Recensione
<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!</b>
Devo ammettere che non è per nulla facile per me fare la recensione di un simile anime, in quanto decisamente particolare. Darker than Black presenta infatti una struttura che definirei alquanto originale: si tratta di una serie di storie autoconclusive, ma comunque incentrate sulla trama principale, e che prevedono sempre la comparsa del protagonista, Hei, intento ad osservare il personaggio di turno, nei modi più strambi e al contempo velati.
La storia, infatti, è perlopiù questa: misteriosa comparsa di un surreale cancello oscuro (l'Hell's Gate), e, con essa, la contemporanea apparizione di persone con poteri sovrannaturali (i Contractor).
Da ciò ne scaturisce logicamente il panico, e con esso spionaggi e controspionaggi da parte di vari gruppi interessati al misterioso fenomeno. Ma definirei l'Hell's Gate praticamente una faccenda secondaria, in quanto posto come "scusa" per creare un'atmosfera abbastanza surreale e allo stesso tempo affascinante, che si avvertirà praticamente per tutta la durata dell'anime. Infatti, i misteri prevarranno sovrani. Spesso si tenterà di chiarire o di approfondire qualche faccenda, ma si dovrà stare attentissimi. Darker than Black prevede infatti la massima concentrazione da parte degli utenti, i quali saranno invitati, appunto, a prestare attenzione ad ogni singolo dettaglio. E non si può neanche dire che la faccenda diverrà chiara col finale, che, anzi, è apertissimo.
Il titolo dell'anime indica, secondo mio parere, il maggior pregio di Darker than Black: un costante avvertimento di mistero e sconosciuto, anche nei momenti più calmi, reso ottimamente da colorazioni tendenti allo scuro e al marcio. Non si può dire, però, che è tutto oro quello che luccica.
Per quanto possa essere ammaliante il tutto, non si può dire che il contenuto sia all'altezza. Diciamo che, proprio a causa del fatto che i dialoghi siano prevalentemente poco comprensibili, i sentimenti dei personaggi non sono espressi proprio benissimo. Grande delusione, infatti, per quanto riguarda Amber. Prima viene descritta come una "Lilith", dunque una donna raggirevole ed ingannevole, ma non ho riscontrato nulla di tutto ciò, anzi, mi sembrava soltanto interessata a salvare i suoi simili. Si potrebbe definire qualcuno del genere una "Lilith"? Forse non ho ben compreso qualcosa io? E questo è solo un esempio. Poco chiari mi sono anche i sentimenti di Hei, il protagonista, un Contractor che, alla fine, si scopre umano. Generalmente mi è piaciuto per l'aura di mistero e di ambiguo che aleggia attorno a lui. L'altra protagonista sarebbe l'agente Kirihara, una persona decisamente più comprensibile e umana rispetto ai particolari individui che popolano questo anime, anche se non è niente di che, come personaggio, perché troppo stereotipata per quanto riguarda il suo background e le sue intenzioni.
Globalmente parlando, invece, gli altri personaggi mostrati non sono malaccio.
Da un lato abbiamo qualche "uomo comune", dall'altro, sicuramente più interessanti, i Contractor, mostrati (ma sempre con la stessa, insistente misteriosità) nella loro essenza, dunque spesso sentiremo dire che essi non sono semplici macchine di morte senza sentimenti come dovrebbero essere, anzi. E questo l'ho ritenuto un buon approfondimento, nonché un'originale chiave di lettura. Il problema maggiore, però, consiste appunto nella struttura dell'anime: molti personaggi compaiono, fanno quello che devono fare e poi scompaiono fino alla fine, svanendo del tutto, dunque senza darci modo di comprendere altro di loro. Se ne salvano solo pochi. Ed è un vero peccato, perché alcuni di essi erano pieni di spunti, e parevano profondi (come, ad esempio, Havoc).
Altro problema è il finale fin troppo aperto.
Il destare fin troppa curiosità, per poi lasciare con un pugno di mosche chi segue, non è stata decisamente una buona mossa, anche se ovviamente ciò è riferito alla prima serie (devo ancora vedere la seconda).
Non è un gran difetto, dato che, in fondo, lascia spazio ad altre possibilità future, anche se comunque la delusione è tangibile.
Penso di terminare qui la mia analisi.
Non mi sono soffermato sulla soundtrack perché, stranamente, l'unica cosa che ricordo è la prima opening (che, comunque, è molto bella e attira l'attenzione). Consigliato a chi è capace di "andare a fondo", dunque solo ad utenti esperti.
