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7.0/10
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Avete mai letto un libro di Sherlock Holmes? Se vi è capitato, dovreste avere familiarità con la figura dell'investigatore che riesce a risolvere casi senza indizi. E non perché tali indizi siano nascosti all'occhio del lettore: semplicemente non ci sono. È dato scorgerli solo al geniale investigatore che, anche solo osservando di sfuggita un filo d'erba sulla scena del crimine, può identificare il colpevole poiché è ovviamente un grande esperto di botanica e quindi conosce tutte le specie vegetali del luogo, e sa che quella in analisi proviene invece dal paese d'origine del sospettato, del quale, guarda caso, è grande conoscitore - si tratta, ovviamente, di un esempio.
Che abbiate avuto o meno l'occasione di godervi tale lettura, sappiate che in "Un-Go" si ricorre nello stesso identico meccanismo: il protagonista, Yuuki Shinjurou, è un famoso investigatore che dedica la sua intera esistenza a "svelare la verità", in compagnia della sua ambigua e misteriosa assistente Inga. Peccato che tutti i casi presentati allo spettatore, con l'eccezione dell'ultimo (a mio avviso il più eclatante e assurdamente semplice), siano assolutamente irrisolvibili fino agli ultimi secondi della puntata. Purtroppo non ho mai avuto l'occasione di leggere i racconti gialli di Sakaguchi Ango, dai quali la Bones ha preso spunto per creare quest'anime, ma dubito che siano pieni di magia, tecnologia e eventi sovrannaturali come questa serie - peraltro, sappiate che il titolo "Un-Go", va letto "An-Go", proprio come il nome dell'autore in questione.

Trama
In un futuro Giappone post-bellico, distrutto materialmente e moralmente da una nuova grande guerra contro i paesi occidentali, Yuuki Shinjurou, il cosiddetto "Detective della Sconfitta", vive per svelare la verità del genere umano. Ovviamente non lo fa da solo: come tutti gli investigatori che si rispettino, ha un partner: una creatura misteriosa di nome Inga, che normalmente ha le fattezze di una bizzarra ragazzina dai capelli lilla, ma che può trasformarsi in una seducente donna dai temibili poteri.
Le 11 puntate dell'anime vedono i due protagonisti alle prese con casi di omicidio, solo omicidio, di grande importanza politica o sociale. Dietro a ognuno di questi casi si celano misfatti ancora più gravi del semplice assassinio: intrighi internazionali, bugie di stato, affari loschi d'ogni genere. Il brillante protagonista e la sua assistente, che ha il potere di far svelare la verità alle persone da lei interrogate, metteranno alla luce queste vergognose rivelazioni. Purtroppo, però, esse verranno sistematicamente occultate dalla controparte di Shinjurou, l'altro grande detective Kaishou Rinroku. Da ciò deriva il nomignolo del protagonista: eterno sconfitto in quanto ognuno dei casi che egli svela, viene poi ufficialmente risolto in modo differente, nascondendo le verità scomode che esso celava.
Se vi state chiedendo se oltre a giocare a guardie e ladri, i personaggi fanno altro, la risposta è no. Per i primi 6 episodi, non accade nulla al di fuori del caso sottoposto a Shinjurou; dalla puntata 7 in poi appaiono i personaggi che dovrebbero dare una svolta alla storia, facendo sperare nello sviluppo di una trama più complessa, che ci riveli qualcosa anche sul passato del protagonista e sul perché della sua partnership con una creatura demoniaca, ma state certi che non avrete nessun tipo di riscontro a questo vostro quesito.
Tutti i casi analizzati sono basati su doppie identità, tecnologie futuristiche, intrighi complicati e ciò li rende strutturati in modo da non poter essere risolti dallo spettatore, ma solo seguiti, fino alla svolta finale. Qui si lascia un piccolo spiraglio che dà l'illusione di aver risolto il caso, ma si tratta solo di un contentino, dato che spesso ciò avviene proprio durante la confessione di uno dei personaggi o pochi secondi prima della soluzione del caso da parte di Shinjurou. Inutile dire che i poteri di Inga sono spesso la fonte principale degli indizi, svelando informazioni assolutamente insospettabili prima della sua magica (in tutti i sensi) domanda. Lo spettatore farebbe quindi meglio a rassegnarsi a rimanere tale: limitandosi a osservare e basta, senza azzardare inutili ipotesi, che tanto si rivelerebbero sbagliate. Se ci si abitua a tale ruolo, la serie risulta comunque piacevole.
Il caso finale, invece, è una delusione di enormi proporzioni. Dinnanzi all'arrivo del secondo personaggio demoniaco, che ci viene presentato come detentore di poteri incredibili, ci si aspetterebbe un mistero profondo e complesso, ma ciò non avviene. Si tratta, probabilmente, del caso più semplice, l'unico risolvibile da chiunque lo segua con un minimo d'attenzione e occhio sveglio. E lo scontento non si limita ai fini investigativi, ma comprende il fatto che esso non rivela assolutamente nulla sul passato dei protagonisti, nonostante gli sia legato.
Non mi è dato sapere qualora gli sceneggiatori abbiano reso comprensibile l'ultimo caso di proposito, magari per dare l'illusione a chi lo guarda di essere intelligente e brillante come il protagonista proprio grazie alla risoluzione del caso definitivo, ma anche se così fosse, trovo sia stata una manovra errata. Meglio sarebbe stato concludere con l'ennesimo colpo di scena mozzafiato, lasciando un alone di mistero, con un risultato molto più interessante della scena finale, paragonabile a un romanzo che si conclude con degli spiacevoli puntini di sospensione.

