Recensione
Colorful (2010)
8.0/10
Recensione di Caniderrimo
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Che accadrebbe se dormiste? E se, mentre state dormendo, sognaste? E se, nel vostro sogno, vi ritrovaste in paradiso e coglieste uno strano e bellissimo fiore? E se, quando vi sveglierete, vi ritrovaste quel fiore tra le mani? Che cosa fareste allora? [S. T. Coleridge]
Colpevole di un peccato di cui non ricorda più nulla, stanco della vita mondana, uno spirito giunge in un luogo buio e dai colori spenti. Assieme a lui ci sono molti altri viaggiatori: sono in fila davanti a un botteghino e stanno acquistando un biglietto. Lenti e apatici, i possessori di quel lasciapassare si dirigono verso una porta oltre la quale c'è solo il buio. È ciò che desidera. L'oscurità, la notte eterna. Fa per mettersi in coda anche lui assieme agli altri, ma un ragazzino lo ferma. Gli dice che ha vinto una specie di lotteria e il premio è potere avere un'altra occasione, un'altra vita sulla Terra.
"Rifiuto il premio" gli dice lo spirito. "Né tu né io possiamo rifiutare."
"Colourful" è la storia di un'anima, la storia della sua redenzione. Un film delicato che racconta la battaglia per la vita del protagonista e gli innumerevoli ostacoli che, minacciosi e apparentemente insormontabili, incombono su di lui a ogni passo. La trama in effetti ricorda per diversi aspetti "Un cielo radioso" di Jiro Taniguchi, anche se le condizioni in cui si ritrova a dovere vivere Makoto, questo il nome del ragazzo in cui lo spirito rinascerà, sono molto più estreme. Niente amici, pessimi voti a scuola, la ragazza di cui è segretamente innamorato che non è poi così pura, il tradimento della madre e infine il tentato suicidio. E nondimeno il tutto è presentato in maniera realistica, senza eccessive esagerazioni o buonismo di sorta, senonché il finale poteva essere gestito un po' meglio. Certo era piuttosto palese che la vicenda sarebbe andata a finire in una maniera del genere - anche solo leggendo il titolo lo si capisce - eppure una leggera insoddisfazione per un finale così "classico" non ne vuole sapere di abbandonarmi, specialmente dopo il magnifico incipit con cui il lungometraggio era iniziato.
Con questo non voglio assolutamente dire che sia forzato, tutt'altro. Ogni personaggio che compare sullo schermo è caratterizzato in maniera credibile e per questo non sorprende che la piega degli eventi prenda una determinata direzione. Insomma non aspettatevi sorprese da questo versante perché non ne avrete. E tuttavia durante la visione non se ne sente alcun bisogno. Tutti gli attori di questa commedia sanno recitare il ruolo alla perfezione e, seppure per l'intera durata del film il ruolo di protagonista non venga mai sottratto a Makoto, in certi momenti alcuni comprimari risultano davvero notevoli. Basti pensare alla madre del ragazzo, tormentata e distrutta dal senso di colpa, oppure alla sua insolita guida, misteriosa e oltremodo indisponente.
Dal punto di vista tecnico "Colourful" è realizzato magnificamente, alcuni fondali sono una vera gioia per gli occhi, le animazioni molto fluide e i disegni più che buoni. Nella parte centrale, che tratta dell'antica linea ferroviaria Shibuya-Futako-Tamagawa, sono inoltre state inserite delle foto del vecchio convoglio. Oltre a inserirsi perfettamente tra narrazione e scene animate, riuscendo nell'impresa di creare un'atmosfera molto suggestiva, queste ultime mettono in risalto anche il tema del viaggio, da lungo tempo diventato una metafora del cammino attraverso la vita e in questo caso particolare anche il punto di svolta dell'intera vicenda.
Se è vero questo bisogna però anche dire che la colonna sonora non fa molto per sottolineare i momenti salienti della storia e risulta, fatta eccezione per pochi brani, piuttosto anonima.