Devo ammettere che non è per nulla facile per me fare la recensione di un simile anime, in quanto decisamente particolare. Darker than Black presenta infatti una struttura che definirei alquanto originale: si tratta di una serie di storie autoconclusive, ma comunque incentrate sulla trama principale, e che prevedono sempre la comparsa del protagonista, Hei, intento ad osservare il personaggio di turno, nei modi più strambi e al contempo velati.
La storia, infatti, è perlopiù questa: misteriosa comparsa di un surreale cancello oscuro (l'Hell's Gate), e, con essa, la contemporanea apparizione di persone con poteri sovrannaturali (i Contractor).
Da ciò ne scaturisce logicamente il panico, e con esso spionaggi e controspionaggi da parte di vari gruppi interessati al misterioso fenomeno. Ma definirei l'Hell's Gate praticamente una faccenda secondaria, in quanto posto come "scusa" per creare un'atmosfera abbastanza surreale e allo stesso tempo affascinante, che si avvertirà praticamente per tutta la durata dell'anime. Infatti, i misteri prevarranno sovrani. Spesso si tenterà di chiarire o di approfondire qualche faccenda, ma si dovrà stare attentissimi. Darker than Black prevede infatti la massima concentrazione da parte degli utenti, i quali saranno invitati, appunto, a prestare attenzione ad ogni singolo dettaglio. E non si può neanche dire che la faccenda diverrà chiara col finale, che, anzi, è apertissimo.
Il titolo dell'anime indica, secondo mio parere, il maggior pregio di Darker than Black: un costante avvertimento di mistero e sconosciuto, anche nei momenti più calmi, reso ottimamente da colorazioni tendenti allo scuro e al marcio. Non si può dire, però, che è tutto oro quello che luccica.
Per quanto possa essere ammaliante il tutto, non si può dire che il contenuto sia all'altezza. Diciamo che, proprio a causa del fatto che i dialoghi siano prevalentemente poco comprensibili, i sentimenti dei personaggi non sono espressi proprio benissimo. Grande delusione, infatti, per quanto riguarda Amber. Prima viene descritta come una "Lilith", dunque una donna raggirevole ed ingannevole, ma non ho riscontrato nulla di tutto ciò, anzi, mi sembrava soltanto interessata a salvare i suoi simili. Si potrebbe definire qualcuno del genere una "Lilith"? Forse non ho ben compreso qualcosa io? E questo è solo un esempio. Poco chiari mi sono anche i sentimenti di Hei, il protagonista, un Contractor che, alla fine, si scopre umano. Generalmente mi è piaciuto per l'aura di mistero e di ambiguo che aleggia attorno a lui. L'altra protagonista sarebbe l'agente Kirihara, una persona decisamente più comprensibile e umana rispetto ai particolari individui che popolano questo anime, anche se non è niente di che, come personaggio, perché troppo stereotipata per quanto riguarda il suo background e le sue intenzioni.
Globalmente parlando, invece, gli altri personaggi mostrati non sono malaccio.
Da un lato abbiamo qualche "uomo comune", dall'altro, sicuramente più interessanti, i Contractor, mostrati (ma sempre con la stessa, insistente misteriosità) nella loro essenza, dunque spesso sentiremo dire che essi non sono semplici macchine di morte senza sentimenti come dovrebbero essere, anzi. E questo l'ho ritenuto un buon approfondimento, nonché un'originale chiave di lettura. Il problema maggiore, però, consiste appunto nella struttura dell'anime: molti personaggi compaiono, fanno quello che devono fare e poi scompaiono fino alla fine, svanendo del tutto, dunque senza darci modo di comprendere altro di loro. Se ne salvano solo pochi. Ed è un vero peccato, perché alcuni di essi erano pieni di spunti, e parevano profondi (come, ad esempio, Havoc).
Altro problema è il finale fin troppo aperto.
Il destare fin troppa curiosità, per poi lasciare con un pugno di mosche chi segue, non è stata decisamente una buona mossa, anche se ovviamente ciò è riferito alla prima serie (devo ancora vedere la seconda).
Non è un gran difetto, dato che, in fondo, lascia spazio ad altre possibilità future, anche se comunque la delusione è tangibile.
Penso di terminare qui la mia analisi.
Non mi sono soffermato sulla soundtrack perché, stranamente, l'unica cosa che ricordo è la prima opening (che, comunque, è molto bella e attira l'attenzione). Consigliato a chi è capace di "andare a fondo", dunque solo ad utenti esperti.