Personaggi
I personaggi principali, come accennato sopra, sono Yuuki Shinjurou e Inga. In realtà di entrambi non sappiamo assolutamente nulla, se non che il primo ha probabilmente incontrato la sua partner durante la guerra, mentre si trovava in fin di vita e che ha stipulato con lei un patto che sancisce la collaborazione dei due al fine di rivelare la verità celata nelle anime delle persone. I dettagli del loro incontro rimangono sconosciuti, affidati solo ai primissimi fotogrammi dell'anime e a un flashback di pochi secondi nell'ultimo episodio, la relazione tra i due molto superficiale, e ogni domanda relativa alla natura di Inga senza risposta.
Di Shinjurou sappiamo solo che, nonostante la sua apparente genialità, egli è molto insicuro e turbato, ma i motivi di tale incertezza sono sconosciuti, lasciandolo senza alcun approfondimento.
A risentire dello stesso problema, in realtà, sono tutti i personaggi della serie: accennati più come macchiette caratteriali che come personaggi veri e propri. Prendiamo ad esempio la controparte del protagonista: Kaishou Rinroku. Diversamente da Shinjurou non è un investigatore "di professione", bensì l'amministratore della JJ System, un'azienda con le mani in pasta più o meno in qualsiasi grande affare del Giappone: dalla politica all'industria delle fonti energetiche. Svolge tutte le sue investigazioni da casa senza mai uscire: fa tutto attraverso internet e una serie di incredibili tecnologie che gli permettono di collegarsi con qualsiasi circuito e apparecchiatura elettronica per trarne informazioni e dati. Quasi nessuno l'ha mai visto in faccia, e tale è l'alone di mistero che lo circonda che alcuni dubitano addirittura della sua esistenza. Anche di lui sappiamo molto poco e il suo carattere rimane un grande punto interrogativo, insieme al motivo per il quale occulta sistematicamente i "fattacci" nascosti dietro i casi sui quali investiga gareggiando con Shinjurou.
Tra gli altri personaggi abbiamo la sua stessa figlia, Rie, la classica ragazza di levatura aristocratica che stima moltissimo il padre, ma al contempo non apprezza il suo comportamento losco, cercando quindi la collaborazione del protagonista nel tentativo di affermare la verità sulla bugia. Altri personaggi girano intorno alle figure di Shinjurou e Kaishou: la prosecutrice Koyama Izumi, braccio destro di quest'ultimo e sua grande ammiratrice, l'algido Hayami Seigen del Dipartimento di Sicurezza, la stessa donna di servizio di Rei o la seconda partner di Shinjourou, la robotica Kazamori, reclutata durante uno dei casi: sono tutte figure costantemente presenti, che però non ricevono alcuna cura dal punto di vista psicologico. Come ogni serie moderna che si rispetti è anche presente il personaggio mentalmente squilibrato, detto "il Romanziere", che però si rivela solo una marionetta ai fini della trama. Lo stesso nemico finale, Bettennou, la seconda entità demoniaca, non viene per niente caratterizzata e rimane assurdamente in secondo piano.

