Recensione
Death Note
9.0/10
Cosa dire di quest'anime. Un gioiello, che raggiunge vette altissime in tutti i campi: character design, trama, musiche. Regala due personaggi delineati in maniera perfetta, un protagonista malvagio come Light, quasi ipnotico nella sua delirante megalomania, un genio del "Male", e il suo corrispettivo del "Bene", L, a mio parere in assoluto il migliore personaggio mai creato in un anime.
Death Note trova proprio nella figura di L e nella rivalità con Light il suo punto di forza. I primi venticinque episodi sono un crocevia di colpi di scena, dove gli spettatori assistono a una grandiosa sfida, senza capire mai la prossima mossa, perché è imprevedibile capire come agiranno i due geni.
Accanto a Light e L ci sono personaggi secondari ma ottimamente caratterizzati, come gli shinigami Ryuk e Ren, la frivola e sciocca Misa, la squadra di polizia.
Purtroppo dalla puntata venticinque c'è un calando, ed è questo che m'impedisce di dare la massima valutazione a quello che considero uno dei capolavori degli anime giapponesi. L'ultima dozzina di puntate ha comunque degli ottimi spunti, soprattutto per la figura borderline di Mello, ma purtroppo subire la costante presenza di Near mi fa togliere un punto a quella che sennò sarebbe indiscutibilmente la migliore serie mai realizzata.
Ciò detto, assolutamente consigliato, difficilmente potrebbe non piacere, difficile restare indifferenti.
Fin dall'inizio la gente di spaccherà in due, i pro Light e i pro L; io sono stata fin dalla sua prima apparizione una devota pro L, mai nessun personaggio mi aveva conquistata così; il genio misantropo e misogino, goloso di dolci, con quell'espressione stranita e gli occhioni grossi e stanchi, protagonista anche dei momenti più ilari e divertenti della serie (qualità che manca decisamente a Light...)
Insomma, vedete Death Note.
E diventate seguaci fedeli di L.
Death Note trova proprio nella figura di L e nella rivalità con Light il suo punto di forza. I primi venticinque episodi sono un crocevia di colpi di scena, dove gli spettatori assistono a una grandiosa sfida, senza capire mai la prossima mossa, perché è imprevedibile capire come agiranno i due geni.
Accanto a Light e L ci sono personaggi secondari ma ottimamente caratterizzati, come gli shinigami Ryuk e Ren, la frivola e sciocca Misa, la squadra di polizia.
Purtroppo dalla puntata venticinque c'è un calando, ed è questo che m'impedisce di dare la massima valutazione a quello che considero uno dei capolavori degli anime giapponesi. L'ultima dozzina di puntate ha comunque degli ottimi spunti, soprattutto per la figura borderline di Mello, ma purtroppo subire la costante presenza di Near mi fa togliere un punto a quella che sennò sarebbe indiscutibilmente la migliore serie mai realizzata.
Ciò detto, assolutamente consigliato, difficilmente potrebbe non piacere, difficile restare indifferenti.
Fin dall'inizio la gente di spaccherà in due, i pro Light e i pro L; io sono stata fin dalla sua prima apparizione una devota pro L, mai nessun personaggio mi aveva conquistata così; il genio misantropo e misogino, goloso di dolci, con quell'espressione stranita e gli occhioni grossi e stanchi, protagonista anche dei momenti più ilari e divertenti della serie (qualità che manca decisamente a Light...)
Insomma, vedete Death Note.
E diventate seguaci fedeli di L.