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Finalmente un vero anime per adulti che parla di problemi adulti dopo un anno pieno di "moeblob" (ossia di ragazzine disegnate e pensate solo per appagare l'otaku medio), come direbbero dall'altra parte dell'oceano. Una ventata d'aria fresca dunque.

Partiamo nell'analisi con l'animazione e il sonoro:
per molti i disegni misti a riprese dal vivo possono risultare ostici, ma col passare degli episodi ci si può abituare. A me son piaciuti sin da subito, incluse le alquanto espressive facce dei doppiatori in carne ed ossa che appaiono sovraimposte ai personaggi in 2D di tanto in tanto. Io ho una certa affinità con le cose psichedeliche, quindi per me è stata una gioia per gli occhi.
Ovviamente anche la colonna sonora rientra perfettamente nei miei gusti, con delle tracce elettroniche quasi "trance" (cos'altro se no) alternate a sporadiche opere di musica classica. Il doppiaggio è molto buono, come oramai il Giappone ci ha abituati da tempo.

I personaggi:
gli unici due personaggi che appaiono in tutti gli episodi sono l'eccentrico e immaturo psichiatra Irabu e la sua assistente Mayumi.
Irabu viene presentato in tre forme differenti: quella che appare a tutti come un orso verde di buona stazza, un piccolo ragazzino biondo e un giovane mingherlino, sempre biondo. Queste due ultime forme di solito si palesano solo dopo che il paziente ha ricevuto "l'iniezione", di cui Irabu ha un evidente feticcio. Si specula che le tre forme rappresentino l'Es, l'Ego e il SuperEgo di Irabu.
Mayumi appare quasi sempre sotto forma di attrice in carne ed ossa (Yumi Sugimoto) ed indossa un'uniforme provocante. Il suo compito principale è quello di fare le iniezioni ai pazienti.
L'unica pecca di questo anime, secondo me, è che questi due personaggi non sono stati approfonditi a sufficienza, anche se verso la fine si saprà qualcosa in più su di loro. Probabilmente nelle light-novel da cui la storia è tratta essi sono maggiormente approfonditi, ma preferirei guardarmi un'eventuale seconda stagione animata che li metta più in primo piano.

La trama:
tutte le vicende si svolgono nella settimana immediatamente precedente al Natale, in un luogo che si può definire circoscritto all'ospedale in cui lavora Irabu. Ogni puntata è dedicata a un personaggio e al suo disturbo psichico, spesso legato al lavoro, alla famiglia, agli amici, all'amore, alla società ecc., con Irabu che elargisce consigli al paziente di turno su come risolverlo.
Il primo episodio può lasciare un po' confusi (nemmeno più di tanto a mio parere), ma con il rivelarsi dei personaggi nelle successive puntate vi assicuro che tutto si incastra alla perfezione, come in un puzzle. Un vero e proprio crescendo che culmina negli ultimi due episodi, con in mezzo una perla, la quinta puntata.

In conclusione consiglio Kuchu Buranko sia agli appassionati della psiche umana (e delle cose psichedeliche in generale), sia a chi vuole vedersi qualcosa di realisticamente adulto e non incentrato su scolarette o adolescenti che vogliono salvare il mondo.