In conclusione "Colourful" si rivela essere un ottimo slice of life, che sa trattare temi profondi in maniera delicata e allo stesso tempo essere leggero e spensierato. E' una storia di formazione, come se ne vedono tante, eppure in grado di ammaliare lo spettatore, di farsi vedere fino alla fine senza mai annoiare. Una meravigliosa celebrazione del lirismo della quotidianità.
Colpevole di un peccato di cui non ricorda più nulla, stanco della vita mondana, uno spirito giunge in un luogo buio e dai colori spenti. Assieme a lui ci sono molti altri viaggiatori: sono in fila davanti a un botteghino e stanno acquistando un biglietto. Lenti e apatici, i possessori di quel lasciapassare si dirigono verso una porta oltre la quale c'è solo il buio. È ciò che desidera. L'oscurità, la notte eterna. Fa per mettersi in coda anche lui assieme agli altri, ma un ragazzino lo ferma. Gli dice che ha vinto una specie di lotteria e il premio è potere avere un'altra occasione, un'altra vita sulla Terra.
"Rifiuto il premio" gli dice lo spirito. "Né tu né io possiamo rifiutare."
"Colourful" è la storia di un'anima, la storia della sua redenzione. Un film delicato che racconta la battaglia per la vita del protagonista e gli innumerevoli ostacoli che, minacciosi e apparentemente insormontabili, incombono su di lui a ogni passo. La trama in effetti ricorda per diversi aspetti "Un cielo radioso" di Jiro Taniguchi, anche se le condizioni in cui si ritrova a dovere vivere Makoto, questo il nome del ragazzo in cui lo spirito rinascerà, sono molto più estreme. Niente amici, pessimi voti a scuola, la ragazza di cui è segretamente innamorato che non è poi così pura, il tradimento della madre e infine il tentato suicidio. E nondimeno il tutto è presentato in maniera realistica, senza eccessive esagerazioni o buonismo di sorta, senonché il finale poteva essere gestito un po' meglio. Certo era piuttosto palese che la vicenda sarebbe andata a finire in una maniera del genere - anche solo leggendo il titolo lo si capisce - eppure una leggera insoddisfazione per un finale così "classico" non ne vuole sapere di abbandonarmi, specialmente dopo il magnifico incipit con cui il lungometraggio era iniziato.
Con questo non voglio assolutamente dire che sia forzato, tutt'altro. Ogni personaggio che compare sullo schermo è caratterizzato in maniera credibile e per questo non sorprende che la piega degli eventi prenda una determinata direzione. Insomma non aspettatevi sorprese da questo versante perché non ne avrete. E tuttavia durante la visione non se ne sente alcun bisogno. Tutti gli attori di questa commedia sanno recitare il ruolo alla perfezione e, seppure per l'intera durata del film il ruolo di protagonista non venga mai sottratto a Makoto, in certi momenti alcuni comprimari risultano davvero notevoli. Basti pensare alla madre del ragazzo, tormentata e distrutta dal senso di colpa, oppure alla sua insolita guida, misteriosa e oltremodo indisponente.
Dal punto di vista tecnico "Colourful" è realizzato magnificamente, alcuni fondali sono una vera gioia per gli occhi, le animazioni molto fluide e i disegni più che buoni. Nella parte centrale, che tratta dell'antica linea ferroviaria Shibuya-Futako-Tamagawa, sono inoltre state inserite delle foto del vecchio convoglio. Oltre a inserirsi perfettamente tra narrazione e scene animate, riuscendo nell'impresa di creare un'atmosfera molto suggestiva, queste ultime mettono in risalto anche il tema del viaggio, da lungo tempo diventato una metafora del cammino attraverso la vita e in questo caso particolare anche il punto di svolta dell'intera vicenda.
Se è vero questo bisogna però anche dire che la colonna sonora non fa molto per sottolineare i momenti salienti della storia e risulta, fatta eccezione per pochi brani, piuttosto anonima.
In conclusione "Colourful" si rivela essere un ottimo slice of life, che sa trattare temi profondi in maniera delicata e allo stesso tempo essere leggero e spensierato. E' una storia di formazione, come se ne vedono tante, eppure in grado di ammaliare lo spettatore, di farsi vedere fino alla fine senza mai annoiare. Una meravigliosa celebrazione del lirismo della quotidianità.