Grafica
Nella sua particolare spigolosità, la grafica di "Un-Go" è sicuramente uno dei suoi punti forti. Interessante e originale, rimane sempre curata e ben realizzata. L'animazione è buona, anche se non eccellente, e il character design dei personaggi è ben fatto. Le uniche eccezioni sono, a mio avviso, la versione adulta di Inga, il cui completo con pelliccia, bikini e leggings lascia alquanto perplessi, e il Romanziere, con i suoi codini turchesi da "majokko".
Particolare, e talvolta molto utile, è anche la scelta di inserire delle didascalie accanto ai personaggi, per indicarne nome e titolo sociale. Appaiono solitamente quando i personaggi si vedono per la prima volta o in momenti in cui è importante ricordare il loro ruolo, rinfrescando la memoria dello spettatore, e contribuendo a dare un'aria "poliziesca" alle scene, come se i personaggi fossero chiamati a testimoniare nell'anime le proprie azioni.

Sigle e colonna sonora
Insieme alla grafica la colonna sonora è ciò che rimette in pista "Un-Go", facendogli riguadagnare qualche punto.
Sia l'opening, "How To Go" by School Food Punishment, sia l'ending, "Fantasy" dei Lama, sono molto accattivanti e si integrano molto bene con l'anime. L'animazione della prima è molto ben curata e quella della seconda, con una grafica mutevole e ben realizzata, è quasi migliore. La musica ha un ruolo attivo anche in uno dei casi, nel quale Shinjurou investiga su un gruppo di Idol, le Yonagahime, la cui canzone "Beautiful Dreamer" ricorre anche più avanti nell'anime.
La colonna sonora è altrettanto ben realizzata, soprattutto il tema delle scene chiave dell'investigazione, che, con un ritmo martellante e un forte richiamo al Flamenco e al suono delle nacchere, accompagna alla perfezione i momenti trepidanti prima del verdetto finale.

Note
"Un-Go" presenta un paio di chicche decisamente curiose e divertenti. La prima è la comparsa della popolarissima vocaloid Hastune Miku. L'episodio in cui compare, il primo della serie, è dedicato proprio alla musica prodotta attraverso i computer e, durante una festa in maschera, si intravede di schiena qualcuno nei panni della più apprezzata idol digitale del Giappone, con le sue caratteristiche codine e la divisa.
La seconda chicca e un po' più difficile da individuare, trattandosi di una citazione non così popolare. La si trova nell'episodio 8, quando Shinjurou e Inga stanno investigando in una libreria. Quest'ultima viene inquadrata mentre legge un volume dal titolo "Sry-Doll", citazione del fumetto "Sky-Doll" della coppia italiana Barbucci&Canepa, prodotto in Francia (in Italia è stampato dalla Vittorio Pavesio Productions), e che ha riscosso un grande successo anche in America. Sia la copertina dell'albo, dal titolo "Sumimasen - Gomennasai", ovvero "scusate - mi dispiace", sia il retro raffigurano un alter ego di Noa, la protagonista del fumetto. Chissà che lo staff di "Un-Go" non sia un apprezzatore del fumetto europeo?

Conclusione
La mancanza di approfondimento psicologico è, a mio avviso, una grande pecca per quest'anime, che avrebbe potuto trarne una grandissima spinta trattandosi di un giallo, e potendo quindi sfruttare l'indole dei personaggi ai fini della storia, rendendola un po' più corposa. Probabilmente tale mancanza è dovuta alla brevità della serie, che in 11 puntate non ha potuto mettere in gioco tutte le carte a disposizione, ma si tratta di errore che la Bones ha già fatto in precedenza (vedi "No.6") e che credo faccia volontariamente al fine di tenersi le porte aperte per una seconda stagione.
Si tratta comunque di un prodotto che vale la pena di vedere, se non altro per la grafica e le colonne sonore, sperando in una nuova serie che getti un po' di luce sui troppi misteri che sono rimasti su "Un-Go".