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Dopo la meraviglia di "Toradora", Tatsuyuki Nagai, stavolta con la A1 Picture, torna sulla scena con un capolavoro dell'animazione giapponese. Trovo "AnoHana" profondo, emozionante, commovente. I disegni e le animazioni sono di ottima qualità dall'inizio alla fine, la storia è ben progettata e realizzata, la colonna sonora è splendida e perfettamente inserita. Le emozioni che comunica sono forti e sincere; talvolta cerca forse di strappare allo spettatore qualche lacrima in più, ma per me lo fa sempre con classe, cosa che a molti anime che puntano alla commozione a tutti i costi manca. E nessuna delle sue 11 puntate delude le aspettative.

Trama
Jinta è un adolescente che vive solo con il padre: non va a scuola, passa tutte le sue giornate a casa giocando ai videogame e facendo poco altro, delineandosi come il classico hikikomori (persone di ogni età che passano la propria vita in casa, separandosi completamente dalla società, spesso a causa di disagi psicologici). Ma la motivazione del suo isolamento non è tanto semplice. Il trauma che ha causato la sua fuga dalla realtà è la base della storia, legato indissolubilmente alla sparizione - non definitiva - di un'amichetta dei tempi dell'infanzia. Tale trauma riporterà Jin e la sua banda di amici di 10 anni prima insieme, ognuno con il suo bagaglio di emozioni ed esperienze differenti accumulate nel tempo, per affrontare le divergenze nate tra loro proprio in seguito a quell'evento. Lo scetticismo e i rancori iniziali si ammorbidiranno grazie alla grinta di alcuni di loro, tra crisi psicologiche e barbecue sotto le stelle, e in nome dell'amicizia anche gli ostacoli più grandi potranno essere abbattuti, fino a vedere l'impossibile.

Personaggi
La cura e l'approfondimento psicologico dei personaggi di questo anime è ragguardevole. Ognuno di essi ha un carattere complesso, sfaccettato che viene alla luce piano piano, con il susseguirsi delle puntate. Ciascuno dei protagonisti ha i suoi tratti distintivi: l'infantile vivacità di Menma, la nostalgica rassegnazione di Jinta, l'incessante frustrazione Anaru, la rancorosa perseveranza di Yukiatsu, la sofferente rassegnazione di Tsuruko, l'infinita grinta di Poppo si intrecciano, amalgamano ed esplodono in una meraviglia di fuochi artificiali che colpiscono dritti nel cuore.
Nessuno è tralasciato, nemmeno i personaggi secondari. Ognuno ha i suoi spazi, i suoi segreti e le sue speranze. E lo spettatore assiste all'evoluzione del gruppo di amici come se fosse uno di loro, facendo proprie le loro emozioni e osservando la storia con i loro occhi.

Grafica
Gli occhi, le espressioni dei personaggi, i loro gesti sono rappresentati con un'efficienza rara. I movimenti sono fluidi, le animazioni scorrevoli e curate fin nei minimi dettagli. I livello rimane altissimo fino all'ultima puntata, accompagnando magistralmente la storia e lo sviluppo degli eventi.

Musica
Sia l'opening sia l'ending dell'anime sono notevoli: bella la musica, belle le parole (non parlo riferendomi solo alle traduzioni dei fan, studio giapponese), ottima l'interazione con le immagini. La sigla iniziale soprattutto è colma di poesia, anticipando le emozionanti rivelazioni del primo episodio, ma mantenendo il mistero quanto basta.
Il resto della colonna sonora è ugualmente ben realizzato, intenso e comunicativo, altamente apprezzabile anche ascoltato fuori dal contesto dell'anime.

Conclusioni: "AnoHana" è senza dubbio uno dei progetti migliori che si siano visti negli ultimi anni. Nonostante l'apparente ristrettezza della categoria "scolastico sentimentale" nel quale può essere inserito, è una serie consigliabile anche a coloro che usualmente non amano il genere. Drammatico e spensierato allo stesso tempo, arriva dritto al cuore e alla mente, proiettando chi lo vede nell'intricato mondo dei sentimenti umani e dei ricordi.