il character design, davvero tenerissimo; la colorazione, molto brillante; l'idea di utilizzare standard tipici dei manga (in particolare effetti grafici che simulano rumori e movimento) per supplire alla staticità; e la computer grafica, che pur non essendo particolarmente varia si amalgama bene con tutto il resto. Decisamente scarsi invece i fondali, la regia e la fotografia.
Il comparto sonoro è appena sufficiente: assolve al proprio compito, ma manca completamente di personalità e originalità, rifacendosi pedissequamente a stereotipi collaudati.
Nota all'edizione: la serie vanta un doppiaggio e un adattamento italiano migliori rispetto a quelli di tanti altri anime. Ma la versione originale è sicuramente di livello superiore (impagabili le coreografie di Fine e Reine, provare per credere).
Non è certo il capolavoro del secolo, ma può divertire il suo target. Si astenga dalla visione chi è contro le trame-già-viste e la pucciosità-a-tutti-i-costi.