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Ci sono anime che fanno commuovere, specie alla fine riescono a far piangere anche i più duri di cuore. 'AnoHana' non è che faccia commuovere, la realtà è che vuole a tutti costi fare scoppiare in lacrime lo spettatore che, come nel mio caso, al contrario rimane alquanto titubante.

La storia si svolge in una calda estate dove un gruppo di amici, un tempo molto uniti, oramai a malapena si salutano l'un l'altro. La motivazione è da ricercarsi nella perdita di uno dei membri di questa combriccola, una ragazzina di nome Menma morta tragicamente in un incidente. Questi ragazzi tramite una serie di circostanze molto particolari, ma a mio parere anche molto sconclusionate, tenteranno di riallacciare i rapporti... o almeno alcuni.

'AnoHana' ha una particolarità di fondo: la forzata vena drammatica. In questi 11 episodi si vedono i personaggi piangere, urlare, affrontarsi, mostrare lati oscuri e anche un po' odiosi di loro stessi, e le modalità con cui lo fanno hanno del ridicolo. Sembra una puntata di 'Uomini & Donne', dove tutti urlano si dimenano si lanciano bestemmie tra di loro, ma in fin dei conti a nessuno, men che meno allo spettatore, può fregar qualcosa. La narrazione oltretutto è a volte troppo rapida e a volte troppo lenta, inoltre in più di un occasione non si riuscirà a comprendere dove vogliano andare a parare i personaggi.

Tecnicamente l'opera risulta decisamente ben fatta specie per i colori che, anche se a volte molto accesi, risultano molto belli. I personaggi risulteranno fisicamente molto diversi gli uni dagli altri, con disegni ben lontani dal classico "stampino". Le animazioni sono abbastanza fluide e anche i giochi di luce rendono a perfezione. Il comparto audio è buono se consideriamo la sigla d'apertura e quella di chiusura, molto orecchiabili entrambe.

Insomma questo 'AnoHana' poteva essere l'anime migliore del 2011, io ci contavo, eppure è risultato essere niente più che uno slice of life appena abbozzato, imbottito di falsi sentimenti umani tirati all'assurdo e di vicende senza senso alcuno. Un vero peccato, ma d'altronde cercare di "costringere" una persona a piangere non è il modo esatto per creare un buon anime e il risultato è abbastanza evidente.