Recensione
Fancy Lala
8.0/10
"Fancy Lala" è un'opera dello studio Pierrot, sicuramente sulla falsa riga di "Creamy" ed "Emi" - prodotte sempre dallo stesso studio - ma dal sapore più sognante e introspettivo. L'elemento più incantevole di quest'anime è che tutto ci viene mostrato come filtrato dagli occhi della protagonista, Miho, una ragazzina che sta iniziando ad affacciarsi all'adolescenza e il cui mondo è ovviamente costituito dalla famiglia e dai compagni di scuola. Potrebbe sembrare fortemente irrealistico il fatto che, una volta trasformatasi in Lala e dopo avere cominciato a lavorare come modella (questo nell'edizione italiana: ma il fatto che si esibisca poi come cantante, e che presenzi ad eventi come partite di baseball, ci fa capire che quello di Lala è il percorso per diventare una vera e propria idol), il mondo non le sembri poi tanto diverso da quello casa-scuola-amici a cui è abituata. A parte alcuni problemi con dei paparazzi, non c'è il minimo accenno alla falsità di un mondo spietato come quello dello spettacolo, contro il quale tecnicamente una ragazzina di dieci anni dovrebbe sbattere. Tutto è come una nuova, bellissima esperienza, che ha sì le sue difficoltà ma anche le sue soddisfazioni: ed è questo, a mio parere, il punto di forza di "Fancy Lala". Un mondo di adulti visto con gli occhi di una ragazzina piena di sogni e speranze che fantastica sul proprio futuro, come in fondo abbiamo fatto tutti, che non sa di stare vivendo l'età più bella.
Rivisto qualche anno dopo, quando ormai, quest'età, la si è passata, quest'anime è come una boccata d'aria fresca.
Rivisto qualche anno dopo, quando ormai, quest'età, la si è passata, quest'anime è come una boccata d'aria fresca.