Recensione
EF - a Tale of Melodies
8.0/10
"A Tale of Melodies" è la seconda stagione di questo interessante anime sentimentale/drammatico, nella quale i personaggi che nella prima serie erano secondari divengono quelli principali e viceversa. "Ef – A tale of melodies" si muove su due differenti piani temporali, uno precedente alla prima stagione e uno immediatamente successivo a quest’ultima. L’anime è godibilissimo anche se non è stata visionata la prima serie, tuttavia è preferibile vedere prima "Ef – A tale of memories", poiché entrambe le stagioni sono da intendersi come un’unica serie, dove nella prima parte sono approfondite le due storie di Chihiro/Renji e Hiro/Miyako/Kei, e nella seconda le vicende di Himura/Yuuko e Kuze/Mizuki.
Con un balzo a ritroso nel tempo ci troviamo davanti a un Himura ancora liceale che incontra Yuuko, una ragazza che pare conoscerlo seppure il ragazzo non si ricordi di lei. Nel presente, invece, il violinista Kuze conosce Mizuki, cugina di Renji, e si intuisce fin da subito che l'uomo le nasconde un segreto.
Come nella prima serie troviamo fondali curatissimi che abbracciano magnificamente i nostri personaggi. Il cielo è incantevole, pare essere un altro protagonista dell’anime tanto la sua presenza è costante e fondamentale nel generare atmosfere uniche. Il comparto tecnico è di alto livello e utilizza soluzioni innovative che raramente si trovano in altri anime, soprattutto di questo genere.
In effetti "Ef – A tale of melodies", che in apparenza potrebbe sembrare il classico anime sentimentale ricco di belle ragazze, è in realtà un’opera più complessa, profonda, adulta che ha il coraggio di osare, trattando tematiche molto scottanti in modo delicato e toccante.
La narrazione è lenta e ciò potrebbe scoraggiare i più e probabilmente è il motivo per cui questo prodotto è passato un po’ in sordina. Le BGM, mai invadenti, sono squisite e suonate soprattutto al pianoforte o al violino. Carine l’opening in inglese e le ending.
C’è un sottilissimo filo che unisce tutti i protagonisti, ottimamente caratterizzati e distanti dagli stereotipi a cui ci hanno abituato altri anime. Protagonisti che hanno tante paure, quella di morire, della solitudine, di soffrire, di essere feriti dagli altri, ma che grazie alla propria forza di volontà e all’aiuto della persona amata riescono a superare le proprie debolezze. Sui legami che uniscono i personaggi vengono lanciati vari indizi nel corso degli episodi, già a partire dalla prima serie, dando modo allo spettatore di ricongiungere pian piano tutti i pezzi del puzzle.
Nonostante la trama sia triste, "Ef – A tale of melodies" riesce a lasciarci col sorriso poiché il messaggio trasmesso da quest'anime, anzi i messaggi, dato che ce ne sono molteplici, sono molto positivi e meno scontati o ingenui di quanto possa sembrare. "Ef – A tale of melodies" è un invito a coltivare i nostri sogni e a cercare di realizzarli, malgrado le avversità; a provare a raggiungere grandi traguardi a piccoli passi; a guardare al futuro senza vivere nella gabbia dorata dei ricordi e senza farsi tormentare dai rimpianti, imparando a convivere con le sofferenze che la vita inevitabilmente riserva a ognuno, ma soprattutto cercando insieme alle persone che amiamo di essere felici. Felicità che può avere diverse sfaccettature e che non nasce sempre dall’ottenere tutto ciò che si desidera, ma dal ricavare il meglio da ciò che la vita offre. Felicità che non può essere raggiunta da soli, ma tenendo per mano le persone a noi care.
In conclusione se non vi farete spaventare dalla lentezza della narrazione scoprirete una piccola perla che non mancherà di regalarvi emozioni e, perché no, di farvi riflettere.
Con un balzo a ritroso nel tempo ci troviamo davanti a un Himura ancora liceale che incontra Yuuko, una ragazza che pare conoscerlo seppure il ragazzo non si ricordi di lei. Nel presente, invece, il violinista Kuze conosce Mizuki, cugina di Renji, e si intuisce fin da subito che l'uomo le nasconde un segreto.
Come nella prima serie troviamo fondali curatissimi che abbracciano magnificamente i nostri personaggi. Il cielo è incantevole, pare essere un altro protagonista dell’anime tanto la sua presenza è costante e fondamentale nel generare atmosfere uniche. Il comparto tecnico è di alto livello e utilizza soluzioni innovative che raramente si trovano in altri anime, soprattutto di questo genere.
In effetti "Ef – A tale of melodies", che in apparenza potrebbe sembrare il classico anime sentimentale ricco di belle ragazze, è in realtà un’opera più complessa, profonda, adulta che ha il coraggio di osare, trattando tematiche molto scottanti in modo delicato e toccante.
La narrazione è lenta e ciò potrebbe scoraggiare i più e probabilmente è il motivo per cui questo prodotto è passato un po’ in sordina. Le BGM, mai invadenti, sono squisite e suonate soprattutto al pianoforte o al violino. Carine l’opening in inglese e le ending.
C’è un sottilissimo filo che unisce tutti i protagonisti, ottimamente caratterizzati e distanti dagli stereotipi a cui ci hanno abituato altri anime. Protagonisti che hanno tante paure, quella di morire, della solitudine, di soffrire, di essere feriti dagli altri, ma che grazie alla propria forza di volontà e all’aiuto della persona amata riescono a superare le proprie debolezze. Sui legami che uniscono i personaggi vengono lanciati vari indizi nel corso degli episodi, già a partire dalla prima serie, dando modo allo spettatore di ricongiungere pian piano tutti i pezzi del puzzle.
Nonostante la trama sia triste, "Ef – A tale of melodies" riesce a lasciarci col sorriso poiché il messaggio trasmesso da quest'anime, anzi i messaggi, dato che ce ne sono molteplici, sono molto positivi e meno scontati o ingenui di quanto possa sembrare. "Ef – A tale of melodies" è un invito a coltivare i nostri sogni e a cercare di realizzarli, malgrado le avversità; a provare a raggiungere grandi traguardi a piccoli passi; a guardare al futuro senza vivere nella gabbia dorata dei ricordi e senza farsi tormentare dai rimpianti, imparando a convivere con le sofferenze che la vita inevitabilmente riserva a ognuno, ma soprattutto cercando insieme alle persone che amiamo di essere felici. Felicità che può avere diverse sfaccettature e che non nasce sempre dall’ottenere tutto ciò che si desidera, ma dal ricavare il meglio da ciò che la vita offre. Felicità che non può essere raggiunta da soli, ma tenendo per mano le persone a noi care.
In conclusione se non vi farete spaventare dalla lentezza della narrazione scoprirete una piccola perla che non mancherà di regalarvi emozioni e, perché no, di farvi riflettere.